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Mese: Aprile 2018

L’Alda Costa in città come sul Po, mercoledì 2 maggio

Da ufficio stampa Istituto Comprensivo 2

Le classi 1 A della Primaria Costa e 3 B della Primaria Manzoni, con le insegnanti Rosanna Albertin, Ilaria Cazzola, Susanna Losciale, Emanuele Pirani, Patrizia Rimessi, Maria Beatrice Baio e Daria Chiari, realizzeranno mercoledì 2 maggio il Secondo Educational Trip del Progetto Erasmus Plus Mystery of History. I bambini andranno in città alla ricerca delle tracce dell’antico sviluppo urbano che costeggiava il fiume Po, prima che deviasse nel 1152: percorreranno Corso Giovecca, Corso Martiri della Libertà, Via Mazzini, Via Saraceno, Via Porta San Pietro, Via Coperta, Via Fondobanchetto, Via Carlo Mayr, Via XX Settembre, fino ad arrivare a Sant’Antonio in Polesine per poi tornare in centro. Durante il percorso distribuiranno ai passanti depliant informativi e allestiranno una suggestiva scenografia temporanea e itinerante che ricorderà il passaggio di antichi canali. Le strisce azzurre e i pesci di carta che verranno utilizzati (nella foto) sono stati realizzati a scuola nell’ambito di un laboratorio artistico propedeutico.

Musica elettronica tra le bancarelle del Mercato Coperto per Interno Verde

Da ufficio stampa Interno Verde

Interno Verde porta per la prima volta a Ferrara il collettivo 180 Gr, specializzato in djset allestiti nei mercati rionali, dove i migliori nomi dell’elettronica italiana e internazionale suonano tra le cassette dell’ortofrutta e le bilance colme di verdure, mentre le signore acquistano l’insalata e i venditori di pesce fanno a gara a chi ha più voce da spendere. L’idea può suonare strampalata ma funziona: i ragazzi del celebre collettivo salernitano su questo strano binomio hanno impostato un format di successo che ogni volta chiama a raccolta centinaia di giovani ascoltatori, che si mescolano tra le bancarelle alle persone che quotidianamente vi si aggirano per fare la spesa, scovare offerte speciali e sapori inaspettati. A Ferrara l’esibizione si terrà all’interno del Mercato Coperto di via Boccacanale di Santo Stefano, uno spazio purtroppo dimenticato che l’associazione Ilturco – che ha ideato e cura Interno Verde, la manifestazione dedicata alla scoperta dei giardini segreti del capoluogo estense – ha voluto riqualificare e trasformare nel proprio originalissimo infopoint, integrando agli esercizi commerciali ancora in attività una serie di prodotti e progetti in linea con lo spirito green dell’iniziativa, organizzando contestualmente serate musicali, giochi e momenti conviviali.

L’appuntamento per tutti i curiosi e gli appassionati è duplice: venerdì 11 maggio alle 21 comincerà il djset in collaborazione con Reverb – realtà giovanissima eppure già celebre in città, perché promuove l’elettronica in luoghi non convenzionali, contesti storici e architettonici da valorizzare. Aprirà la serata Esa Williams, artista sudafricano di base a Londra, talento freschissimo dell’elettronica contemporanea, con alle spalle collaborazioni importanti come Memory Music, AuntieFlo, Highlife World Series, impegnato oggi con la prestigiosa etichetta Dekmantel. Proseguirà la serata N-Zino, fondatore dei 180 Grammi, famoso per spaziare dalla techno più essenziale, di matrice europea, all’house Detroit in pieno stile anni Novanta, fino a raggiungere con disinvoltura sonorità black e disco. Tra le sue collaborazioni in studio vale la pena citare Robert Owens, The Revenge, Ray Okpara; dal vivo con Frankie Knuckles, Kerri Chandler, SvenVäth.

Sabato 12 maggio, dalle 9 di mattina alle 12, gli stessi dj – accompagnati da Sofa Talk, Mushroom Project e Peedoo – si impegneranno tra i banchi dell’ortofrutta, tra i clienti affezionati in cerca di primizie e i visitatori interessati a iscriversi al festival.

«Recuperare lo spazio del Mercato Coperto e trasformarlo nella sede di Interno Verde è sia un atto di coraggioche un atto di fiducia – raccontano i soci de Ilturco -. Il coraggio è indispensabile per decidere di rigenerare un luogo per metà abbandonato, lo sai ancora prima di cominciare a lavorare che l’energia, il tempo e il denaro che spenderai saranno solo marginalmente percepiti da chi passerà di lì nel weekend.La fiducia che riponiamo in tutte le persone che ci verranno a trovare riguarda il senso dell’operazione: più della piazzola piastrellata ex novo vorremmo che – anche grazie a questi speciali appuntamenti musicali – si percepisse l’obiettivo di Interno Verde, ovvero generare relazioni spontanee, informali, in un’atmosfera di condivisione aperta e coinvolgente. In quest’ottica invitare i 180 Gr a inaugurare l’edizione 2018 ci è sembrata la scelta più naturale: la riqualificazione del Mercato è uno strumento, così come le decine di giardini aperti straordinariamente per un fine settimana sono uno strumento. L’obiettivo è la comunità».

Interno Verde è patrocinato dal Mibact, da Ibc Emilia-Romagna, dal Comune e dall’Università di Ferrara, con l’adesione dell’Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio.

Omaggio al Duca – Martedì 1° Maggio

Da ufficio stampa Ente Palio

Sarà il Rione Santo Spirito a chiudere la serie degli Omaggi al Duca che ci hanno accompagnato verso il mese di maggio, il mese del Palio. Martedì 1 maggio infatti, la contrada gialloverde, nel cortile del Castello Estense con inizio alle ore 11,30 metterà in scena come è nata l’impresa che innalza sul proprio gonfalone, la Granata svampante. Le cronache dell’epoca, come ricorda Paolo Giovio, parlano di “Alfonso, Duca di Ferrara, capitano di risoluta prodezza e mirabil costanza che, quando andò alla battaglia di Ravenna, portò una palla di metallo, piena di fuoco artificiale che svampava per certe commissure…….”. Fu proprio in seguito a questa battaglia che il Duca Alfonso adottò come impresa, la Granata svampante. Ad aggiungere il motto “loco ed tempore” fu poi Ludovico Ariosto. Nel giorno che lo vede protagonista dell’Omaggio al Duca, il Rione Santo Spirito intende onorare la propria impresa, affiancandole un ulteriore simbolo, le frecce legate insieme da un nastro bianco svolazzante, che fanno riferimento anch’esse all’attività militare di Alfonso. Una testimonianza di tutto questo, la troviamo nei famosi Camerini di alabastro, dove si è indotti a pensare che “buona parte dell’esito di una battaglia dipende dall’unione che fa la forza”. Ed è proprio questo il messaggio che il rione dedica, in particolare, ai propri contradaioli per affrontare il mese di maggio compatti e decisi sotto l’effige della propria impresa, nell’anno dei festeggiamenti per i 50 anni di storia moderna del Palio di Ferrara. Naturalmente non mancherà il consueto spettacolo offerto dagli sbandieratori e l’incontro con la Corte Ducale.

Mercoledì 2 maggio | Quartetto di sassofoni per Movida On in piazzetta Sant’Anna

Da ufficio stampa Conservatorio Ferrara Press

Mercoledì 2 maggio, dalle ore 22.15,il Conservatorio partecipa a Movida On, edizione Primavera 2018, per la terza delle cinque serate comprese nel ciclo di eventi culturali e sportivi promossi da Promeco nelle piazze principali di Ferrara.
In piazzetta Sant’Anna, vicino al Conservatorio Frescobaldi, mercoledì sera spetta al Quartetto di sassofoni del Conservatorio Frescobaldi dare il giusto ritmo con le musiche di Michael Nyman, Scott Joplin, Astor Piazzolla e Pedro Iturralde.
Il quartetto di sassofoni del Conservatorio è formato da Mattia Tomat (sax soprano), Serena Tarozzo (sax contralto), Andrea Del Ben (sax tenore), Lorenzo Moretto (sax baritono) con la partecipazione di Nazareth Conejero Calderon.

Mercoledì 2 maggio | ‘Il quartetto d’archi’ con brani di Mozart e Beethoven a Palazzo Crema

Da ufficio stampa Conservatorio Ferrara Press

Mercoledì 2 maggio alle ore 17, per il terzo e ultimo appuntamento de Il Conservatorio a Palazzo Crema (in via Cairoli 13, Ferrara), le musiche di Mozart e Beethoven saranno al centro de ‘Il quartetto d’archi’, proposte dagli studenti del “Frescobaldi” di Ferrara. Per l’occasione, saranno le classi di Luca Bellentani a esibirsi con ilQuartetto in do maggiore K. 157 di Wolfgang Amadeus Mozart (Matilde Poli e Francesca Benvenuti, violini, Valentina Franzaroli, viola, Cecilia Rinaldi, violoncello) e il Quartetto in re minore K. 421, sempre del compositore austriaco (Carlotta Travaglini e Gianmarco Pavone, violini, Jacopo Ferri, viola, Alessandro Malavasi, violoncello). Infine il Quartetto in re maggiore op. 18 n. 3 di Ludwig van Beethoven (Giulio Signorile e GiuliaPerpich, violini, Marta Fergnani, viola, Alessandro Malavasi, violoncello).

