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Giorno: 18 Luglio 2018

Giovani attori ferraresi vittoriosi a Cinecittà World di Roma

Grande affermazione, lo scorso weekend, presso gli studi di “Cinecittà World”, del CPA, “Centro Preformazione Attoriale” di Ferrara, che conquista il primo posto nella finale nazionale della “Coppa Italia Metodo Pass”, per “Performer Arti Scenico Sportive”, con il suo allievo Matteo Tosi, che si è classificato primo assoluto nella categoria “performer Completo”, mentre Samuele Fabbri ha raggiunto il terzo posto nella categoria “Cantanti”. Ottimi risultati anche per Irene Beltrami, Gianluca Ferroni, Elisa Menegatti, Sara Bersanetti (Coppa Europa Recitazione) e Beatrice Lotti (Coppa Europa Canto).

Le finali nazionali si sono svolte attraverso fasi provinciali e poi regionali che, dopo una lunga selezione passata anche dal Teatro di Porotto, hanno permesso la prestigiosa affermazione odierna dei ragazzi dell’innovativa scuola di teatro e cinema per adolescenti di Ferrara.
Di fronte ai concorrenti, una giuria prestigiosa, composta da grandi nomi nazionali, come Fioretta Mari, Bill Goodson, Federico Moccia, Garrison Rochelle, Grazia di Michele, Marco Vito, Ida Sansone, che si sono complimentati con i giovani talenti.

Un’importante occasione per gli allievi ferraresi per farsi conoscere e accrescere il prestigio di una scuola che con la qualità del suo percorso di insegnamento e gli eventi nazionali ed internazionali che crea, sta diventando davvero unica nel panorama italiano.

Comunicato Regione: Protezione civile

Angelo Borrelli confermato alla guida del Dipartimento nazionale. L’assessore Gazzolo: “Una buona notizia, una scelta di continuità che premia il buon lavoro svolto”

La conferma arrivata dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte

Bologna – “Congratulazioni ad Angelo Borrelli, confermato a capo del Dipartimento nazionale di Protezione civile dal premier Conte. Una buona notizia, una scelta di continuità che premia e riconosce il prezioso lavoro svolto a partire dal 2017 alla guida di un settore strategico per l’intero Paese anche alla luce dei cambiamenti climatici in corso e delle loro conseguenze evidenti”.

Così Paola Gazzolo, assessore regionale alla Protezione civile dell’Emilia-Romagna e coordinatrice vicaria della Commissione speciale di Protezione civile della Conferenza delle Regioni, interviene sulla nomina di Borrelli a capo dipartimento nazionale di Protezione civile di cui lui stesso ha dato notizia in giornata con un tweet.

“Lo incontrerò domani a Roma, per un appuntamento già fissato da tempo: sarà l’occasione per formulargli di persona i miei auguri di buon lavoro, certa che continuerà la collaborazione con le Regioni- conclude l’assessore- per giungere tra l’altro alla piena attuazione del nuovo Codice di Protezione civile”.

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In Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica l’esame del progetto “Spiagge Sicure – Estate 2018” del Comune di Comacchio (FE).

Presieduto dal Prefetto di Ferrara, Michele Campanaro, si è riunito in mattinata il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica per l’esame del progetto “Spiagge Sicure – Estate 2018” del Comune di Comacchio in tema di abusivismo commerciale e contraffazione sui 7 lidi comacchiesi, progetto candidato a specifici finanziamenti messi a disposizione dal Ministero dell’Interno sulle risorse del Fondo Unico di Giustizia.
L’iniziativa progettuale sviluppata dal Comune – su cui il Comitato ha espresso all’unanimità parere favorevole – segue alle recenti direttive del Ministro dell’Interno che hanno dato un forte e rinnovato impulso all’azione di prevenzione e contrasto dell’abusivismo commerciale e della contraffazione dei prodotti, in particolare lungo gli arenili, in vista del culmine della stagione estiva in corso. In questa direzione, il progetto presentato da Comacchio si articola principalmente su 4 direttrici: 1) Incremento del controllo dell’arenile da parte della Polizia Municipale, con pattuglie a piedi e montanti su quad e su segway. E’ previsto, allo scopo, un potenziamento stagionale di nr.32 unità dell’organico del Corpo di Polizia Locale; 2) Adesione all’iniziativa “Un mare di legalità”, con l’impiego lungo gli arenili di volontari di tre Associazioni in una campagna di informazione e sensibilizzazione sul consumo consapevole e sicuro; 3) Intensificazione dell’attività di repressione all’abusivismo commerciale, con servizi mirati anche all’interno delle aree mercatali e nelle zone dell’abitato a traffico limitato; 4) Locazione di un immobile in Lido Nazione, per l’apertura di un presidio fisso stagionale della Compagnia Carabinieri di Comacchio.
A fronte delle spese complessivamente sostenute dal Comune di Comacchio, risultanti dal rendiconto economico/finanziario della gestione svolta e dalla documentazione di spesa, sarà concesso un contributo ministeriale nei limiti delle risorse finanziarie a disposizione, per un importo comunque non superiore ai 50 mila euro.
Il Prefetto ha, inoltre, evidenziato che il potenziamento dei servizi di vigilanza estiva sarà assicurato dai concorsi – per complessive 61 unità aggiuntive, tra Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza – autorizzati dal Ministero dell’Interno per le esigenze di rafforzamento del dispositivo ordinario, impiegati anche in specifici servizi interforze, ai fini dell’intensificazione dell’attività di contrasto alla filiera dell’abusivismo commerciale e della falsificazione dei prodotti, nonché dell’attività di controllo sulla presenza di immigrati irregolari. Al contempo, ha richiamato l’attenzione degli Amministratori di Comacchio sull’opportunità del ricorso alle misure contro il degrado urbano introdotte dalla legge 48/2017, tra cui il c.d. “Daspo urbano” applicabile anche nelle aree del litorale più affollate, previamente individuate con regolamento comunale.
“Sottolineo con soddisfazione – ha concluso il Prefetto – il valore del modello interistituzionale, condiviso da Enti locali, dalla Camera di Commercio e dalle Associazioni di categoria, sotteso al progetto sottoposto oggi all’esame del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, evidenziando che il sostegno assicurato dal Ministero dell’Interno si rivolge a quei territori – come Comacchio – a forte vocazione turistica, ma potenzialmente più esposti a situazioni di illegalità”.
Al tavolo erano presenti, oltre ai vertici delle Forze dell’Ordine, il Presidente della Provincia e Sindaco del capoluogo, Tiziano Tagliani, il Vice Sindaco di Comacchio, Denis Fantinuoli, il Presidente della Camera di Commercio di Ferrara, Paolo Govoni, il Presidente di ASCOM, Giulio Felloni ed il Presidente di Confesercenti, Nicola Scolamacchia.

Da: PREFETTURA DI FERRARA
Ufficio di Gabinetto

Romeo Farinella eletto nuovo Direttore del Centro di Ateneo per la Cooperazione allo Sviluppo Internazionale di Unife

Romeo Farinella, professore associato di Urbanistica presso il Dipartimento di Architettura è il nuovo Direttore del CACSI, il Centro di Ateneo per la Cooperazione allo Sviluppo Internazionale di Unife.
Farinella, che prende il posto del Prof. Alessandro Medici, a seguito del suo pensionamento ma che continuerà a far parte del Comitato Direttivo, in questi ultimi anni ha promosso progetti di ricerca e didattici in paesi africani (in particolare il Senegal) e del Centro e Sud America (Brasile, Cuba, Colombia) oltre che in Cina con l’Università dello Sichuan, mentre in precedenza il Centro aveva avviato attività in diverse parti del mondo, in particolare in Africa (Camerun, Sahrawi, Senegal, Namibia, Etiopia) e in Sud America, (Equador, Cuba e Colombia) su temi quali l’internazionalizzazione del dottorato, programmi didattici e di ricerca applicata.
Il Centro – afferma Farinella – ha tra i propri obiettivi la diffusione della cultura e della sensibilità sui temi della cooperazione allo sviluppo internazionale, attraverso attività di ricerca, di insegnamento e di consulenza nelle discipline presenti nei Dipartimenti di Unife. Ora intendiamo consolidare sempre più la collaborazione scientifica e culturale con istituzioni italiane e straniere, con associazioni e ONG (Organizzazioni non governative).

Da: Università degli Studi di Ferrara
Ripartizione Marketing e Comunicazione
Ufficio Stampa, Comunicazione Istituzionale e Digitale

Movimento 5 Stelle: bollette Hera

Date le numerose mail di assistenza pervenute, il team dello Sportello Anticrisi m5s Ferrara in collaborazione con “Laboratorio Civico Ferrara” accoglie i cittadini in difficoltà a causa dell’arrivo delle nuove bollette HERA e per ogni segnalazione sul nuovo sistema di gestione rifiuti che sta facendo molto discutere in termini di efficienza e risparmio annunciamo per venerdì 20 luglio dalle 17,00 alle 20,30 in via Giuseppe Garibaldi adiacente al numero 9 annuncia un banchetto aperto all’assistenza Bollette TARI!

“Sportello Anticrisi”
“Laboratorio Civico Ferrara”

Realizzare risposte concrete sul tema Rifiuti – intervento di Ascom Confcommercio Ferrara

La situazione rifiuti in città richiede un urgente approfondimento come testimoniato dai dati analizzati in cabina di regia. Fin dall’autunno dell’anno scorso quando fu presentato il progetto della nuova raccolta rifiuti puntuale abbiamo espresso per primi, come Ascom, forti dubbi e sollecitazioni al Comune quanto ad Hera.
“Ora a sette mesi dall’introduzione del nuovo sistema stiamo raccogliendo dai nostri associati ulteriori elementi con i quali è necessario fare analisi e riflessioni all’interno dell’Osservatorio Rifiuti. Ormai il dato è conclamato. Facendo un giro in centro storico è ben evidente che ci sono molti elementi che non funzionano nella raccolta e che danneggiano il decoro. E questo è visibile a tutti” spiega il presidente provinciale Ascom Confcommercio Ferrara, Giulio Felloni.
Ma c’è di più: sul piano organizzativo ricordiamo che ci sono ancora 1800 tessere Smeraldo (utenze non domestiche) che non sono state consegnate. E’ evidente a questo punto che esiste un problema, importante, a carico del Comune ed Hera.
“Nel modello di consegna non si può pretendere che un imprenditore tolga ore preziose al proprio lavoro per fare la fila agli sportelli. Eppure tutti parlano di favorire la semplificazione amministrativa…” e peraltro il Comune minaccia sanzioni amministrative verso gli imprenditori a fronte di un servizio che non è ancora a regime.
Sul versante tariffe è pronta anche un’iniziativa concreta: già da domani Ascom attiverà un servizio specifico per i suoi associati verificando se sulle bollette , in arrivo, esiste un effettivo risparmio, con analisi puntuali. E quindi invita i propri soci ad inoltrare le bollette (2017 e 2018) ai riferimenti specifici che verranno comunicati nelle prossime ore per avere la sufficiente chiarezza.
In definitiva tutti questi sono temi da ricondurre ad una discussione di confronto, pubblico. “E’ necessario per il sistema imprenditoriale cittadino avere dall’Osservatorio risposte concrete e tempestive. Chi sosteneva che a giugno non si sarebbe più parlato di rifiuti deve rivedere le sue considerazioni…il problema gestione rifiuti non è certamente risolto…lo dicono le nostre imprese” chiude il presidente Felloni.

Sandro Zaniboni
Ufficio Stampa – Ascom Ferrara

Comunicato Regione: Cultura

Torna il Si Fest, il meglio della fotografia contemporanea a Savignano sul Rubicone (Fc). Mezzetti: “Punta di eccellenza nel settore, appuntamento che per il territorio costituisce una grande ricchezza”

Il festival si svolgerà dal 14 al 30 settembre prossimi coinvolgendo tutta la città. Importante il cartellone degli eventi collaterali

Bologna – “On Being Now” sarà il tema di Si Fest 2018, Festival giunto alla 27esima edizione e che cambia volto, nella forma e nei contenuti, attraverso un nuovo brand, una nuova direzione artistica e dando un segnale forte di rinnovamento nel panorama delle rassegne in Italia. La kermesse, promossa come ogni anno dal Comune di Savignano sul Rubicone, si svolgerà nel centro del forlivese dal 14 al 30 settembre prossimi con mostre fotografiche, eventi, letture portfolio e premi fotografici, inserendosi fra le iniziative dell’Anno europeo patrimonio culturale 2018.
In questa edizione, Si Fest entra anche nel vivo del Sistema Festival Italia, la rete di valorizzazione dei festival di fotografia in Italia, promossa dal ministero della Cultura, che unisce in un network i luoghi più significativi di produzione e divulgazione culturale. L’obiettivo è quello di favorire l’incontro delle nuove leve con il mondo professionale della fotografia, dando ai giovani spazio e visibilità. In questo filone di rinnovamento, si inserisce la nuova direzione artistica formata da tre professionisti del settore: Roberto Alfano, Laura De Marco e Christian Gattinoni.

