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Da Organizzatori

Giostra del Monaco si è aperta con la brutta sorpresa di un furto perpetrato ai danni di due espositori. I ladri, probabilmente attirati dalla bellezza dei manufatti esposti, sono riusciti, eludendo il controllo dei volontari della Contrada, a trafugare materiale da due banchi. Rabbia e tristezza per un fatto che colpisce un evento nato proprio per riqualificare una zona altrimenti lasciata a chi non la frequenta per la sua bellezza ma per altri e meno edificanti scopi. L’organizzazione della Giostra del Monaco si è immediatamente attivata verso le forze dell’ordine per rafforzare ulteriormente la collaborazione mirata alla sicurezza del territorio, ed ha garantito ai Mercanti il completo rimborso del danno subito.

Ieri apertura del campo alle 18,30 con le fedeli ricostruzioni dei giochi di un tempo, alla Contea dei Giochi, rivolte ai più piccoli e le prove di tiro con l’arco per tutti. Il gruppo donatori della Contrada di san Giacomo, e la Giostra del Monaco, hanno dedicato la serata all’Avis, storico partner delle Contrade e del Palio di Ferrara, riservando ai soci Avis lo sconto del 10%, sulle consumazioni, poi la conferenza a cura del Dr. Gianluca Lodi “il sangue nel medioevo” e la presentazione del volume “Spezieria Ferrarese l’arte degli Speziali e i giardini dei Semplici”

Questo il programma per martedì 29 agosto con, la strada dei mercanti, la Corte dei Giuochi con giochi di abilità medievali ed il campo arcieri con prove di tiro con l’arco per tutti, il Maneggio con le passeggiate con i pony e l’accampamento medievale aperti dalle 18,30 e la Taverna dell’Aquila Bianca e le Osterie aperte dalle 19.30.

Mentre alle 21.30 nell’ambito del progetto di Pro Loco Ferrara “Aspettando Autunno Ducale”, Percorso nella storia delle Terre Estensi a cura di Alessandro Gulinati si terrà l’incontro con il Professor Pietro Paolo Angelini che presenta il volume “Ludovico Ariosto, Commissario in Garfagnana”.

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

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14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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