Il concerto a Palazzo Crema offre testimonianza di tre fasi dello sviluppo iniziale del Quartetto d’archi, genere musicale per il quale sono state scritte alcune delle più alte composizioni della musica del periodo classico viennese.Al Quartetto in do maggiore k157, appartenente ai quartetti giovanili, fa seguito uno dei capolavori della maturità, il Quartetto K421 in re minore, dedicato a Joseph Haydn, dove come spiega Luca Bellentani “l’espressività prorompente della scrittura in minore di Mozart stravolge la misura del minuetto classico, ben evidenziata nella sezione in maggiore con il primo violino accompagnato dai pizzicati nel terzo movimento, interrompe bruscamente o liricamente le nobili riverenze in fa maggiore nel secondo e dà vita a una vivacità e varietà operistica di melodie, unite dalla coerente elaborazione dei ritmi dell’accompagnamento nel primo movimento”. Offre infine un lirico tema con variazioni, nel quarto movimento, “che anticipa di quarant’anni le variazioni del quartetto in re minore ‘La morte e la fanciulla’ di Schubert, con una storia musicale che ugualmente sembra parlare di purezza e di destino tragico”. Le ultime due note del primo violino riprendono le due note iniziali chiudendo il cerchio della composizione.

Il concerto termina con il primo Quartetto composto da Beethoven trentenne, opera 18 n. 3. “A partire da un’insolita grande varietà tematica, tratta da Mozart, e da una tecnica elaborativa derivata da Haydn, suo maestro – specifica Bellentani –, la grande personalità del compositore si afferma già con forza: gesti dinamici intensi e piani improvvisi, immediata lunga elaborazione del materiale tematico iniziale, sorprese armoniche e tematiche che contraddicono le attese. Tutto questo – conclude – porta direttamente l’ascoltatore nell’Ottocento, con la chiara presenza dei semi di un lungo straordinario percorso stilistico che porterà fino agli ultimi quartetti beethoveniani, dove le soluzioni sono così ardite da anticipare tutto quanto avverrà nei decenni successivi”.

L’idea della rassegnanasce insieme a Fondazione Carife da un lato per incentivarein città le esibizioni degli allievi del Conservatorio, ancora in corso o appena diplomati, dall’altro per far scoprire alla cittadinanza il loro talento attraverso i brani di differenti compositori che hanno segnato indelebilmente la storia della musica. Come nello spirito stesso del Conservatorio, la rassegna musicale coinvolgerà anche alcuni docenti, che attraverso la loro professionalità spiegheranno le opere in programma, per farle scoprire ai neofiti e al contempo regalare alcune curiosità ai più esperti. Inizio del concerto alle ore 17, ingresso libero (info@fondazionecarife.it).

BDC music fest 2018

Da ufficio stampa BDC Eventi

Dopo il grande successo della scorsa edizione, torna il BDC Music Fest, all’interno della Vinaia della Delizia del Verginese. L’appuntamento è sabato 5 maggio 2018 con inizio dei live alle 21.00.

Il bar sarà gestito dalla stessa associazione BDC, e verranno servite birre, drinks e aperitivi. Una delle novità di quest’anno è invece la presenza dello staff de La locanda del Duomo che si occuperà delle piadine e dei fritti. Vicino all’area concerti ci saranno anche alcune bancarelle per un esclusivo mercatino dell’artigianato locale.
L’ingresso alla manifestazione è a offerta libera.

Come arrivare
In auto da Ferrara prendete il Raccordo Autostradale in direzione Porto Garibaldi, uscite a Masi San Giacomo in direzione Portomaggiore; a Gambulaga svoltate a sinistra su Strada Esterna Rosa e proseguire su Strada Esterna Verginese. Sono circa 25 km. (coordinate satellitari Lat: 44.740728 | Long: 11.816611).

Line Up:
– Lorø (noise/math/metal – Padova)
– Flap (post rock – Padova)
– The Jackson Pollock (garage punk – Bologna)
– Shoot The White Flag (southern hc – Ferrara)
– Doctors In Mexico (prog/alternative/rock – Ferrara)
– Road to funk (funk – Ferrara)
– Ivan Alen(rock futurista – Ferrara)

Per informazioni ulteriori
https://www.facebook.com/arcibdceventi/
eventibdc@gmail.com
Ivo: 328 2503293
Mirco: 393 4424839

LIPU premia Angela Nazzaruolo e la Fiera del Birdwatching

Da organizzatori

Dopo la nomina di Comacchio a “Città italiana del Birdwatching” nel 2015, un nuovo importante riconoscimento da parte della LIPU è stato consegnato ad Angela Nazzaruolo e Delta 2000. La LIPU ha infatti voluto premiare, in occasione della sua 53° assemblea nazionale dei soci, l’impegno volto alla valorizzazione del Delta del Po, che da anni trova concretezza anche nell’organizzazione della Fiera Internazionale del Birdwatching e del Turismo Naturalistico.

“Trionfo di amore e giustizia a Serravalle terra pontificia nell’anno del Signore 1838”

Da ufficio stampa Abbazia di Pomposa

Giovanni Raminelli presenta il suo nuovo libro “Trionfo di amore e giustizia a Serravalle terra pontificia nell’anno del Signore 1838” Sabato 05 Maggio 2018, ore 16:00 all’Abbazia di Pomposa – Palazzo della Ragione

Dopo l’interessante conferenza dedicata a Guido musico prosegue, sabato 05 maggio alle ore 16.00 il programma degli eventi organizzati da APE (Associazione Pomposa Eventi) e Abbazia di Pomposa, al Palazzo della Ragione; con la presentazione del libro del Prof. Giovanni Raminelli dal titolo “Trionfo di amore e giustizia a Serravalle terra pontificia nell’anno del Signore 1838” in cui viene descritto un quadro multicolore vivo e piacevole nel quale si muovono personaggi del nostro territorio agli inizi del diciannovesimo secolo nel la zona di confine tra lo stato pontificio e il lombardo veneto.

L’evento rientra nel calendario della 6° edizione della Primavera Pomposiana, promossa dalla Abbazia di Pomposa e realizzata dai volontari di APE, “Associazione Pomposa Eventi” in collaborazione con Polo Museale Emilia Romagna con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, AICCRE Emilia-Romagna e del Comune di Codigoro.
L’ingresso è libero
INFO
Associazione Pomposa Eventi
Informazioni: https://ape.abbaziadipomposa.it / info@ape.abbaziadipomposa.it

“Federico”

Da ufficio stampa EVENTI FERRARA

Giovedì 3 maggio alle 18.00

Presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino

Libreria Ibs+Libraccio di Ferrara

Fabio Anselmo presenta il libro

“Federico”

(Fandango)

Dialogano con l’autore Patrizia Moretti e Filippo Vendemmiati

“Quello che non cambierà mai è che Federico Aldrovandi, un ragazzo che aveva appena compiuto 18 anni, non c’è e non ci sarà mai più. È con questa realtà, e con questa tragedia, che i suoi genitori e suo fratello dovranno fare i conti tutti i sacrosanti giorni della loro vita. Quindi per cortesia, non esprimeteci la vostra solidarietà fasulla, ipocrita, quando ci querelate perché chiediamo giustizia. Non fatelo, abbiate il pudore di lasciarci in pace. Ho finito.”

Fabio Anselmo è un avvocato di Ferrara, titolare di un piccolo studio di provincia specializzato in casi di malasanità.

Il 25 settembre 2005 riceve una telefonata che cambierà per sempre la sua vita e quella di molti intorno a lui. Quella mattina Federico Aldrovandi, un giovane studente ferrarese, muore di asfissia posturale in seguito ai colpi ricevuti durante un fermo di polizia. Ha 18 anni. A chiamare l’avv. Anselmo è Patrizia Moretti, la madre di Federico.

Questo è l’inizio di uno dei più importanti casi giudiziari degli ultimi anni che ha sconvolto l’opinione pubblica nazionale e ha contribuito a insinuare il dubbio che al nostro ordinamento mancasse qualcosa di fondamentale: il reato di tortura. A raccontarlo in prima persona è proprio l’avvocato della famiglia Aldrovandi, Fabio Anselmo, che dopo questo caso è diventato consulente in molti dei processi che hanno visto coinvolti poliziotti,

carabinieri, medici come nei casi Cucchi, Magherini, Narducci, Budroni, Uva, ma anche quello di Davide Bifolco, il 17enne ucciso dal colpo sparato da un carabiniere a bordo di uno scooter nel settembre 2014 a Napoli.

