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Da: Organizzatori

Fabrizia Amaini presenta Sopravvissi non so come alla notte il 19 gennaio a Ferrara

Il libro

Le donne che resistono alla guerra, non solo nella Resistenza ma nelle piccole resistenze che erano richieste quotidianamente a chi doveva portare avanti la famiglia, magari con l’assenza degli uomini. Sopravvissi non so come alla notte, di Fabrizia Amaini ed edito da Saecula edizioni, è ambientato nella campagna emiliana all’epoca del fascismo e fino alla sua caduta. La Storia che racconta è stata ricercata e documentata, anche grazie a dettagli come l’uso del dialetto locale, ma sono le piccole storie quelle che colpiscono il lettore. Storie che somigliano sotto diversi aspetti a quelle che vive chiunque si trovi nella stessa situazione, anche oggi.

La storia inizia quando zia Pinéta decide di affidare alla nipote la storia della sua vita: «Il suo romanzo di vita è la memoria di un periodo storico imperniato di crudeltà e indicibili orrori. Ѐ ambientato in una piccola frazione di campagna della pianura reggiana dove le difficili microstorie personali aiutano a capire la grande Storia, dal primo dopoguerra alla Liberazione», spiega l’autrice.

Anche per questo il volume è stato scelto per essere presentato alla rassegna Donna & Arte, a Palazzo Scroffa a Ferrara, dove si terrà una lettura il 19 gennaio alle 17.30.

Aggiunge Fabrizia Amaini: «Questo libro è un inno alla grandezza femminile. Le donne ne sono la colonna portante, il fondamento per raccontare il Novecento nei suoi crudeli anni della miseria, della dittatura e delle guerre. Per evidenziare l’ingiustizia di un tempo retrogrado, standardizzato e maschilista, in cui la donna era emarginata in un ruolo di moglie-madre, con obbligo di obbedienza e subordinazione all’uomo e con il veto di ricoprire un ruolo sociale. Le donne del libro vivono una realtà tribolata che le spinge a mettere in campo ognuna le proprie armi per provare a cambiarla col diritto e la giustizia».

Sulla manifestazione
Una esposizione di opere tutte al femminile per esaltare la passione, la forza e la determinazione, con cui le Donne riescono ad esprimere la loro interiorità e rendere visibile una concezione del mondo che spesso dimentichiamo. Un mondo di dolore ma anche di felicità, di peccato e santità, di solitudine e sorellanza, rappresentato senza falsità ne compromessi.
Nel corso della storia le Donne hanno costruito sempre delle fondamenta importanti per la crescita dell’umanità grazie alle loro opere e al loro impegno, con percorsi che nascono sottovoce per poi diventare suoni di trombe udibili in tutto il mondo. Il loro “talento creativo” è stimolato dalle piccole cose alle grandi idee, giornalmente e, quasi, per una necessità continua di sopravvivenza concreta ed emotiva. La Donna, sicuramente madre e alter ego dell’uomo, ancora oggi trova difficoltà ed impedimenti in tutte le espressioni lavorative e creative nella società e nella stessa famiglia, non peraltro continuano a crescere i fatti di femminicidio per questa sua “voglia di libertà” sia personale che sociale.
La situazione sta cambiando e le generazioni contemporanee hanno raggiunto una visibilità ed indipendenza di molto maggiore a quella delle nostre nonne. Ma la strada è lunga e ancora certi meccanismi restano in maggioranza in mano a uomini. Anche nell’arte ciò si verifica e la bravura di un’artista donna, per raggiungere una visibilità e notorietà ad alto livello, deve essere sicuramente molto, ma molto, superiore a quella maschile per emergere.
Lentamente la storia sta cambiando e le artiste stanno crescendo sia numericamente che nella loro affermazione, grazie anche a collezioniste e imprenditrici che, di pari passo, si sono affermate. E questa rassegna vuole proprio far assaggiare la presenza, tutta al femminile, di espressioni artistiche tra Arti visive, poesia, musica, teatro, e quant’altro abbia bisogno di sensazioni ed emozioni per esistere.

La casa editrice
Le Edizioni Saecula nascono nel 2008, come nuova branca di un precedente progetto che aveva lo scopo di creare un punto di riferimento e di scambio di conoscenze nel settore della Storia Antica e Medioevale.
Il ramo editoriale si specializza nell’ambito storico in senso più ampio, articolandone le tematiche in differenti collane dedicate, al fine di offrire spunti multidisciplinari verso orizzonti che sono, per certi versi, assolutamente sconfinati.
Quel che vorremmo riuscire a fare è dare voce alla Storia nel modo più ampio possibile, lasciandoci condurre dalle sue tracce, aprendoci a nuovi sguardi, offrendo nuovi spunti ai nostri lettori. A guidarci è sempre il medesimo obiettivo: stimolare il dialogo, il confronto, la ricerca sulle tematiche storiche.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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