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Da Made eventi

Giovani del Forum Mondiale MAB UNESCO alla scoperta del Delta del Po
Mercoledì 21 le visite a Comacchio, Goro, Codigoro e Mesola
COMACCHIO. Una giornata che di certo sarà ricordata dai partecipanti, quella dell’escursione nelle Valli di Comacchio, realizzata in occasione del Forum Mondiale dei Giovani MAB UNESCO che si svolge proprio in questi giorni nel Parco del Delta del Po. Riconosciute come una delle più grandi aree salmastre in Italia, le Valli di Comacchio hanno ospitato parte dei 300 ragazzi, tra i 18 e i 35 anni, provenienti da tutto il mondo per l’occasione. Accompagnati da una guida ambientale, i giovani hanno avuto la possibilità di navigare nell’antico alveo del fiume Po alla scoperta dei luoghi di pesca dell’anguilla, in un ambiente insolito e molto suggestivo, alla scoperta di antiche tradizioni, e degli usi e i costumi delle genti di Comacchio costeggiando le ex-saline di Comacchio, uno dei più importanti siti di nidificazione del fenicottero in Europa. Nell’antica Manifattura dei Marinati i ragazzi hanno avuto la possibilità unica di cimentarsi nell’antica tecnica di lavorazione del pesce. Spazio anche alla visita del Museo del Delta Antico, inaugurato lo scorso marzo, la cui collezione illustra e racconta la storia di questi luoghi dalla nascita della valle del Po al Medioevo. Infine, allo Spazio Marconi, i ragazzi hanno scoperto il Fab Lab, incubatore di idee e area di lavoro condiviso (co-working), un vero e proprio laboratorio per l’artigianato digitale.
Un altro gruppo di ragazzi è invece stato accompagnato alla scoperta delle bellezze architettoniche e naturalistiche dei Comuni di Goro, Codigoro e Mesola. Affascinanti le visite guidate all’Abbazia di Pomposa e al Castello della Mesola, esempi di una maestosa architettura antica che ancora ammalia i visitatori di tutto il mondo. Suggestivi e unici i paesaggi regalati dalla natura circostante, con la gita in barca nella Sacca di Goro, la biciclettata nel Bosco di Santa Giustina e la ricerca del cervo nel Boscone della Mesola. Il tutto condito, per cena, dal delizioso radicchio della Sagra di Bosco Mesola.
Una giornata quindi, quella di mercoledì, all’insegna della scoperta del territorio e della riflessione sullo sviluppo sostenibile, grazie anche all’interazione con attori dell’economia e del turismo locale, che hanno fornito preziosi elementi di comprensione della Riserva di Biosfera Delta del Po.

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Riceviamo e pubblichiamo


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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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