Attraverso i ricordi e gli appunti di prima mano di Anselmo entriamo nel profondo di una vicenda personale che è diventata patrimonio della storia dei diritti civili del nostro Paese. Accanto a perizie e arringhe, incontriamo le emozioni, le paure e i fallimenti di un uomo che si è trovato improvvisamente al centro di un processo mediatico che ha contribuito a far esplodere. L’autore è bravissimo a tessere un memoir spurio, un procedurale intimo, il romanzo di una vita spezzata che va oltre l’ultima immagine del cadavere di Aldro e ci fa incontrare per la prima volta il sorriso di Federico.

Fabio Anselmo, avvocato, è il legale della famiglia Cucchi nel processo per la morte di Stefano Cucchi. Negli anni si è specializzato nei casi di abusi delle forze dell’ordine, e ha seguito, tra gli altri, i casi per le morti di Federico Aldrovandi, Aldo Bianzino, Riccardo Magherini, Giuseppe Uva. Luciano Isidro Diaz, Vittorio Morneghini, Denis Bergamini, Dino Budroni e Davide Bifolco, rappresentando i familiari delle vittime. Nel 2016 ha vinto il Premio Borsellino. Questo è il suo primo libro.

Per informazioni Ibs+Libraccio

Ferrara, Piazza Trento e Trieste, Palazzo San Crispino

eventife@libraccio.it – Tel. 0532241604

“Come foglie nel vento”

Da ufficio stampa EVENTI FERRARA

Mercoledì 2 maggio alle 18.00

Presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino

Libreria Ibs+Libraccio di Ferrara

Luigi Bosi presenta il libro

“Come foglie nel vento”
(Este Edition)

Dialoga con l’autore Riccardo Roversi

Questo libro è la versione romanzata del “Caso Faccani”, una storia realmente accaduta a Comacchio nel 1912, che per la drammaticità degli eventi coinvolse a quel tempo l’opinione pubblica nazionale. A lungo se ne occupò la stampa, e sulla vicenda venne fatta pure un’interpellanza parlamentare. Il linciaggio di una giovane guardia valliva, Demetrio Faccani, detto “Il Romagnolo”, ad opera della popolazione esasperata, a cui fecero seguito altri gravissimi fatti di sangue d’inaudita violenza, furono eventi che destarono sconcerto nell’intero Paese, anche se avvenuti in una cittadina sperduta in mezzo alle acque stagnanti della laguna, oppressa da una miseria e da una fame ataviche che certi accadimenti degli ultimi tempi avevano rese non più sopportabili.

Luigi Bosi è nato a Ferrara. Ha ricoperto per quindici anni il ruolo di primario di medicina generale presso l’Arcispedale S. Anna. È autore d’innumerevoli pubblicazioni a carattere scientifico, comparse su importanti riviste mediche italiane e straniere. Ha pubblicato raccolte poetiche e romanzi, l’ultimo dei quali è Le stagioni della memoria (2011).

Per informazioni Ibs+Libraccio

Ferrara, Piazza Trento e Trieste, Palazzo San Crispino

eventife@libraccio.it – Tel. 0532241604

Venerdì 4 maggio | Ferrara Organistica inaugura con L’arte dell’elaborazione, omaggio a Bach al Museo Archeologico di Ferrara

Da ufficio stampa Conservatorio Ferrara Press

Venerdì 4 maggio, alle ore 21, al Museo Archeologico Nazionale di Ferrara (via XX settembre 122), con il concerto ‘L’arte dell’elaborazione’ inaugura la nuova edizione di Ferrara Organistica, rassegna musicale organizzata dal Conservatorio Frescobaldi di Ferrara che per tutto il mese di maggio farà riscoprire spazi, luoghi e figure della grandetradizione Estense rinascimentale.
A cura di Antonella Ciccozzi, questo primo appuntamento in rassegna è dedicato all’opera di Johann Sebastian Bach, in un interessante programma di musiche che ripercorre «l’arte dell’elaborazione» di un suo brano, ripreso e arricchito armonicamentepiù volte dallo stesso compositore tedesco durante la sua esistenza.

Il concerto al Museo Archeologico, dunque,permetterà di assistere allo sviluppo di un’idea teorica, proponendo una dimostrazione pratica dell’arte compositiva dell’elaborazione, raramente eseguita dal vivoin tutte e tre le successive versioni.Centrale durante la serata, infatti,sarà l’esecuzione al violino della partita BWV1006, con il violino solista Alessandro Perpich, seguirà l’esecuzione della Suite BWV1006a, versione autografa di Bach della stessa Partita su due pentagrammi, senza destinazione esplicita, eseguita in questo caso all’arpa, nella versione originale da Antonella Ciccozzi. Infine, l’esplosione sinfonica con l’intervento di più strumenti. Il Preludio, destinato a diventare la Sinfonia della Cantata BWV29, verràeseguito nell’elaborazione originale di J.S. Bach per organo, orchestra d’archi, basso continuo, trombe e timpani, a cura dell’Ensemble Barocco del Conservatorio Frescobaldi e all’organo Alessandro Casali.
Ingresso al Museo 6 euro. Per informazioni: 0532.207412, produzioni@consfe.it.

FERRARA ORGANISTICA – Nata nel 2011, la rassegna intende mettere in luce di anno in anno vari aspetti dell’arte di Girolamo Frescobaldi, da cui l’istituto di alta formazione musicale prende il nome, e della sua epoca. Erede della grande tradizione tastieristicache si sviluppa soprattutto nella seconda metà del XVI secolo alla corte di Alfonso II d’Este, Frescobaldi è infatti l’autore di una lezione che influenzerà l’intero panorama europeo. La direzione artistica di Ferrara Organistica è a cura di Francesco Tasini, docente di Organo e Composizione organistica al Frescobaldi.

TUTTE LE DATE IN RASSEGNA – Quest’anno Ferrara Organistica, grazie alla consolidata collaborazione con la parrocchia di San Giorgio, propone sullo splendido organo della basilica (Pinchi-Škrabl 2012) due appuntamenti dedicati alla musica organistica d’oltralpe: domenica 13 maggio (ore 19) con l’organista Luigi Locatelli (titolare dell’organo di San Giorgio), che proporrà un concerto con musiche di diversi autori pre-bachiani e di Johann Sebastian Bach; domenica 20 maggio (ore 19) l’organista IstvanBatori (iscritto al Biennio di Organo del Conservatorio) eseguirà un programma interamente dedicato a Bach, con una significativa scelta di Preludi ai Corali tratti dalla Terza Parte della ClavierÜbung (1739).
All’antico e prezioso organo Cipri 1551 della chiesa del Suffragio si terranno una serie di appuntamenti organistici, affidati ad alcuni allievi dei corsi superiori del Conservatorio Frescobaldi (Jacopo Zanini, Ludovico Silvestri, DevidPavanati, Aura Vitali), che punteggiano e solennizzano il rito pomeridiano dei sabati del mese di maggio (5, 12, 19, 26 maggio, ore 18) e che si pongono quale un ampio e prolungato Postludium alla celebrazione della messa pre-festiva.
Due rilevanti appuntamenti vedono la partecipazione del Complesso Barocco del Conservatorio Frescobaldi: il 4 maggio, appunto,alMuseo Archeologico, con l’Arte dell’elaborazione (arpa Antonella Ciccozzi, organo Alessandro Casali, violino solista e concertazione Alessandro Perpich); il 25 maggio, alla basilica di Santa Maria in Vado, con un programma di Cantate Mariane di Georg Friedrich Händel(viola e concertazione Achille Galassi).
Il calendario si completa con due appuntamenti musicologico-musicali che si terranno presso Palazzo Bonacossi rispettivamente nei pomeriggi dei giorni 24 e 25 maggio: i Fiori di Bach, attraverso i quali s’intende presentare pubblicamente alcune delle più interessanti tesi sostenute dagli allievi del Conservatorio ferrarese: Sara Bonetti illustra la sua tesi (Diploma accademico di secondo livello in discipline musicali, indirizzo compositivo-interpretativo, corso di Organo) dal titolo Due celebri edizioni de L’Arte della Fuga (BWV 1080) di J.S. Bach: l’edizione pianistica (1838) di Carl Czerny e l’edizione organistica (1967) di Helmut Walcha, con la partecipazione al pianoforte di Devid Pavanati; Cristina Landuzzi espone il suo lavoro dal titolo J.S. Bach, le ‘Goldberg’ tra arte e visione. Variazioni ad un numero (Diploma accademico di secondo livello in discipline musicali, indirizzo compositivo-interpretativo, corso di Clavicembalo), con la partecipazione al clavicembalo di Davide Marzola.

C’era una volta la città dei matti.

