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Giorno: 7 Luglio 2018

Comunicato Regione: FE/Agricoltura

FE/Agricoltura. Siccità e sicurezza: la Regione investe 3 milioni e 800 mila euro per la realizzazione di opere pubbliche e di irrigazione dei Consorzi di bonifica

In programma interventi per la messa in sicurezza di canali, impianti e strade in aree montane, oltre alla realizzazione di invasi per lo stoccaggio delle acque ad uso irriguo e ricreativo a Medesano nel parmense. Interessate otto province dell’Emilia-Romagna. Gli interventi programmati nel ferrarese

Bologna – Partiranno entro l’estate con un plafond di circa 3 milioni e 800 mila euro messi a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna e andranno a finanziare, nel triennio 2018-2020 una ventina di opere urgenti nei canali, impianti di bonifica, irrigazione e su strade di servizio. Gli interventi, segnalati dai Consorzi di bonifica, interessano le province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Ferrara, Modena, Bologna, Ravenna e Forlì-Cesena.

Inoltre, a Medesano (Pr), sarà terminata un’importante infrastruttura per lo stoccaggio dell’acqua e per contrastare la crisi idrica nel settore agricolo costituita da laghetti che saranno valorizzati anche dal punto di vista ambientale e ricreativo.

In particolare, al territorio di Piacenza sono stati assegnati 268mila euro per quattro interventi di manutenzione e messa in sicurezza di canali e impianti di bonifica; a Parma 200mila euro per quattro interventi di ripristino della sicurezza di strade di bonifica oltre a 1,4 milioni per la realizzazione di invasi; in provincia di Reggio Emilia sono stati programmati investimenti di oltre 377mila euro per tre interventi di riqualificazione idraulica e ambientale; a Modena vanno 110mila euro per due interventi di consolidamento spondale di canali di scolo; a Bologna, 300mila euro per due interventi di potenziamento di infrastrutture idrauliche; a Ferrara arriveranno 380mila euro per due interventi di ripristino della funzionalità idraulica; a Ravenna altri 240mila euro per due interventi di messa in sicurezza di infrastrutture del territorio, infine a Forlì-Cesena 500mila euro per un’opera di bonifica idraulica.

“Sono risorse che rispondono alla necessità di finanziare i necessari interventi di manutenzione di canali di bonifica e irrigazione e di infrastrutture funzionali all’utilizzo degli invasi- ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli-. L’obiettivo è raggiungere maggiori livelli di sicurezza del territorio, assicurare la riserva d’acqua necessaria a garantire le attività agricole e prevenire così i disagi in caso di siccità. Investire nelle strutture per garantire l’acqua e la sua distribuzione per tutto il corso dell’anno è fondamentale. Per questo alle misure ordinarie abbiamo affiancato due bandi per imprese e consorzi, che hanno messo a disposizione un investimento di 18 milioni di euro per potenziare le infrastrutture irrigue di servizio all’agricoltura e per realizzare nuovi invasi di piccole e medie dimensioni che garantiscano le riserve d’acqua”.

Gli interventi programmati nel ferrarese
In provincia di Ferrara arriveranno 380mila euro per due interventi di ripristino della funzionalità idraulica.
Un intervento sarà realizzato nel comune di Bondeno al collettore di Burana (150mila euro) e l’altro in quello di Codigoro (230mila euro) per il ripristino della circolazione dell’acqua, impianti gravemente danneggiati a causa delle eccezionali avversità atmosferiche che si sono verificati lo scorso l’inverno scorso.

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Comunicato Regione: Agricoltura

Siccità e sicurezza: la Regione investe 3 milioni e 800 mila euro per la realizzazione di opere pubbliche e di irrigazione dei Consorzi di bonifica

In programma interventi per la messa in sicurezza di canali, impianti e strade in aree montane, oltre alla realizzazione di invasi per lo stoccaggio delle acque ad uso irriguo e ricreativo a Medesano nel parmense. Interessate otto province dell’Emilia-Romagna. Gli interventi programmati nel bolognese

Bologna – Partiranno entro l’estate con un plafond di circa 3 milioni e 800 mila euro messi a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna e andranno a finanziare, nel triennio 2018-2020 una ventina di opere urgenti nei canali, impianti di bonifica, irrigazione e su strade di servizio. Gli interventi, segnalati dai Consorzi di bonifica, interessano le province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Ferrara, Modena, Bologna, Ravenna e Forlì-Cesena.

