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da: ufficio stampa SBArcheo Emilia-Romagna

Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia-Romagna, Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna e Bal’Danza

“Musica, poesia e arte per Ferrara”, Omaggio a Thomas Walker – 2014 Anno VI

Domenica 23 novembre ore 16.30

Museo Archeologico Nazionale di Ferrara
Sala delle Carte geografiche del Palazzo di Ludovico il Moro
Via XX Settembre 122

ingresso museo € 5,00
Le Sonate per violino e pianoforte di Wolfgang Amadeus Mozart (1756 -1791)

Concerto di Caterina Demetz (violino) e Federica Bortoluzzi (pianoforte)

Nel penultimo appuntamento del 2014, Bal’danza e il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara offrono un concerto straordinario eseguito da due giovani ma già affermate musiciste.
Caterina Demetz al violino e Federica Bortoluzzi al pianoforte, presentano in anteprima il programma della loro prossima incisione discografica, le Sonate K304, 305, 378 e 379 di Mozart, composte fra il 1778 e il 1781 dal genio di Salisburgo.
Bal’danza realizza il concerto in collaborazione con la nota rivista musicale Amadeus che pubblicherà l’incisione nel 2015. Introduce il musicologo Ettore Napoli.

Sonata n. 22 in La maggiore K305 (1778)
Allegro molto – Tema con variazioni. Andante grazioso

Sonata n. 27 in Sol maggiore K379 (1781)
Adagio et Allegro – Tema con 6 variazioni. Andantino cantabile

Sonata n. 21 in mi minore K304 (1778)
Allegro – Tempo di Minuetto

Sonata n. 26 in Sib maggiore K378 (1779)
Allegro moderato – Andantino sostenuto e cantabile – Rondò. Allegro

In collaborazione con la rivista Amadeus. Al pubblico sarà data una copia omaggio dello speciale di Amadeus dedicato a Claudio Abbado

Prossimo e ultimo appuntamento dell’anno al Palazzo di Ludovico il Moro

Domenica 21 dicembre ore 16.30
Concerto di Natale
“Misa a Buenos Aires “ (MisaTango) di Martin Palmeri (Buenos Aires 1965)
per soprano, coro, pianoforte, bandoneon e contrabbasso
Coro ‘Ludus Vocalis’ di Ravenna, Stefano Sintoni direttore. Ritmi e disegni melodici latino-americani per i tradizionali auguri di Natale e Capodanno

per info segreteria@baldanza.eu
http://www.archeobologna.beniculturali.it/mostre/fe_conc_ott2014.htm

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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