Da organizzatori

Cinema Boldini Mercoledì 2 maggio ore 21.00

C’ERA UNA VOLTA LA CITTÀ DEI MATTI, regia di Marco Turco
(Italia, 2010) – 1° puntata

Ingresso gratuito

Mercoledì 2 maggio alle 21.00 al Cinema Boldini sarà proiettata la prima puntata della

fiction RAI C’ERA UNA VOLTA LA CITTÀ DEI MATTI, regia di Marco Turco.

La proiezione è correlata al ciclo di incontri promossi dal Dipartimento di Giurisprudenza

dell’Università di Ferrara “Italiani per caso – Biografia alternativa di una nazione”, in

collaborazione con IBS-Libraccio, Arci Ferrara, Scuola Forense di Ferrara e IUSS Ferrara

1391, con il patrocinio dell’Ateneo, del Comune e della Fondazione Forense di Ferrara.

Protagonista del primo appuntamento è Franco Basaglia, cui la fiction RAI è ispirata, con

l’incontro presso la libreria IBS-Libraccio il 27 aprile alle 17.00.

Franco Basaglia (Fabrizio Gifuni) è un giovane psichiatra, insegnante dell’ Università di

Venezia. Personalità forte e indipendente, alle prime piccole ribellioni accademiche, viene

mandato in esilio a dirigere l’ospedale psichiatrico di Gorizia. Il contatto con il sistema

sanitario del manicomio lo traumatizza al punto da imporre l’ eliminazione di ogni tipo di contenzione fisica e la sospensione delle terapie di elettroshock. Con il sostegno della

moglie Franca Ongaro (Sandra Toffolati), rompe il muro divisorio tra maschi e femmine,

apre le porte del giardino e organizza assemblee democratiche dove tutti (medici,

infermiere, pazienti) possono esprimersi liberamente. Così, pazienti e personale medico si

uniscono nella stessa battaglia contro la carcerazione del manicomio per riacquistare

l’umanità perduta. Dal piccolo gesto di una carezza iniziale ad una preziosa vittoria

politica, con il varo della legge 13 maggio 1978, n. 180, da Gorizia a Parma, fino al

ritorno a Trieste, la battaglia di Basaglia è stata una pazzia rivoluzionaria.

La miniserie ha ricevuto il premio Golden Nymphs Award come miglior miniserie e quello

per la migliore interpretazione maschile in una miniserie al Festival de Television di

Montecarlo e si è aggiudicata anche il Silver Magnolia Award al Television Festival di

Shanghai.

Per informazioni:

Cinema Boldini, via Previati 18 – Ferrara

www.cinemaboldini.it – www.arciferrara.org

Tel. Cinema (sera) – 0532.247050

Arci Ferrara – 0532.241419

Dal 21 giugno il “Comacchio SlowFest”…..e il 1° novembre la ‘leggenda’ Jimmy Haslip

Da organizzatori

Il concerto del bassista statunitense concluderà gli appuntamenti del festival musical-enogastronomico slow che debutta giovedì 21 giugno a Lido Estensi

E’ il grande bassista newyorkese Jimmy Haslip l’ospite d’onore di “Comacchio Jazz Festival 2018”: per il quinto anno consecutivo si rinnova l’appuntamento ‘targato’ Jazzlife che ha visto approdare all’ombra dei Trepponti i maggiori interpreti del panorama jazz italiano ed internazionale. Dopo Paolo Fresu, Fabrizio Bosso ed il compianto Marco Tamburini, il duo Tuck & Patti, Dean Brown e Dave Weckl, la ‘piccola Venezia delle Valli’ attende lo storico fondatore degli Yellowjackets e fresco vincitore del Grammy Award con “Prototype”, album realizzato con i The Jeff Lorber Fusion e premiato quale miglior album strumentale. Il concerto-evento “Jimmy Haslip Globetrotter Project”, in programma giovedì 1 novembre alla Sala San Pietro, concluderà il “Comacchio SlowFest”, cartellone di iniziative fra Comacchio e la Costa promosse dall’associazione culturale musicale Jazzlife insieme a Consorzio L’Alba Porto Garibaldi, BiciDeltaPo, Holiday Park Spiaggia e Mare, Strada dei Vini e dei Sapori della provincia di Ferrara e Consorzio Vini Bosco Eliceo. “Il 2018 – spiega Luca di Luzio, il presidente di Jazzlife – è stato proclamato anno europeo del patrimonio culturale ma è anche, a livello nazionale, l’anno del cibo italiano. Di qui l’idea di promuovere questo contenitore di manifestazioni, in tutto cinque tappe, durante le quali, attraverso concerti, passeggiate ed escursioni in bici ed a piedi e ‘letture musicali’ per i più piccoli, andremo a valorizzare il sempre più forte e indovinato connubio fra musica ed enogastronomia locale, insieme all’invito a farsi catturare dalla straordinaria suggestione di questo territorio, non casualmente tutelato dall’Unesco per una bellezza e fragilità da vivere e gustare in maniera rispettosa, lenta e poco chiassosa”. “Anche nella caratterizzazione di date e appuntamenti – prosegue il presidente di Jazzlife – abbiamo puntato su una programmazione assolutamente mirata. Il debutto, a Lido degli Estensi, è infatti previsto per giovedì 21 giugno, in occasione del solstizio d’estate e della Festa Europea della Musica. Mentre a Porto Garibaldi, l’appuntamento inserito nella Notte Rosa, vedrà venerdì 6 luglio esibirsi lungo il PortoCanale formazioni musicali tutte al femminile. Eppoi i ‘luoghi del cibo’ di cui è ricco il centro storico di Comacchio saranno protagonisti, accanto a spettacoli musicali diffusi negli angoli più suggestivi del centro storico, sabato 4 agosto nella tappa dedicata alla Notte Bianca del Cibo Italiano. Il 15/16 settembre, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, puntiamo a collegare i più rilevanti siti storici e naturalistici fra la città di Comacchio, le sue Valli e la Costa. Infine gli appuntamenti di chiusura fra il 31 ottobre ed il primo novembre andranno ad incrociare la Giornata Nazionale del Trekking Urbano – Festa del Turismo Sostenibile e Slow”.

Il programma dettagliato del “Comacchio SlowFest 2018” – che è realizzato con il contributo, fra gli altri, di Camera di Commercio di Ferrara e Comune di Comacchio – sarà a breve consultabile e scaricabile dal sito www.comacchioslowfest.it

Un concerto al giorno toglie il medico di torno

Lo avreste mai detto che andare a un concerto allunga la vita?
Che andare ai concerti fosse una bellissima esperienza non era certo un mistero, ma ora c’è uno studio scientifico secondo il quale partecipare a eventi aumenterebbe il nostro benessere. Così almeno sostiene Patrick Fagan, docente associato della Goldsmith’s University, specializzato in scienza comportamentale. In base ai dati raccolti, assistere a un concerto per venti minuti aumenta il benessere del 21%. Ai partecipanti sono stati forniti test psicometrici personalizzati e test di frequenza cardiaca, registrando un aumento dei sentimenti di autostima (25%), vicinanza agli altri (25%) e stimolazione mentale (75%) mentre assistevano a un concerto. Lo studio ha inoltre dimostrato che chi va ai concerti almeno una volta ogni due settimane, avrà più probabilmente felicità, appagamento, produttività e autostima ai massimi livelli.
E se arrivassimo a considerare la musica e gli altri eventi dal vivo, dai festival alle stagioni sinfoniche e liriche, di prosa e di danza, come un complesso di produzioni culturali, parte di un più ampio sistema di welfare per fare dei territori e delle città ambienti accoglienti, socialmente coesi e sicuri?

In Italia si stanno attivando numerose iniziative volte allo sviluppo, alla facilitazione e al sostegno dell’industria della musica dal vivo per il riconoscimento del suo valore sociale, culturale, economico in termini di indotto e di occupazione. È necessario affrontare il mondo della musica e dello spettacolo dal vivo, e dei professionisti che vi lavorano con passione e impegno, trasformando in lavoro un modo di essere – l’essere artista – con una visione d’insieme, proponendo una ridefinizione dei diritti e dei doveri in un’ottica di sistema e mettendo al centro la legalità e il valore sociale, culturale ed economico del settore.
È quello che cerca di fare Doc Servizi, nata nel 1990 a Verona, una cooperativa di professionisti dello spettacolo dal vivo, che si sta aprendo anche alle altre professioni dell’arte, della creatività, della cultura e che dal 2016 è presente anche a Ferrara.
Doc Servizi è diventata ormai una rete di diverse realtà, in grado di offrire diversi tipi di servizi e di agire su vari fronti. Dopo Federico Rasetti, ferrarese, direttore di KeepOn LIVE – il circuito nazionale che promuove e sostiene la cultura della musica italiana originale dal vivo – Ferraraitalia ha intervistato Andrea Ponzoni, da aprile 2017 product manager in Doc Live, altro nodo della rete Doc Servizi per la musica dal vivo, che in realtà si occupa di management di eventi live a tutto tondo.
Solo per fare un esempio Doc Live è media partner di 1 M Next, il contest per il concertone del 1 maggio ormai alle porte. 1 M Next è organizzato da iCompany ed è dedicato a proposte artistiche inedite ed emergenti. Il voto del pubblico si è sommato a quello di una giuria di qualità: sono usciti i 12 finalisti che si sono esibiti sul palco del FELT Music & School. La giuria composta dal presidente Massimo Cotto (autore, scrittore, giornalista, speaker Virgin Radio), Massimo Bonelli (organizzatore Concerto Primo Maggio), Max Bucci (direttore artistico Rock in Roma), Mattia Marzi (giornalista per Rockol), Diletta Parlangeli (giornalista per Il Fatto Quotidiano, La Stampa.it e Wired Italia), Marta Venturini (autrice, compositrice, arrangiatrice e produttrice artistica), ha decretato i 3 finalisti, Erio, La Municipàl, Zuin, che si esibiranno sul palco del concertone, quando verrà decretato il finalista.