Inoltre, a Medesano (Pr), sarà terminata un’importante infrastruttura per lo stoccaggio dell’acqua e per contrastare la crisi idrica nel settore agricolo costituita da laghetti che saranno valorizzati anche dal punto di vista ambientale e ricreativo.

In particolare, al territorio di Piacenza sono stati assegnati 268mila euro per quattro interventi di manutenzione e messa in sicurezza di canali e impianti di bonifica; a Parma 200mila euro per quattro interventi di ripristino della sicurezza di strade di bonifica oltre a 1,4 milioni per la realizzazione di invasi; in provincia di Reggio Emilia sono stati programmati investimenti di oltre 377mila euro per tre interventi di riqualificazione idraulica e ambientale; a Modena vanno 110mila euro per due interventi di consolidamento spondale di canali di scolo; a Bologna, 300mila euro per due interventi di potenziamento di infrastrutture idrauliche; a Ferrara arriveranno 380mila euro per due interventi di ripristino della funzionalità idraulica; a Ravenna altri 240mila euro per due interventi di messa in sicurezza di infrastrutture del territorio, infine a Forlì-Cesena 500mila euro per un’opera di bonifica idraulica.

“Sono risorse che rispondono alla necessità di finanziare i necessari interventi di manutenzione di canali di bonifica e irrigazione e di infrastrutture funzionali all’utilizzo degli invasi- ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli-. L’obiettivo è raggiungere maggiori livelli di sicurezza del territorio, assicurare la riserva d’acqua necessaria a garantire le attività agricole e prevenire così i disagi in caso di siccità. Investire nelle strutture per garantire l’acqua e la sua distribuzione per tutto il corso dell’anno è fondamentale. Per questo alle misure ordinarie abbiamo affiancato due bandi per imprese e consorzi, che hanno messo a disposizione un investimento di 18 milioni di euro per potenziare le infrastrutture irrigue di servizio all’agricoltura e per realizzare nuovi invasi di piccole e medie dimensioni che garantiscano le riserve d’acqua”.

Gli interventi programmati nel bolognese
Nel bolognese, a Imola, sono previsti due interventi, finanziati con 300mila euro, per il miglioramento della funzionalità di impianti di grande importanza per la bonifica idraulica e quindi per la sicurezza del territorio circostante.
Si tratta di interventi di manutenzione che saranno effettuati nell’impianto di Correcchio (150mila euro) e dell’adeguamento degli impianti idrovori di Ladello est e ovest (150mila euro).

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Sport estremi:
sfidare l’universo, tra emozioni straordinarie e rischi mortali

