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Da Organizzatori

Direttamente dal Metropolitan Opera House di New York, martedì 16 maggio alle ore 19.30 arriva nei cinema di tutta Italia “Der Rosenkavalier”, capolavoro operistico su musiche di Richard Strauss che andrà in scena nel nuovo allestimento del regista canadese Robert Carsen, con la diva della lirica Renée Fleming nel ruolo principale. Diretta dal Maestro Sebastian Weigle e con un cast stellare su cui spicca la mezzo soprano lettone Elīna Garanča, la commedia cantata che racconta con ironia le disavventure amorose dell’alta società viennese sarà proiettata in alta definizione dal prestigioso teatro di Manhattan, distribuita da QMI/Stardust nell’ambito di Stardust Classic
L’ambientazione, la Vienna dei primi del Settecento, viene spostata dal regista al 1910, anno in cui lo spettacolo debuttò con un clamoroso successo prima a Dresda e poi in Austria e Milano, e l’establishment aristocratico che aveva dominato per secoli stava per capitolare sotto gli orrori della prima guerra mondiale. Un’ormai attempata marescialla (Fleming) si consola dalle assenze del marito con il giovane amante Octavian (Garanča): è tuttavia consapevole che il loro sarà un amore breve, che durerà fino a quando lui non incontrerà una ragazza più giovane. Succederà presto, quando verrà inviato per conto del rozzo barone Ochs (Günther Groissböck) a chiedere la mano della bella Sophie (Erin Morley). Tra colpi di scena, travestimenti e tentativi di scalata sociale, i due ragazzi tenteranno in ogni modo di sabotare il matrimonio indesiderato.
Da sempre considerato un lavoro sui temi del passare del tempo e dell’importanza di saper riconoscere il momento di lasciare andare ciò che si ama, quest’ultima produzione di “Der Rosenkavalier” potrebbe essere l’ultima occasione di ammirare Renée Fleming esibirsi in una delle parti che l’ha resa celebre in tutto il mondo. La signora dell’opera, oggi cinquantottenne, sta progressivamente abbandonando i personaggi che ha interpretato in più di trent’anni di carriera, iniziata tra l’altro proprio al MET nel 1988. Una ragione in più per non perdere questo evento, già recensito con entusiasmo da testate del calibro del New York Times e del New Yorker!
Costo biglietto: 15-10 euro

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

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14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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