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da: ufficio stampa Gruppo Partito Democratico Emilia-Romagna

Zappaterra: “Ridurre i costi senza tagliare i servizi si può”

La Commissione IV (Politiche per la salute e sociali) dell’Assemblea Legislativa ha discusso le linee regionali di indirizzo per la riorganizzazione della rete ospedaliera, alla luce del Decreto ministeriale 70/2015, che pone l’obiettivo della dotazione posti letto pubblici e privati accreditati a 3,7 per 1000 abitanti. Per tali finalità sono diverse le tipologie di intervento previste dalle linee d’indirizzo proposte dall’assessorato: perseguimento di maggiori livelli di efficienza e qualità delle cure, anche attraverso l’accorpamento e la riorganizzazioni di Uoc (unità operative complesse) in week-hospital e riorganizzazione per intensità di cura, riconduzione di attività di degenza ordinaria programmata breve e di Day hospital o Day surgery in attività ambulatoriali e infine percorsi di riconversione degli ospedali di comunità (Osco) secondo modelli innovativi.
“La riorganizzazione dell’assistenza ospedaliera deve seguire un percorso che parta dalla casa del cittadino e arrivi al ricovero ospedaliero passando per una serie di fasi intermedie di prevenzione, diagnosi, assistenza specialistica, terapia e riabilitazione in struttura che non richiedano necessariamente un ciclo continuo di ricoveri” commenta la Consigliera PD ferrarese Marcella Zappaterra.
Le considerazioni da cui muovere sono, da un lato, le nuove tecniche chirurgiche permettono procedure meno invasive e una conseguente riduzione dei giorni di convalescenza post-operatoria e quindi di permanenza in struttura, e dall’altro l’aumento del numero di cittadini anziani affetti da patologie croniche. In entrambi i casi ci si trova di fronte a soggetti che necessitano di assistenza intermedia all’interno di una struttura.
“Ridurre i costi senza tagliare i servizi si può – afferma Zappaterra – creando percorsi clinici standardizzati in modo da prevedere il tasso di occupazione dei posti letto, la durata della degenza media e il tasso di ospedalizzazione. Per rispondere alle esigenze del paziente serve una rete di servizi diversificati che segua il cittadino lungo tutto il percorso di cura”. “Al centro di questo percorso dobbiamo tenere il paziente; sicuramente i tempi di ricovero possono e devono essere ridotti sia nell’interesse dei pazienti che per migliorare l’efficacia complessiva della rete delle attività ospedaliere, comprese quelle in day hospital o in day surgery. Ho proposto alla Regione di istituire una cabina di regia a supporto delle strutture sanitarie, per elaborare i dati e verificare l’aderenza agli standard di gestione più efficienti. Un’ultima riflessione – conclude Zappaterra – riguarda il modello Hub&Spoke e la medicina del territorio: se sono i professionisti a muoversi e non i pazienti anche gli spoke possono essere valorizzati e pienamente integrati nella rete sanitaria, poi deve essere chiaro che tutti i servizi territoriali, case della salute in primis, devono funzionare al massimo ed essere riferimento vero per i cittadini altrimenti è quasi inevitabile in certi casi l’uso improprio dei ricoveri che con queste linee guida si cerca di evitare”.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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