“Il Si Fest è una certezza, da quando è nato si è sempre più arricchito di immagini e autori di primissimo piano- ha detto l’assessore regionale alla Cultura, Massimo Mezzetti -, crescendo in valore fino ad arrivare al riconoscimento del Mibact. Anche quest’anno il programma presenta contributi di grande interesse e livello. La crescente attenzione che la rassegna sta suscitando è ben meritata e ci fa confermare il nostro sostegno. La fotografia vive da anni una stagione felice in cui sono arrivati in Italia grandissimi maestri: l’appuntamento di Si Fest è l’occasione anche per puntare su nuovi talenti nel campo della ricerca e della sperimentazione dell’immagini fotografiche. È straordinario vedere come un obiettivo può catturare, raccontare, comunicare la realtà con un taglio originale e creativo”.

“Una punta di eccellenza in questo settore- ha continuato Mezzetti- che si accompagna a ‘Fotografia Europea‘ di Reggio Emilia. Si tratta di un segmento che ha tanti appassionati, in grado di richiamare a mostre ed eventi un pubblico sempre più vasto. E Savignano sul Rubicone ha dimostrato di saper valorizzare questo appuntamento, una grande ricchezza per il territorio”.

La kermesse
La manifestazione coinvolge l’intero centro storico di Savignano sul Rubicone, a partire da piazza Borghesi, centro e fulcro del Festival, dove si svolgeranno le letture portfolio, fino a corso Vendemini su cui si affacciano i principali spazi espositivi come Palazzo Martuzzi, Vecchia Pescheria e Monte di Pietà, quest’ultimo diventerà uno spazio dedicato ai più giovani.
Anche la via Emilia è coinvolta nella zona del Consorzio di Bonifica, Montemaggi Desiger ed Euromobili Montemaggi, mentre al di là del Rubicone, all’interno dello storico Palazzo Don Baronio, ci sarà il circuito OFF del Festival.
Confermati i due premi storici che fanno parte del festival sin dagli albori: il “Premio Marco Pesaresi” e il “Premio Si Fest – Portfolio 18 Lanfranco Colombo”.
Due impegni consolidati del festival che supportano la mission principale della manifestazione: lo sviluppo della fotografia contemporanea e dei suoi linguaggi.

Le mostre scelte quest’anno dalla direzione artistica rispecchiano questa linea curatoriale caratterizzata dall’innovazione, che punta l’attenzione su artisti di fama internazionale, presentando lavori inediti, mai mostrati in Italia e di ricerca.

‘I Want Your Love’ è l’autobiografia visiva di Richard Renaldi, il racconto dei momenti più intimi di una vita apparentemente incantata. All’età di 10 anni Renaldi realizza il suo primo autoritratto, nel bagno della casa di famiglia nella periferia di Chicago, iniziando un lavoro di auto analisi attraverso la macchina fotografica che è andato avanti per tutta la vita. Partendo dagli anni 70 trascorsi nella natia Chicago, ‘I Want Your Love’, quinta monografia dell’autore pubblicata nel 2018, segue l’arco di tempo che va dall’infanzia alla mezza età, esplorando cosa significa essere giovani e in perpetua ricerca, trovare e perdere le cose che più profondamente vorremmo conservare.

Murray Ballard ci fa viaggiare tra fantasia e tecnologia con ‘The Prospect of Immortality’ lavoro che prende il nome dal libro di Robert Ettinger che diede origine all’idea di ‘crionica’: il processo di congelamento di un corpo umano dopo la morte nella speranza che i progressi scientifici possano un giorno ripristinare la vita. La sua indagine fotografica, dal 2006 e il 2016, è un viaggio attraverso la comunità criogenica internazionale, dalla cittadina inglese di Peacehaven, vicino al mare; attraverso i laboratori high-tech dell’Arizona; alle strutture rudimentali di KrioRus, alla periferia di Mosca.

La serie di immagini che compongono il lavoro ‘Internat’ di Carolyn Drake sono state realizzate tra il 2014 e il 2016 in un orfanotrofio russo, ancora operativo, in cui vengono portati giovani con disabilità, soprattutto donne che diventano adulte all’interno delle sue mure in completo isolamento. Questo progetto, che è raccolto nell’omonimo libro, pubblicato nel 2017, ha dato vita a una vera e propria collaborazione con alcune delle giovani all’interno della struttura. Grazie alla spinta di Carolyn, infatti, le ragazze sono diventate a loro volta artiste e creatrici. La natura, gli oggetti della vita quotidiana e le stesse mura dell’orfanotrofio sono divenuti mezzi per esplorare questioni come il controllo sociale, l’identità individuale e collettiva, la libertà di immaginazione e la normalizzazione del comportamento femminile. Un lavoro estremamente toccante che nasce ancor prima dell’inizio degli scatti grazie alla sensibilità della fotografa nell’entrare nelle vite dei soggetti da lei ritratti.

L’autore belga Max Pinckers, nella sua opera, esplora le strategie di storytelling visivo nella fotografia documentaria e il rapporto tra estetica, immagini e soggetti. Come già in lavori precedenti, in ’Margins of Excess’, libro autoprodotto nel 2018, intreccia realtà e finzione per rivelare allo spettatore una visione più intricata del nostro mondo. L’autore ci propone sei storie incredibili di persone che hanno fatto scalpore sui media americani, tutte rigorosamente fake, al fine di sottolineare la natura soggettiva e fittizia delle categorie che usiamo per definire il mondo, mettendo in discussione anche i ‘modelli oggettivi’ dei media giornalistici.

Ina Lounguine è un artista ucraina, nata nel 1993 a Odessa, figlia più giovane in una famiglia di attivisti e intellettuali, cresciuta con grande curiosità e consapevolezza, portando avanti i suoi studi artistici alla Ukrainian Academy of Arts. Il suo lavoro vuole scatenare dibattiti su tematiche politiche e sociali mirando a incoraggiare il dialogo tramite metafore visive. Nel lavoro in mostra ‘In The Price Of A Black Life In America’, si focalizza sul razzismo partendo dagli eventi di Ferguson e Baltimora, e Staring Quietly At The Backwash. In mostra l’artista presenta anche il video ‘Chaos Disco’ in cui il ballo diventa esorcismo contro i drammi del mondo.

Il corpo di lavoro di Lucie Khahoutian, artista visuale armena di Erevan, aspira a creare un incontro tra la cultura visuale contemporanea occidentale e quella armena tradizionale. Le sue opere affrontano una vasta gamma di argomenti, pur essendo molto focalizzate su religione, spiritualità e questioni mistiche. In ‘With all this darkness round me i fell less alone’ il punto di partenza della serie era il rapporto tra isolamento e follia.

Piergiorgio Casotti ed Emanuele Brutti in ‘INDEX G – discontinuità tra sistemi spaziali umani adiacenti’, partono dall’indice di Gini, una misura statistica di disuguaglianza, per indagare il fenomeno della segregazione residenziale. Un lavoro, pubblicato nel 2018, svolto nelle periferie degli Stati Uniti in cui il fenomeno è in aumento e si manifesta oggi in macro aree geografiche. Entrambi gli autori usano la fotografia come mezzo di esplorazione del mondo che li circonda e delle relazioni tra l’ambiente, la società e loro stessi.

‘125’ di Paolo Ciriegia nasce dalla rielaborazione dell’esperienza dell’autore nel conflitto russo-ucraino del 2014, rievocazione del bagno di sangue di Piazza EuroMaidan a Kiev in cui centoventicinque persone morirono sotto il fuoco della polizia ucraina. L’opera è una installazione multimediale in cui ogni oggetto è reinterpretato e concettualizzato con lo scopo di rielaborare la memoria dell’incidente creando una sorta di antimonumento, critica implicita alla retorica delle commemorazioni ufficiali. L’autore, che da cinque anni focalizza la sua ricerca sulle ideologie politiche, l’alienazione e i mezzi di controllo di massa, seziona e rielabora i linguaggi e i loro simboli al fine di svelare le atrocità dietro la guerra e distruggere la falsa e arrogante patina creata dalla propaganda.

‘Azimuths of Celestial Bodies’ è un viaggio autobiografico che il giovane fotografo Francesco Levy racconta attraverso la storia della sua famiglia. Una reinterpretazione di ricordi tramandati che attraversa guerre e migrazioni ed arriva fino a noi sotto forma di diario per immagini.

Filippo Venturi, vincitore del Premio Portfolio Italia 2017, esporrà il pluri-pubblicato progetto ‘Korean Dream’ ultimo capitolo della sua ricerca nella penisola Nord Coreana attraverso le cui immagini si percepisce il controllo pervasivo che si respira a Pyongyang: dai parchi giochi agli imponenti teatri, dalle piscine alle sala biliardo, ogni cosa sembra congelata.

Andrea e Magda, vincitori del Premio Pesaresi 2017, sono una coppia di fotografi che lavora nell’area del Medio Oriente. Il lavoro che hanno svolto, grazie ai contributi del premio e che sarà in mostra a Savignano, è Rawabi: una serie di immagini che racconta l’omonima città palestinese progettata e realizzata in Cisgiordania dal miliardario palestinese-americano Bashar Masri.

Špela Volčič, vincitore del Premio SI FEST / Portfolio 17 ‘Lanfranco Colombo’ con il lavoro ‘Et Fiat Lux’, espone le sue tavole traendo ispirazione dallo stile pittorico della natura morta olandese, realizzando ritratti di una natura di plastica illuminata con una luce altrettanto artificiale ed elettrica. L’autore suggerisce una risposta possibile alle forme di consumo delle immagini, le fotografie di Volčič affermano la necessità di osservare con attenzione, di penetrare con sguardo analitico il soggetto della composizione.

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Sovraffollamento Ospedale del Delta: question time in Regione di Calvano e Zappaterra

Il sovraffollamento dell’ospedale del Delta è al centro del question time presentato dai consiglieri Paolo Calvano e Marcella Zappaterra e che verrà discusso in aula martedì in Regione Emilia-Romagna.

«A fronte delle segnalazioni pervenute dai cittadini e dagli operatori sanitari del Delta, riteniamo che la problematica del sovraffollamento dell’ospedale di Lagosanto sia più che mai urgente da risolvere – spiegano i due consiglieri ferraresi –. Chiediamo quindi all’assessore Sergio Venturi informazioni in merito proprio per capire quali azioni si possano mettere in campo per evitare ulteriori disagi al territorio, ai turisti e al personale stesso».

Ufficio Stampa Gruppo Partito Democratico – Assemblea Legislativa Emilia-Romagna

Attacco alle eccellenze Emiliano Romagnole dell’OMS, Cia: giu’ le mani da Parmigiano e Prosciutto di Parma

“La sola idea che Prosciutto di Parma e Parmigiano possano essere accompagnati da etichette che ne evidenziano i rischi, alla stregua di pacchetti di sigarette, fa semplicemente rabbrividire: giù le mani dalle nostre eccellenze”

Cristiano Fini, presidente di Cia – Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna punta il dito sull’idea dell’Oms di tassare ed etichettare come
dannosi i prodotti simbolo della dieta mediterranea

BOLOGNA, 18 luglio 2018 – “L’attacco nei confronti delle nostre eccellenze alimentarti da parte dell’Oms, Organizzazione mondiale della sanità, è tanto ridicolo quanto infondato”. Lo sottolinea con enfasi Cristiano Fini, presidente di Cia- Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna, nel commentare l’intento della Organizzazione mondiale della sanità di tassare prodotti come il Parmigiano reggiano, Grana padano, prosciutto ed anche vino considerandoli alla stregua di cibi dannosi per la salute dell’uomo.
“Tassare Parmigiano reggiano, olio extravergine d’oliva e salumi ed ‘etichettarli’
come prodotti dannosi alla salute dell’uomo è semplicemente assurdo in quanto non contengono elementi di rischio per la nostra salute – dice Fini – mentre al contrario sono alimenti indicati per la dieta mediterranea, considerata la migliore dell’intero pianeta. L’annuncio dell’Oms sembra un vero e proprio attacco al made in italy, fatto deliberatamente per danneggiare il nostro agroalimentare per poi favorire altri cibi e bevande. La sola idea che prosciutto di Parma e Parmigiano possano essere accompagnati da etichette che ne evidenziano i rischi alla stregua di pacchetti di sigarette fa semplicemente rabbrividire. La nostra Confederazione farà fronte comune per osteggiare un’eventuale presa di posizione immotivata e scellerata da parte dell’Organizzazione della sanità – conclude Fini – che arrecherebbe ingenti danni economici anche alle nostre imprese dell’Emilia Romagna, regione che esprime buona parte delle eccellenze prese di mira, e occorre davvero che l’intero “sistema Italia” faccia squadra per fronteggiare tale minaccia”.