Qual è la situazione degli eventi live in Italia e in Europa?
La musica live in Italia e in Europa gode di ottima salute. Dai dati forniti da Assomusica nel 2017, l’Italia è al sesto posto per fatturato mondiale con un profitto di circa “721 milioni di euro e una previsione di crescita per il 2021 pari a 832 milioni”.
La cosa più interessante e rischiosa allo stesso tempo è vedere come l’interesse per i gruppi considerati ‘emergenti’ sia sempre più grande. Basti pensare a band come i Canova – o Coez, Carl Brave x Franco 126 – che nel giro di un anno sono passati dai piccoli club ai sold-out nelle grosse venues. L’opportunità è generare sempre più interesse e favorire il ricambio generazionale, il rischio è che si brucino le tappe andando alla ricerca forsennata del nuovo, senza dar tempo ai ‘giovani’ di crescere, facendo una giusta gavetta.
E’ evidente, tuttavia, che si sia davanti a una nuova onda musicale, lo si può notare anche nel cambio di line-up di festival e manifestazioni più istituzionali: ce lo dicono Mirkoeilcane e Lo stato Sociale a Sanremo e la programmazione del Concertone del 1 Maggio. Ora la prossima sfida è lavorare per esportare sempre più musica italiana, con strutture e realtà atte a dare consulenza, promozione e con l’opportunità di creare reti internazionali.

Come fa oggi un’artista a crearsi un proprio spazio nel mercato e di cosa parliamo precisamente quando usiamo il termine ‘mercato’ nel settore delle professioni artistiche?
Il mercato è cambiato, l’abbiamo detto più volte. Proprio in questi giorni, per esempio, ci si interroga sull’utilità per un artista di produrre ancora musica su formato fisico (cd). Quando parliamo di ‘mercato’ parliamo di diffusione in streaming, merchandising, sincronizzazioni, diffusione nelle radio instore, endorsement e live. Per gli artisti diventa sempre più necessario considerare tutti questi aspetti ed essere autonomi, dalla gestione dei social al rapporto con la fan base, dal merchandising alla realizzazione dell’evento.

Difficile essere artista. Facile farlo. Questa frase sintetizza la mission di Doc Live?
Certamente, l’obiettivo è proprio facilitare i processi burocratici e studiare percorsi manageriali che possano snellire le attività dell’artista, accompagnandolo in ogni fase.

Quando è nata Doc Live e perché?
Doc Live è nata nei primi mesi del 2017 per venire incontro all’esigenza di creare opportunità lavorative, fornire consulenze artistiche e occuparsi di management in generale. In particolare ci sta a cuore lo studio di nuovi prodotti, dalla gestione centralizzata del ticketing alla pianificazione del merchandising nelle piccole-medie produzioni. Come disse un grande editore, Toni Verona, la parte difficile non è far entrare i cd nei negozi, ma capire come farli uscire! Noi ci proviamo, attuando tutta una serie di attività mirate.

DocLive quindi non si occupa solo di musica, ma di management artistico e di eventi live a tutto tondo? Quali servizi? Quale rete?
Ci siamo occupati di vari eventi: dalla direzione artistica della Festa della Musica di Milano alla produzione di Arezzo Wave Love Festival; abbiamo prodotto la finale di Sziget & Home Festival del 2017 e coordinato le stagioni musicali di molte città, da Pavia a Desenzano del Garda. Inoltre collaboriamo con molti locali italiani, sempre come consulenti. In sostanza non siamo un’agenzia, ma lavoriamo con tutte le agenzie. Questa è la nostra rete: gli artisti del circuito Doc Servizi e non, più di 2000, le più importanti agenzie italiane, i promoter europei, le aziende che collaborano con noi. Inoltre gestiamo il management di alcuni artisti emergenti: Veronica Marchi, Barriga, Alessandro Sipolo, finalista di Musiccultura 2017. Da quest’anno abbiamo anche iniziato a produrre qualche format originale, tra i quali ‘Lady Day’, al quale teniamo particolarmente, spettacolo sulla sensibilizzazione contro la violenza sulle donne nato in collaborazione con Lilium Produzioni.

Uno degli elementi su cui puntate è la capacità di proporre soluzioni innovative in un settore in continuo cambiamento, qual è il vostro segreto?
Mi verrebbe da dire che la nostra forza sono le persone che decidono di sposare la filosofia della cooperazione e della rete. La condivisione di esperienze e contatti fa si che ci siano persone – anagraficamente più giovani – che portano freschezza e idee che, messe in relazione con l’esperienza di persone più mature, riescono a creare un giusto mix tra autorevolezza e innovazione.

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DIARIO IN PUBBLICO
La grande bruttezza

E mentre sempre più mi montava l’insofferenza contro l’orrendo film di Sorrentino, ‘Loro 1’, ripensavo al giudizio del ragionier Fantozzi all’ennesima visione della ‘Corazzata Potëmkin’. Nel film la celebre frase del ragioniere viene travisata e riproposta secondo una falsificazione dei nomi:
“Nel film Fantozzi, obbligato insieme ai colleghi a “terrificanti visioni dei classici del cinema”, dice infine che per lui “La corazzata Kotiomkin è una cagata pazzesca”, con successivi 92 minuti di applausi. Peraltro Potëmkin diventa Kotiomkin e Eisenstein diventa Einstein. È per far ridere, ma anche perché la produzione del film di Fantozzi non ottenne i diritti per usare le scene originali: quelle che vengono mostrate a Fantozzi e colleghi sono infatti scene girate apposta a Roma da Luciano Salce, regista del film, sulla scalinata di Valle Giulia, vicino alla Galleria Nazionale di Arte Moderna. (‘Il Post’, 3 luglio 2017).
Mi servo della correzione del titolo proprio perché il film di Sorrentino opera una falsificazione etica che corrisponde appieno alla nostra età e al nostro giudizio politico. Mai visto un film più compiaciuto e falso, non tanto per la scorpacciata di droga e di belle figliole sempre oscenamente intente a esercitare il mestiere più antico del mondo, quanto per il fatto che al posto della denuncia c’era il compiacimento di quanto lui, il regista, fosse bravo. E no! Caro Sorrentino esiste anche il senso dell’eticità e non la scommessa di fare del moralismo compiaciuto; se no diventi come loro. Anche la bravura di Toni Servillo è falsa.
Conclusione: a B. sarà sicuramente piaciuto. Un punto alla sua freccia.

La delusione del e per il film nasce dal fatto che, sull’onda dell’indubbia arte del regista, lo sbandierassimo soggetto – vita e opere di B. – potesse diventare momento finale delle precedenti prove (dal ‘Divo’ alla troppo osannata ‘Grande bellezza’), potesse rappresentare uno sguardo critico sul discusso personaggio. Lo sguardo c’è ma completamente travolto dalle ossessioni estetiche, che diventano maniera e compiacimento mai giudizio. Si esce con la sensazione che il sesso, gli odori del coito, la vendita libera delle prestazioni siano la ‘normalità’ di comportamento per quella categoria sociale, per ‘loro’. E’ il punto di vista di una tenutaria di case chiuse rispetto ai suoi clienti. Ciò che ci si aspetta allora dovrebbe diventare la domanda centrale: perché? Come si è giunti a questa visione del mondo? E qui la risposta fallisce il bersaglio. Ci si perde nelle visioni oniriche care a Fellini (ma che differenza!) si raccatta il mostruoso nella sua funzione estetica di sublime in modo imparaticcio, le figliole si contorcono in gesti studiati e di una noiosità infinita. Il sesso divenuto modo d’essere perde la funzione di scandalo e quindi permette una via di scampo all’opera di B. che fa dunque il suo mestiere e viene in un certo senso assolto.
Tutto questo corrisponde appieno ai soggetti preferiti dell’arte. I pittori più frequentati e amati, a cominciare dall’ormai ‘insopportabile’ Caravaggio, esplorano i bassifondi delle città, della psiche, della società. Si costruiscono mostre a ripetizione sugli impressionisti, si esplorano i lati proibiti della cosiddetta ipocrisia borghese (celebre il forse falso invito che in età vittoriana sollecitava a coprire le gambe del pianoforte appunto perché erano gambe!), si arriva anche ad indagare il lato oscuro dei quadri nella pur bella mostra ‘Stati d’animo’, si fanno film come quello su Oscar Wilde che recuperano la necessità artistica dei ‘maudits’.