“Le grandi imprese di solito si compiono a prezzo di grandi pericoli” affermava Erodoto nell’antichità, e questa è anche la sintesi attualissima di tutto ciò che riguarda l’universo degli sport estremi dove ricerca di emozioni straordinarie, ottenute attraverso la sperimentazione del rischio elevato, è accompagnata da un intenso sforzo fisico. Costituiscono ormai un esercito coloro che si sottopongono a sfide estreme verso se stessi o contro altri, che richiedono anche una rapida e precisa elaborazione percettiva e cognitiva che le situazioni oltre limite richiedono. Forti velocità, sfide ad altezze, ambienti ostili alla natura umana, forze naturali avverse, profondità inaffrontabili, climi e condizioni del terreno, dell’aria e dell’acqua proibitive, costituiscono il palcoscenico dello sport estremo ed allo stesso tempo sono le variabili che sfuggono alle classificazioni precise e costanti del controllo umano, determinando i successi o decretando i tragici fallimenti delle performances. E per questo motivo, gli standard di valutazione di questi sport differiscono radicalmente rispetto i criteri tradizionali, che sono applicati in situazioni e ambienti controllati. Lo sport estremo di qualunque categoria concentra la sua essenza nella scarica di adrenalina in risposta alla paura: pochi minuti che sembrano un tempo lunghissimo che aumentano endorfine e serotonina nel cervello per l’elevata tensione e sforzo fisico e mentale in chi si appresta all’impresa. Sono i “sensation seekers”, i “cercatori di emozioni”, che hanno bisogno di stimoli e attivazioni fisiologiche molto elevate, di brivido, avventura oltre ogni barriera dell’umano agire. Oggi si sta ancora discutendo sul termine ‘sport estremo’ e su ciò che si considera realmente estremo perché il confine si è spostato e l’asticella si è notevolmente alzata verso tentativi sempre più spregiudicati e spericolati. Ci si chiede perché alcuni sport tradizionali come il rugby non possano essere considerati alla stessa stregua di pericolosità dell’estremismo e al contempo si creano nuove forme di sport ‘beyond the limit’ come se non fossero mai sufficienti quelli già sperimentati. Una rincorsa al nuovo orizzonte da conquistare, a una nuova frontiera da esplorare e un vecchio muro da abbattere perché superato. Il target demografico dei praticanti gli sport estremi è costituito prevalentemente da giovani che agiscono in solitaria un’esperienza strettamente intima e personale che non disdegnano, a volte, di condividere sui social attraverso dirette elettrizzanti sotto gli occhi del mondo web: qualcuno fanatico, qualcun altro raffinato tecnico del rischio, chi folle e incosciente sperimentatore, chi aspirante a fama (e carriera) internazionale, per raggiungere elevati livelli, trovare sponsor, produttori, mass media che assicurino traguardi economici ed esaltazione personale. Li troviamo in una miriade di ambiti sportivi perché queste performances un tempo sporadiche, di nicchia, per pochi appassionati silenziosi, sono diventate successivamente una mania vera e propria ed oggi attività molto conosciute, consolidate e diffuse nel mondo del brivido: torrentismo, sci di velocità in quota, skateboarding, immersioni in grotta, arrampicata su ghiaccio, funambolismo, hydrospeed (nuoto in correnti e corsi d’acqua sconnessi) surf da onda, lancio con tuta alare, deep water soloing (arrampicata libera solitaria senza assicurazione su scogliere a picco sul mare). Alcuni di questi sport come rafting e parapendio sono diventati sport olimpici. L’origine dell’espressione ‘sport estremo’ viene fatta coincidere con la frase attribuita allo scrittore Ernest Hemingway “Ci sono solo tre sport: corrida, corse automobilistiche e alpinismo; tutto il resto sono solo giochi.” Un’affermazione che definiva un’attività in cui era possibile morire. Nell’agosto del 1974 il funambolo e artista di strada Philippe Petit salì al 110° piano di una delle Twin Towers a New York e percorse camminando, saltellando, correndo e sdraiandosi ogni tanto, un cavo d’acciaio teso utilizzando arco e frecce tra i due grattacieli. Furono 20 minuti di percorso a 417 metri d’altezza e 61 metri di estensione. Era la ricerca di un istante di bellezza, non inseguiva la gloria, affermò Philippe Petit, in un triste e cupo momento storico degli USA, tra scandalo Watergate e guerra del Vietnam. Occorrerà arrivare al 1979 per assistere alla prima manifestazione di Bungee Jumping (lancio da altezze elevate con una corda elastica, assicurati con imbragatura) organizzata dal Dangerous Sports Club di Oxford che attirò molta attenzione con i lanci dal ponte sospeso di Cliffon a Bristol. Ne seguì un’altra sul Golden Gate di S. Francisco. Memorabile l’appuntamento del Club a St. Moritz in Svizzera negli anni successivi, dove i concorrenti dovevano creare una grande scultura dotata di sci e lanciarla lungo una ripida discesa. Il Club si presentò sulla pista a bordo di un autobus londinese a due piani ma fu fermato in tempo dal divieto delle autorità elvetiche. Tra gli anni ’70 e ’80 Toni Valeruz, maestro di sci e guida alpina di Alba di Canazei (TN), è l’indiscusso protagonista e precursore dell’estremismo, rimanendo agli annali come uno dei più forti praticanti di sci estremo: più di 100 discese spericolate sulle Alpi e su cime extraeuropee, come quella da quota 4200 del Cervino e 8100 del Makalu in Nepal, la quinta montagna più alta della Terra. In una recente intervista, Valeruz ha commentato come si sia perso il buonsenso con youtube e la voglia di spettacolarizzare le proprie prestazioni e di come i giovani scelgano questi sport per mancanza di affetto o considerazione. A volte, ha dichiarato l’alpinista, entra in campo la voglia di isolarsi dal resto del mondo in un’esperienza rischiosa. Ma solo negli Anni ’90 il fenomeno dello sport estremo ha raggiunto un’adesione vasta e diffusa, quando le compagnie di marketing inaugurarono gli X Games trasmessi dal canale televisivo Extreme Sport Channel, guadagnando popolarità e visibilità. Da allora ad oggi, gli eroi o antieroi dello sport estremo si sono moltiplicati e hanno dato il loro contributo in imprese che sembravano irrealizzabili, un contributo che spesso, troppo spesso è costato la vita. Oggi tocca ad Armin Schmieder, 28 anni, Armin Holzer, Alex Polli, Uli Emanuele e, ultimo di questi giorni, Matteo Pancaldi, 30 anni, lasciare traccia di sé in un’impresa mortale. Volevano volare, il desiderio più ancestrale dell’uomo, con la loro tuta alare da scoiattolo volante o lanciarsi in base jumping nel vuoto o ancora camminare tra le nuvole, sospesi a un filo. Matteo Pancaldi, modenese, è precipitato per circa 200 m tra due cime della Val d’Adige in Trentino, abbandonando definitivamente quel filo teso sul vuoto e la sua giovane vita, sotto gli occhi attoniti degli amici. Dimenticanza? Sbadataggine? Errore umano? Errore tecnico? Ciò che resta e importa di questi epiloghi è il ricordo di chi non c’è più, poveri pionieri della generazione Y, moderni Icaro che hanno ‘osato’ sfidare l’universo.

