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da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Ferrara. Ieri, oggi e l’altro ieri (Faust Edizioni, 2015). E’ questo il titolo di esordio a scrittore di Paolo Maietti, ingegnere ferrarese, per oltre trent’anni docente all’IPSIA, campione di bridge e con un passato da sportivo alle spalle che verrà presentato in prima assoluta domani giovedì 4 giugno alle ore 17, in Biblioteca Ariostea (Sala Agnelli, via delle Scienze 17).

Dialogheranno con l’autore Gina Nalini Montanari, Ricercatrice storica e scrittrice che ha curato la prefazione, e Andrea Maggi, Responsabile dell’Ufficio Comunicazione ed Eventi, autore della postfazione. Interverrà anche Maria Chiara Lega, Presidente dell’Associazione “Servizio Accoglienza alla Vita” (S.A.V.) Ferrara, cui l’autore devolverà parte dei suoi proventi. Sarà presente l’editore Fausto Bassini.

“L’autore, protagonista o testimone partecipe, narra in prima persona episodi, avvenimenti, storie incatenate l’una all’altra con naturalezza, senza, peraltro, limitarsi a una cronaca strettamente autobiografica, perché in quei ricordi vibra un senso preciso e sentito della vita; vi è in essi una memoria personale che subito si fa memoria collettiva e sfuma nella storia universale”. (Dalla prefazione di Gina Nalini Montanari)

“ In ogni pagina evoca un intero mondo e ci consente di non perdere la memoria delle nostre storie (che sono poi le nostre radici) e di ricordarci come tutto il mondo possa stare anche in un angolo della pianura padana, di come in sella a una bicicletta, senza allontanarsi dall’ombra della propria casa, si possa conoscere il genere umano alla pari (se non meglio) di chi viaggia per continenti. “ (Dalla postfazione di Andrea Maggi)

Paolo Maietti. Laureato in ingegneria elettronica a Bologna, è stato docente all’IPSIA di Ferrara per oltre trent’anni. Ha rappresentato tre volte l’Italia nei campionati europei a coppie di bridge e, dal 1958 al 1970, ha militato nel sestetto base della principale squadra di pallavolo ferrarese. E’ stato medaglia d’oro CONI regionale nel 2005 per meriti sportivi e medaglia d’oro dell’AVIS nel 1997 come donatore di sangue. Ha tre figli e sei nipoti.

La presentazione del libro “Ferrara ieri, oggi, l’altro ieri” è il secondo appuntamento, dopo Francesco Scafuri con il suo ultimo volume “Alla ricerca della Ferrara perduta”, di un Trittico di Incontri con l’Autore, promossi dall’Università di Ferrara, dalla casa editrice Faust Edizioni in collaborazione con Associazioni del territorio. Terzo appuntamento il 12 giugno alle ore 18.30 (Salone d’Onore di Palazzo Roverella, c.so Giovecca 47), con Folco Quilici sul tema “Ferrara nel cuore”.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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