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Da Coop Terremerse

L’ambito riconoscimento della Mutti è andato all’Azienda Sciuptina di Leonelli di Filo. Secondo posto per l’Azienda Tedaldi di Anita.

Si è svolta a Bologna nei giorni scorsi, a FICO Eataly World – Fabbrica Italiana COntadina, la consueta cerimonia organizzata da Mutti per la consegna del “Pomodorino d’Oro” ai migliori produttori di pomodoro dell’Area Nord.

Sono stati ben 4 i produttori di Terremerse e O.P. Pempacorer che hanno ricevuto i premi e fra questi anche il primo e secondo posto del podio, rispettivamente con l’Azienda Agricola Sciuptina di Leonelli, di Filo d’Argenta (FE), e l’Azienda Agricola Tedaldi Alessandro di Anita di Argenta (FE). Riconoscimenti anche per l’Azienda Ghirardelli Gabriele di San Giuseppe di Comacchio (FE) e la Cooperativa Agrisfera di Sant’Alberto (RA). Produttori che non sono nuovi a percepire dei premi per la qualità della loro produzione, a testimonianza del lavoro costante e quotidiano che le Aziende svolgono per produrre sempre prodotti al top.

Il “Pomodorino d’Oro” ha raggiunto la sua 18esima edizione e consiste nel premiare, fra i circa trecento conferenti di materia prima fresca, i 40 produttori che hanno consegnato il pomodoro migliore, rispondendo ad alcuni parametri come la dolcezza, le caratteristiche nutritive e organolettiche, il giusto grado di maturazione, l’attenzione nella raccolta. Criteri di valutazione condivisi con le associazioni dei produttori e le stesse aziende agricole. È questo il segreto di una catena che lega tutti i componenti della filiera, sino al consumatore: si lavora tutti per lo stesso obiettivo e soprattutto fieri di portare a tavola un prodotto eccellente che rappresenta l’identità alimentare e il cuore della dieta mediterranea, il tutto naturalmente made in Italy al 100%.

D’altra parte è ben conosciuta l’attenzione e l’impegno che la Mutti riserva alla materia prima, con un controllo accurato di tutto il processo produttivo e con un severo sistema di regole ben determinate, in tutte le fasi della filiera, che portano alla selezione solo del miglior pomodoro, trasformato in prodotti finiti con la tecnologia più avanzata sia dal punto di vista della sicurezza alimentare, sia della sostenibilità ambientale.

La Mutti pretende, quindi, la massima qualità dai coltivatori e ha fatto la scelta di riconoscerla pagando di più il pomodoro con un sistema aggiuntivo d’incentivi in denaro, che si sommano ai 130.000 € dei premi complessivi del “Pomodorino d’Oro”, eccellente esempio di come fare alta qualità non sia solo “a parole” ma di come venga ricompensata in maniera concreta. “Creare valore” non è solo uno slogan ma è una chiara dimostrazione d’impegno a costruire modelli vincenti sul mercato, valorizzando il lavoro dei produttori agricoli e dell’intera filiera.

Ufficio stampa e comunicazione Terremerse:
Elisa Morigi e Pierluigi Papi tel. 338 3648766 ppapi@terremerse.it

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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