E i politici si comportano in parte proprio inscenando i loro ‘teatrini’, difendendo le ragioni del ‘popolo’ le cui origini sono teatrali, come per il guru del M5S, o hanno per protagoniste belle figliole che ondeggiano su tacchi a spillo, scuotono la chioma trascinando con nonchalance l’oggetto simbolo del loro lavoro: zaino e trolley. Chissà cosa si diranno nelle scene immortali di sussurri e grida nascosti dietro il paravento della mano che scopre e nasconde. Mi domando se prima dell’evento si spruzzino in bocca il salva odori come fa B. nel film. Severamente impettiti poi si concedono al flash e alla domanda urlata, quasi sempre sorvegliata da quella icona che mangiucchia la penna spacciandosi per quel giornalista che non è.
Capire se in questa età di transizione il danno e la falsità provengano da ciò che la generazione mia e quella successiva hanno prodotto sull’onda della grande illusione: il Sessantotto.
Leggo – approvando e con un senso di colpa – il severissimo articolo di Curzio Maltese apparso sul ‘Venerdì’ di Repubblica del 27 aprile 2018: ‘Quelli che fucilavano i Taviani’. Eccone uno stralcio su cui bisognerebbe riflettere: “Quando uscì Allonsanfan, uno dei capolavori del cinema di Paolo e Vittorio Taviani, la critica militante di sinistra, lo stroncò con allegra ferocia. Un commiato dalla lotta rivoluzionaria da parte di borghesi di sinistra con la coscienza infelice, un invito al ritorno al privato”. I Taviani divennero quel simbolo e a Maltese fu imposto di far leggere un comunicato degli autonomi da parte del loro capo. E vedete le coincidenze col film di Sorrentino! Maltese incontra “per caso alla Mondadori dov’era diventato una specie di boss berlusconiano” lo stesso personaggio e gli chiede conto del cambiamento a cui lui risponde che “si cambia col tempo”. Non aveva capito nulla e tantomeno la qualità dei film dei Taviani a cui forse Sorrentino avrebbe potuto accostarsi avendo più coraggio. E giustamente Maltese ricorda cosa preconizzava il messaggio dei Taviani che “vedevano oltre le scintille la montagna di cenere dell’incombente Restaurazione che sarebbe cominciata qualche anno dopo e dalla quale siamo ancora sovrastati”.
Sorrentino avrebbe potuto cogliere il senso di questa Restaurazione, ma purtroppo le bellurie filmiche l’hanno travolto in un insolito destino di banalità del male.
Peccato.

L’importanza di ricordare

di Federica Mammina

Come ogni anno, il 25 aprile, si festeggia l’anniversario della Liberazione dal nazifascismo, avvenuta nel 1945. E lo si fa precisamente dal 22 aprile 1946 quando si scelse questa precisa data, fissata poi definitivamente come festa nazionale con una legge del maggio 1949.
Una data simbolica naturalmente perché l’occupazione tedesca e fascista in Italia non terminò in un solo giorno, scelta però perché proprio quel giorno coincise con l’inizio della ritirata da parte dei soldati della Germania nazista e di quelli fascisti della repubblica di Salò dalle città di Torino e di Milano, dopo che la popolazione si era ribellata e i partigiani avevano organizzato un piano coordinato per riprendere le città.
E così ogni anno in tutta Italia si svolgono cerimonie e manifestazioni per celebrare la memoria di tutti coloro che combattendo e sacrificando la propria vita hanno dato al nostro paese la possibilità di essere libero e democratico.
È una ricorrenza ancora sentita e percepita nella sua importanza? C’è da augurarselo, perché dovrebbe farci riflettere sul dono immenso che abbiamo ricevuto, la libertà, che noi diamo per scontata, ma che solo settant’anni fa è stata ottenuta con l’estremo sacrificio. Perché non perda il suo valore quindi è necessario che questa giornata, nel suo profondo significato, venga calata anno dopo anno nei tempi che viviamo e ci costringa a fermarci per considerare quali siano le dittature moderne verso le quali dobbiamo avere il coraggio di ribellarci per custodire con cura il dono ricevuto.

L’amico che ti è accanto

di Federica Mammina

Nell’arco di una vita sono davvero tante le persone che ci capita di incontrare. Possono condividere anche solo una piccola parte del nostro viaggio e lasciare comunque un segno profondo, oppure entrare e uscire dalle nostre vite senza lasciare traccia alcuna.
Chi tra noi è più fortunato incontrerà almeno una persona da poter considerare realmente amica. Quella persona che ti conosce e ti accetta per come sei; quella persona che non è mai dietro di te ad inseguirti né davanti a te per condurti, ma sempre accanto a te per sostenerti; quella persona che né il tempo né le distanze possono allontanare e così basta un abbraccio ed è come essersi salutati appena il giorno prima; quella persona che sceglie ogni giorno di essere nel tuo presente. L’amicizia è una forma d’amore davvero peculiare, che non conosce le dinamiche emotive dell’amore di coppia né i confini che custodiscono ambiti non condivisibili nell’amore fra parenti.
Le sue peculiarità la rendono unica, e la sua unicità preziosa.

“Amico mio, accanto a te non ho nulla di cui scusarmi, nulla da cui difendermi, nulla da dimostrare: trovo la pace… Al di là delle mie parole maldestre tu riesci a vedere in me semplicemente l’uomo.”
Antoine de Saint-Exupèry

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la settimana…

La tirannia del tempo

Come ogni notte, anche quella notte m’addormentai prima di mezzanotte.
E come tutti sanno, anche voi saprete che dopo mezzanotte può succedere di tutto. Ora lo so anch’io.
Ma voglio raccontarvi, se ancora non lo sapeste, ciò che quella notte capitò. E voglio farlo senza tralasciare nulla, anche se, detto tra noi, vorrei aver dimenticato tutto.

Ero stanco, gli occhi faticavano a reggere le palpebre. La mente, pian piano, calò il sipario su quella stanza in penombra, uscì dal mio corpo esausto e se ne andò a zonzo non so dove. Stette in giro per un po’, magari qualche secondo, oppure ore, non saprei proprio: io non c’ero…
Comunque, iniziamo col dire che dormii proprio bene, per il tempo che ebbi a dormire.
Dormii profondamente, per nulla gravato da sogni tormentosi o pensieri fastidiosi. Dunque, ripeto, dormii veramente bene. Per cui, quando poi mi svegliai, erano circa le tre del mattino, non lo feci da stanco, ma da riposato e fresco. Come se quelle poche ore d’assenza da me stesso avessero contribuito con successo al mio rientro in piena efficienza tra i desti. Ero in gran forma quindi, pronto a ogni evento… tranne a quello che proprio quella notte capitò.

Ebbene, arrivò un tizio, era il solito tizio delle tre di notte, non so se mi capite…
Mi si piazzò di fronte e disse: “Non capisco perché tu sia ancora qui, è strano.”
Nemmeno io capii l’allusione. “Strano cosa? Che vuoi dire?”
“Voglio dire che fuori ti stanno aspettando!”
“Chi mi sta aspettando?”
“Loro… lo sai benissimo!”
Certo che lo sapevo, ma volli metterlo alla prova. “Senti, davvero, non so di chi tu parli… spiegati meglio!”
“Non fare giochini con me… vestiti e seguimi!” Il tizio era tosto e mi convenne ubbidire, mi misi qualcosa addosso e andai con lui.
In effetti loro mi stavano aspettando. Erano tanti, silenziosi, e appena arrivai si misero a fissarmi.
Io restai lì, immobile, ad appena dieci passi da loro. Non potei far nulla se non guardare quelle facce.
Il tizio era scomparso, e loro… non c’era alcuna luce in quegli occhi, solo tenebre…
Poi uno mi venne incontro e disse: “Bentornato amico mio, quanto tempo è passato?”
“Non saprei,” risposi subito “qualche minuto… forse alcuni anni. È un po’ difficile saperlo.”
“Sei stato assente a lungo, credimi. E noi, come promesso, ti abbiamo aspettato… Ora che vuoi fare?”
“Devo pensare…” Sospirai. “Sapeste che strano: ho sognato d’esser vivo! Vivo… capite?”
“Hai avuto paura?”
“Ne ho avuta, certo! Spero che non succeda più… Pensate se mi svegliassi di nuovo e non riuscissi più a tornare indietro…”
“Sarebbe orribile!”
“Già, orribile!”
Andai con loro, il mio posto era tra loro…

La notte prosegue fino all’alba. Le anime vagano libere, incuranti di tutto. Qualcuna resta intrappolata in questa cosa vischiosa chiamata materia, subendo per un po’ la tirannia del tempo.
Per fortuna poi passa.