Mercatone uno: concluse positivamente le procedure di consultazione sindacale per la cessione dei compendi aziendali

GARANTITA LA CONTINUITA’ DELL’ATTIVITA’ E LA SALVAGUARDIA OCCUPAZIONALE

Sottoscritti gli accordi sindacali per la cessione a Shernon Holding di 55 punti vendita, marchio, logistica e sede di Imola e a COSMO di 13 punti vendita
Tutelati oltre 2.300 posti di lavoro
La gestione Commissariale proseguirà per individuare possibili acquirenti dei punti vendita non ricompresi nei perimetri in fase di cessione
Già avviati contatti con Anpal per favorire la ricollocazione dei lavoratori che non saranno trasferiti
Imola, 6 luglio 2018 – Si è positivamente conclusa anche la trattativa sindacale per la cessione a COSMO dei compendi aziendali di M. Business in amministrazione straordinaria, composti da 13 punti vendita, distribuiti su tutto il territorio nazionale, che opereranno con il marchio GLOBO.

L’accordo raggiunto prevede, nell’immediato, la salvaguardia di 285 posti di lavoro, dei 566 inclusi nel perimetro di cessione, che saranno incrementati di ulteriori 100 nei 24 mesi successivi alla cessione.

Con l’accordo sindacale sottoscritto il 29 giugno con Shernon Holding, che prevede il trasferimento di 2.019 rapporti di lavoro e di ulteriori 300 nei prossimi 48 mesi, risultano complessivamente tutelati 2.704 dipendenti pari a circa il 90% del totale attualmente occupato nelle varie aziende sottoposte alla Procedura di A.S.

A tal fine, sono già stati avviati contatti con Anpal, Agenzia nazionale per le politiche del lavoro, per favorire la ricollocazione di tali lavoratori.

La prosecuzione dell’esercizio dell’impresa da parte dei Commissari Straordinari (Stefano Coen, Ermanno Sgaravato e Vincenzo Tassinari), autorizzata dal Ministero dello Sviluppo Economico sino al 13 gennaio 2019, consentirà di dar corso alle ulteriori dismissioni, volte anche a trovare una soluzione per i dipendenti non inclusi negli attuali perimetri di cessione.

I Commissari esprimono il plauso ed il ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito a tali importanti accordi ed in particolare alle Organizzazioni Sindacali, alla dottoressa Monica Checcucci, Direttore HR del Gruppo, ed agli avvocati Rosario Salonia, Fabio Massimo Cozzolino e Jacopo Ierussi di Salonia Associati.

