Skip to main content

“Continueremo ancora ad accettare caramelle dagli sconosciuti perché in cambio otteniamo servizi. Ma stiamo arrivando a saturazione. Il livello della glicemia – per così dire – è ormai al limite”. A sostenerlo è Giovanni Ziccardi dell’Università di Milano. “Del livello di violazione della privacy a cui siamo giunti a causa del sistematico e disinvolto impiego delle tecnologie e della rete – aggiunge – prenderemo piena coscienza grazie ai droni. Saranno miniaturizzati, della dimensione di un insetto, e si infiltreranno ovunque: per questo coloro che vogliono tutelare la privacy paradossalmente non ne ostacolano l’avvento, perché ritengono saranno la pietra dello scandalo che indurrà gli utenti ad aprire finalmente gli occhi”.

In effetti stiamo gradualmente ma inesorabilmente consegnando le chiavi di accesso alla nostre vite a chi gestisce i servizi di comunicazione, attraverso il web e le varie tecnologie che ci accompagnano passo a passo: numeri di telefono, indirizzi, profili personali, preferenze, abitudini, attitudini… Informazioni che combinate fra loro ci mettono a nudo. Temi, questi, che sono stati al centro dei dibattiti del Festival del giornalismo di Perugia che si è concluso domenica. A Facebook, Twitter e agli altri social media affidiamo i nostri profili identitari, riveliamo i nostri gusti, consegniamo le nostre immagini; per loro tramite diffondiamo le nostre idee e il nostro credo. I dati si incrociano e si intersecano. Quando utilizziamo i servizi forniamo ogni volta informazioni di base che consentono di porre in corrispondenza gli acquisti fatti, con i viaggi, con le petizioni sottoscritte, con la rete delle nostre amicizie, con i siti più frequentati. I sistemi di geolocalizzazione ci individuano in ogni spostamento. Siamo diventati trasparenti, facili prede per i venditori, facili bersagli per i controllori. Il Grande Fratello sorveglia le nostre esistenze, sa cosa vogliamo, sa cosa pensiamo. Ci controlla: può assecondare i nostri desideri o decidere di circoscrivere il nostro spazio di azione.

La denuncia di Edward Snowden (il tecnico informatico dei servizi segreti statunitensi che ha rivelato le strategie di controllo di massa attuate dai governi americano e britannico) ha confermato ciò che molti paventavano. L’utilizzo dei dati desunti dall’impiego di strumenti elettronici e tecnologici non solo è funzionale ad alimentare la catena del commercio ma funge anche da supporto per la schedatura di tutti i cittadini. I peggiori scenari preconizzati da Orwell o Huxley trovano drammatica conferma nella realtà. Il documentario ‘Citizenfour’ premiato a febbraio con l’Oscar e proiettato anche a Perugia durante le giornate del festival, rivela le ombre fosche e inquietanti del nostro presente.

In Italia, frattanto, il dibattito e l’azione politica si concentrano su privacy e disciplina di Internet. La presidente della Camera, Laura Boldrini, intervenuta a Perugia, ha illustrato i principi di base di una norma appena messa a punto del Parlamento. “Si tratta di una disciplina che ha lo scopo di regolamentare l’utilizzo del web, non certo quello di ingabbiarlo – ha assicurato -. Il senso del provvedimento è quello di fornire principi che garantiscano la tutela della cittadinanza digitale. So bene quanto sia importante Internet, anche grazie alla mia  precedente esperienza: quando mi è capitato – prima del mio incarico alla presidenza della Camera – di girare per il mondo visitando, per esempio, i campi profughi, ciò che i giovani chiedevano primo di ogni altra cosa era proprio internet, per avere la percezione di cosa c’era fuori da quel recinto. Quindi ho piena consapevolezza del valore dello strumento e della necessità di preservarlo libero”. Occorre, al contempo, fornire precisi riferimenti di garanzia per tutti, “una sorta di costituzione per la cittadinanza digitale”, come fra gli altri auspicato anche da Stefano Rodotà.

tag:

Sergio Gessi

Sergio Gessi (direttore responsabile), tentato dalla carriera in magistratura, ha optato per giornalismo e insegnamento (ora Etica della comunicazione a Unife): spara comunque giudizi, ma non sentenzia… A 7 anni già si industriava con la sua Olivetti, da allora non ha più smesso. Professionista dal ’93, ha scritto e diretto troppo: forse ha stancato, ma non è stanco! Ha fondato Ferraraitalia e Siti, quotidiano online dell’Associazione beni italiani patrimonio mondiale Unesco. Con incipiente senile nostalgia ricorda, fra gli altri, Ferrara & Ferrara, lo Spallino, Cambiare, l’Unità, il manifesto, Avvenimenti, la Nuova Venezia, la Cronaca di Verona, Portici, Econerre, Italia 7, Gambero Rosso, Luci della città e tutti i compagni di strada

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it