Shine On You Crazy Diamond (Pink Floyd, 1975)

Gli studenti del Montalcini intonano l’inno nazionale italiano in tutte le loro lingue madri.

Da organizzatori

Celebrare la Liberazione attraverso la poesia e la musica. Gli studenti del Montalcini intonano l’inno nazionale italiano in tutte le loro lingue madri.

Seconda edizione del Concerto per la libertà al Teatro Smeraldo di Portomaggiore

Anche quest’anno le scuole di Portomaggiore ,con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale , hanno voluto ricordare il 25 Aprile ricorrendo ai suggestivi linguaggi della musica e della poesia e scegliendo, come motivo conduttore dell’evento, il titolo ” Voci e musica per la pace”.

I ragazzi di tutti gli ordini di scuola , dalle elementari alle superiori, hanno portato sul palcoscenico testi di autori , accomunati da una forte spinta in direzione della pace e da un profondo impulso verso la difesa della libertà come principio fondante di ogni società civile.

Nel corso della serata , il teatro si è colorato di rosso , rosso come i papaveri indossati dai ragazzi in ricordo delle vittime di tutte le guerre. I papaveri rossi , citati in una delle più incisive poesie recitate nel corso della serata ,sono stati assunti in molti paesi come simbolo dei caduti sui campi di battaglia di ogni tempo ed è per questa ragione che ricorrono in molte poesie e canzoni contro la guerra .

A fare da sfondo alle poesie e alle canzoni presentate sono stati sono stati i suggestivi filmati e le foto d’epoca di Portomaggiore durante le due guerre .

Hanno partecipato alla manifestazione anche gli artisti delle scuola di musica Mafalda Favero e Solaris che si sono esibiti con grande professionalità in alcuni brani cult della protesta contro la guerra , da Fabrizio De Andrè a John Lennon.

Come gradito fuori programma , la proiezione del video dell’inno nazionale cantato nelle diverse lingue d’origine degli allievi dell’Istituto Tecnico , realizzato dagli studenti stessi con la collaborazione dei loro insegnanti , segno tangibile che il concetto di integrazione, nel contesto scolastico portuense, non è soltanto una parola , ma una costante realtà quotidiana.

La serata ha fornito una evidente testimonianza di come le canzoni e le poesie rappresentino pagine importanti della nostra storia , contribuendo a perpetuare ideali e valori da trasmettere ai giovani ai quali spetta l’arduo compito di costruire il nostro domani.

30/4 e 1/5 MEIS sempre aperto. E IL 30/4, conferenza su Abramo

Da ufficio stampa MEIS

Nella giornata di domani, con un’apertura straordinaria, e il Primo Maggio, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – MEIS (Via Piangipane 81, a Ferrara) propone ai visitatori, dalle 10 alle 18, una ricca offerta culturale.

Innanzitutto, il percorso espositivo “Ebrei, una storia italiana. I primi mille anni”, a cura di Anna Foa, Giancarlo Lacerenza e Daniele Jalla, che comunica in modo originale l’unicità della storia dell’ebraismo italiano, descrivendo come la presenza ebraica si sia formata e sviluppata nella Penisola dall’età romana (II sec. a.e.v.) al Medioevo (X sec. d.e.v.) e come abbia costruito la propria peculiare identità, anche rispetto ad altri luoghi della diaspora. Attraverso i contributi video di sette esperti e oltre duecento oggetti (molti dei quali preziosi e rari) provenienti dai musei di tutto il mondo, vengono individuate le aree di origine e dispersione del popolo ebraico, e ripercorse le rotte dell’esilio verso il Mediterraneo occidentale, dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme. L’itinerario documenta la permanenza a Roma e nel meridione, parla di migrazione, schiavitù, integrazione e intolleranza religiosa, in rapporto sia al mondo pagano che a quello cristiano. Segue la fioritura dell’Alto Medioevo e poi il precisarsi di una cultura ebraica italiana, sia a sud che a nord, come testimonia l’ebreo Beniamino da Tudela nel suo “Libro di viaggi” (1159-73), che chiude l’esposizione.

A introdurre ai temi del MEIS, l’installazione multimediale “Con gli occhi degli ebrei italiani”, a cura di Giovanni Carrada (autore di “Superquark”, responsabile del soggetto e della sceneggiatura) e Simonetta Della Seta (Direttore del MEIS): duemiladuecento anni di storia e cultura italiana in ventiquattro minuti, raccontati attraverso gli occhi degli ebrei.

Figura chiave che apre il percorso espositivo e l’installazione è quella del patriarca Abramo, che ebbe l’intuizione del monoteismo. Al padre del popolo ebraico è dedicato l’appuntamento in programma al MEISHOP alle 16.00 di lunedì 30 aprile con lo studioso e rabbino Roberto Della Rocca, dal titolo “Vai verso te stesso: il viaggio fisico e interiore di Abramo” (ingresso gratuito).

Al MEIS il pubblico può, inoltre, passeggiare nel Giardino delle Domande, dove le piante di alloro, mirto, timo, lavanda e maggiorana aiutano a comprendere, con l’aiuto di pannelli esplicativi, le regole della casherut, la normativa ebraica sull’alimentazione, con particolare riferimento all’uso di carne, latte, pesce e uova.

Biglietto intero € 10, ridotto € 8 (dai 6 ai 18 anni, studenti universitari, possessori di MyFE Card, categorie convenzionate); gruppi da 8 a 15 persone € 6 (un accompagnatore gratuito ogni 15 paganti); scuole € 5 (due accompagnatori gratuiti per ogni classe). Entrano gratuitamente i bambini sotto i 6 anni, i diversamente abili al 100% con un accompagnatore, i giornalisti e le guide turistiche con tesserino, i membri ICOM e i militari in divisa.

Main partner del percorso espositivo: Intesa Sanpaolo.

Il 30/4, con la TOWER JAZZ COMPOSERS ORCHESTRA, Ferrara in Jazz 2017/18 festeggia l’International Jazz Day e chiude in bellezza

Da ufficio stampa Jazz Club Ferrara

In occasione della Giornata del Jazz Unesco

Il Jazz Club Ferrara presenta

Lunedì 30 aprile, ore 21.30
The Tower Jazz Composers Orchestra
Alfonso Santimone, direzione, pianoforte ed elettronica;
Piero Bittolo Bon, direzione, sax alto, clarinetto basso e flauti;
Sandro Tognazzo, flauto;
Flavio Zanuttini, Pasquale Paterra, Gabriele Cancelli, trombe e flicorni;
Filippo Vignato, Lorenzo Manfredini, Luca Moresco, tromboni;
Gianluca Fortini, clarinetti e sax alto; Tobia Bondesan, sax tenore;
Leonardo Rosselli, sax tenore e clarinetto; Giulia Barba, sax baritono e sax alto;
Giacomo Ferrigato, Riccardo Morandini, chitarre;
Federico Rubin, Silvia Valtieri, pianoforte e Fender Rhodes;
Stefano Dallaporta, contrabbasso e basso elettrico;
Andrea Grillini, Simone Sferruzza, batteria;
William Simone, percussioni

La diciannovesima edizione di Ferrara in Jazz chiude in bellezza – lunedì 30 aprile – festeggiando la Giornata Internazionale del Jazz Unesco con la propria orchestra residente: The Tower Jazz Composers Orchestra. Al termine del concerto, la selezione musicale di Dj Gil accompagna i saluti finali.

