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da: Federica Cesarini – press office IJF

Secondo giorno del Festival: gli eventi in programma sono 58, tra panel discussion, incontri, documentari, workshop, teatro, data journalism, presentazioni e law&order.
Si entra nel vivo di IJF16 con un importante incontro dal titolo Internet e i nostri diritti, che vedrà a dialogo Anna Masera garante del lettore La Stampa e Stefano Rodotà Università di Roma La Sapienza, modera Guido Scorza Istituto per le Politiche dell’Innovazione. Accesso, cultura, uguaglianza, privacy, identità, anonimato, oblio, cittadinanza, sicurezza, democrazia: dieci parole chiave per ricordare che il diritto vale anche nel cyberspazio (ore 11.30 nella Sala dei Notari).
Al Teatro della Sapienza, alle ore 18.00, il giornalista de L’Espresso Lirio Abbate in una rappresentazione teatrale per raccontare la storia dei giornalisti uccisi dalle mafie, il ricordo delle loro azioni professionali contro il potere e i mafiosi. Dalla Sicilia alla Campania, Abbate ci condurrà fino a Roma, dentro la nuova “mafia Capitale”, che come le altre mafie vuole imbavagliare i giornalisti scomodi.
Alle 15.30, la Sala dei Notari ospita Riccardo Iacona Presadiretta Rai 3, Loredana Lipperini Radio 3 e la scrittrice Michela Murgia per un incontro sul tema Il tabù del sesso: perché in Italia è impossibile parlare di sessualità e sentimenti a scuola.
Tra i molti panel discussion da segnalare: alle ore 10.30 presso la Sala Raffaello dell’Hotel Brufani, Il trauma dei giornalisti alle prese con video e immagini violente, incontro con Andy Carvin direttore Reported.ly, Sam Dubberley co-fondatore Eyewitness Media Hub, Mark Little vicepresidente media Europa-Africa Twitter, Gavin Rees direttore Dart Centre Europe e Kate Riley BBC News (organizzato in collaborazione con First Draft News Coalition).
Qual è Il futuro dell’informazione in TV? Un’occasione per analizzare ciò che sta accadendo ai telegiornali, come i palinsesti programmati rappresentino una parte poco rilevante nel contesto generale dei media, le varie forme di video online che prendono sempre più piede e le varie forme di video news sperimentate dai pure player. Con Alison Broddle Canadian Broadcasting Corporation, Ibrahim Helal editorial advisor Aljazeera Network, Rasmus Nielsen Reuters Institute for the Study of Journalism, Richard Sambrook direttore Cardiff School of Journalism. Alle ore 15.30, Hotel Brufani Sala Raffaello, in collaborazione con Reuters Institute for the Study of Journalism, University of Oxford.
Proteggere le fonti giornalistiche nell’era digitale, con Dan Gillmor Walter Cronkite J-School, Julie Posetti Fairfax Media, Marcel Rosenbach Der Spiegel (ore 18.00 Hotel Brufani – Sala Raffaello); Social letteratura: scrivere di letteratura in 140 caratteri, con Giulia Ciarapica Ghigliottina.it, Vera Gheno Accademia della Crusca, Loredana Lipperini Radio 3, Maria Anna Patti Casa dei Lettori e Nadia Terranova giornalista e scrittrice (ore 11.30 Palazzo Sorbello).
Lo storytelling… Arma di propaganda o tecnica neutra per migliorare l’efficacia della comunicazione? Strumento decisivo per vincere elezioni o espediente moderno per definire “la fuffa”? Il panel dal titolo Maledetto storytelling proverà a rispondere a queste domande, definendo lo stato di salute di una delle parole più inflazionate degli ultimi anni. Con Dino Amenduni Proforma, Mafe De Baggis co-fondatrice Pleens, Andrea Marcolongo consulente di comunicazione, Cristian Vaccari Royal Holloway Università di Londra (ore 15.00 Palazzo Sorbello).
La Turchia si piazza al 149° posto nel World Press Freedom Index di Reporters without Borders, dopo lo Zimbabwe e Burma/Myanmar. Nel suo rapporto del 2014, la Freedom House ha retrocesso i media turchi dall’essere “parzialmente liberi” a “non liberi” E la Turchia rimane l’unica nazione fra quelle Europee etichettata in modo così disonorevole. Un panel per parlare della crisi dei media e crisi della democrazia turca, con Baris Altintas P24, Murat Coban vicedirettore P24, Canan Coskun Cumhuriyet, Kadri Gursel Al-Monitor.com, Rachael Jolley direttrice Index on Censorship, Marina Petrillo Reported.ly (17.30 Sala del Dottorato).
La fine dell’obiettività nel giornalismo? le notizie non dovrebbero essere equilibrate e basarsi sui fatti? O è meglio che i giornalisti mostrino apertamente le loro opinioni e siano onesti sulle loro visioni? Ne discuteremo con Yasmin Alibhai-Brown The Independent, Charlie Beckett direttore Polis, Dan Gillmor Walter Cronkite J-School, Mathew Ingram Fortune Magazine e Anna Masera garante del lettore La Stampa, alle ore 14.00 Hotel Brufani Sala Raffaello.
Tra le presentazioni da mettere in evidenza: Robot: strumenti, condizioni e sfide del giornalismo automatizzato (ore 12.00 Sala Perugino Hotel Brufani), con Frederik Fischer direttore Piq.de e Stephan Weichert digital thinker. Nella presentazione Etica e deontologia giornalistiche per tutti, Mario Tedeschini Lalli del Gruppo L’Espresso illustrerà il sito inaugurato da poco da Online News Association (ONA), ideato per aiutare testate e singole persone a creare un proprio codice professionale sul quale impegnarsi di fronte ai cittadini.
Alle ore 21.00 nella Sala dei Notari il documentario #ThisIsACoup: come l’Unione Europa ha distrutto il primo governo Tsipras, serie/documentario in quattro parti che esamina la vita ai tempi dell’austerità in Grecia, il confronto con l’UE, e il tumulto emozionale che accompagnava il cambiamento politico. La proiezione di #ThisIsACoup (durata totale 64 minuti) seguirà il dibattito con Theopi Skarlatos giornalista e regista e Paul Mason giornalista freelance. Moderatore Leonardo Bianchi VICE News Italia.
In diretta dal festival Eta Beta, il programma quotidiano di Radio 1, ideato e condotto da Massimo Cerofolini, dedicato ai fermenti innovativi che investono la società, dal web all’economia, dal tempo libero alla cultura. Con occhio particolare ai giovani protagonisti di questa grande trasformazione in corso, alle ore 11.35 dall’Hotel Brufani – Bar Bellavista.

Per consultare l’intero programma della giornata e del festival: http://www.festivaldelgiornalismo.com/programme/2016

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

Top Five del mese
I 5 articoli di Periscopio più letti negli ultimi 30 giorni

05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

La nostra Top five
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 5 articoli degli ultimi 30 giorni consigliati dalla redazione

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

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Francesco Monini
direttore responsabile


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