Da: Ufficio stampa e comunicazione
CIA EMILIA ROMAGNA

Legittima difesa: Uecoop, 24 furti in casa ogni ora, +11% vigilantes

I furti in appartamento viaggiano al ritmo di 24 ogni ora da nord a sud dell’Italia. E’ quanto emerge da un’elaborazione di Uecoop su dati Istat in occasione dell’avvio dell’iter parlamentare per la modifica della legge sulla legittima difesa e alla vigilia del primo grande esodo estivo che porterà oltre 18 milioni di italiani fuori casa per raggiungere le località di mare e di montagna lasciando le case vuote. Si tratta di un momento delicato dell’anno – sottolinea Uecoop – durante il quale le città in parte si svuotano e le abitazioni sono più vulnerabili. E visto che il timore di subire un furto riguarda 1 italiano adulto su 2 secondo l’istituto mUp Research, ognuno cerca di rimediare come può: c’è chi si affida a porte blindate, inferriate, vetri anti sfondamento o a impianti di allarme collegati alle forze dell’ordine o a servizi di vigilanza privata che nel mondo delle cooperative hanno registrato un balzo dell’11% negli ultimi 5 anni Secondo una ricerca di Transcrime, l’orario più a rischio è tra le 18 e le 21, seguita dalla fascia tra le 9 e il 12 del mattino e da quella pomeridiana tra le 15 e le 18. Avere la casa svaligiata dai ladri – sottolinea Uecoop – è fra le esperienze più traumatiche che si possano vivere e rischia di azzerare l’effetto benefico della vacanza, mentre quasi mai si arriva a individuare i responsabili e a recuperare un bottino che ha spesso più un valore personale che economico.

Da: UECOOP

Istat: Uecoop, bene ripresa mattone dopo perdita 33,4% occupati

Bene la ripresa delle compravendite immobiliari dopo una crisi del mattone costata il 33,4% degli occupati nel mondo delle cooperative di costruzione negli ultimi sette anni. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Unione europea delle cooperative Uecoop in relazione agli ultimi dati Istat sulle compravendite immobiliari nel primo trimestre 2018 che fanno registrare su base annua una crescita complessiva del 4,2%.
Nonostante una progressiva ripresa delle compravendite con quasi 90 miliardi di euro investiti dalle famiglie nel mattone nel 2017 – spiega Uecoop – il settore edilizio continua a pagare gli effetti delle crisi iniziata fra il 2008 e il 2009 e dalle quale non si è ancora risollevato visto che solo nelle cooperative di costruzione sono stati persi oltre 18mila addetti negli ultimi 7 anni. Una ecatombe occupazionale – sottolinea Uecoop – che rende quanto mai urgente intervenire con misure a sostegno del settore puntando su misure urbanistiche che favoriscano il recupero strutturale ed energetico degli edifici esistenti e su nuove costruzioni di qualità, comprese – conclude Uecoop – quelle di edilizia pubblica.

Comunicato Regione: Cooperazione

Oltre 5 mila imprese e 242 mila addetti (+1,5% l’occupazione): la sfida delle imprese cooperative dell’Emilia-Romagna per una società sempre più sostenibile. Bonaccini: “Possono giocare un ruolo fondamentale grazie alla responsabilità nei confronti di comunità e territori. Contrasteremo con forza le coop spurie o fittizie”

Oggi a Bologna la 3^ Conferenza regionale del settore realizzata dalla Consulta per la cooperazione. Numeri, esperienze e tendenze delle imprese cooperative emiliano-romagnole, il 20% delle quali sono femminili. L’assessore Palma Costi: “Condiviso azioni innovative su internazionalizzazione, creazione di nuove imprese e crisi aziendali”

Bologna – Imprese cooperative protagoniste tra mercato e solidarietà. Luoghi dove è possibile tenere insieme competizione ed efficienza con i valori di inclusione sociale, dando al contempo un importante contributo economico e occupazionale. È questo il sistema della cooperazione emiliano-romagnolo che conta oltre 5 mila imprese, di cui il 20% sono femminili, che fanno registrare una crescita dell’occupazione dell’1,5%, per oltre 242 mila addetti complessivi. Il fatturato made in Emilia-Romagna delle coop rappresenta un terzo di quello prodotto in Italia.

È questa la fotografia del settore in Emilia Romagna emersa oggi a Bologna, durante la 3^ Conferenza regionale della cooperazione, incentrata sul tema “La cooperazione per una società sostenibile”. Nell’occasione, è stato presentato il rapporto biennale sullo stato della cooperazione in Emilia-Romagna. L’appuntamento prende spunto, come ogni anno, dalla Giornata Internazionale del cooperativismo indetta dall’Onu, dedicata al “consumo sostenibile e la produzione di beni e servizi”, come tracciato nell’Agenda Onu 2030.

“Oggi, con il Patto per il Lavoro, e quindi il confronto e la condivisione con tutte le parti sociali, e gli obiettivi che la Regione si è data su sviluppo sostenibile, scelte ambientali e green economy, più ambiziosi rispetto anche a quelli fissati dall’Unione europea, ci stiamo misurando con una grande sfida, ovvero il ridisegno di un sistema produttivo nel quale la sostenibilità ambientale sia connaturata alla sostenibilità sociale ed economica. Grazie alla responsabilità nei confronti delle comunità e dei territori- ha evidenziato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini- le cooperative possono giocare un ruolo chiave in questo processo. Possono avere un ruolo da protagonista nella transizione a uno sviluppo più equilibrato tra dimensioni sociali, economiche e ambientali, affermando un modello che mette al centro gli investimenti in ricerca e innovazione, economia circolare, figure manageriali di nuova generazione, competenze digitali e formazione del personale. Questo non solo per ragioni etiche ma anche come straordinaria opportunità di crescita, lavoro, investimento e maggiore occupazione”.

In merito all’impegno della Regione a combattere il fenomeno delle false cooperative, Bonaccini ha aggiunto: “Contrasteremo con forza le coop spurie e lo faremo mettendo in difficoltà chi, aggirando le norme, si trova in vantaggio competitivo rispetto coloro, e sono la maggior parte, opera nel mercato con correttezza. L’Assemblea legislativa regionale ha istituito la Commissione speciale di ricerca e studio sulle cooperative spurie o fittizie, che sta svolgendo audizioni di grande interesse e significato, e altrettanto importante è il lavoro del Tavolo regionale contro le coop spurie nel comparto delle carni. Anche sulla base di quanto sta emergendo, assieme agli esperti occorre mettere a punto meccanismi capaci di prevenire e far emergere le anomalie e individuare abusi e illegalità. E va tenuta alta l’attenzione sociale e delle imprese, per mettere in atto azioni di contrasto, a partire dal controllo delle filiere di fornitura, innanzitutto nei settori più a rischio come le costruzioni, la logistica e l’agroalimentare”.

“L’Emilia-Romagna è la terra dove la cultura della cooperazione ha avuto il miglior sviluppo, ponendosi come uno degli elementi che hanno contribuito a renderla uno dei luoghi più avanzati del Paese- ha detto l’assessore regionale alle Attività produttive, Palma Costi-. La stessa la legge regionale, in coerenza con l’articolo 45 della Costituzione, riconosce e sostiene l’importanza di questo patrimonio storico e dei suoi principi, ne promuove la conoscenza e la diffusione, sostenendo la nascita di nuove imprese. Numerosi gli strumenti previsti dalla legge: dal sostegno finanziario agli investimenti realizzati grazie al Foncooper, ai ‘Programmi integrati di sviluppo e promozione cooperativa’. Strumenti che sono intervenuti con nuove azioni sulle aree prioritarie che la Consulta per la cooperazione ha individuato e condiviso con la Giunta regionale come l’innovazione, l’internazionalizzazione, la creazione di nuove imprese, le crisi aziendali. Tra questi, abbiamo promosso e sostenuto i workers buy out, quale opportunità di uscita da crisi aziendali e concreta risoluzione al problema del passaggio generazionale d’impresa, che in Emilia-Romagna ha dato vita a nuove cooperative e nuova occupazione stabile”.

I numeri
Il settore della cooperazione in Emilia-Romagna conta su 242 mila addetti, il 14,2% del totale degli occupati, dato superiore all’8,3% a livello nazionale. A fine 2017, le cooperative attive in regione erano 5.051, pari all’1,2% del totale delle imprese. Rispetto al 2016, il numero di imprese cooperative è diminuito dell’1%, mentre il totale degli occupati è cresciuto dell’1,5%. In termini di addetti, i settori più rilevanti sono quelli dell’assistenza sociale (43.847 occupati), dei servizi di supporto alle imprese (40.249), il trasporto e magazzinaggio (35.741).
Il sistema cooperativo, con Foncooper, il Fondo di rotazione per la promozione e sviluppo della cooperazione, ha finanziato 85 progetti ed erogato 66 milioni di euro di finanziamento consentendo nuovi investimenti per oltre 94 milioni di euro.
Aderiscono alle centrali cooperative oltre il 60% del totale delle società cooperative regionali, che impiegano quasi il 90% dell’occupazione creata dalle stesse coop. L’agroalimentare, i servizi alle persone e l’assistenza sociale sono i comparti dove la quota di imprese associate è più elevata (oltre il 70%), la logistica (facchinaggio) è quello con la percentuale più modesta (32,4%), preceduta dalle costruzioni (46,8%).
Le imprese cooperative femminili in Emilia-Romagna sono 949 e occupano 44.628 addetti, di cui il 63% opera nel settore dell’assistenza. La maggior concentrazione si registra a Bologna, Modena e Parma.
Le imprese cooperative giovanili sono 297, occupano 4.931 addetti e operano soprattutto nei settori del trasporto e magazzinaggio (40%), seguito dalle attività di assistenza e servizi alla persona, che assorbono complessivamente oltre il 22% degli occupati.

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Comunicato Regione: Regione

Risorse per i territori, la Corte dei Conti nazionale porta a esempio l’Emilia-Romagna: “Liberati spazi finanziari come in nessun’altra parte”

Giudizio estremamente positivo sulla gestione dei Patti di stabilità territoriali nel Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica presentato in Parlamento. L’assessora Petitti: “Buone pratiche che negli ultimi anni ci hanno permesso di mettere a disposizione di Comuni e Province oltre 1 miliardo di euro, favorendo le loro politiche di investimento e di introdurre elementi di maggiore flessibilità nei pagamenti per imprese e famiglie”

Bologna – Risorse per i territori, la Regione Emilia-Romagna un esempio da seguire. La Corte dei Conti nazionale l’ha infatti citata quale esperienza virtuosa rispetto alla gestione dei Patti di stabilità territoriali, che consentono ai Comuni e alle Province margini di azione sui bilanci per gli investimenti, esprimendo un giudizio molto positivo nel Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica presentato il 12 luglio scorso in Parlamento. Una gestione efficace che, come ha rimarcato anche la Sezione regionale dell’Emilia-Romagna della Corte dei Conti nel recente via libera al consuntivo 2017 della Regione, ha visto quest’ultima liberare l’anno scorso circa 30 milioni di euro a favore degli enti locali, spazi finanziari autorizzati – senza alcun aggravio della spesa pubblica – che hanno creato le condizioni di ulteriore crescita nei territori. E dal 2011, le risorse gestite attraverso i Patti di solidarietà ammontano a 1 miliardo e 91 milioni di euro, a beneficio di Comuni e Province dell’Emilia-Romagna.

Nel Rapporto al Parlamento, la Corte segnala che lo “strumento innovativo ha determinato una disponibilità di spazi finanziari per compensazioni che non si è registrata in nessun’altra regione”, massimizzando la solidarietà orizzontale tra gli enti locali del territorio. E ancora, adottando l’intesa sui Patti con il Consiglio delle autonomie (CAL) dell’Emilia-Romagna, la Regione si è “particolarmente contraddistinta per la capacità di coinvolgere gli enti locali per il raggiungimento di un unico saldo di finanza pubblica a livello regionale”, saldo che ha concorso al rispetto degli obiettivi di finanza pubblica assunti dall’Italia a livello europeo. Risultato: la gestione del Patto regionale 2017 ha consentito da un lato il rispetto dei vincoli di finanza pubblica e dall’altro l’incentivazione delle politiche degli investimenti locali e l’accelerazione dei pagamenti alle imprese e alle famiglie.