La diciannovesima edizione di Ferrara in Jazz chiude in bellezza – lunedì 30 aprile (inizio ore 21.30) – festeggiando la Giornata Internazionale del Jazz Unesco con la propria orchestra residente: The Tower Jazz Composers Orchestra. Al termine del concerto, la selezione musicale di Dj Gil accompagna i saluti finali.
L’ampio organico, coordinato e diretto da Piero Bittolo Bon e Alfonso Santimone, ha preso forma nel 2016 come naturale evoluzione e sintesi di due progetti didattici (The Tower Jazz Workshop Orchestra e The Unreal Book), con l’intenzione di creare una big band “elastica” che ha permesso, e permette tutt’oggi a tutti gli elementi di sperimentare e mettere in gioco le proprie idee musicali. Da allora, l’apprezzata resident band ha raggiunto importanti traguardi: un’esibizione al mese all’interno del Torrione, prestigiose trasferte e la vincita – nel 2017 – del bando SIAE S’Illumina. Il repertorio di lunedì sera verterà, come di consueto, su brani della tradizione afroamericana alternati a nuove composizioni ed accattivanti rivisitazioni, all’insegna di una performance che si prospetta ad alto voltaggio sonoro. Completano la formazione Sandro Tognazzo al flauto; Flavio Zanuttini, Pasquale Paterra e Gabriele Cancelli alle trombe e flicorni; Filippo Vignato, Lorenzo Manfredini e Luca Moresco ai tromboni; Gianluca Fortini ai clarinetti e sax alto; Tobia Bondesan al sax tenore; Leonardo Rosselli al sax tenore e clarinetto; Giulia Barba al sax baritono e sax alto; Giacomo Ferrigato e Riccardo Morandini alle chitarre; Federico Rubin e Silvia Valtieri al pianoforte e Fender Rhodes; Stefano Dallaporta al contrabbasso e basso elettrico; Andrea Grillini e Simone Sferruzza alla batteria; William Simone alle percussioni.
La Tower Jazz Composers Orchestra tornerà in campo con la ventesima edizione di Ferrara in Jazz ad ottobre prossimo.
Ingresso a offerta libera riservato ai soci Endas. Per informazioni e prenotazione cena 0532 1716739 dalle ore 12:30 alle ore 19:30. www.jazzclubferrara.com

INFORMAZIONI
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com

Per informazioni e prenotazione cena 0532 1716739 dalle ore 12:30 alle ore 19:30.

Il Jazz Club Ferrara è affiliato Endas, l’ingresso è riservato ai soci.

DOVE
Salvo ove diversamente indicato i concerti si svolgono al Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Con GPS impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara.

COSTI E ORARI
Ingresso a offerta libera riservato ai soci Endas.
Tessera Endas € 15

Non si accettano pagamenti POS

Apertura biglietteria 19.30
Cena a partire dalle ore 20.00
Concerto: ore 21.30

DIREZIONE ARTISTICA
Francesco Bettini

UFFICIO STAMPA
Eleonora Sole Travagli
e-mail: solejazzclubferrara@gmail.com ; press@jazzclubferrara.com
cell. + 39 339 6116217

Concerto di chiusura di U:T.E.F. Anno accademico 2017-2018

Da ufficio stampa Biblioteca del Comune di Tresigallo

Giovedì 3 maggio alle ore 16,00 presso il Teatro ‘900 di Tresigallo in occasione della cerimonia di chiusura di U.T.E.F. anno accademico 2017-2018, si svolgerà un concerto con Alessandra Rostellato (soprano) e Manuel di Nuzzo (chitarra). Durante il pomeriggio saranno anche consegnati i diplomi di partecipazione ai soci U.T.E.F. di Tresigallo
Il concerto è gratuito e aperto a tutti i cittadini

Venerdì 4 Maggio primo Appuntamento di “Compleanno D’autore 2018”

Da ufficio stampa Biblioteca del Comune di Tresigallo

Venerdì 4 maggio alle ore 21,00 alla Casa della Cultura primo appuntamento della rassegna “Compleanno d’autore” : ospite lo scrittore Manlio Castagna che presenta “Petrademone. Il libro delle porte”, Monadori, 2018.

Manlio Castagna nasce a Salerno nel 1974 ed esordisce alla regia nel 1997 con il pluripremiato corto “Indice di frequenza”, con Alessandro Haber. Da vent’anni collabora ad organizzare il Giffoni Film Festival e nel 2007 ne diventa vicedirettore artistico. E’ creative advisor per il Doha Film Institute in Qatar e critico cinematografico per Virgin Radio. E’ sceneggiatore e regista di videoclip, documentari, cortometraggi, episodi di webserie. Si occupa di fotografia, neurocomunicazione e semiologia degli audiovisivi. Dopo aver pubblicato saggi sul cinema, con “Petrademone – Il libro delle Porte” esordisce nella narrativa.

Il romanzo è un condensato fantasy: magia, momenti di suspence, avventura, personaggi strani e figure spaventose. C’è tutto questo in «Petrademone – il libro delle porte», edito da Mondadori e primo libro di una trilogia destinata anche al piccolo schermo. Perchè diventerà una serie tv, con i diritti già acquistati da Ivan Cotroneo.

Castagna mostra una innata abilità letteraria nel tratteggiare un mondo fantasy dal sapore dark e gotico che ti tiene incollato dalla prima all’ultima pagina.

Dialoga con l’autore Maria Gloria Panizza, letture a cura di Filippo Scabbia, accompagnamento musicale di Roberto Berveglieri

Durante l’incontro sarà possibile acquistare l’opera dello scrittore

Enti locali. Più possibilità di investimento per i Comuni, la Regione sblocca col Patto di solidarietà territoriale oltre 31,3 milioni: quasi 5,3 milioni nel ferrarese. I settori di intervento

Da ufficio stampa Regione Emilia-Romagna

Via libera a 120 progetti in Emilia-Romagna con risorse liberate dal vincolo di bilancio. L’assessora Petitti: “Una risposta concreta a sostegno dei Comuni ma anche una spinta all’economia e al rilancio dell’occupazione”. Con questo meccanismo in 8 anni sono state autorizzate per gli enti locali emiliano-romagnoli risorse per circa 1 miliardo e 120 milioni di euro

Bologna – Sbloccati oltre 31,3 milioni di euro, a disposizione di 58 Comuni dell’Emilia-Romagna col Patto di solidarietà territoriale. Di questi, 5 milioni e 290 mila euro sono destinati al territorio della provincia di Ferrara.

Il provvedimento, approvato dalla Giunta regionale, guidata da Stefano Bonaccini, accoglie tutte le richieste di spazi finanziari presentate dai Comuni, in particolare nei piccoli centri e in montagna.

Si tratta di risorse spesso già incluse nei bilanci dei Comuni, ma non direttamente impiegabili a causa dei vincoli sul pareggio di bilancio previsti dalle norme nazionali che limitano l’impiego di risorse accantonate nel risultato degli esercizi precedenti, il cosiddetto “avanzo di amministrazione”. Con le risorse liberate dal vincolo di bilancio, grazie al patto che la Giunta regionale ha proposto e condiviso col territorio, potranno essere realizzati importanti investimenti, da realizzarsi quest’anno.

Queste risorse si aggiungono a quelle già distribuite nell’ambito nei patti di stabilità territoriale. In otto anni, la Regione ha autorizzato agli enti locali 1 miliardo e 120 milioni di euro, coordinando un complesso sistema di coniugazione tra domanda e offerta.

Ben 31 Comuni emiliano-romagnoli hanno ceduto spazi al sistema regionale per un importo di 17,7 milioni di euro acquisendo, in tal modo, il diritto a migliorare i propri saldi di bilancio. Accanto alle risorse cedute dalle Autonomie locali, la Regione ha previsto ulteriori 13,6 milioni di euro per allargare i benefici a favore degli enti locali.

Le risorse

Gli investimenti nella provincia di Ferrara riguardano: il Comune di Bondeno (1,5 milioni di euro), Cento (1,9 milioni di euro), Comacchio (1,8 milioni di euro) e Mesola (90 mila euro).

Il commento

“Con questa opportunità- spiega l’assessore regionale al Bilancio, Emma Petitti- saranno realizzati interventi di sviluppo per migliorare la sicurezza del territorio e la viabilità, per abbellire le città dell’Emilia-Romagna, per incrementare la vivibilità e la sicurezza degli edifici scolastici, migliorare gli impianti sportivi pubblici e realizzare interventi sui municipi, sulle biblioteche, sui cimiteri e sugli altri edifici comunali. La novità di quest’anno consiste nella particolare attenzione alle zone rurali e di montagna: spesso un campo da calcio, l’illuminazione pubblica di una via poco abitata, una scuola materna più bella e sicura, la piazza in cui si identifica un paese, sono una concreta risposta alla coesione sociale che vogliamo rafforzare. Ma tutto questo significa anche opere e lavori di piccolo taglio per artigiani e fornitori del territorio, ossia maggiore occupazione e una spinta all’economia”.

I settori di intervento

Le risorse attiveranno 120 interventi di sviluppo che, nel dettaglio, serviranno in 41 casi per migliorare la viabilità delle strade (manutenzione, illuminazione stradale); 24 per interventi sulle scuole (ampliamenti, messa in sicurezza, nuovi edifici e manutenzione straordinaria); 14 per abbellire le città: (piazze e centri storici); 14 per interventi sul patrimonio dei comuni (cimiteri, municipi, case per anziani e impianti fotovoltaici); 11 per nuovi impianti sportivi o per interventi di manutenzione straordinaria di impianti esistenti; 11 per interventi di messa in sicurezza del territorio o degli edifici a seguito di eventi calamitosi o per la prevenzione di calamità naturali; 5 per incrementare l’attrattività turistica.