Skip to main content

da: ufficio stampa Coldiretti Emilia-Romagna

Le aziende vincitrici della selezione Emilia-Romagna di Oscar Green. Menzione speciale ad un’azienda ferrarese.

C’è chi ha colto la palla al balzo di vivere nel Paese primo trasformatore al mondo di cachemere e si è messo ad allevare capre d razza “hircus” e chi ha deciso di assicurare pesce freschissimo, portandolo a domicilio appena sbarcato. Sono queste alcune delle idee innovative creative che battono la crisi e inventano un mestiere che hanno vinto la selezione regionale dell’Emilia Romagna di Oscar Green, il premio per l’innovazione delle aziende giovani promosso da Coldiretti Giovani Impresa sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica e il ministero delle Politiche Agricole, che è stato consegnato al padiglione di Coldiretti ad Expo 2015, alla presenza del presidente nazionale di Coldiretti, Roberto Moncalvo, del presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello, dell’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli.
Il premio è la prova del profondo processo di innovazione in atto nelle campagne dell’Emilia Romagna, dove negli ultimi quattro anni, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Unioncamere, si sono iscritte al registro delle imprese delle Camere di Commercio 887 nuove aziende, con una media superiore a 220 l’anno, a conferma che nella campagne emiliano romagnole l’agricoltura offre ai giovani nuove opportunità di impresa e di occupazione.
A testimoniare l’inventiva dei giovani – commenta Coldiretti Emilia Romagna – c’è chi come Benvenuta Floriana Messina di Imola (Bologna), con il marito Gian Luca Cellini, ha avviato l’attività di allevamento di capre di razza “hircus”, capra di antica origine mongolica, unica razza per produrre lana per il prezioso cachemere. Pochi sanno – spiega Coldiretti – che l’Italia è il primo Paese trasformatore di questo prezioso tessuto, uno dei vanti della moda nazionale. Floriana e Gianluca hanno deciso di diventare fornitori delle imprese che lavorano la lana e si sono messi ad allevare le capre sulle balze del primo Appennino romagnolo, in Comune di Dovadola (Forlì-Cesena), dove gli animali svolgono anche un importante lavoro di pulizia del sottobosco. I giovani pescatori della cooperativa Armatori ed Operatori della Pesca di Cesenatico (Forlì-Cesena) hanno invece deciso di valorizzare il pesce freschissimo pescato con la loro barca per portarlo a casa delle famiglie e si sono attrezzati con un apposito furgone per recapitarlo direttamente a domicilio dove, se richiesto, forniscono anche utili consigli su come il pesce deve essere pulito e cucinato. A Marano sul Panaro (Modena), l’azienda di Gabriele Zannini, 32 anni, è nata invece nel 2014 con l’obiettivo di coltivare il luppolo, una delle materie prime per la produzione di birra, la cui produzione a livello nazionale è scarsa, nonostante la forte domanda. Si tratta di una start up avviata in collaborazione con l’università di Parma e il Comune di Marano sul Panaro. A Vernasca (Piacenza) Fabio Pini, 33 anni si è dedicato agli asini, con il loro latte ricava saponette per un bagno di bellezza, come l’imperatrice Poppea, e sta progettando la creazione di shampoo e creme. La “Fondazione Nuovo Villaggio del Fanciullo” di Ravenna si è aggiudicato il premio speciale “Paese Amico” per la sua attività di recupero di giovani disadattati attraverso la coltivazione dei prodotti agricoli, in particolare ortaggi che vengono venduti direttamente nel mercato contadino del “Villaggio”.
La molteplicità delle innovazioni ha spinto gli organizzatori di Coldiretti Giovani Impresa Emilia Romagna” a prevedere tre menzioni speciali: una per “l’innovazioni di prodotto” all’allevamento di maiali “La Bosca” di Flavio Piazzi, che in quel di Ferrara produce cotechini precotti da maiali alimentati solo con produzioni aziendali; la seconda, l’azienda agricola Alice Saccani; per “ambiente e benessere animale” con l’allevamento a terra di galline ovaiole in zone svantaggiata dell’Appennino parmense; la terza per l’azienda più giovane ai tre fratelli Ferrari (80 anni in tre) di Reggio Emilia con una azienda multifunzionale che produce Parmigiano Reggiano, vino, aceto balsamico, frutta e confetture.
Si tratta – commenta Coldiretti Emilia Romagna – di testimonianze del profondo processo di rinnovamento green in atto nelle campagne in Emilia Romagna dove l’8 per cento dei titolari d’impresa ha meno di 40 anni ed è alla guida di 5.800 imprese. Di queste circa il 70 per cento – continua Coldiretti – opera in attività multifunzionali: dall’agriturismo alle fattorie didattiche, dalla vendita diretta alla trasformazione aziendale.
“Oggi nelle campagne il lavoro c’è sia per chi vuole intraprendere con idee innovative che per chi vuole trovare una occupazione anche temporanea” ha dichiarato il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello, sottolineando che “l’ esperienza dimostra che molti giovani hanno saputo riconoscere ed incarnare le potenzialità del territorio trovando opportunità occupazionali ma anche una migliore qualità della vita”.

