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I risultati del progetto ‘Pane e internet’ 2014-2017 finanziato dalla Regione. L’assessore Donini: “La rete come opportunità di crescita, lavoro e condivisione dei saperi”. Approvate dalla Regione le Linee di sviluppo 2018-2020 per rafforzare il progetto con offerte di formazione sempre più mirata.

Bologna – Internet questo conosciuto. Aumentano gli emiliano-romagnoli ‘digitali’ grazie al programma ‘Pane e Internet 2014-2017’ realizzato dalla Regione per superare il ‘digital divide’, cioè la barriera che divide chi ha competenze sulle nuove tecnologie e chi ha qualche difficoltà in più.
Sono 20mila le persone, in 77 comuni del territorio, in tutte le province, che, attraverso la collaborazione tra enti, biblioteche, scuole, associazioni – 27 organizzazioni pubbliche, private e del terzo settore aderenti – hanno partecipato a corsi di formazione, incontri, laboratori. Un totale di 131 docenti, 105 tutor e 200 facilitatori si sono adoperati per rendere le persone sempre più competenti nell’uso della rete e nella conoscenza delle opportunità offerte dal web. Ben 150 gli studenti che hanno insegnato agli adulti l’uso dello smartphone e di internet nei progetti di alternanza scuola lavoro e almeno 117, tra volontari e operatori di biblioteche, che hanno offerto assistenza digitale gratuita per circa 300 ore a settimana.

Gli eventi di cultura digitale sono stati organizzati in 70 Comuni del territorio e sono stati 7.700 i cittadini che vi hanno partecipato. E sono 12 i punti ‘Pane e internet’, attivati in sette comuni capoluogo e cinque unioni/associazioni comunali, che hanno organizzato 373 corsi di alfabetizzazione digitale ai quali hanno partecipato 3.750 persone con un’età media di 57 anni, di cui il 60% donne. Circa 74 gli eventi di cultura digitale ai quali hanno partecipato 2.852 cittadini.

“Sono molto soddisfatto della risposta e dei risultati raggiunti e un ringraziamento va a tutte le persone, gli enti e le associazioni che li hanno resi possibili- ha detto l’assessore regionale a Programmazione territoriale e Agenda digitale, Raffaele Donini-. Ma questo non è ancora sufficiente. I dati 2016 forniti dall’Istat ci dicono, infatti, che circa il 28% delle famiglie emiliano-romagnole non alcun accesso a internet e indicano tra le cause principali di esclusione proprio la mancanza di competenze. Per questo abbiamo approvato le nuove linee regionali di sviluppo per il prossimo biennio con l’intenzione di rafforzare le attività attraverso interventi e opportunità di formazione sempre più mirati, per garantire a tutti i cittadini le stesse opportunità di crescita. Siamo convinti, infatti, che l’uso intelligente della rete possa migliorare il benessere delle persone anche offrendo competenze professionali spendibili nel mercato del lavoro”.

I prossimi anni

Le Linee di sviluppo 2018-2020 si propongono di aumentare i punti ‘Pane e Internet’ sul territorio regionale, in particolare indirizzando l’attenzione a tutti i soggetti (come over 65, disoccupati, migranti) e alle aree geografiche (come la montagna) a maggiore rischio di esclusione digitale. L’obiettivo è portare la rete in tutti i capoluoghi e nei territori di montagna anche attivando nuove forme di partnership tra soggetti pubblici, associativi e privati. Sono inoltre allo studio progetti di approfondimento indirizzati ai più giovani per acquisire competenze per le nuove professioni digitali o iniziative per un uso sicuro, critico e consapevole dei media digitali, rivolti anche alle famiglie.

I punti ‘Pane e internet’ già attivi hanno sede nei Comuni di Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Cesena e Rimini e nelle Unioni/Associazioni Pedemontana Parmense, Frignano, San Lazzaro-Molinella, Terre Estensi (che comprende anche il Comune di Ferrara), Alto Ferrarese e Bassa Romagna.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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