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Da Organizzatori

Domenica 9 Luglio quarta giornata al chiostro grande di San Paolo degli Emergency Days , la manifestazione organizzata dai volontari ferraresi di Emergncy per raccogliere fondi destinati al centro di maternità di Anabah in Afghanistan.
Si parte alle ore 18:30 con l’incontro pubblico dal titolo ‘La guerra è: con gli occhi dell’inviato’ a cui parteciperanno in qualità di relatori:
Barbara Schiavulli, inviata di guerra freelance per la maggior parte dei quotidiani, settimanali e mensili.
Annalisa Camilli, giornalista, dal 2014 segue i migranti in viaggio attraverso l’Europa e racconta le loro storie sul sito di Internazionale.
Linda Dorigo, fotografa, giornalista e documentarista, collabora con testate quali Le Monde, L’Espresso, Die Zeit, Al Jazeera, Marie Claire ed attualmente sta lavorando ad un progetto fotografico sull’identità curda.
L’incontro sarà moderato da Christian Elia, codirettore della rivista online Q Code Mag.
In serata a partire dalle ore 21 Federico Sirianni in concerto. Cantautore genovese adottato in età adulta da Torino. Ha vinto prestigiosi premi: Recanati della Critic, Bindi, Lunezia Doc ed è stato premiato dal Tenco come miglior esordiente.
Ha quattro dischi ufficiali all’attivo “Onde clandestine“, “Dal basso dei cieli” e “Nella prossima vita” realizzato con gli GnuQuartet e definito da molta critica “il disco italiano più bello del 2013” e centinaia di concerti alle spalle.
All’attività di cantautore scorre parallela quella di compositore di musiche per teatro e di autore/interprete di spettacoli di teatro-canzone .
Nel 2016 esce il suo ultimo album “Il Santo”: canzoni che raccontano frammenti di contemporaneità con gli occhi e l’anima di un essere umano che comincia ad avere più passato che futuro.
Dalle 22:30 Maldestro in concerto. Artista napoletano poliedrico, si dedica con successo al pianoforte,ma soprattutto al teatro, scrivendo oltre quindici opere e vincendo giovanissimo il premio Sipario e il premio Schegge di Teatro.
A ventotto anni pubblica alcune canzoni tra le quali “Sopra al tetto del comune” e “Dimmi come ti posso amare”, che gli faranno vincere numerosi premi (Ciampi, De André, SIAE, AFI, Palco Libero e Musicultura) e che saranno poi contenuti nel suo primo album “Non trovo le parole”, con il quale è arrivato secondo alla Targa Tenco come miglior album d’esordio.
A febbraio si classifica secondo nella sezione nuove proposte del Festival di Sanremo vincendo però numerosi premi tra i quali il premio della critica “Mia Martini”.
Il 24 marzo è uscito il suo ultimo disco “I Muri di Berlino”: un viaggio nelle sfumature dei sentimenti umani, dalle convivenze ai treni sbagliati, dalle paure alle speranze profonde. Poter sperare, di intravedere un futuro migliore, attraverso piccole crepe, che per rabbia o per amore, riusciamo a creare, disegnare, sui muri che tiriamo su dentro di noi.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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Francesco Monini
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