Coldiretti: carburante macchine agricole, la fattura elettronica slitta a gennaio 2019

Precisazione dell’Agenzia delle entrate per il carburante agricolo

Le vendite di benzina e gasolio destinati ad essere utilizzati per veicoli agricoli di varia tipologia (trattori agricoli e forestali e macchine agricole) sono escluse dalle disposizioni che anticipano la fattura elettronica al 1° luglio. Lo precisa l’Agenzia delle entrate che fornisce chiarimenti su alcuni quesiti legati alla fattura elettronica per i carburanti.

Per quanto riguarda la deducibilità del costo d’acquisto e la detraibilità della relativa Iva, valgono le disposizioni di ordine generale dettate per tutti i carburanti, quindi, l’obbligo di procedere al pagamento utilizzando gli strumenti individuati con il provvedimento dell’Agenzia del 4 aprile 2018. Da gennaio 2019 tutti (anche i privati) saranno nel sistema EFattura.

Da: Coldiretti

Coldiretti: cala la produzione agricola nei primi sei mesi del 2018, tra maltempo e gelate, ma la qualita’ e’ salva

Il primo bilancio al giro di boa dell’annata 2018, dall’Assemblea regionale di Coldiretti

Produzioni in calo, ma qualità buona nel primo semestre del 2018 nei campi dell’Emilia Romagna. È il bilancio al giro di boa di metà anno fatto da Coldiretti regionale che ha tenuto l’annuale assemblea lo scorso giovedì 5 luglio, nella nuova sede bolognese di Palazzo Merendoni, cogliendo l’occasione per presentare una prima valutazione produttiva delle principali colture arrivate a maturazione sul territorio regionale.

Per quanto riguarda il territorio ferrarese – informa Coldiretti Ferrara –, il maltempo e le gelate di fine febbraio/primi di marzo in piena fioritura presentano il conto con un calo di produzione della frutta primaverile ed estiva, in particolare con un calo produttivo anche della frutta estiva, albicocche in primis, le cui varietà precoci hanno subito pesanti riduzioni e scontato un avvio di campagna mediocre. Ci si attende, anche in ragione di una minore offerta sul mercato, una ripresa e prezzi più sodisfacenti.

Ovviamente molto dipende – sottolinea Coldiretti – anche dall’import di frutta estera da Paesi che non hanno i nostri stessi standard qualitativi e che spesso finiscono con il fare una concorrenza sleale alle nostre pesche e nettarine. Una delle ragioni a sostegno di una corretta e completa etichettatura, che i consumatori dovrebbero poter trovare e leggere in modo sempre più chiaro e completo.

Conclusa invece la campagna delle fragole, per le quali si può considerare un’annata caratterizzata da una minor produzione a causa di una primavera con notevoli sbalzi termici e piogge battenti in raccolta, con un prezzo inferiore rispetto alla scorsa annata. Si salvano le aziende che collocano buoni quantitativi di prodotto attraverso la filiera corta e la vendita diretta. Per le produzioni orticole primaverili soddisfazioni arrivano da parte dei produttori di carote del basso ferrarese, coltura che interessa parecchi ettari, e che sono riusciti a spuntare buoni prezzi a fronte di una produzione che si aggira intorno ai 500 quintali per ettaro. Buona anche la produzione di radicchio primaverile che si è aggirata intorno ai 180-200 quintali ad ettaro, mentre gli sbalzi termici primaverili hanno inciso nella riduzione produttiva e commerciale dell’asparago.

E’ in corso la raccolta dell’aglio di Voghiera D.O.P., che registra un calo produttivo del 10% circa rispetto allo scorso anno a causa delle condizioni climatiche avverse registrate tra febbraio e marzo.

Campagna in salita per il grano a causa di pioggia e vento di inizio giugno, troppo a ridosso della raccolta. Con la trebbiatura arrivata ormai alle ultime battute, Coldiretti stima un calo produttivo generalizzato sul territorio regionale di circa il 20% con punte anche del 40% nelle aree occidentali. La produttività nella provincia di Ferrara sia per il grano tenero sia per il duro, si è attestata attorno tra i 50-55 quintali per ettaro ed i 60-65 quintali, con qualche caso oltre i 70, ben lontani dunque dalla media degli 80 quintali e oltre per ettaro prodotti nell’eccezionale 2017.

