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Nell’ambito del 4° Festival del Nuovo Rinascimento, a Lucca, in programma dal 29 maggio al 7 giugno correnti, a cura del fondatore e curatore Davide Foschi e del Movimento Nuovo Rinascimento di Milano, protagonista il 2 giugno dalle ore 10:30 anche il futurista ferrarese Roby Guerra, nella sezione Reading Letterari a cura di Stefania Romito. Il palinsesto del Festival include eventi letterari, musicali, filosofici e sull’infanzia, urbani dedicati alla città di Lucca, tavole rotonde, una mostra collettiva e numerosi noti ospiti, dallo scrittore stesso P. Bruni del Mibact al teologo V. Mancuso, i filosofi G. Lacchin e L. Siniscalco, al sindaco stesso e assessori della città toscana, ufficialmente città del Nuovo Rinascimento 2018.
Roby Guerra interviene con due video proiezioni speciali: Leonardo Time Machine (tribute a Davide Foschi, fondatore del Nuovo Rinascimento), Le 7 metastagioni estreme (tribute al pittore ferrarese stesso Marco Nava, artista del Nuovo Rinascimento, presente nella mostra con anche un altro noto ferrarese, il Maestro Daniele Carletti)
Roby Guerra, ferrarese ma da anni operativo soprattutto su scala nazionale è più noto come promotore delle nuove avanguardie italiane futuribili. (Tra i suoi libri, saggi e raccolte poetiche per Armando editore e Avanguardia 21 di Roma e la rivista transumanista “Divenire” di Milano). Da anni si occupa anche di videopoesia (elenco video nel Canale Futurguerra di YouTube): ha partecipato a diverse rassegne video nazionali, tra esse: U-Tape 1985 (con Franco Ferioli, a cura del Centro Video Arte Ferrara), The Scientist International Video Arte (a cura di Vitaliano Teti, Ferrara, 2007, 2008, 2012, Transvision 2010 (Milano, a cura dell’Associazione Italiana Transumanisti, Convegno internazionale transumanisti), Eredità e attualità del Futurismo (Roma, sezione video, convegno a cura di A. Saccoccio, Comune di Roma e Roma 3 Tor Vergata), High Foundation (a cura di DJ. Afghan, 2014, Ferrara), Festival del Nuovo Rinascimento (a cura di Davide Foschi, Milano, Lucca, Trento, 2016, 2017, 2018), Futur/11 (a cura di A. Gaeta, Palermo 2016), Space Renaissance Italia “Officine Orbitali..” (Bologna, a cura di Adriano Autino, 2018, 2° congresso nazionale, presso l’lnaf).

Info:
http://www.festivaldelnuovorinascimento.it/

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Roby Guerra


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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