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Da MoVimento5Stelle Ferrara

Il sistema di raccolta e gestione rifiuti licenziato dalla triangolazione ATERSIR, Hera ed Herambiente è stato pesantemente criticato dall’Autorità Nazionale Anti Corruzione (ANAC) che, nella delibera n° 626 del 7 giugno 2017 in seguito all’attività ispettiva eseguita presso le società Hera e sua partecipata Herambiente (al fine di acquisire elementi conoscitivi sull’attività contrattuale svolta nell’ultimo triennio nell’ambito della gestione del servizio integrato dei rifiuti e alla verifica del ricorso agli istituti delle proroghe e rinnovi), ha formulato un cahier des doléances estremamente preoccupante, inevitabilmente impattante su quanto avviene a Ferrara sul tema gestione rifiuti. Il Movimento 5 Stelle di Ferrara, con un Ordine del Giorno del consigliere Claudio Fochi, dopo aver evidenziato le criticità rilevate da ANAC su ATERSIR (di cui è presidente il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani), Hera ed Herambiente, chiede all’Amministrazione comunale di cambiare strada e svincolarsi dall’oppressivo monopolio di Hera, in termini di raccolta gestione e smaltimento rifiuti, per puntare piuttosto alla costituzione di una società in house, sul modello di Forlì e altre realtà più virtuose. Chiede inoltre di specificare i costi sostenuti per l’implementazione, per ora fallimentare, del nuovo sistema di raccolta a calotta e specificare quali saranno i costi di ricaduta sui cittadini nelle future bollette afferenti alla TARI. Infine, invita ad una implementazione virtuosa (esente da procedure monopolistiche) della raccolta porta a porta da estendere in tutta la Città. Fra le gravissime accuse mosse da ANAC nella delibera citata si evincono prassi e procedure davvero preoccupanti fra le quali le più gravi sono il prolungarsi del regime di prorogatio ad Hera per la quasi totalità delle convenzioni di affidamento del servizio di gestione dei rifiuti urbani, l’improprio vantaggio per la società affidataria, l’inefficienza dei principi di efficacia e speditezza dell’azione amministrativa ed equivoci sub affidamenti dei servizi da parte di Hera. Accusa molto grave è anche la violazione dei principi della libera concorrenza, con imposizione ai concorrenti della richiesta di requisiti discriminanti quali, ad esempio, quelli che pongono limitazioni territoriali ai fini della partecipazione alla gara. E tante altre osservazioni (poco edificanti) che riportiamo nell’Ordine del Giorno citato. È ora di cambiare strada nella gestione rifiuti a Ferrara, finora gestita con criteri monopolistici, ed è ora di puntare ad una politica ambientale completamente diversa che scardini le connivenze del triangolo ATERSIR-Hera-Comune di Ferrara, ancora imperniato, secondo quanto rilevato da ANAC, su prassi poco rispettose della normativa e incardinato sulla presenza anacronistica di un termovalorizzatore deputato a bruciare il più possibile. Riteniamo inoltre sia giunto il momento di spostare l’accento, con sinergie progettuali, dal “riciclo” al più virtuoso “riutilizzo”, anche attraverso politiche di esenzione fiscale, tema che ci proponiamo di approfondire.

Claudio Fochi, M5S Ferrara

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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