“Nonostante le riduzioni produttive – ricorda Coldiretti – la qualità rimane su eccellenti livelli, che tuttavia non sarà sufficiente a garantire la redditività delle aziende, anche nell’auspicabile ripresa dei prezzi alla produzione”.

Buoni risultati – secondo Coldiretti – quelli dei grani antichi, come il “Senatore Cappelli” che, pur producendo in media meno di altri grani duri, conferma la sua ampia adattabilità e rusticità, che gli consente di mantenere una produttività standard anche in situazioni di siccità e di stress ambientale. Risultati ottimali sono venuti anche dalla varietà “Giorgione”, il primo grano di forza selezionato dalla Società Italiana Sementi, utilizzato per produrre i primi panettoni e colombe pasquali tutti con grano italiano.

“Il successo del ‘Senatore Cappelli’ – rimarca Coldiretti – che ha confermato caratteristiche agronomiche apprezzate dai produttori e standard qualitativi dei prodotti derivati (dalla pasta alla pizza) che tanto successo hanno presso il consumatore, sarà per noi motivo per sviluppare una adeguata ricerca per recuperare le caratteristiche migliori anche per i grani moderni ed assicurare una filiera produttiva e commerciale remunerativa per le aziende agricole”.

Da: Coldiretti

Comunicato Regione: Sanità

Una nuova sede per il Centro Riferimento Trapianti dell’Emilia-Romagna, oggi il taglio del nastro a Bologna. Oltre 240 metri quadrati completamente ristrutturati al Padiglione 5 del Policlinico di Sant’Orsola. Venturi: “Un sistema che nella nostra regione funziona bene grazie alla qualità delle competenze, delle strutture e ad un efficace lavoro di squadra”

Donazione di organi, cellule e tessuti stabili nei primi 6 mesi di quest’anno e sopra la media nazionale. Nel 2017 339 trapianti effettuati, un paziente su tre arriva da fuori regione

Bologna – Costituisce lo snodo nevralgico della complessa macchina che si mette in moto in occasione di ogni donazione, per consentire tutti i trapianti. È il Centro Riferimento Trapianti dell’Emilia-Romagna, una struttura della Regione che ha sede presso il Policlinico di Sant’Orsola e che da oggi avrà a disposizione il doppio della superficie, oltre 240 metri quadrati completamente ristrutturati al primo piano del padiglione 5. Ci sono spazi aperti per le attività di coordinamento, un locale per i colloqui, sala riunioni, studi medici e direzionale, aree di segreteria e accoglienza, locali di supporto e archivio.

Inaugurata questa mattina dall’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, dal direttore generale del Policlinico, Antonella Messori, e dal direttore del Crt, Gabriela Sangiorgi, la nuova sede sorge nei locali della ex radiologia, non più in uso, ed è stata realizzata grazie ad un investimento complessivo di 326mila euro, finanziati dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna nell’ambito del programma delle manutenzioni straordinarie.
Nell’occasione è stato anche presentato il Report annuale (2017) sull’attività di donazione e trapianto di organi, tessuti e cellule in Emilia-Romagna: lo scorso anno sono stati effettuati 339 trapianti, con un paziente su tre arrivato da fuori regione.

Il Centro gestisce le reti delle persone in attesa di trapianto; coordina le attività di prelievo in collaborazione con i coordinatori locali; assicura il controllo sull’esecuzione dei test immunologici necessari per il trapianto; assegna gli organi in base alle priorità delle liste delle persone in attesa di trapianto; coordina il trasporto dei campioni biologici, delle equipe sanitarie e degli organi e dei tessuti nel territorio di competenza; cura i rapporti di collaborazione con le autorità sanitarie del territorio di competenza e con le associazioni di volontariato. Svolge, quindi, un ruolo determinante per l’attività di donazione e trapianto che si effettua su tutto il territorio regionale.