Soddisfatta l’assessora al Bilancio della Regione Emilia-Romagna, Emma Petitti, che sottolinea “come la Corte dei Conti nazionale abbia voluto segnalare la gestione estremamente positiva dei Patti di stabilità regionali che, con il coinvolgimento diretto degli enti locali, ha permesso negli ultimi anni la messa a disposizione di spazi finanziari per oltre 1 miliardo di euro favorendo le politiche di investimento di Comuni e Province oltre che introdurre elementi di maggiore flessibilità nei pagamenti per imprese e famiglie”. La nota positiva, prosegue l’assessora, “è stata sovente rimarcata anche dal fatto che le Regione abbia continuamente innovato le proprie procedure gestionali anticipando le norme assunte successivamente a livello nazionale”.

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Fabbri E Tomasi (Lega): “Motovedetta Goro. Inutile allarmismo. Il mezzo verra’ sostituito”

“Notizie infondate, create ad arte per fare allarmismo: la motovedetta di Goro, destinata alla guardia costiera libica, verrà sostituita con una ancora migliore. I tentativi di denigrare l’operato del governo da parte del Pd e di chi cerca visibilità risultano quasi ridicoli…”.

Alan Fabbri, capogruppo Lega Nord in Regione e l’onorevole della Lega Maura Tomasi, commentano così il tentativo di creare allarmismo sulla questione della motovedetta di Goro, destinata alla sorveglianza die confini in Libia.

“E’ avvilente la volontà di ottenere spazio sui giornali attraverso la diffusione di notizie false e tese a denigrare l’operato del Governo”, spiega Fabbri “come ha avuto modo di confermarelo stesso comandante della guardia costiera di Porto Garibaldi il mezzo verrà sostituito e la zona non rimarrà sguarnita”, conclude.

“La sostituzione è stata confermata e, a quanto risulta, quello che arriverà al posto del mezzo attuale sarà una motonave più adatta ai nostri fondali sabbiosi. Quella attualmente presente, come noto, è accantierata da tempo per manutenzione. Inoltre, proprio a causa della conformazione dei fondali molto spesso la capitaneria utilizza il gommone per le azioni nella zona costiera”, aggiunge Tomasi. “Anche per questo va ritenuto positivo l’invio di un mezzo più idoneo. Chi è intervenuto sui giornali sollevando un problema già risolto lo fa per creare inutile allarmismo e in modo completamente pretestuoso”.

Da: Ufficio Stampa Lega Nord Regione Emilia Romagna

Ferrara, presentata l’operazione “Il Po d’aMare”. A “pesca” di rifiuti e plastiche contro il marine litter

Il Progetto pilota, predisposto da Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Corepla e Castalia, con il coordinamento dell’Autorità di Bacino per il Po e con il patrocinio del Comune di Ferrara e AIPO, prevede tecniche innovative per intercettare i rifiuti presenti nelle acque fluviali e per il riciclo delle plastiche.

Ferrara, 18 luglio – Comincia dal Po l’“operazione prevenzione” contro i rifiuti in mare. Il principale corso d’acqua italiano che attraversa tutto il Settentrione toccando 4 regioni e 13 province, contribuisce, infatti, a far dell’Adriatico il mare italiano con la maggiore presenza di rifiuti. Il Progetto pilota “Il Po d’AMare”, presentato oggi, predisposto dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Corepla e Castalia, realizzato grazie al coordinamento istituzionale svolto dall’Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po e con patrocinio del Comune di Ferrara e dell’AIPO (Agenzia Interregionale per il fiume Po) – prevede tecniche innovative per intercettare i rifiuti presenti nelle acque fluviali e, per quanto riguarda le plastiche, operare la loro selezione ed avviarle al riciclo. Una metodologia che in futuro potrebbe essere estesa a tutti i principali fiumi italiani e replicata anche in altri Paesi. Il Progetto pilota, uno dei primi al mondo a prevedere interventi di questo tipo, può contribuire così a rafforzare e implementare le misure del piano di azione nazionale per la prevenzione e la mitigazione dei rifiuti marini e anticipare le nuove direttive sulla circular economy che prevedono impegni precisi anche per la riduzione dei rifiuti marini.
Per arginare il marine litter è importante infatti agire sui fiumi. I rifiuti marini provengono per circa l’80% dalla terraferma e raggiungono il mare prevalentemente attraverso i corsi d’acqua e gli scarichi urbani, mentre per il 20% derivano da attività di pesca e navigazione. Tra le principali cause del marine litter vi sono la non corretta gestione di rifiuti urbani e industriali, la scarsa pulizia delle strade, abbandoni e smaltimenti illeciti. Inoltre l’Italia, per la sua posizione al centro del Mediterraneo, un bacino chiuso, e l’estensione delle sue coste, è un Paese particolarmente esposto a questo problema.
Il Progetto. La raccolta dei rifiuti galleggianti prevista dal progetto pilota è quella messa a punto da Castalia nell’ambito del progetto “Seasweeper”, attraverso l’installazione di un dispositivo di raccolta composto da barriere in polietilene che intercettano, selezionano, intrappolano e infine raccolgono la plastica galleggiante e altri rifiuti trasportati dal fiume. Il sistema di barriere non interferisce con la flora e la fauna del fiume, in quanto la raccolta viene eseguita solo nella parte superficiale della colonna d’acqua. Piccole barche “Sea hunter” raccolgono i rifiuti, in prevalenza plastica, materiali legnosi e canne e li portano a riva dove vengono raccolti in cassoni che saranno trasportati presso l’impianto Transeco a Zevio (VR), a circa 75 km di distanza, dove avverrà una prima separazione delle diverse frazioni del rifiuto, con la selezione della componente plastica da inviare a successivi trattamenti e lo smaltimento della frazione estranea non recuperabile. Il rifiuto plastico verrà poi inviato al centro di selezione D.R.V. (località Torretta a Legnago –VR-), un centro di selezione Corepla capace di suddividere, mediante una rete di lettori ottici, gli imballaggi in plastica delle diverse frazioni polimeriche per l’avvio al riciclo o al recupero energetico. La barriera anti-marine litter è stata realizzata nel tratto del fiume Po in località Pontelagoscuro (Comune di Ferrara) a 40 km dalla foce così da consentire una stima dei rifiuti presenti lungo quasi l’intero corso del fiume. I costi di questo progetto pilota – che avrà una durata di circa due mesi – per le operazioni di raccolta, trasporto, selezione, recupero e riciclo dei rifiuti con l’obiettivo di valutare la possibilità di costruire una vera filiera sono interamente coperti da Castalia e Corepla, a conferma dell’impegno per la tutela dell’ambiente, per nuove attività di Ricerca & Sviluppo, per una reale circular economy.
“Poter contare su un futuro che tenga maggiormente in considerazione le risorse naturali esauribili e impegnarsi con tutti gli strumenti tecnologici e di ricerca avanzata possibili per mitigare l’incidenza degli agenti inquinanti è compito di chi ha a cuore un ambiente sostenibile in cui vivere e prosperare. In linea con gli auspici ministeriali, cercando soprattutto di dare ulteriori ed esaustive risposte alle comunità che vivono ed operano lungo l’asta del fiume Po e ai molteplici portatori di interesse che l’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po che rappresento in qualità di Segretario Generale, si adopererà al massimo delle proprie competenze e potenzialità tecniche per avviare e concertare tutti i processi virtuosi in grado di fornire risposte approfondite e soluzioni praticabili nella lotta all’inquinamento delle acque. Questo progetto sperimentale ne è un esempio concreto” – ha sottolineato Meuccio Berselli, segretario generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po.
“Dopo un’intensa fase sperimentale, il nostro prototipo, ideato e brevettato per raccogliere la plastica galleggiante dei fiumi, diventa operativo: attraverso una barriera sperimentale in polietilene e con l’ausilio di mezzi “seahunter”, siamo in grado di intercettare la plastica nel tratto del Po in località Pontelagoscuro in maniera selettiva. Il sistema non interferisce con il delicato equilibrio di flora e fauna del Po ed è progettato per restare posizionato nel fiume anche per lungo tempo: insomma, in questo modo spezziamo il circolo vizioso dell’inquinamento da plastica abbandonata che, dalla terraferma, arriva ai fiumi e poi fino alle acque del mare” – ha spiegato Lorenzo Barone, direttore tecnico di Castalia, consorzio da oltre 30 anni in prima linea per la salvaguardia del mare. 
“Una sperimentazione che abbiamo fortemente voluto. Un effettivo, innovativo argine a quell’80% di rifiuti marini che provengono dalla terraferma, frutto di una scorretta gestione dei rifiuti urbani e industriali oltre che di abbandoni e smaltimenti illeciti. Questo progetto sperimentale di raccolta e riciclo della plastica avviato sul fiume Po ci auguriamo possa favorire, in un prossimo futuro, la creazione di reti ed opportunità per i territori, le imprese e il sapere scientifico, creando vera economia circolare per valorizzare proprietà ed energie di questo materiale. Ricordo che l’Italia è all’avanguardia in Europa per know how: ricicliamo infatti imballaggi che in altri Paesi non vengono nemmeno raccolti. Ad oggi oltre 8 imballaggi in plastica su 10 immessi sul mercato vengono recuperati e la sfida per Corepla è diventare catalizzatore nella ricerca e sviluppo di nuove applicazioni nel campo del riciclo” – ha dichiarato Antonello Ciotti, presidente Consorzio Corepla.
“Il marine litter è uno dei problemi ambientali più gravi del nostro tempo. Si stima che oltre l’80% sia composto da plastiche e microplastiche, e gran parte di queste arrivano in mare trasportate dai corsi d’acqua. Il progetto sperimentale sul Po potrà consentire di valutare l’efficacia del sistema di raccolta dei rifiuti nelle acque fluviali, le quantità e le tipologie di rifiuti presenti, insieme alla possibilità di riciclare le plastiche raccolte creando una filiera virtuosa. Sulla base dei risultati del progetto pilota, uno dei primi al mondo, questa modalità di prevenzione dei rifiuti marini potrebbe essere estesa a tutti i principali fiumi italiani” – ha dichiarato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.

Da: COREPLA
Consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica

Comunicato Regione: Ambiente

Parchi, boschi e foreste: un patrimonio da valorizzare e conservare. La Regione investe 5,5 milioni di euro per gli ecosistemi forestali e la fruizione del verde da Piacenza a Rimini

Gli assessori Caselli e Gazzolo: “In Emilia-Romagna oltre 600 mila ettari di boschi: una ricchezza che vogliamo continuare a proteggere e un indotto che occupa 1.800 persone”. I fondi dal Programma di sviluppo rurale 2014-2020 finanziano il nuovo bando rivolto a Enti locali e Consorzi forestali. Domande entro il 31 gennaio 2019

Bologna – Vivere il verde, a passeggio nei parchi dell’Emilia-Romagna tra piante rare, di pregio e alberi antichi. E poi ristabilire l’habitat giusto per il ripopolamento della fauna selvatica. E ancora aumentare la superficie verde anche come leva contro il dissesto idrogeologico e barriera per far fronte ai mutamenti climatici.
Sono, in sintesi, i principali obiettivi del nuovo bando della Regione Emilia-Romagna finanziato con 5,5 milioni di euro dal Programma di sviluppo rurale 2014-2020 e destinato alle amministrazioni pubbliche e ai consorzi forestali che vogliano investire nel verde del territorio.

I fondi potranno essere utilizzati per finanziare al 100% la spesa dei progetti destinati a migliorare l’efficienza ecologica degli ecosistemi forestali, accrescere la fruizione pubblica dei boschi e conservare il loro valore naturalistico, in particolare per le aree comprese nella Rete Natura 2000 e nei parchi naturali.

“La superficie boschiva della nostra regione copre oltre 600 mila ettari, con un aumento del 20% negli ultimi 30 anni- commentano gli assessori regionali all’Ambiente, Paola Gazzolo, e all’Agricoltura, Simona Caselli-. Si tratta di una ricchezza che vogliamo continuare a proteggere anche attraverso azioni mirate come questa. Per il bene dell’ambiente, della montagna e delle aziende agricole, che possono trovare nella filiera produttiva del legno un’interessante fonte integrativa di reddito. Ad oggi sono circa 700 le aziende agricole che svolgono attività forestale continuativa, mentre le imprese forestali vere e proprie, che operano anche nel settore del verde pubblico e privato e nella difesa idrogeologica, sono 120, con 1.800 addetti. Fare dei boschi un motore di crescita economica verde- concludono Gazzolo e Caselli- e una leva contro lo spopolamento dell’Appennino. E questo è uno dei principali obiettivi a cui punta il Piano forestazione approvato nel 2017 per valorizzare il nostro patrimonio boschivo, far crescere le aree verdi in pianura, soprattutto nelle fasce periurbane, difendere il suolo dal dissesto idrogeologico e favorire l’adattamento ai mutamenti climatici”.