TUTTI I VINCITORI DELLA SELEZIONE OSCAR GREEN 2015 DELL’EMILIA ROMAGNA

CATEGORIA “FARE RETE”

LA LANA DI CACHEMERE PRODOTTA IN ITALIA
Bologna – di Floriana Benvenuta Messina

L’origine è nella lontana Mongolia, ma si è poi diffuso in tutto il mondo per la morbidezza e l’eleganza dei tessuti che se ne ricavano. Le capre di razza “Hircus” adesso vengono allevate anche in Italia, maggiore trasformatore di la di cachemere. L’Idea di allevarle è venuta a Floriana Benvenuta Cellini e a suo marito Gian Luca Cellini, di Imola (Bologna). Hanno aperto un allevamento di capre da cui “pettinano” il vello per trasformarli in maglie, maglioni, guanti, cappelli e sciarpe.
Agricoltura e tecnologia insieme per realizzare un prodotto ricercato di moda, attento al design made in italy, venduto in Italia ed all’estero. La rete, la sinergia tra l’impresa agricola e quella artigianale, ha saputo massimizzare il vantaggio economico da me realizzato e le attese, le esigenze di acquisto dei consumatori finali.

CATEGORIA “CAMPAGNA AMICA”

IL PESCE A DOMICILIO
Forlì-Cesena – Cooperativa Armatori ed Operatori della Pesca

Per chi vuole il pesce freschissimo a casa, la Cooperativa Armatori e Operatori della Pesca di Cesenatico arriva a domicilio con il pesce appena pescato sulla loro barca e, se richiesto, forniscono anche utili consigli su come il pesce deve essere pulito e cucinato. È un progetto di porta a porta che salvaguarda il reddito, incentiva il consumo del pesce dell’Adriatico con una grande attenzione alla sostenibilità, a tutela dell’ambiente.
Con l’utilizzo di un mezzo, i pescatori riescono a consegnare a domicilio il pesce ordinato dai clienti, affinché tutti, anche i più lontani, possano gustare dell’ottimo pesce del nostro mare.

CATEGORIA “IMPRESA 2.TERRA”

LUPPOLO ITALIANO PER BIRRA ITALIANA
Modena – azienda Gabriele Zannini

Poiché anche in Italia cresce la domanda di luppolo per produrre birra, Gabriele Zannini, 32 anni nel 2014 ha deciso di produrre la materia prima. A livello nazionale infatti la produzione scarseggia nonostante la forte domanda. Attualmente i birrifici italiani utilizzano prevalentemente luppoli stranieri perché il luppolo nazionale attualmente è quasi inesistente, nonostante la fascia climatica italiana offra le condizioni ottimali.
La start up di Zannini ha origine dal progetto di ricerca avviato dall’Università di Parma e dal Comune di Marano sul Panaro (Mo). Oggi il mercato della birra artigianale è in piena esplosione, opposta controtendenza con la situazione economica generale, l’azienda riprende questa coltivazione storica in ottica moderna: ha l’obiettivo di sviluppare una filiera locale di produttori, investe nel settore della green economy e nella modernizzazione sostenibile del comparto agricolo; inoltre vanta certificazione biologica e coltiva con sistema biodinamico, in partnership con alcuni dei principali birrifici italiani.

