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IL FESTIVAL
Il Festival del Cinema Latino Americano, realizzato dall’Associazione per la Promozione della Cultura Latino Americana in Italia (A.P.C.L.A.I.), si è configurato nel tempo come l’appuntamento cinematografico più attento all’evoluzione dei linguaggi, ai nuovi cineasti, ma anche alla conservazione e promozione della memoria storica e alle problematiche che attanagliano, frenano o aprono prospettive di libertà e diritti civili in America Latina.
Lo spazio dedicato al cinema latinoamericano in Italia e nel più ampio contesto europeo risulta da sempre episodico oppure, nella migliore delle ipotesi, piuttosto settoriale. Anche le problematiche relative alla produzione dell’audiovisivo nel subcontinente americano e i rilievi artistici di quelle cinematografie sono da sempre piuttosto disattesi presso gli appuntamenti di maggior interesse divulgativo e relegati, al più, a dibattiti e seminari di minor impatto massmediologico.
Per offrire uno spazio adeguato e significativo prima d’allora vacante, l’A.P.C.L.A.I. ha inteso creare e riproporre con scadenza annuale una manifestazione in grado di condividere un panorama vasto e rappresentativo di quel cinema a lungo confinato ai buoni intenti di poche trincee culturali o a qualche episodico bagliore di più ampia conoscenza: da qui, il Festival del Cinema Latino Americano che quest’anno, nel mese di Ottobre, giungerà alla 30ª edizione.
La manifestazione si svolge ogni anno nella città di Trieste: la prossima edizione 2015 avrà luogo dal 17 al 25 ottobre, presso il Museo Revoltella, il Centro Culturale Knulp e il Teatro dei Fabbri, nella stupenda cornice del centro cittadino. Il Festival viene tradizionalmente accompagnato da una serie di eventi collaterali (seminari, mostre, incontri con gli autori…) che contribuiscono a conferire un respiro di maggiore rappresentatività all’unica manifestazione del genere in ambito comunitario integralmente dedicata all’America Latina, al suo cinema e alle tante proiezioni culturali che raggiungono l’Italia e le nostre sale solo in modo episodico e raramente strutturato.
Alle sezioni competitive del Concorso Ufficiale (lungometraggi di recente produzione, inediti in Italia) e di Contemporanea (ricco contenitore multimediale che prevede anche una sottosezione fuori concorso e che raccoglie opere di natura eterogenea per varietà di formato, di lunghezza – lungo, medio e cortometraggio -, di genere, di provenienza, di matrice stilistica e contenutistica, di periodo e realizzazione, offrendo una carrellata di immagini sul continente che trattano aspetti geografici, antropologici, storici, politici, religiosi, sociali, economici della cultura latinoamericana, tanto nella forma tradizionale del documentario, quanto nella docu-fiction o nella fiction vera e propria), si affiancano altre proposte che intendono rappresentare un incontro significativo con la cultura non solo cinematografica latinoamericana. In questa dimensione, da anni il Festival, vero ponte culturale fra Italia e America Latina e, di conseguenza, anche preziosa occasione di promozione di questo Paese oltre oceano, prevede nella propria programmazione la consegna di premi prestigiosi: il Premio Malvinas (all’opera che meglio promuova la convivenza tra i popoli e il Diritto internazionale) e il Premio Salvador Allende, che allargano la prospettiva storica a quella della difesa dei diritti civili e della nobiltà della politica; il Premio Oriundi che ogni anno viene conferito a personalità con ascendenze italiane che hanno dato prestigio, nei differenti campi di competenza, all’Italia in terra latinoamericana; il Premio Mundo Latino per la migliore opera a carattere storico, deciso da una giuria di studenti del Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico;
di recente introduzione, poi, il Premio al Miglior Film di Genere.