Tra gli investimenti che possono essere candidati a contributo, rientrano la realizzazione di sentieri natura, il miglioramento delle segnalazioni della rete di accesso ai percorsi naturalistici con il posizionamento di cartellonistica e segnaletica informativa, l’allestimento di piccole strutture ricreative, rifugi, punti di informazione o di osservazione.

Le risorse saranno inoltre destinate alla conversione dei cedui all’alto fusto, oltre che all’eliminazione di specie alloctone e invasive. E ancora a ripuliture e diradamenti, alla selezione di piante, eliminazione di specie infestanti e potature per ottenere habitat vitali e di pregio, alla valorizzazione di specie nobili, rare e degli alberi vetusti.

Saranno infine sostenuti la realizzazione o il ripristino di elementi naturali come stagni, torbiere, doline, fossi e muretti a secco, nonché azioni per la tutela e l’incremento della biodiversità in ambito forestale come aree umide e habitat riproduttivi per la fauna selvatica.

A beneficiare dei fondi disponibili potranno essere amministrazioni pubbliche e consorzi forestali. I progetti candidati dovranno avere un importo compreso tra i 50 mila e i 150 mila euro e quelli con maggiore punteggio in graduatoria, secondo la disponibilità finanziaria, beneficeranno del sostegno integrale.
La scadenza per presentare domanda è il 31 gennaio 2019.

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Comunicato Regione: Servizi educativi

Dalla Regione 600 mila euro in più alle scuole per l’infanzia paritarie: salgono a 4,7 milioni di euro le risorse stanziate per qualificare l’offerta educativa e il coordinamento pedagogico

Via libera in Commissione assembleare alla proposta di modifica in fase di assestamento del bilancio 2018. Gualmini: “Ruolo fondamentale del sistema 0-6 nella crescita e sviluppo dei più piccoli”. Fra comunali e private, sono 830 le scuole presenti sul territorio regionale

Bologna- Nuove risorse disponibili per migliorare e qualificare le scuole per l’infanzia paritarie (comunali e private) dell’Emilia-Romagna. Ammonta a 600 mila euro la cifra ulteriormente stanziata dalla Regione che va a sommarsi ai 4 milioni e 100 mila euro, recentemente assegnati alle Province e Città Metropolitana di Bologna per sostenere il funzionamento, l’offerta pedagogica e la formazione degli insegnati delle 830 scuole per l’infanzia paritarie presenti sul territorio regionale.

“Un’altra promessa che sembrava irrealizzabile è stata mantenuta. Sono stati infatti aumentati significativamente i fondi regionali per il sistema integrato delle scuole dell’infanzia- dichiara la vicepresidente e assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini-. Da sempre il nostro obiettivo è quello di lavorare a favore dei bambini più piccoli, quelli meno difesi e protetti. Tutto il sistema dei servizi 3-6, sia comunale che privato- spiega la vicepresidente- svolge un ruolo fondamentale per la crescita, lo sviluppo e l’autonomia dei nostri bambini e delle nostre bambine. Un riconoscimento speciale- conclude Gualmini- va poi ai coordinamenti pedagogici che svolgono in Emilia-Romagna un ruolo fondamentale di formazione e di tutela della qualità dei progetti, come veri e propri garanti del valore educativo dei servizi offerti”.

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Sempre più banda ultra larga di Open Fiber nelle case di Ferrara

Procede il piano di cablaggio da 18 milioni di euro per raggiungere con l’FTTH oltre 52mila abitazioni e imprese. Continuano anche le riasfaltature nelle strade della città
A Ferrara estate di cantieri per la posa della fibra ottica e per i ripristini definitivi delle superfici stradali interessate dai lavori di installazione della rete. Lo scorso novembre il comune ha infatti siglato una convenzione con Open Fiber per la realizzazione di una nuova infrastruttura, interamente in fibra ottica, che consentirà a cittadini, Enti e imprese di beneficiare di una velocità di connessione fino a 1 Gigabit al secondo, prestazioni non raggiungibili con gli attuali collegamenti in rame o misti fibra-rame.
L’infrastrutturazione e la successiva posa dei cavi per realizzare una nuova rete in modalità FTTH (Fiber To The Home) sono state già eseguite nei quartieri Villa Fulvia e Quacchio, in zona via Bologna, via Pomposa, in via Oroboni e in via Veneziani, dove ha sede il POP (Point of Presence), ossia la centrale da cui si dirama la fibra lungo le vie della città. Le imprese appaltatrici hanno effettuato i ripristini provvisori secondo quanto previsto dalle norme tecniche. Tali lavorazioni, caratterizzate da una striscia di malta rossa cementizia, sono soggette a stagionalità e possono deteriorarsi in presenza di precipitazioni atmosferiche, ma sono indispensabili per far sì che il terreno si assesti correttamente.
Nelle scorse settimane Open Fiber ha provveduto a riqualificare in via definitiva e a regola d’arte quasi 2 km di strade della città, tra cui la pista ciclabile di via Pomposa, via Bentivoglio, via Chendi e via della Misericordia. Entro l’estate, il piano dei ripristini definitivi prevede altri 5 km di interventi in diverse zone di Ferrara, tra cui via Veneziani, via Puccini e via Verga.
“Siamo soddisfatti di come proseguono gli interventi – nel rispetto dei tempi concordati – che garantiranno ai cittadini ed alle imprese una connessione ultrarapida, sicura ed efficiente attraverso un’infrastruttura interamente in fibra ottica – sottolinea il Sindaco Tiziano Tagliani – Grazie alla Convenzione firmata tra Comune e Open Fiber la comunità ferrarese compie un importante passo in avanti, perché potrà usufruire di un servizio efficiente e all’avanguardia in uno dei settori strategici per la competitività ed attrattività del territorio, oltre che più in generale per la sua qualità della vita”.
“Come amministrazione – proseguono gli assessori ai Lavori Pubblici Aldo Modonesi e ai Servizi Informatici e Smart City Roberto Serra – stiamo monitorando i lavori attualmente in corso per evitare il più possibile i disagi che inevitabilmente si possono creare. Contestualmente la nostra attenzione è anche rivolta a accelerare il più possibile i tempi della partenza dei progetti per la realizzazione della banda ultra larga nelle aree bianche o a fallimento di mercato che interesseranno le frazioni del nostro Comune, progetti finanziati con fondi pubblici attraverso un bando indetto da Infratel e vinto sempre da Open Fiber. La nostra sfida ed ambizione è quella di portare la banda ultra larga in tutte le case e aziende di Ferrara entro il 2020 come previsto dagli obiettivi dell’Unione Europea”.
Open Fiber, che cablerà complessivamente oltre 52mila unità immobiliari grazie ad un investimento da 18 milioni di euro, si è dotata di una struttura di sorveglianza lavori e sicurezza cantieri sul territorio, con il compito di garantire la qualità degli interventi delle ditte appaltatrici e la sicurezza dei cittadini e dei lavoratori.
“Con l’Amministrazione Comunale e gli uffici tecnici di Ferrara esiste un rapporto di costante collaborazione– sottolinea Stefano Esposto, Regional Manager Emilia Romagna di Open Fiber – in questo modo riusciamo man mano a concordare misure che limitano i disagi alla cittadinanza e rendono i cantieri meno invasivi possibile. Stiamo ricevendo una buona risposta anche da parte degli amministratori di condominio, ma pazientemente dobbiamo lavorare per sensibilizzarli ulteriormente sui vantaggi che una rete come la nostra porterà nelle case e negli uffici pubblici e privati di Ferrara, che si estenderanno ad ambiti come il telelavoro, l’e-learning, la videosorveglianza, la regolazione intelligente del traffico e altre applicazioni Smart City”.
Open Fiber è un operatore wholesale only: non vende servizi in fibra ottica direttamente al cliente finale, ma è attivo esclusivamente nel mercato all’ingrosso, offrendo l’accesso a tutti gli operatori di mercato interessati. Una volta conclusi i lavori, l’utente non dovrà far altro che contattare un operatore, scegliere il piano tariffario e navigare ad alta velocità. L’azienda punta a garantire la copertura delle maggiori città italiane con l’obiettivo di realizzare una rete quanto più pervasiva ed efficiente possibile, che favorisca il recupero di competitività del “sistema Paese” e, in particolare, l’evoluzione verso “Industria 4.0”.

Da: Open Fiber S.p.A.

Comunicato Regione: Anziani

Case famiglia, più tutela per gli ospiti e i familiari: pronte le Linee guida di Regione Emilia-Romagna e Anci. Requisiti minimi per sicurezza e qualità del servizio, omogenei su tutto il territorio, e controlli senza preavviso o limiti d’orario. Venturi: “Con i Comuni per garantire alle persone più fragili la migliore assistenza possibile e prevenire episodi di maltrattamenti, che sono intollerabili”

Definite le caratteristiche strutturali, organizzative e di funzionamento necessarie per l’avvio e l’esercizio dell’attività. I Comuni potranno adottarle e trasformarle in specifici regolamenti. Per le strutture con requisiti aggiuntivi volontari, saranno creati e fatti conoscere ai cittadini gli elenchi “Case famiglia di qualità”

Bologna – Più sicurezza e qualità nelle Case famiglia dell’Emilia-Romagna, a tutela degli ospiti, persone non autosufficienti, spesso anziani, e dei loro familiari. Requisiti minimi di qualità, omogenei per tutto il territorio regionale, che devono essere rispettati per l’avvio e l’esercizio dell’attività, dalle caratteristiche strutturali a quelle organizzative e di funzionamento. Un’attività strutturata di vigilanza e controllo, senza preavviso né limiti di orario, per verificare il possesso e il mantenimento degli standard richiesti, ma anche per prevenire episodi di abusi e maltrattamenti. La creazione di specifici elenchi comunali con le strutture d’eccellenza (“Case famiglia di qualità”) che, su base volontaria, dimostreranno di possedere elementi aggiuntivi migliorativi per la qualità della vita e l’assistenza degli ospiti.

A mettere questi punti nero su bianco sono gli “Indirizzi regionali per i regolamenti locali sulle Case famiglia” elaborati da Regione e Anci Emilia-Romagna con la collaborazione e la condivisione di Organizzazioni sindacali – con le quali è stato sottoscritto uno specifico Accordo – Associazioni di pazienti e famigliari, esperti dei Comuni e delle Aziende Usl, Comitati Consultivi Misti. Il documento è stato inviato in queste ore ai Comuni e alle Ausl con uno specifico obiettivo: supportarli nello svolgimento di un’attività di fondamentale importanza per il welfare delle comunità locali, attraverso la definizione di regole omogenee e chiare per tutti. Perché proprio sulla base di queste Linee guida i Comuni potranno decidere di emanare, nel proprio territorio di competenza, specifici regolamenti a cui i gestori delle Case famiglia dovranno attenersi. Si tratta di strutture di tipo familiare, appunto, con funzioni di accoglienza e bassa intensità assistenziale, che possono ospitare fino a un massimo di 6 persone, in condizioni di autosufficienza o di lieve non autosufficienza, non soggette all’autorizzazione al funzionamento, rispetto alle quali è in capo a Comuni e Aziende sanitarie l’attività di vigilanza.

“Per noi la sicurezza e la qualità dell’assistenza degli ospiti, spesso anziani e in condizioni di fragilità, è fondamentale, così come lo è la tranquillità dei familiari, perché episodi di maltrattamento e abusi non possono essere tollerati- sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. Con questo documento raggiungiamo due obiettivi importanti: definire requisiti standard, uguali in tutta la regione, che le strutture devono garantire per poter lavorare, e una serie di controlli e verifiche a cui devono sottostare. Al tempo stesso, diamo la possibilità alle strutture più meritevoli, perché in possesso di ulteriori elementi di qualità, di essere inserite in un elenco che i Comuni potranno far conoscere e promuovere sul territorio. Le Case famiglia- aggiunge Venturi- rappresentano un servizio molto importante per il nostro welfare, e le Amministrazioni comunali non possono essere lasciate sole. C’era la necessità di regolare e qualificare il servizio: con queste Linee di indirizzo, a cui Anci ha collaborato attivamente, offriamo ai Comuni uno strumento concreto per poterlo fare”.

