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da: ufficio stampa Ascom Ferrara

Una concreta iniezione di fiducia per chi ha deciso di investire sul centro storico di Bondeno: verranno consegnati il 15 luglio (alle ore 20, presso il rinomato ristorante Tassi nel cuore della città matildea), i contributi a fondo perduto a due attività commerciali e relativi alla legge regionale 266/97 per un importo complessivo pari ad oltre 13mila €uro che costituiscono circa il 20 % del valore dell’investimento totale svolto su progetti presentati nel 2010: le due attività in questione sono il negozio di articoli per animali Quattro Zampe e lo stesso celebre Ristorante Tassi. Quest’ultimo sorto nel 1916 come stazione di posta e poi divenuto albergo ristorante tiene alto il nome dell’enogastronomia ferrarese e regionale con un indovinato e consolidato abbinamento di tradizione e qualità che sono apprezzati ben al di fuori dei confini dell’Emilia Romagna.
“Questi contributi che sostengono le azioni per una qualificazione e valorizzazione dei centri storici rappresentano una boccata d’ossigeno importante -spiega Marco Amelio presidente territoriale Ascom per Bondeno, Cento e Sant’Agostino -per chi crede, come i nostri operatori, che il centro storico sia un autentico centro commerciale naturale da promo commercializzare in ogni modo. Colgo l’occasione per ringraziare la Provincia ed il Comune di Bondeno che hanno sostenuto il nostro lavoro organizzativo e logistico nella presentazione dei progetti realizzati da nostri due associati”. A rappresentare la direzione Ascom Confcommercio provinciale interverrà il direttore generale Davide Urban che ha commentato: “Ascom è vicina concretamente a tutti suoi associati in un lavoro quotidiano di valorizzazione del commercio di vicinato. Crediamo che questo punto sia focale nella strategia di supporto al Terziario, al suo ruolo sociale e di sostegno al potere d’acquisto con iniziative e convenzioni in modo particolare delle famiglie “.
Una collaborazione tra Associazione di categoria ed Amministrazione Comunale di Bondeno che verrà resa visibile dalla presenza alla serata di Alan Fabbri e Simone Saletti rispettivamente Sindaco ed assessore al Commercio.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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