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Da: Provincia di Ferrara

Dopo le elezioni del 15 dicembre, i dodici nuovi eletti al Consiglio provinciale della Provincia di Ferrara sono otto della lista 1 (Ferrara Insieme), due della lista 2 (Uniti per Ferrara) e due della lista 3 (Noi per il territorio).
I nomi della lista Ferrara insieme che entrano in Consiglio sono: Tommaso Corradi (con 6.951 voti ponderali), Andrea Marchi (6.128), Sabina Mucchi (5.957), Antonio Fiorentini (5.247), Maria Teresa Romanini (4.711), Davide Bertolasi (4.532), Nicola Rossi (4.438) e Alberto Bova (4.240).
Per la lista Uniti per Ferrara, invece, entrano in Consiglio provinciale Francesca Piacentini (6.674) e Gino Soncini (4146).
Altrettanti sono i seggi assegnati alla lista Noi per il territorio, che vanno a Chiara Cavicchi (3.658) e Andrea Brancaleoni (2.799).
Fra sindaci e consiglieri comunali dei Comuni del territorio, 349 erano gli aventi diritto al voto, dei quali si sono recati al seggio allestito in Castello Estense in 247, con una percentuale dunque del 70,77 per cento.
I voti andati alla lista 1 Ferrara insieme sono stati 140, che moltiplicati per gli indici ponderati attribuiti ai vari comuni per fascia di popolazione sono diventati complessivamente 46.747.
Alla lista 2 Uniti per Ferrara sono andati 46 voti (15.423 ponderati), mentre la lista 3 Noi per il territorio ha totalizzato 60 voti (tradotti in 14.582 ponderati).
Il nuovo Consiglio provinciale, come stabilito dalla legge Delrio che ha riformato nel 2014 le Province trasformandole in enti di secondo livello (perciò non più a elezione diretta dei cittadini), dura in carica due anni.
A scadenza del prossimo biennio la Provincia di Ferrara tornerà al voto per rinnovare Consiglio e presidente della Provincia che, invece, rimane in carica quattro anni.
L’insediamento ufficiale del nuovo Consiglio provinciale di Ferrara è in calendario venerdì 23 dicembre alle 11 nella sala consiliare in Castello Estense

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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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