“L’approvazione di indirizzi regionali sulle Case famiglia rappresenta un importante obiettivo per la tutela della salute e della sicurezza degli ospiti delle Case famiglia- afferma Michele De Pascale, presidente Anci Emilia-Romagna -. Il percorso partecipato ha coinvolto, oltre a tutti i servizi regionali interessati, l’Anci, con la partecipazione di diversi referenti responsabili degli Uffici di piano e dei servizi sociali territoriali degli Enti locali, le Aziende sanitarie e diverse Associazioni dei Caregiver familiari e per la piena inclusione sociale delle persone con disabilità. Le Case famiglia- prosegue De Pascale- devono corrispondere a requisiti qualitativi indispensabili: le linee guida sono strumento utilissimo per garantire omogeneità sull’intero territorio regionale. I nuovi requisiti di qualità per migliorare il servizio e la collaborazione prevista fra i gestori e gli Enti locali e i Servizi sanitari sono stati concepiti per elevare la qualità dell’assistenza. Le procedure dei controlli previsti – chiude il presidente – sono una garanzia per gli ospiti e i loro familiari per assicurare la qualità del servizio e per contrastare ed evitare inaccettabili fenomeni di cattiva gestione. L’Anci Emilia Romagna esprime piena soddisfazione per il lavoro svolto che ha prodotto questo risultato”.

Il documento, in sintesi
Sono numerosi i requisiti strutturali e organizzativi che vengono definiti, dalle caratteristiche degli edifici al numero e alla qualifica del personale, dalle modalità di trattamento degli ospiti agli obblighi necessari in caso di peggioramento delle loro condizioni di salute.
Per quanto riguarda le attività di vigilanza e controllo, si sottolinea la necessità di promuovere una maggiore uniformità a livello territoriale, evitando interpretazioni differenti nei diversi Comuni della stessa Provincia. I controlli potranno essere attivati su segnalazioni da parte di professionisti sanitari, familiari e visitatori, o a seguito di reclami e segnalazioni inviate al Comune, anche senza preavviso e senza limiti di orario. Se ne raccomanda uno iniziale per l’avvio dell’attività e altri periodici, assicurandone comunque almeno uno ogni due anni. Tali controlli dovranno verificare le informazioni previste della comunicazione di inizio attività, le condizioni organizzative, assistenziali e di personale, i requisiti strutturali, impiantistici e igienico-sanitari, e soprattutto la condizione degli ospiti. Si fissano inoltre le conseguenze degli accertamenti, che possono andare dalla sospensione alla cessazione dell’attività.
Le “Case famiglia di qualità” sono quelle che possiedono elementi migliorativi per la qualità della vita e dell’assistenza degli ospiti, e che possono riguardare molteplici aspetti: il comfort abitativo, la qualità e la varietà di attività promosse, i servizi aggiuntivi forniti, il livello di qualificazione e aggiornamento del personale, la partecipazione del volontariato e dei familiari.
La Regione, a un anno dall’adozione delle Linee di indirizzo, provvederà a realizzare uno specifico monitoraggio per verificare il numero di elenchi comunali/distrettuali “Lista Case Famiglia di qualità” adottati, e il livello di adesione delle strutture.

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D’Altro Canto, jazz blues e cantautorato italiano scorrono lungo il fiume di Ferrara

Due musicisti – Francesca Marchi e Corrado Calessi – con formazioni differenti s’incontrano sulla strada della musica jazz, blues e del cantautorato italiano. Giovedì 19 luglio, dalle 19 sul piazzale di Wunderkammer (via Darsena 57) che si affaccia sulla darsena di Ferrara, a esibirsi sarà D’Altro Canto, per la nuova data di Un fiume di Musica, rassegna organizzata dalla Scuola di Musica Moderna-Associazione Musicisti di Ferrara in collaborazione con il Consorzio Wunderkammer. D’Altro Canto è compost da Francesca Marchi, voce, Riccardo Baldrati, tromba, Corrado Calessi, tastiere, Lele Barbieri, batteria, e Leonardo Scarpante, contrabbasso.

Il passo di Francesca Marchi e Corrado Calessi è deciso, alla ricerca del connubio fra le varie influenze stilistiche e di genere che hanno accompagnato l’evoluzione artistica di ognuno di loro. Un percorso in costante divenire all’insegna di una lettura personale della musica tradizionale che accoglie anche la canzone italiana d’autore fotografata tra gli anni ’40 e ’60, con l’esplicito intento di ricercarne e valorizzarne le opportunità musicali, a volte nascoste, in un connubio con le sonorità jazz. L’elaborazione e la rilettura degli originali conducono a nuove soluzioni volte ad esaltare le caratteristiche tecniche, dinamiche ed espressive. Il risultato è un raffinato dialogo con la voce accompagnata da un pianoforte che ha il sapore di una elegante musica da film. Il duo si arricchisce della collaborazione di stimati musicisti con i quali affronta percorsi in cui si intersecano le diverse timbriche strumentali lasciando ampio spazio all’improvvisazione. La serata è a ingresso libero.

Ogni giovedì, da maggio e fino a fine luglio, nel piazzale che si affaccia lungo la darsena di Ferrara c’è il ciclo di aperitivi musicali di Un Fiume di Musica, organizzato dalla Scuola di Musica Moderna-Associazione Musicisti di Ferrara in collaborazione con il Consorzio Wunderkammer – di cui l’Associazione Musicisti di Ferrara fa parte -. Anche quest’anno il festival è all’interno del progetto Smart Dock, nell’ambito di ‘Giardino Creativo’ finanziato da Anci. Musica, cibo, socialità. Ogni giovedì, dunque, si potrà ascoltare la musica suonata dal vivo dagli insegnanti della Scuola di Musica Moderna, ogni sera ci sarà un repertorio differente cui appassionarsi, e si potranno di volta in volta degustare le offerte enogastronomiche coordinate da Ferrara Rooms.

Da: Consorzio “Wunderkammer”

Riqualificazione area ex-Berco, #muovicopparo

Questa sera (giovedì 19 luglio) alle ore 21 presso il Centro Servizi per il Cittadino, serata di presentazione del progetto di riqualificazione dell’area ex Berco, ne parlano il sindaco Nicola Rossi e gli assessori della Giunta comunale.

Il Comune di Copparo ha predisposto un progetto complessivo di rigenerazione del centro storico e delle sue porte di accesso, via Mazzini e via I Maggio, con l’obiettivo di migliorare l’aspetto estetico e la fruibilità di tutto il comparto urbano.

Anche la riqualificazione dell’area ex Berco fa parte di #muovicopparo, che con #vivicopparo e #scopricopparo toccano gli aspetti urbanistici, economici e culturali del territorio copparese.

La Giunta Comunale con questo incontro pubblico intende condividere, con i cittadini e nello specifico con i residenti di via Mazzini, gli argomenti più importanti del progetto, a cominciare dalla realizzazione di una Ztl. Ingresso libero aperto a tutti.

Da: Comune di Copparo
Servizio Comunicazione

Musica a Marfisa d’Este – Corso Giovecca 170 Ferrara Concerto di domenica 22 luglio 2018

FERRARA – Saranno canzoni d’autore e anche swinganti standard jazz quelli intepretatati domenica 22 luglio 2018 ore 21,15 a Musica a Marfisa d’Este in Corso Giovecca 170 dal “Trio D’Altro Canto” costituito da Francesca Marchi (voce), Corrado Calessi (pianoforte) e Daniele “Lele” Barbieri alla batteria. Il concerto è organizzato dal Circolo Frescobaldi e l’ingresso è a offerta libera.
Il Trio D’Altro Canto già molto attivo e conosciuto a Ferrara propone un percorso che esplora il repertorio della canzone d’autore, spaziando poi nei song dal tradizionale al bebop; il senso melodico della canzone d’oltre oceano, debitrice nei confronti dei musical di Broadway, richiama la canzone d’autore italiana del dopoguerra e offre l’occasione, quindi, per raccontare la storia, declinata sul piano musicale e poetico, dell’intreccio di due mondi, evocandone sogni, conflitti e speranze.
Il lirismo e le sonorità swing tradizionali degli standard dei primi decenni del Novecento lasciano spazio anche al bebop alla sua complessità armonica e improvvisativa. Il Duo, attraverso una rielaborazione del repertorio e grazie all’amalgama sempre più solido fra la voce carezzevole ma anche potente della Marchi ed il pianismo che ha sapore classicheggiante di Calessi, conduce l’ascoltatore in un percorso multiforme e variegato nei generi e nei colori musicali.

Da: Gli Amici della Musica

Venerdì 20 luglio ore 21.30 PROGETTO CHAPLIN al Parco Pareschi

evento realizzato grazie a Coop Alleanza 3.0)
Biglietto intero 10 euro – ridotto 8 euro (fuori abbonamento)

THE IMMIGRANT (L’emigrante, USA/1917, 20′), THE RINK (Charlot al pattinaggio, USA/1916, 30′), EASY STREET (Charlot poliziotto, USA/1917, 19′)
Accompagnamento al pianoforte di Daniele Furlati

Venerdì 20 luglio alle 21.30 l’Arena ospiterà il Progetto Chaplin della Cineteca di Bologna che, nel corso degli ultimi anni, ha curato il restauro di lungometraggi e cortometraggi del regista, oltre alla digitalizzazione dei suoi documenti. È stata quindi restituita agli spettatori la possibilità di vedere su grande schermo i suoi capolavori.
Inoltre, per la prima volta l’Arena Le Pagine ospiterà una sonorizzazione: il musicista Daniele Furlati accompagnerà al pianoforte la proiezione di tre lavori di Charlie Chaplin.
L’appuntamento cinematografico è con le avventure (e le disavventure) del vagabondo Charlot in tre cortometraggi che lo vedono emigrante in rotta verso New York, cameriere-pattinatore e insolito poliziotto.
Ne The Immigrant (L’Emigrante) viene descritto l’arrivo negli Stati Uniti che diventa simbolico dell’esperienza di centinaia di migliaia di uomini e donne. L’approdo alla ‘terra promessa’, sinonimo di libertà e di infinite possibilità̀, però non corrisponde alle aspettative. Infatti Charlot vi trova una società chiusa e puritana che vede di cattivo occhio i nuovi arrivati e contrappone loro le armi tradizionali degli oppressori: la ricchezza egoista, l’intolleranza religiosa e politica, la violenza al servizio dei privilegiati.
The Rink (Charlot al pattinaggio) è una delle sue prime comiche con protagonista il vagabondo Charlot che entra in pista e comincia a pattinare con un piede in aria, scivo­lando e facendo piroette, inciampando, andando a sbattere contro gli altri patti­natori e combinandone di tutti i colori, e finalmente lasciando tutti a terra in primo piano mentre lui si allontana, sempre pat­tinando, verso il lato opposto della pista, e, diventato una figura piccolissima sullo sfondo, si siede innocentemente tra gli spettatori a guardare il pandemonio che ha combinato.
In Easy Street (Charlot poliziotto), per amore di una dolce fanciulla che dedica tutta se stessa alla redenzione del prossimo, il vagabondo Charlot decide di arruolarsi nella polizia, dove gli affibbiano l’incarico di sorvegliare la ‘strada della paura’, uno dei luoghi più malfamati della città anche per via di un gigantesco malfattore che fa il bello e il brutto tempo. Dopo una lunga lotta, Charlot libera la zona dai malviventi che la infestano, e la ‘strada della paura’ diviene un ritrovo di gente per bene, educatissima e di chiesa.