“Il sistema di donazione di donazione e trapianto di organi e tessuti- ha sottolineato l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi- in Emilia-Romagna funziona bene, non a caso più di un paziente trapiantato su tre arriva da fuori regione. Risultati confermati ogni anno grazie all’alta qualità delle competenze e delle strutture del nostro sistema sanitario e ad un efficace lavoro di squadra, svolto assieme ad Aido, associazioni di volontariato ed Enti locali; e anche grazie allo sforzo straordinario messo in campo dal Centro riferimento trapianti sul fronte dell’informazione, della sensibilizzazione e della formazione. I dati del primo semestre 2018- ha aggiunto Venturi- continuano ad essere sopra la media nazionale, ma i margini di miglioramento ci sono, perché tante rimangono ancora le persone in lista d’attesa. Per questo continueremo a lavorare per valorizzare il nostro sistema, che porta con sé naturalmente un alto valore sociale ed etico”.

“Il merito per i risultati che il sistema dei trapianti ha raggiunto e confermato in Emilia-Romagna- ha spiegato il direttore del Crt, Gabriela Sangiorgi- va senz’altro riconosciuto alla Regione, anche per aver investito sulla rete dei coordinatori locali che, uno per ogni sede donativa, lavorano ogni giorno per far crescere la cultura della donazione”.

“È per noi un motivo di grande soddisfazione- ha commentato il direttore generale, Antonella Messori- aver potuto investire per sviluppare, qui al Sant’Orsola, il principale polo dei trapianti in Emilia-Romagna, la sede del Centro che coordina tutta l’attività di una regione che, grazie alla generosità dei donatori, si conferma come un punto di riferimento a livello nazionale”.

Report 2017 su donazione e trapianto in Emilia-Romagna
Sotto le cifre record del 2016, ma comunque sopra i risultati raggiunti negli anni precedenti e nettamente sopra le medie nazionali. La donazione di organi, cellule e tessuti rimane alta anche nel 2017 in Emilia-Romagna, anche se non ancora in grado di rispondere totalmente ai bisogni crescenti della popolazione. Soprattutto perché i Centri regionali restano fortemente attrattivi per pazienti provenienti da altre parti del Paese: tra i 339 trapianti effettuati lo scorso anno, oltre uno su tre (129, pari al 38%) hanno interessato residenti fuori regione. Dati che appaiono sostanzialmente confermati dagli andamenti rilevati nel primo semestre 2018, soprattutto rispetto ai trapianti.

Le donazioni 2017
Nel 2017 i donatori segnalati sono stati 238, 4 in più rispetto al 2016, ma i donatori utilizzati sono stati 122, 20 in meno rispetto al 2016. Questo scarto è dovuto principalmente all’aumento dell’età media dei donatori e ad un conseguente aumento di inidoneità. L’indice per milione di popolazione (pmp) per i donatori utilizzati rimane comunque quasi 4 punti sopra la media nazionale (27,4 contro 23,7).
Sono 19 le Rianimazioni regionali che hanno segnalato potenziali donatori. Tra quelle dotate di Neurorianimazione e Neurochirurgie spiccano il Bufalini di Cesena con 46 segnalazioni (+15 rispetto al 2016), seguito da Modena-Baggiovara con 33 (+1) e da Reggio Emilia con 29 (+13); tra quelle prive si segnalano Ravenna con 12 segnalazioni e il Sant’Orsola con 10. Le opposizioni complessivamente sono state 67, 6 in più del 2016.
Nel 2017 è proseguito il lavoro per le donazioni a cuore fermo: sono stati segnalati 2 donatori a Cesena e 1 a Baggiovara, che hanno generato 7 trapianti a Bologna e 1 a Modena.

I trapianti 2017
Nel 2017 sono diminuiti i trapianti rispetto al precedente anno record (in cui ne erano stati effettuati 386), per tutti gli organi, tranne i polmoni rimasti stabili a quota 6: sono stati effettuati 181 trapianti di rene (21 da vivente); 20 di cuore di cui 4 pediatrici, tutti al Sant’Orsola; 132 di fegato (81 a Bologna, di cui 1 da vivente e 51 a Modena); 6 di polmone, tutti al Sant’Orsola. Su 339 trapianti effettuati, 129 hanno interessato pazienti provenienti da fuori regione. I pazienti in lista d’attesa sono passati da 1.072 a 1.143 (+ 6,6%).

