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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

L’appuntamento è l’1 dicembre alle ore 21, Zona Roveri – Music Factory a Bologna

Si terrà domani sera, 1 dicembre alle ore 21 , a Zona Roveri Music Factory (via dell’Incisore, 2) a Bologna, la serata “Free music. No mafia! – Musica, parole, esperienze”, realizzata dall’Assessorato alla Cultura, Politiche giovanili e Legalità della Regione, in collaborazione con Arci Emilia-Romagna, Libera Emilia-Romagna e Politicamente Scorretto.
L’iniziativa è nata nell’ambito del concorso regionale “La musica libera. Libera la musica”, che quest’anno ha messo in campo una nuova sezione, Free music! No mafia!, e intende affrontare il tema della legalità attraverso il linguaggio musicale e le esperienze in tal senso del territorio regionale.
La serata sarà condotta dalla scrittrice e dj Paola Maugeri e si aprirà con una introduzione dell’assessore regionale Massimo Mezzetti. Sul palco si alternerà la musica di Macola (vincitore nella sezione Musica Libera per la Legalità del concorso regionale) e Carlo Bolacchi e Cranchi (secondi a pari merito), le parole di Alessandro Gallo, autore teatrale e scrittore, assieme alle esperienze dei campi della legalità, che verranno presentate da Libera e Arci. Guest star della serata sarà il rapper Ghemon. La serata è a ingresso libero ma sarà possibile seguirla anche sul web in diretta streaming, a cura di Lepida Tv all’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=-iXmqq-G8TU e sui siti www.regione.emilia-romagna.it; www.magazzini-sonori.it , www.politicamentescorretto.org.
Il concorso “La musica libera. Libera la musica”
I vincitori del concorso regionale sono stati proclamati il 26 novembre scorso: si tratta di 7 vincitori per altrettante categorie musicali, 8 brani menzionati, un calendario di esibizioni che li porterà a calcare 11 palchi in regione a Bologna, Porretta Terme (Bo), Modena, Correggio (Re), Forlimpopoli (Fc), Faenza (Ra). Il concorso “La Musica Libera. Libera la Musica” è organizzato dall’Assessorato alla Cultura, politiche Giovanili e Politiche per la legalità della Regione Emilia-Romagna e dall’Agenzia Comunicazione e Informazione della Giunta regionale in collaborazione con Mei, Meeting delle Etichette Indipendenti, Porretta Soul Festival, Scuola di musica popolare di Forlimpopoli, Festival La musica nelle Aie (Castel Raniero), Centro Musica di Modena, Estragon, Jazz Network (Crossroads: musica e altro in Emilia-Romagna), Radio Bruno e i nuovi partner: Arci regionale, Libera Emilia-Romagna, Politicamente scorretto (progetto dell’istituzione Casalecchio delle culture) e Lepida Tv. L’obiettivo del concorso è quello di offrire opportunità ai giovani musicisti e stimolare la creatività giovanile anche con testi sul tema della legalità, partendo dal linguaggio musicale, uno dei più universali. E’ stata così lanciata quest’anno per la prima volta la sezione Musica libera per la legalità, contraddistinta dal Logo Free music! No mafia! e si è aggiunta la sezione dedicata all’hip hop. Si è ampliata anche la rosa dei partner aderenti rispetto alla passata edizione (da 9 a 12). I brani in gara sono stati 203. La sezione Musica Libera per la Legalità ha ottenuto un buon successo con 62 brani.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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