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Da: Roberto Guerra

La cosiddetta “schizoanalisi”, cibernetica sociale eccentrica, esplorata dopo Marcuse dai postmoderni Deleuze e Guattari con “L’Anti-Edipo”, di forte matrice.Nietzsche + Marinetti (come neofuturismo fu bollata), illumina la rivoluzione futurista incompiuta, da più punti, virgole, fotoni e microchip. “L’Anti-Edipo”, bestseller intellettuale degli anni ‘70, ri-scopre l’eresia futurista: l’inconscio e il sogno come macchina fantastica, culla celeste e meccanica dell’uomo macchina rivoluzionario.
“Giochi” sociobiologici, sequenze binarie e ternarie…, desiderio macchina interconnessi con la nuova società informatica, plasmano la realtà e il sogno del duemila: siamo già nel ciberspazio, nella robotica e nella ciberpolitica, oltre i pregiudizi comunistici degli autori, dopo le lezioni alineari… dell’avanguardia, del futurismo, di certe reinvenzioni scandalose – dopo Nietzsche – di Giorgio Colli, Alain de Benoist e Jean Cau.. gli stessi perturbanti – d’area, almeno metapolitica – Baudrillard, Tony Negri.
Quasi senza intenzione (scherzi dell’Es e più prossimi i due al Surrealismo), Deleuze e Guattari remixano Marinetti, il futurismo artistico e sociale o futuribile, fino al cyberpunk e alla VR (realtà virtuale) all’epoca in provetta. E l’equazione fantastica arte-macchina-computer-robot-politica, da Newton ad Einstein… a Marinetti e Majakowskij è programmata attraverso la scrittura dai “nuovi filosofi”: sospensione e amplificazione, accelerazione e simulazione, come spezzettare nella fisica del cuore l’atomo classico, l’Es o gli elettroni, l’infinito piccolo o grande; anno zero della creazione artistica e avanguardistica, ordigno ora cyber pre-destinato alla rivoluzione sociale.
E non è forse il futurismo… eretica, rivoluzionaria, radicale macchina d’arte desiderante, danzante, retroverifica sperimentale, fin dal “flusso” vocabolario, corpi, cellule, numeri e parole in libertà, “l’universo è il nostro vocabolario”? In particolare, Deleuze e Guattari sorvolano con squisitezza microfisica e pure neobergsoniana il volto schizoide del desiderio nell’era cibernetica, alienante ma ricca di promesse, secondo Nietzsche, inquietante e fatale, frattale e bellissimo bellicoso simulacro, secondo Baudrillard, schizofrenica secondo Marcuse e certa psicoanalisi, terapeutica e solare nella nuova eresia europea dello stesso Alain de Benoist, finalmente umanista-scientifica in certo futuribile.
E non oscillano spesso i grandi artisti… tra un un cosiddetto “polo schizorivoluzionario” e quello “paranoide-reazionario”, gioco o vortice folle, ipernaturale, quantico e contraddittorio del desiderio? E non sono evidenti in Marinetti nei profetici e geniali “Al di là del comunismo”, “Democrazia futurista” e “Artecrazia” (ecc.) – e tutto il futurismo – tali apparenti contraddizioni, ambiguità politiche sopravvalutate, al contrario desiderabili, dis-integrabili, poiché Artisti con la A maiuscola e ultravitale?
Quel che scrissero e testimoniano nei fatti artistici e no… Marinetti e i futuristi (e Majakowskij e i futuristi russi) rivela paradossi e creatività trasparenti e spesso ineguagliati, irriducibili a qualsiasi bisturi morale, ideologico o accademico.

*aggiornamento 2017… La stagione post’68 di cui proprio l’Anti-Edipo degli autori fu una sorta di bestseller intellettuale d’area, non ha retto (per parecchi almeno) il giudizio e il divenire della storia. Altra questione gli stessi autori Gillez Deleuze e Felix Guattari, anche se in certo senso precocemente scomparsi anzitempo. A parte la psicanalisi stessa che a suo modo ha poi assimilato in diversi punti la loro provocazione inaudita all’epoca o quasi, ancor meglio oggi (se si focalizza non il posmoderno vulgata spesso, ma le sue vette piu futuribili e riformattabili, al di là del linguaggio anche criptico – come poi lo stesso Lacan, protagonista parallelo di quegli anni) i tempi nuovi già postumani… rinforzano persino lo strano futurismo sociale originale dei due socio-filosofi francesi, gira e rigira non poi tanto distanti dallo stesso Baudrillard. La fine della sinistra e del marxismo storici sono oggi un fatto, l’avvento della condizione o diversamente follia postmoderna da essi pronosticata in certo modo, risultano fin troppo evidenti nella persino psicologia della vita quotidiana, se non nel caos virtuale reale delle società occidentali attuali e del pensiero stesso contemporaneo. Oggi, un altro libro esigerebbe una analisi contemporanea dell’Anti-Edipo alla luce dell’era informatica e di internet, dell’avanguardia stessa odierna, della futurologia scientifica stessa, dopo il ritorno diffuso, consapevole o meno, dell’Immaginario (bene o male) al potere e non la “semplice” Immaginazione..

Info
https://it.wikipedia.org/wiki/Gilles_Deleuze
https://it.wikipedia.org/wiki/F%C3%A9lix_Guattari

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Roby Guerra


PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Pescando un pesce d’oro
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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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