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da: organizzatori

Sabato 9 maggio 2015, in concomitanza con l’iniziativa di Arch’è “Cancelli aperti”, a conclusione del progetto “«Food security. La sicurezza alimentare sul Territorio Emiliano Romagnolo» destinato alla classe IV Q del Liceo Ariosto, Silvana Onofri, presidente di Arch’è, ha organizzato un trekking urbano tra gli orti e i giardini dell’Addizione Erculea.

Il trekking, questa volta aperto a tutti, verrà riproposto in data da destinarsi nel mese di Giugno,

Il contributo richiesto dalla prof,ssa Rita Casarotti al progetto sulla “food security”, collega il tema attualissimo della sicurezza alimentare alla storia dell’ampio spazio verde attrezzato a laboratorio di archeologia urbana che si trova sulle antiche pertinenze del rinascimentale palazzo da Castello-Prosperi-Sacrati.
L’area è stata a lungo caratterizzata da ampi spazi coltivati e alcune strutture di servizio del palazzo erano state usate anche come deposito di granaglie. Alla fine del ‘700 inoltre, la Congregazione dell’Abbondanza e Annona di Ferrara aveva fatto costruire su parte degli orti il Granaio pubblico, un monumentale edificio a tre piani che conteneva fino a 3000 mogie di grano tra cui il “Gentil rosso”, una specie di grano antico la cui coltivazione è stata riproposta recentemente proprio dentro le mura di Ferrara.

Da qui è nata l’dea di concludere il lavoro di ricerca storica con un trekking urbano attraverso quella “campagna dentro la città” che caratterizza il quadrante nord est dell’Addizione Erculea. Usciti dal cancello di Corso Ercole I d’Este, dopo aver costeggiato l’immaginario ”giardino” di Giorgio Bassani, siamo saliti sul terrapieno delle mura degli Angeli per poi scendere sotto il terrapieno di San Giovanni e sostare a Terraviva Bio, L’ azienda agricola ha recentemente sperimentato la coltivazione del “Gentil Rosso”, l’ antico grano ferrarese selezionato tra ‘700 e 800 e in uso prima che l’agricoltura subisse gli effetti progressivi delle trasformazioni industriali dei primi anni del ‘900. Si tratta, ci hanno spiegato, di una varietà di grano adatto anche alla filosofia “slow” perché richiede metodi di coltivazione a basso, se non bassissimo, impatto ambientale. Dopo aver percorso un suggestivo sentiero tra i campi coltivati, siamo arrivati in via delle Erbe e, attraversato il quadrivio rossettiano, siamo rientrati nel laboratorio.

Il trekking si è concluso con una conversazione sul tema di food security europeo ed emiliano-romagnolo tra gli studenti e i consiglieri della Regione E.R. Alan Fabbri e Marcella Zappaterra.

Continua l’iniziativa ”Cancelli Aperti” a cura di Arch’è anche venerdì 29, sabato 30 e domenica 31 maggio dalle ore 11 alle 18,30 con ingresso da corso Ercole I d’Este 25a e da Corso Biagio Rossetti 4. Aggiornamenti sul “laboratorio in progress” alle ore 17.00. Chiuso in caso di pioggia.

INFO: arche.ferrara@gmail.com; cell. 3311055853

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

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