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da: Alice Bolognesi

Lunedì 31 maggio ci sarà un doppio appuntamento, organizzato dal Festival dei Diritti di Ferrara, dedicato al libro Wislawa Szymborska, si dà il caso che io sia qui di Alice Milani. alle ore 17.30 presso la libreria LaFeltrinelli (via Garibaldi, 30 – Ferrara) l’autrice presenterà il suo lavoro e ne parlerà con Matteo Bianchi, scrittore e giornalista. Successivamente, alle ore 19.00, verrà inaugurata all’interno dell’ Associazione IlTurco (via del Turco, 39 – Ferrara) la mostra delle tavole originali del libro dedicato alla ricostruzione biografica della poetessa polacca, premiata con il Nobel nel 1996. La mostra sarà visitabile dal 31 maggio al 12 giugno.
orari. Lun-ven: 9 – 19

Lunedì 31 maggio: WISLAWA SZYMBORSKA,SI DÀ IL CASO CHE IO SIA QUI di Alice Milani

“Il mio vestito è semplice, le scarpe un po’ consumate, ma io sono felice, oggi mi sposo con Adam. Festeggeremo assieme ai nostri amici, con un caffè o un piccolo brindisi. Abbiamo così pochi soldi, ma non importa.” Lei e Adam andranno a vivere nella Casa dei Letterati, a contatto con i più importanti scrittorie pensatori polacchi.
Wislawa Szymborska, si dà il caso che io sia qui di Alice Milani, pubblicato da BeccoGiallo, racconta la vita della poetessa polacca dal primo matrimonio e trasloco nella Casa dei Letterati di Cracovia nel 1948 fino al premio Nobel per la letteratura, conferitole nel 1996. Dopo un inizio modesto ma pieno di entusiasmo e fiducia nel governo socialista polacco e nelle sue istituzioni culturali, Szymborska diventa sempre più complessa e forte. La crescente consapevolezza della soppressione delle voci dissidenti la porta fino al distacco dal partito e alla conseguente perdita del lavoro che aveva nel giornale letterario ufficiale. La sua riflessione sulla condizione umana non viene certo arrestata dalla disapprovazione del regime, e Szymborska continua a costruire la sua visione tanto attraverso la poesia quanto con il linguaggio visuale del collage. Questo è chiaramente stato un punto di contatto molto forte per Milani, che ha usato questa tecnica nel fumetto per esplorare momenti significativi di crescita della giovinezza della poetessa.

Alice Milani (Pisa, 1986) ha studiato pittura all’Accademia Albertina di Torino e si è specializzata in incisione all’ENSAV La Cambre di Bruxelles. Fa parte dal 2010 del collettivo di disegnatori La Trama Autoproduzioni, per il quale contribuisce ai progetti Coppie miste #1, #2 e #3. Ha pubblicato storie brevi su Lo straniero, Delebile e Turkey Comics.

Il Festival dei Diritti di Ferrara, nato nel 2002, ha l’obiettivo di promuovere e difendere i diritti umani, il diritto al lavoro, alla casa, alla salute, all’alimentazione, all’acqua, all’informazione, alla cultura per tutte le popolazioni del mondo. È finanziato da Regione Emilia Romagna, Provincia e Comune di Ferrara, CGIL e NEXUS. Il Comitato promotore è formato da ARCI Regione Emilia Romagna (capofila), ARCI Ferrara, CGIL, NEXUS, Associazione Luogo Comune, Cittadini del mondo, IBO Italia, Oltreconfine, Teatro Nucleo, UDI Ferrara.

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Arci Ferrara


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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