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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Appuntamento tra un anno nel Paese asiatico. Bonaccini: “Collaborazione in settori strategici”. Costi: “Solide relazioni commerciali e istituzionali”. Landi: “C’è interesse da parte delle imprese e un importante impegno sulla formazione”. Dong: “I punti di forza dell’Emilia-Romagna possono rispondere alle esigenze produttive del Vietnam”.

Una missione in Vietnam, l’anno prossimo, per la Regione Emilia-Romagna, insieme alle imprese e alle università. E’ stata annunciata oggi dal presidente Stefano Bonaccini nel corso dell’incontro con una delegazione guidata dal vice ministro della pianificazione e degli investimenti del Vietnam Dang Huy Dong, ricevuta a Bologna prima nel palazzo della Regione, insieme al presidente della Camera di commercio di Reggio Emilia Stefano Landi in rappresentanza di Unioncamere regionale, e poi nella sede di Unioncamere per una tavola rotonda dedicata ai distretti produttivi, alla presenza dell’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi.
“C’è piena sintonia e un interesse comune a consolidare la collaborazione con il Vietnam, proprio in quei settori strategici in cui l’Emilia-Romagna è pronta e possiede conoscenze e capacità di eccellenza”, ha spiegato Bonaccini. “Per questo lavoreremo ad un programma di progetti a medio e lungo termine e ad un protocollo che coinvolga le piccole e medie imprese, i centri di ricerca e le università. Il Vietnam è importante perché si tratta di un mercato di oltre 90 milioni abitanti, che cresce al ritmo del 6,5% annuo ed è la porta verso il Sud-Est asiatico: l’Asean (Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico) rappresenta infatti altri 600 milioni di persone e ha appena stretto rapporti commerciali e strategici con Cina e Giappone”.
Il viceministro vietnamita Dong, per la quinta volta in Italia e per la prima volta in Emilia-Romagna, ha sottolineato: “Si può sicuramente accelerare e rafforzare la già eccellente collaborazione specialmente nei punti di forza dell’Emilia-Romagna che possono rispondere alle esigenze produttive del Vietnam. La strada aperta è quella giusta e assicuriamo tutto il nostro supporto”.
“Da molti anni la Regione è impegnata nella costruzione di solide relazioni con il Vietnam a livello sia istituzionale sia commerciale”, ha aggiunto Costi. “Dopo packaging, meccanica e food processing, ora porteremo in Vietnam anche green economy, automotive e ceramiche e altri materiali”.
“Negli ultimi anni si è creato un rapporto continuativo e strutturato di collaborazione”, ha affermato Landi. “C’è stato un deciso incremento delle nostre imprese esportatrici verso il Vietnam, pari al 50% dal 2008, secondo un trend che può proseguire. Importante è l’impegno sulla formazione, che si esplicita negli accordi promossi dall’Università di Modena e Reggio con l’obiettivo di educare gli ingegneri vietnamiti a conoscere i nostri macchinari e incrementarne l’utilizzo. E’ un passaggio fondamentale per una collaborazione concreta finalizzata allo sviluppo”.
La delegazione nel pomeriggio e domani mattina visiterà alcune imprese in regione, mentre domani pomeriggio incontrerà l’assessore regionale all’Agricoltura Simona Caselli.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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