La manifestazione, quindi, valorizza da oltre un ventennio singoli cineasti, intere produzioni, stili ed opere che rappresentano un patrimonio unico nella storia del cinema, sottolineando l’importanza di proporre a un pubblico sempre più vasto ampi settori di contenuto nei quali individuare personali di maestri del cinema, espressione delle varie scuole latinoamericane, ma anche spunti tematici e riflessioni sulle tante sfaccettature dell’universo culturale d’oltreoceano: ben rappresentato, questo, da opere in pellicola, ma anche dal mondo variegato e reattivo del video, capace di molteplici sollecitazioni e indissolubile dalle attuali modalità di fruizione dell’audiovisivo.
Il Festival, inoltre, ha sempre dedicato uno spazio importante alla presentazione di opere che qualificassero il lavoro degli oriundi italiani in America Latina (registi, produttori, sceneggiatori, attori, operatori del settore a vario titolo) e che rinsaldassero i legami culturali con il nuovo continente attraverso il filo comune dell’appartenenza alle medesime radici. Parimenti, l’A.P.C.L.A.I. si è sempre prodigata nel sostenere anche in America Latina iniziative cinematografiche e culturali in genere finalizzate a rinsaldare i rapporti fra l’Italia e gli oriundi d’oltreoceano, considerando fondamentale la persistenza della memoria e la sua difesa e valorizzazione oltre ogni barriera geografica o culturale.
Ha cercato, quindi, di istituire e consolidare nel tempo un ponte culturale a partire dal cinema, arte capace di rappresentare la realtà e le peculiarità nazionali in modo diretto, raffinato e divulgativo nel contempo, considerando il Festival di Trieste una finestra aperta, offerta a tutti gli artisti che intendessero recuperare il rapporto con la terra d’origine attraverso uno spazio integrale di diffusione delle proprie opere.L’obiettivo delle azioni e dei programmi elaborati dal Festival del Cinema Latino Americano è essenzialmente quello di colmare la grave lacuna in materia di cooperazione multilaterale tra Italia e America Latina per tutto quanto attiene al cinema e di rappresentare un punto tra l’Italia ed i cineasti latinoamericani d’origine italiana, alla cui produzione dedichiamo ogni anno un’apposita sezione.
Il lungo e, non di rado, impervio cammino intrapreso che ci ha condotti fino all’imminente edizione 2015 è stato confortato dalla prestigiosa e proficua collaborazione di molte Istituzioni cinematografiche e culturali, in America Latina come in Europa, che hanno contribuito fattivamente alla miglior configurazione e realizzazione di settori di contenuto i quali, di anno in anno, hanno fatto parte della ricca programmazione di un Festival articolato in sezioni competitive e non, dedicate al lungometraggio, al cortometraggio e al video.
Il Festival, patrocinato dall’Istituto Italo-Latino Americano, dal Ministero degli Affari Esteri e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è la più vasta rassegna in Europa sulla produzione audiovisiva dell’America Latina, promossa da APCLAI (Associazione per la Promozione della Cultura Latino Americana in Italia) con il contributo di Regione Friuli Venezia Giulia, Provincia di Trieste, Comune di Trieste, Museo Revoltella e Camera di Commercio; con la collaborazione di: Centro Internazionale di Fisica Teorica dell’ONU, Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico, Fondazione Logos, Università di Trieste e Scuola di Interpreti e Traduttori di Trieste.
Il Festival tra l’altro a sottoscritto convenzioni con 6 atenei italiani (Università di Trieste, IUAV e Cà Foscari a Venezia, Università di Bologna e le scuole per Interpreti e Traduttori di Trieste e di Bologna, sede a Forlì).

ASPETTO ORGANIZZATIVO
Il Festival presenta ogni anno oltre 80 film. Nelle sezioni competitive i film sono tutti di recenti produzione. Grazie alle convenzione con la Scuola per Interpreti e Traduttori di Trieste il Festival presenta ogni anno i film sottotitolati in italiano in tutte le sezioni competitive (Ufficiale e Contemporanea; gli Eventi Speciali e la Retrospettiva). In totale non sono meno di 45 film ogni anno. Per gli studenti non sono solo crediti, ma nella maggior parte dei casi sono tesi di laurea. Il coordinamento è di responsabilità dei docenti di spagnolo della Scuola.

ASPETTO FINANZIARIO
Al Festival contribuiscono economicamente gli enti locali della Regione Friuli Venezia Giulia (50%); istituzioni internazionali (IILA, Ministeri degli Esteri e della Cultura dell’America Latina), Istituti di Cinematografia del subcontinente e l’Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM), la più grande dell’America Latina (30%), e sponsor privati (Fondazione Logos ed altri), il resto sono i proventi degli incassi del pubblico e dei soci dell’APCLAI.

PUBBLICO
Il Festival si tiene in 3 sale, con una capienza complessiva di 400 posti, che ogni serata registra l’80% di partecipazione. Si deve tener presente inoltre che le giurie dei premi Malvinas e Mondo Latino interessano ogni anno oltre 80 studenti dei licei che a Trieste insegnano lo spagnolo (Carducci, Nordio e Petrarca) nonché il Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico.

STAMPA
Oltre all’impatto sulla stampa locale e nazionale, si deve aggiungere il forte impatto che si riesce ad ottenere in tutto il mondo ispano-americano e non solo per il fatto che il Festival è il più longevo che si tiene in Europa dopo quello di Huelva (Spagna). Un contributo determinate lo svolgono le rappresentanze diplomatiche (sono tutte coinvolte) nel diffondere la manifestazione nei loro rispettivi paesi, ma innanzitutto le due piattaforme su cui conta il Festival. In Italia Arcoiris.TV (che è frequentata da oltre 50.00 persone ogni giorno) e in America Latina RadioTV Bio Bio (Cile), la cui frequentazione è oltre il doppio di Arcoiris. In entrambe queste piattaforme il festival ha creato delle cineteche on line e durante il Festival è previsto il Premio del Pubblico on line.
Infine, l’APCLAI nel corso del tempo ha creato una Cineteca che conta con oltre 23.000 film in ogni formato (i locali, inadeguati, sono a Marghera, Venezia). E’ da rilevare che nella Cineteca ci sono oltre 400 documentari sull’emigrazione italiana in America Latina. Grazie al contributo di Arcoiris.TV stiamo digitalizzando parte del patrimonio che siamo riusciti a creare in questi 30 anni.

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Redazione di Periscopio

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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