Andamento del primo semestre 2018
Continua per le donazioni la dinamica già rilevata nel 2017: aumentano, in modo anche consistente, le segnalazioni (137 contro 114, + 20,1%), mentre diminuiscono le donazioni utilizzate, da 67 a 65. Le opposizioni sono passate da 34 a 38, diminuendo comunque in percentuale (dal 29,8% al 27,7%).
I trapianti sono rimasti sostanzialmente stabili, passando da 183 a 181: quelli di fegato sono scesi da 67 a 60, mentre tutti gli altri sono in leggero sviluppo, passando quelli di cuore al sant’Orsola da 9 a 12, di rene da 113 a 117 e quelli di polmone da 3 a 4.

Le altre banche regionali
La Banca del tessuto muscolo-scheletrico ha partecipato a 69 prelievi con una raccolta complessiva di 897 segmenti osteotendinei. La donazione delle cornee è aumentata del 31%, passando da 1.242 a 1.638 con 474 trapianti effettuati. I prelievi di tessuto cutaneo sono stati 76, trapiantando presso il Centro grandi ustionati 44.000 cmq di pelle su 24 pazienti. Alla Banca del sangue cordonale sono pervenute 759 raccolte di cui solo 107 bancate, anche per l’innalzamento della soglia di idoneità. La Banca dei segmenti cardiovascolari ha bancato, infine, 101 segmenti vascolari e 29 valvole cardiache, distribuendo 33 segmenti vascolari e 13 valvole cardiache.

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Comunicato Regione: Lavoro

Industria Italiana Autobus, incontro a Roma: presentata la proposta del Governo. L’assessore Costi: “Bene disponibilità ministro Di Maio, la Regione ha chiesto garanzie precise sulla ripartenza della produzione e la salvaguardia dello stabilimento di Bologna”

Oggi a Roma il tavolo di confronto al Mise con la Regione, le istituzioni bolognesi e i sindacati. “La proposta faccia ripartire le commesse già in portafoglio”

Bologna – Il vicepremier e ministro Luigi Di Maio ha esplicitato oggi a Roma la proposta individuata per intervenire sugli aspetti finanziari e industriali di Industria italiana autobus, ex Bredamenarini. Una proposta che conferma quanto già annunciato nel febbraio scorso: ricapitalizzazione attraverso il Fondo Pmi Sud di Invitalia, in accordo con un partner privato, che sommati a quanto detenuto da Finmeccanica supereranno il 50% della quota societaria. L’incontro si è tenuto questa mattina nella sede del Ministero dello Sviluppo economico, con la partecipazione oltre che del ministro anche della Regione, delle istituzioni bolognesi e dei sindacati.

“Bene la disponibilità del ministro Di Maio, che per questo ringraziamo, ma anche di fronte all’impegno che ha assunto, la Regione ha chiesto garanzie precise- afferma l’assessore regionale alle Attività produttive, Palma Costi-: intanto che l’intervento preveda la partecipazione di un partner in grado di sviluppare rapidamente un piano industriale, affinché gli autobus già commissionati siano costruiti a Bologna e Flumeri. Inoltre, abbiamo chiesto che la produzione a Bologna riprenda prima possibile. Vogliamo garanzie che tutta l’operazione fatta tramite il Fondo Pmi Sud sia possibile anche per una azienda delle dimensioni di Iia, il cui importante stabilimento a Bologna comunque necessita di investimenti”.

L’ assessore regionale Costi ha poi richiamato “l’attenzione sui tempi di applicazione di questa soluzione, in quanto Industria Italia Autobus deve rispettare i tempi di consegna delle tante commesse già acquisite, che devono essere prodotte in Italia, nello stabilimento di Bologna per il quale abbiamo chiesto la salvaguardia della attuale occupazione. Chiediamo inoltre che lo stabilimento bolognese sia il sito dove sviluppare la progettazione di nuovi autobus, come previsto dall’accordo siglato nel 2014, oltre all’impegno da parte della nuova compagine societaria a potenziare la ricerca e la produzione di autobus elettrici, assicurando il sostegno e la collaborazione dei diversi livelli istituzionali”.

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