Da: Arci Ferrara

Comitato “Mi rifiuto”

Alla cortese attenzione:
Consigliera Ilaria Morghen

E p.c. Assessore Ferri
Presidente Bova

Egregi membri dell’Osservatorio,
in collaborazione con il Comitato Mi Rifiuto e Laboratorio Civico, sono a presentare alcune osservazioni in tema di dibattito sul miglioramento della raccolta rifiuti nel territorio comunale di Ferrara.
Come Comitato, abbiamo iniziato a lavorare sulla tematica rifiuti già da quasi un anno, collaborando alla stesura di emendamenti, risoluzioni nonchè alla stessa definizione del regolamento che viene oggi utilizzato sulle finalità di questo stesso Osservatorio, ampliandone le opportunità di lavoro e di utilizzo di documentazione: Abbiamo infatti ritenuto che fosse importante che come ogni osservatorio che si rispetti, avesse la facoltà di poter accedere alla più ampia gamma di documentazione possibile, anche di enti indipendenti terzi, per rendere il servizio raccolta rifiuti il migliore possibile date le circostanze attuali.
Mi preme specificare che il Comitato si è dato una funzione primaria: ridurre il costo del servizio e renderlo più efficiente possibile anche attraverso la sostituzione di quanto oggi presente, che da recenti dati suffragati dalla stessa amministrazione comunale, ha portato al decuplicare degli abbandoni in discariche abusive, al mancato ritiro della carta Smeraldo di molti utenti e l’avvio più o meno riuscito di servizi di controllo degli utenti: tutto questo indubbiamente avrà l’effetto assai probabile di non produrre la riduzione della tariffa come prospettato all’inizio di quest’anno da questa amministrazione comunale per il 2019 con aggravio per le utenze finali. La nostra battaglia quindi è rivolta a uno strumento che oggi appare chiaro non ha ottenuto quanto si proponeva, aggiungo infatti che al di là della quantità di materiale aumento per la differenziata, ancora a oggi, nonostante numerosi interpelli da parte dei consiglieri comunali, ancora non ci è dato sapere come sia la qualità della raccolta differenziata in quanto dalle numerose segnalazioni che ci pervengono quotidianamente, gli abbandoni di rifiuti non avvengono solo a danno dell’ambiente ma con l’inserimento di materiali non consoni nei raccoglitori di carta, plastica e organico. Credo sia palese a tutti che limitarsi a pesare ciò che finisce negli impianti senza avere una accurata determinazione statistica della qualità degli stessi non può che portare a inficiare ulteriormente la bontà dell’attuale servizio (si veda risposta a interpello p.g. 16426/17 del 02-02-18).
Insistiamo particolarmente sulla qualità del rifiuto perchè anche in ossequio alle direttive comunitarie, non possiamo e non vogliamo ritenere soddisfacente l’avvio a recupero energetico del materiale raccolto soprattutto se scadente ma riteniamo che si debba sempre privilegiare la destinazione del riciclo/recupero innescando un virtuoso circolo di economia circolare che posa, con le opportune scelte di politica economica pubblica e privata, innescare un nuovo ciclo produttivo in loco che utilizzi queste importanti materie seconde per la creazione di nuovi prodotti, nuovi mercati, aziende e posti di lavoro. Il business del rifiuto se opportunamente indirizzato può essere una occasione economica importante per la provincia e la città di Ferrara in particolare, dove oltre agli alti tassi di disoccupazione ricordiamo anche quelli di forte migrazione lavorativa nelle province vicine.
Legato alla qualità del rifiuto e al suo incremento della raccolta, abbiamo sempre ritenuto che fosse necessario implementare l’avvio di una vera tariffa puntuale, ovvero che fosse rivolta primariamente a valutare in senso positivo quanto l’utenza devolve in materiale di riciclo e contemporaneamente la riduzione della componente fissa dettata dalle superfici abitative/imprenditoriali. È fondamentale, a mio avviso, che sia avviata quanto prima una valutazione di una forma di premio per ciò che il cittadino ricicla, introducendo una tariffa che non solo sia di conteggio di quanto va in indifferenziata come oggi, ma che sia con elementi premianti di detraibilità di quanto invece va in un percorso più produttivo come sopra indicato. Appare chiaro che una tariffa così composta ridurrebbe anche il ritmo crescente degli abbandoni. È necessario che oltre il senso civico, sia indispensabile che il cittadino abbia la consapevolezza che riciclare serve, soprattutto se fatto in maniera corretta e in maniera sempre più spinta. Noi crediamo fermamente in questa politica, che oltre ad essere prevista dalla stessa Legge Regionale 16/2015 all’articolo 5 non può essere esplicata solo con l’avvio di oasi ecologiche, ovvero ai limitati spazi del gestore sparsi sulla città ove poter conferire ed avere la tracciabilità di quanto dato. Appare chiaro, infatti, che nessuno di noi utilizzerebbe la propria auto per fare alcuni km per conferire qualche chilo di carta o plastica avendo un ritorno di pochi centesimi sulla Tari, a fronte di un costo per consumo carburante (e di tempo perso) decisamente maggiore. Tali forme di recupero/riciclo vanno bene per rifiuti pesanti, ingombranti, che abbiano una effettiva convenienza nell’essere trasportati anche se tuttora si può immaginare che il costo del trasporto stesso non darà un ritorno economico effettivo al cittadino ma rappresenta ad ogni modo uno strumento utile minimale che deve essere mantenuto.
Poniamo pertanto all’attenzione di questo osservatorio la necessità di cambiare la mentalità con cui approcciare al sistema gestionale che avrà il suo effetto positivo anche nella tariffazione per le imprese, i cui interessi ci stanno a cuore. Un sistema che sia premiante adottato anche dalle strutture economiche, potrà essere di valido aiuto anche per i bilanci aziendali oltre al fatto che con il miglioramento del sistema raccolto in generale potrà essere progressivamente e maggiormente essere ridotta la componente fissa basata sulle superfici degli edifici per avvicinarci ad una vera tariffa puntuale che, diciamocelo onestamente, oggi tale non è avendo un 73% medio di componente di calcolo basato sulle unità abitative/commerciali e il rimanente 27% a una tariffa che è difficile definire variabile in quanto comunque va pagata nei suoi conferimenti minimi indipendentemente che il soggetto virtuoso li utilizzi tutti o in quantità minore. La tariffa puntuale di oggi è, a tutti gli effetti, una tariffa lineare, invariabile ed indipendente dai conferimenti effettuati salvo solo le componenti di sforamenti che eccedono i minimi: in quel caso però la proporzionalità si evidenzia solo a peggioramento.
Consapevoli che ci sia molto da fare e ricordo che abbiamo avviato una raccolta firme per realizzare per lo meno uno studio di fattibilità su una gestione comunale della raccolta rifiuti, di fatto ripubblicizzandolo, ancora oggi riteniamo che sia indispensabile migliorare quanto quello esiste già oggi in attesa che una nuova amministrazione, con maggiore coraggio e con un maggior coinvolgimento della cittadinanza, avvii una vera rivoluzione ecologica ed economica per la città di Ferrara.
Condividiamo inoltre che, all’avvio della nuova Tari, siano state introdotte delle prime distorsioni a danno delle imprese che avranno impatti economici di peggioramento rispetto alla vecchia tassa. Per questo l’osservatorio è stato dotato di un fondo di 150mila euro per ridurre appunto queste discresie del sistema attualmente in vigore. Ci auguriamo che siate consapevoli che questi fondi sono di provenienza non solo da introiti delle imprese ma anche da comuni cittadini che potranno sollevare molte perplessità nel fatto che parte delle loro tariffe saranno destinate a mitigare gli aspetti deleteri per le imprese ma non per i cittadini stessi, i quali si domanderanno perchè, ad esempio, il loro virtuosismo, ove presente, non abbia avuto la stessa considerazione riparatoria da questa amministrazione comunale. Vi chiediamo pertanto di valutare a pieno strade alternative di miglioramento della condizione economica del tessuto produttivo restituendo, ove possibile, parte di quel fondo alla riduzione delle tariffe anche ai cittadini virtuosi.
In questa ottica, di seguito, elencheremo alcune soluzioni che già oggi possono essere applicabili al solo tessuto economico e commerciale in particolare senza aggravio ulteriore e previste non solo dal nostro ordinamento legislativo ma anche frutto di una giurisprudenza che ha recepito appieno lo spirito della normativa europea, riconoscendo gli esoneri dal pagamento della Tari per quei soggetti che, in maniera diversa, provvedono autonomamente allo smaltimento dei propri rifiuti speciali, assimilati e urbani. Le soluzioni le elencherò di seguito, con lo specifico riferimento giuridico.
Vogliamo una città che sia pulita e che il servizio abbia la giusta efficienza. Data la vostra facoltà di poter accedere a strumenti di valutazione e di ricerca più ampia, confidiamo nella forza di persuasione che avrete sulla pubblica amministrazione per dare una conformazione diversa alla raccolta rifiuti.
Certi di averVi fatto una cosa grata, rimaniamo a disposizione per tutte le iniziative che ritenete valide in cui coinvolgere anche il Comitato Mi Rifiuto stesso.

Esonero della Tari per le aziende riciclone.

Vogliamo portare alla vostra attenzione un elemento che già fu sostenuto in sede di deliberazione consiliare del regolamento Tari attraverso la proposizione di un emendamento (respinto dalla maggioranza) che recepiva alcune correzioni ricalcanti alcune sentenze in merito al pagamento della Tari da parte delle aziende.
Oggi, in questa sede, ove l’interesse delle imprese è rivolto alla valutazione della nuova Tariffa rifiuti sulle attività d’impresa, siamo a riproporre questa impostazione in quanto, senza fare uso di incentivi pubblici (ovvero a carico della intera collettività, ivi compresi gli utenti privati, che potrebbero ritenersi discriminati nella loro esclusione nell’applicazione di una tariffa in maniera distorta) ma attraverso l’applicazione di strumenti che possano arrivare addirittura alla eliminazione totale della Tari per alcune di quelle aziende particolarmente virtuose.

Facciamo riferimento in particolare ad alcune sentenze:

La prima è la sentenza della corte di cassazione civile n. 10548 del 28 aprile 2017 (commento reperibile su www.cisambiente.it): tale sentenza stabilisce che vi debba essere l’esonero totale della Tari per le superfici da cui si originano rifiuti “speciali” anche in presenza di un regolamento comunale che possa prevedere una riduzione forfettaria (nel caso specifico della sentenza era del 30% del dovuto). Rimane assai significativo, in base al pronunciamento, che l’utente del servizio di igiene pubblica urbana, ovvero soggetto obbligato al pagamento della Tari, nel caso di produzione di rifiuti speciali dalla superficie imponibile (ricordiamo che ancora oggi, il 73% della Tari a Ferrara è calcolata sulle superfici, in totale distonia con il principio della tariffazione puntuale) se oggi fornisce prova completa in merito alle aree su cui si formano rifiuti speciali e sul modo in cui provvede allo smaltimento diretto, il Comune non può pretendere alcun pagamento nemmeno in forma ridotta della Tari. Per i giudici quindi, l’articolo 62 c. 3 del D.Lgs. 507/93 prevede che per queste determinate attività produttive la riduzione della tariffa rifiuti nella misurazione delle superfici anche qualora non venga specificato dal Regolamento comunale, che la detassazione possa essere totale. È opportuno sottolineare che nel caso di regolamento che preveda altresì una eventuale detassazione forfettaria delle superfici, essa debba essere applicata esclusivamente nei casi in cui “risulti difficile determinare la superficie con cui si producono i rifiuti speciali”, ovvero la superficie non sia delimitabile e/o misurabile.
Va però sottolineato che questa sentenza pone un primo principio importante: se l’utente produce su determinate superfici i rifiuti speciali e ne dimostra lo smaltimento corretto, ha l’esenzione per quelle aree del pagamento della Tari, almeno nella sua componente fissa, che non deve essere conteggiata. È palese che per quelle attività commerciali, industriali e anche artigianali, che per vari motivi devono già oggi adoperare un servizio di smaltimento rifiuti ad hoc, viene meno quanto meno il pagamento della componente fissa della tariffa su quelle stesse aree ove è svolta la attività già coperta dal servizio raccolta rifiuti speciali.
Ad esempio, se un’azienda ha una superficie di 1000 mq di cui 100 a uso uffici, se ha un servizio raccolta per la zona produttiva, si dovrà vedere conteggiare la Tari nella parte fissa non su 1000 mq ma su 100 magari ove è presente la raccolta del servizio rifiuti pubblico per materiali da ufficio.

Altra sentenza in merito di esenzione Tari viene dal Consiglio di Stato con provvedimento n.02307/2017 pubblicata il 29 gennaio 2018 relativo alla quinta sezione con la pronuncia n. 585/2018. Anche in questo caso, un organo dello Stato stabilisce che non vi deve essere alcun limite alla riduzione tariffaria spettante a chi differenzia e ricicla i rifiuti. Il Consiglio di Stato stabilisce che non vi possano essere limiti alla riduzione tariffaria per quei soggetti commerciali che dimostrino di provvedere in maniera autonoma allo smaltimento dei propri rifiuti. Ciò significa che se una azienda dimostra di smaltire autonomamente, per esempio l’80% dei propri rifiuti, ha diritto ad una equivalente riduzione della tariffa, senza alcun tetto in regolamento a tale limite. Tale proporzionalità è un principio che il Consiglio vuol ribadire in piena applicazione alla legge 152/2006, nonchè degli articoli 174 del Trattato sulla Unione Europea e dell’articolo 15 della direttiva 2006/12 CE. Questo provvedimento, in particolare si riferisce specificatamente ad una impresa balneare che riesce a differenziare e recuperare il 100% i rifiuti del proprio stabilimento e la sentenza cancella la limitazione al 40% della riduzione della Tari prevista in regolamento per le imprese, stabilendo un banale principio espresso dalla legge europea e da quella nazionale e cioè che il costo del servizio pubblico deve essere ridotto in maniera proporzionale (e in questo caso totale) qualora l’utente sia in grado di dimostrare che provvede autonomamente a differenziare tutti i suoi rifiuti e deve quindi provvedere a ridurre la tariffa nella identica misura proporzionale all’autonomia dell’utente.

