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Già assegnato oltre mezzo milione di euro per le prime attività formative che coinvolgono quasi 140 persone, la maggior parte delle quali disoccupate. L’assessore Patrizio Bianchi: “Interventi che sostengono a accompagnano le imprese del territorio a cogliere le opportunità di innovazione e cambiamento”

Bologna – Una formazione “su misura”, per rispondere alle esigenze delle imprese di produzione e servizi impegnate in processi di innovazione digitale che vogliono assumere, ma hanno necessità di formare le persone per specifici profili professionali. Poi, la possibilità di progettare Academy aziendali – le scuole di formazione interne alle aziende – di filiera, aperte anche alle imprese più piccole di uno stesso gruppo produttivo, per formare, con l’obiettivo di assumerle, persone disoccupate, ma anche chi in queste imprese lavora già.
Al via i primi progetti approvati dalla Giunta regionale, con il finanziamento di oltre mezzo milione di euro per attività formative che coinvolgono quasi 140 persone, in larga parte disoccupate. Si tratta di due diversi bandi, “Competenze e Industria 4.0” e “Rafforzamento delle competenze per lo sviluppo delle filiere”, che individuano nella capacità di innovazione e nella coesione dell’intero sistema produttivo e sociale il presupposto per partecipare attivamente a una nuova fase di sviluppo.
“Con questi interventi- spiega l’assessore alla Formazione e al Lavoro, Patrizio Bianchi- la Regione incentiva, sostiene e accompagna le imprese dell’Emilia-Romagna a cogliere le opportunità di innovazione e cambiamento, ma anche a creare una rete di luoghi educativi pubblici e privati uniti fra loro, per una nuova visione di formazione permanente. Vogliamo generare un’occupazione qualificata e aumentare il numero di aziende capaci di essere la punta avanzata della nuova manifattura e di operare a livello globale”.
Sono tre i primi progetti approvati nell’ambito del bando per Competenze e Industria 4.0 per nuove assunzioni. Il bando pubblico, che rimane aperto a disposizione delle aziende che maturano queste necessità, ha una dotazione finanziaria complessiva di 2 milioni di euro. Le attività formative approvate in questa prima fase sono cinque, e sono finanziate con oltre 320mila euro. Potranno essere frequentate da 64 persone non occupate, giovani e adulti. Le attività formative formeranno figure di analista programmatore per aziende dell’area di Reggio Emilia, tecnico della tracciabilità agro-alimentare per imprese dell’area di Parma, redattore di prodotti editoriali per aziende dell’area di Bologna e Reggio Emilia, tecnico delle reti informatiche per aziende dell’area di Modena e, sempre per il territorio modenese, operatore meccanico con competenze nelle lavorazioni meccaniche (in allegato l’elenco dei corsi attivati e i contatti per le informazioni).
Il secondo bando, Rafforzamento delle competenze per lo sviluppo delle filiere, ha l’obiettivo di mettere a disposizione di tutte le imprese di una filiera le competenze e le conoscenze delle Academy aziendali, le scuole di formazione interne.
L’Emilia-Romagna in questi anni ha sostenuto questo sistema, come metodo per il trasferire le competenze e favorire la crescita produttiva. “Lo sviluppo delle Academy aziendali è strategico- sottolinea l’assessore Bianchi-per la formazione delle risorse interne all’impresa e per il consolidamento della conoscenza anche a livello di filiera, che diviene così un importante elemento di competitività e attrattività del territorio. In questi anni abbiamo promosso la realizzazione delle Academy aziendali, integrandole con il nostro sistema formativo per condividere obiettivi e metodi e rafforzare la comunità regionale dell’educazione, della ricerca e della produzione”.
Le attività formative approvate per le Academy sono sempre legate a un fabbisogno formativo e professionale specifico di imprese o gruppi di imprese che hanno già strutturato al proprio interno la formazione e che si impegnano a collaborare alla progettazione e alla realizzazione dei percorsi formativi.
I primi percorsi formativi approvati dalla Regione, e finanziati con circa 200mila euro di risorse del Fondo sociale europeo, riguardano le imprese del gruppo Teddy Spa di Rimini, che dal 2008 ha strutturato al proprio interno una Academy aziendale, e la rete di una ventina di piccole e medie imprese dell’area della Romagna che commercializzano prodotti a marchio Conad. I corsi approvati, che si realizzeranno a Rimini, Ravenna e Cesena, sono finalizzati all’acquisizione delle conoscenze e delle competenze necessarie per l’inserimento qualificato di 48 persone, attualmente non occupate, e al rafforzamento delle competenze di 27 lavoratori già occupati all’interno delle imprese. (in allegato l’elenco dei corsi attivati e i contatti per le informazioni).

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

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