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Per il 2017 di “Ferrara in Jazz”, la rassegna di appuntamenti musicali al Torrione San Giovanni giunta alla sua diciottesima edizione, l’associazione culturale Jazz Club Ferrara apre le porte ad altre forme di espressione, musicali e non. Il programma è stato presentato in una gelida conferenza stampa nella mattinata di lunedì: saranno gli oltre 40 concerti in programma da gennaio ad aprile a riscaldare l’atmosfera, con protagonisti nuovi talenti e figure già consolidate, dando libero sfogo anche ad altre forme artistiche quali il teatro, la fotografia e, perché no, la gastronomia.

L’apertura di questa seconda parte della stagione di concerti è prevista per venerdì 20 gennaio e spetta al celebre trio statunitense formato da Larry Goldings all’organo, Peter Bernstein alla chitarra e Bill Steward alla batteria.
A seguire, torneranno i lunedì del “Monday Night Raw” arricchiti da jam sessions e dedicati alla scoperta di nuovi talenti e progetti musicali. Non solo, immancabile il live mensile della Tower Jazz Composers Orchestra, la grande band del Torrione guidata da Alfonso Santimone e Piero Bittolo Bon.
I venerdì saranno invece accesi dagli appuntamenti di “Somethin’Else” nei quali si esploreranno nuovi sentieri gastronomico-musicali e persino una punta di elettronica, grazie anche alla neonata collaborazione con l’Associazione Reverb. Particolare importanza, come hanno sottolineato gli organizzatori, avrà il primo concerto, venerdì 27 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria, che vedrà esibirsi l’ensemble Naigarten Klezmer: Filippo Plancher, voce; Emilio Vallorani, flauto e ottavino; Gianluca Fortini, clarinetto; Salvatore Sansone, fisarmonica; Agostino Ciraci, contrabbasso; Gianluigi Paganelli, basso tuba; Giovanni Tufano, chitarra e percussioni. La serata inizierà con una cena a base di piatti tradizionali della cultura ebraica.

Imperdibili gli appuntamenti del grande jazz che si terranno ogni sabato sera. Dave King Trio, Ben Wendel Group, Eddie Henderson Quartet sono solo alcuni nomi dei musicisti che si alterneranno sul palco del Torrione.
Non mancherà una serata all’insegna del grande jazz italiano con il Trio Bobo che si esibirà il 4 febbraio. A partire da questa data inoltre, verrà inaugurata la personale del fotografo Roberto Cifarelli dal titolo “Le strade del jazz” che andrà a sostituire l’attuale esposizione “Note in bianco e nero” di Michele Bordoni.

Con “Jazz goes to college” il Ferrara Jazz Club rinnova le collaborazioni con il Conservatorio G. Frescobaldi e l’Associazione Musicisti Ferraresi: produzioni originali in cui alcuni dei migliori allievi affiancheranno non solo i docenti, ma anche gli ospiti speciali. E poi ci sono i nuovi arrivi, come Ferrara Off, grazie al quale si compone una vivace sinfonia tra teatro e musica: domenica 26 febbraio alle 18.00 lo spazio teatrale di viale Alfonso I d’Este ospiterà una serata di musica e poesia con il clarinettista romano Marco Colonna e Alberto Masala, poeta e scrittore sardo.

Tante proposte diverse, ognuna di grande qualità, che hanno portato al riconoscimento dell’americano DownBeat Magazine, ottenuto per il secondo anno consecutivo dal nostro Torrione come una delle migliori location di musica jazz. Con orgoglio ne ha parlato in conferenza l’assessore alla cultura e vicesindaco di Ferrara Massimo Maisto: “Il Jazz Club vince premi perché è in un posto bellissimo di cui la gente si innamora, ma soprattutto per la qualità della proposte che offre. Qualità non solo dell’accoglienza, ma anche dei rapporti che il Jazz Club intrattiene fra nuove e vecchie collaborazioni.”
L’associazione non può che ritenersi soddisfatta non solo per la qualità della musica, ma anche per l’affluenza del pubblico alle sessioni precedenti, confermata dal cospicuo numero degli iscritti: “Con le nuove collaborazioni e con i suoi più di 3000 soci –  ha concluso Maisto – sarebbe un errore pensare al Jazz Club come un posto elitario e per pochi appassionati”.

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Chiara Argelli


PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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