CATEGORIA “WE GREEN”

LA BELLEZZA DAL LATTE D’ASINA
Piacenza – “La fonte di Sasano” di Fabio Pini

Dagli asini, che si alimentano con foraggi aziendali della collina Piacentina, Fabio Pini ha tratto l’ispirazione per fare prodotti di bellezza alla maniera di Poppea, con latte d’asina. All’ interno dell’azienda ha realizzato un punto vendita nel quale commercializza tutti i prodotti di sua produzione. L’azienda è certificata biologica ed è curata secondo i canoni di un’ agricoltura moderna completamente sostenibile e attenta al territorio

CATEGORIA “PAESE AMICO”

L’AGRICOLTURA COME TERAPIA PER GIOVANI DISADATTATI
Ravenna – “Fondazione Nuovo Villaggio del Fanciullo”

La Fondazione Nuovo Villaggio del Fanciullo si occupa del recupero di giovani disadattati e ha scoperto l’importanza della coltivazione dei prodotti agricoli (orto di campagna amica) come strumento didattico e formativo della personalità umana. I giovani sono guidati nelle attività teoriche e pratiche sul terreno e scoprono il piacere di coltivare la terra con metodi di agricoltura sostenibile, seguendo la crescita nel corso dei mesi e raccogliendo gli ortaggi.
Per chiudere il cerchio, gli ortaggi vengono venduti direttamente nel mercato contadino realizzato nel villaggio quale momento importante di relazione con l’esterno.

MENZIONE SPECIALE “INNOVAZIONE DI PRODOTTO”

IL COTECHINO DEL CONTADINO
Ferrara – azienda “La Bosca” di Flavio Piazzi

Produrre cotechini pre-cotti tutti da carne di maiali allevati con materie prime quali farine di mais, cereali e crusca, prodotti direttamente in azienda e quindi di provenienza garantita, ciò consente di avere una qualità di assoluta eccellenza. Le carni sono lavorate nel laboratorio autorizzato ricavato nei locali dell’azienda, dove trova posto anche il punto vendita diretta al consumatore accreditato Campagna Amica.
La società agricola “La Bosca” è ubicata nella pianura ferrarese, a circa 10 km dal centro cittadino; si estende per una superficie di circa 13 ettari di cui una metà investiti a frutteto. È condotta dalla famiglia Piazzi ed in particolar modo dal giovane Marcello, che ha saputo portare la propria vitalità e grinta in azienda.
Da qualche anno La Bosca ha deciso di investire su una gustosa tradizione storica della famiglia Piazzi, l’allevamento di suini e la produzione di insaccati tipici della gastronomia ferrarese, quali salami all’aglio, salamine da sugo, prosciutto, pancetta e, appunto cotechini pre-cotti.

MENZIONE SPECIALE “AMBIENTE E BENESSERE ANIMALE”

LE OVAIOLE CHE SALVANO LA MONTAGNA
Parma – azienda Alice Saccani

Nella sua azienda Alice alleva gallina ovaiole in zona svantaggiata di montagna, più precisamente in località Bergotto Comune di Berceto ad una altitudine di 700 metri s.l.m.
E un allevamento a terra di ultima generazione con il massimo del benessere animale, e esegue tre cicli con un numero di 1.500 capi a ciclo. L’a azienda esegue vendita diretta tramite i mercati Campagna Amica e con canali di sbocco in alcuni negozi e anche con la grande distribuzione.

MENZIONE SPECIALE “L’AZIENDA PIÙ GIOVANE”

80 ANNI IN TRE PER L’AGRICOLTURA MULTIFUNZIONALE
Reggio Emilia – azienda Ferrari

Alex, Tomas e Maikol Ferrari hanno 80 anni in tre, ma hanno, grazie ai genitori un’azienda ben strutturata e multifunzionale. Storia di tradizione, la loro, passione per il lavoro, rispetto della natura tramandata dai bisnonni da oltre un secolo. I tre fratelli hanno dato un contributo fondamentale per ammodernare e innovare l’azienda, integrandola con la vendita diretta.
Ciò che li ha spinti verso questa attività è stata la volontà di diversificare l’attività agricola, rimanendo sempre connessi a coltivazione e allevamento. La famiglia, la terra, la voglia di crescere sono elementi dai quali nasce un sentimento che si esprime in passione e si traduce nei prodotti aziendali. La stalla produce latte per Parmigiano Reggiano, veduto direttamente, e carne trasformata in salumi. Dai vigneti ricavano Lambrusco e dalla acetificazione dell’uva Aceto Balsamico. Dalle piante da frutta e dall’orto producono confetture e giardiniere trasformate direttamente nel loro laboratorio dove producono anche pasta fresca. Tutto venduto nel punto Campagna Amica.

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it