Ricordiamo altresì che nel luglio 2017 con il D.M. 03.07.2017 n. 142 afferente al “Regolamento recante la sperimentazione di un sistema di restituzione di specifiche tipologie di imballaggi destinati all’uso alimentare, ai sensi dell’art. 219-bis del decreto legislativo 03 aprile 2006, n. 152” si è provveduto ad introdurre nell’ordinamento italiano l’avvio di una sperimentazione del recupero degli imballaggi per uso alimentare (specificatamente rivolta a quello in vetro). Se tale sperimentazione venisse recepita nell’ordinamento comunale (come già fu tentato sempre con un emendamento in sede di approvazione del regolamento TARI e parzialmente recepito nella risoluzione Morghen ad esso collegata) per le aziende commerciali cittadine che si iscriveranno nell’apposito albo avrebbero già la dimostrazione documentale atta all’applicazione della riduzione della Tari nelle ragioni previste dalle sentenze sopra indicate. Si vuole segnalare quindi, che il recepimento di una legge nazionale già potrebbe avviare una riduzione progressiva della Tariffa a favore di quegli esercizi commerciali iscritti nell’albo apposito si impegnano nel recupero di vetro, carta e plastica, nella stessa misura in cui aderiscono alla sperimentazione nazionale. Ancora una volta, il combinato disposto di una normativa nazionale e della sentenza del consiglio di stato produrrebbe una obbligatoria diminuzione della Tariffa con l’effetto duplice di ridurre l’attività svolta del gestore (riducendo quindi il costo del servizio) e allo stesso tempo con un effetto benefico ambientale con una riduzione dei rifiuti prodotti dagli esercizi commerciali stessi.

Ricordiamo altresì che con sentenza n. 29310/47/16 la commissione tributaria di Roma ha accolto il ricorso di un medico odontoiatra riconoscendo lo sgravio del 100% per lo studio medico dove vengono prodotti i rifiuti speciali sul pagamento della Tari. Alla base di ciò in quanto esistente un contratto stipulato con una società specializzata nello smaltimento degli stessi rifiuti in quanto questi prodotti nell’ambito di uno studio professionale medico, che non possono essere attribuiti, quale rifiuto urbano, al servizio di raccolta comunale, ma soltanto attraverso una ditta specializzata per lo smaltimento degli stessi, chiaramente raccolti in appositi imballaggi a perdere, dove sia inserita la scritta specifica di rifiuti sanitari.
Ancora una volta quindi, una sentenza ricorda come sia possibile l’esonero della Tari in condizione di esercizio professionale autogestito nello smaltimento a fronte di un contratto apposito. La sentenza ovviamente segnala che non paga solo l’attività ambulatoriale e non a carico del proprietario dell’immobile.

Ci preme evidenziare come esistono già oggi degli strumenti a favore delle imprese che avviano i rifiuti a smaltimento in maniera autonoma o che recuperano gli imballaggi per uso alimentare e una giurisprudenza che si pone alla piena applicazione dei principi europeo sulla tariffa pienamente puntuale e una politica ambientale di recupero dei materiali.
Solo l’applicazione anche a livello comunale di tali sentenze porrebbe molte aziende in condizione di pagare meno, senza ulteriori strumenti o con aggravio per la finanza locale. Riepiloghiamo che gli organi giurisdizionali (e le leggi nazionali) hanno determinato già oggi che:
1. le superfici aziendali che producono rifiuti speciali il cui smaltimento è dimostrato essere effettuato in maniera corretta autonoma non devono essere conteggiati nella parte fissa della Tari;
2. chi effettua il recupero e il riciclo in maniera documentata dei propri rifiuti è esonerato dal pagamento della Tari;
3. in riferimento al punto 2, in ossequio al DM 142/17 l’iscrizione all’albo degli sperimentatori al recupero degli imballaggi alimentari rappresenterebbe uno strumento legale valido per la proporzionale riduzione della Tari per i rifiuti destinati alla sperimentazione;
4. la presenza di un contratto di smaltimento per rifiuti speciali per determinate attività professionali è di per sè prova sufficiente per l’esenzione della Tari per quelli stessi esercizi professionali.

Certi che tali osservazioni Vi possano essere di aiuto per migliorare il servizio Tari alle imprese, pongo i miei
cordiali saluti

Paolo Pennini
Comitato Mi Rifiuto
Laboratorio Civico

Prefetto e AVIS di Ferrara in campo per la raccolta del sangue.

“Ricordiamoci sempre di donare il sangue, soprattutto in estate. Le trasfusioni di sangue sono una terapia salvavita in molti eventi traumatici e negli interventi chirurgici, in caso di malattie croniche, per le leucemie e per superare gli effetti dovuti ad alcune terapie anticancro”.
Questo l’appello del Prefetto di Ferrara, dr. Michele Campanaro e dei Presidenti Provinciale e Comunale dell’AVIS, Davide Brugnati e Sergio Mazzini, rivolto alla Comunità ferrarese a margine di un cordiale incontro avvenuto questo pomeriggio nella sede di Palazzo Giulio d’Este, durante il quale sono state illustrate le iniziative programmate in ambito provinciale dall’Associazione per promuovere il nobile atto della donazione.
“Non un semplice atto di liberalità, ma un gesto di enorme valore solidaristico, quello della donazione del sangue. Con questo spirito – ha sottolineato il Prefetto – ho immediatamente raccolto il messaggio rivolto dal Ministro dell’Interno a tutti i Prefetti per sensibilizzare i territori, in stretto coordinamento con le articolazioni periferiche dell’AVIS e favorire iniziative a livello locale che incentivino la donazione di sangue, soprattutto in estate, quando purtroppo le donazioni si riducono, ma non si riduce anche il bisogno di sangue negli ospedali”.
In tale ottica, il Prefetto e la delegazione locale dell’AVIS hanno convenuto sulla necessità di favorire ulteriori sinergie nelle pratiche di volontariato già sperimentate negli anni con ottimi risultati, anche attraverso il coinvolgimento degli appartenenti alle Forze dell’Ordine ed alle Forze Armate della provincia, implementando i contenuti di uno specifico Protocollo d’intesa sottoscritto già nel 2009.
L’obiettivo dichiarato dai rappresentanti di AVIS Ferrara è quello di un ulteriore aumento delle donazioni che, nell’ultimo decennio, hanno registrato una costante crescita sulla città capoluogo (9.674 donazioni nel 2010, 11.499 alla fine del 2017), a fronte di una sensibile diminuzione in provincia.

Da: Ufficio stampa Prefettura di Ferrara

Coldiretti Ferrara, i mercati del mercoledi di Campagna Amica

Estate, trionfo di colori e sapori del nostro territorio: nei nostri mercati contadini frutta e verdura di stagione, salumi, formaggi, miele, vino per trovare il vero Made in Ferrara

Coldiretti Ferrara ricorda che ogni mercoledì è possibile fare acquisti direttamente dai produttori di Campagna Amica, oltre che presso i propri punti vendita aziendali, anche nei Mercati organizzati a Ferrara, con l’Agrimercato di Grisù, presso l’ex caserma dei vigili del fuoco di Viale Poledrelli, con entrata da via Ortigara, dalle 8 alle 13 e anche con Spiaggia e Sapori a Lido degli Estensi, nel tratto finale di Viale delle Querce (verso Porta Ravenna), sempre di mercoledì, ma dalle 17 alle 23.
Sono occasioni interessanti per approvvigionarsi di frutta e verdura fresca, che aiuta il nostro fisico a sopportare meglio le alte temperature e la perdita di sali minerali, senza rinunciare alle altre tipiche produzioni del nostro territorio, come il riso, il miele, i salumi, i formaggi (compresi quelli di bufala), il vino del Bosco Eliceo, le confetture, le conserve. Tutto a filiera corta, dalla terra alla tavola per preservare le caratteristiche nutrizionali dei propri prodotti e garantirne la salubrità, la sicurezza, la bontà, al giusto prezzo.

Onu: grassi e zuccheri, attacco a produzioni di qualità Emilia Romagna

Ancora una volta a finire sotto scacco sono i prodotti principe del made in Italy e della dieta mediterranea. È questo il commento di Coldiretti Emilia Romagna all’annuncio che L’Onu e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) vogliono tassare i prodotti alimentari contenenti grassi insaturi, sale e zuccheri per combattere le malattie cardiovascolari, il diabete, il cancro. Ad essere messi sotto accusa ci sono anche prodotti tipici dell’Emilia Romagna, dal Parmigiano Reggiano al prosciutto di Parma, dall’olio d’oliva al vino. L’assurdità di questa guerra santa – commenta Coldiretti Emilia Romagna – è che ad essere colpiti sono quei prodotti della Dieta Mediterranea, riconosciuta proprio dall’Oms come dieta “allunga-vita”, che ha reso l’Italia uno dei Paesi con la popolazione più longeva al mondo e che ha conquistato il riconoscimento di patrimonio immateriale dell’Umanità dall’Unesco.
Si tratta – accusa Coldiretti Emilia Romagna – di un altro pesante attacco la made in Italy, come è già avvenuto in Francia e in Inghilterra con le etichette a semaforo. Il fatto più preoccupante è che si crea allarmismo presso i consumatori con il rischio concreto che vengano percepiti come salutari prodotti di scarsa qualità come bibite gassate prive di zucchero, mentre vengono bocciati prodotti ricchi di elementi fondamentali per una dieta equilibrata (vitamine, minerali), come l’olio extravergine, il Parmigiano Reggiano o il prosciutto di Parma. Si rischia – prosegue Coldiretti regionale – che venga messo in discussione non solo un importante costume alimentare, ma anche un sistema produttivo di qualità che genera in Emilia Romagna un volume d’affari di 14,8 miliardi di euro con 70 mila occupati.

Da: Ufficio Stampa Coldiretti

Coldiretti: presentato il libro sulle origini di Coldiretti

Presentato dall’autore, Nunzio Primavera, segretario alla presidenza di Coldiretti Nazionale, il libro che percorre la storia di Coldiretti dalla fondazione sino alla riforma agraria.

Quando nel 1944 rinascono partiti e sindacati, un giovane partigiano cattolico di famiglia contadina fonda la Coldiretti. È così che Paolo Bonomi realizza il sogno di dare dignità economica, politica e sociale alle famiglie coltivatrici: oltre otto milioni di italiani senza diritti e tutele sociali, considerati giuridicamente ed economicamente come categoria lavoratrice, si trasformano in piccoli proprietari. È una svolta epocale, che cambia completamente il volto dell’Italia rurale.
È questa svolta che ha raccontato il giornalista Nunzio Primavera, con piglio da storico, nel libro “La gente dei campi e il sogno di Bonomi” (edizioni Laurana) presentato in occasione della serata finale del premio Innovazione Giovani di Coldiretti Emilia Romagna a Noceto di Parma, presso l’azienda Bertinelli.
Intervistato dal giornalista parmigiano Andrea Gavazzoli, Primavera ha ricordato gli avvenimenti che hanno portato Bonomi a fondare nel 1944 la Coldiretti per dare rappresentanza ai contadini, dall’ispirazione a don Sturzo, fino all’appoggio di De Gasperi, di cui sposa la linea politica.
L’intuizione di Bonomi, osteggiata da comunisti e latifondisti, si trasforma ben presto nella più grande redistribuzione di ricchezza mai attuata in Italia, che troverà la sua realizzazione nella Riforma Agraria.
Il libro si concentra sulla storia tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e gli anni Sessanta e si conclude con un’appendice che ricorda e racconta tutti gli uomini di Bonomi che hanno contribuito a rendere Coldiretti la principale organizzazione agricola italiana.
È quindi il racconto dei primi anni della storia di Coldiretti, con i retroscena di una storia che è la storia stessa d’Italia, della democrazia italiana, di aneddoti e storie che ci invitano a vedere con occhi diversi l’unicità di una associazione che non è solo associazioni di imprese, ma anche e soprattutto di persone, di famiglie, di ideali e di progetti che ancora oggi vedono Coldiretti in prima fila per l’innovazione, la giustizia sociale, il reddito e le prospettive di futuro per i propri soci, continuando una storia sempre attuale e sempre ispirata a dare opportunità all’agricoltura italiana e sostenere il Paese nei momenti più delicati sia dal punto di vista economico che politico e sociale.

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