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da: Azione Futurista Ferrara

Per noi futuristi sempre complicati i rapporti con i media…Già Marinetti  fu oggetto di gossip ante litteram a suo tempo, quando, dopo avere proclamato l’abolizione della pastasciutta (rea di ingrassare gli italiani e di appesantirne il pensiero) fu scoperto ad abbuffarsi con un piatto gigante di spaghetti!   Qua a Ferrara, poi, dal 1984, anno della prima intervista al sottoscritto sul Resto del Carlino, praticamente dobbiamo sempre spiegare le solite cose, nonostante il divenire storico e la pubblicistica editoriale che da un pezzo dimostrano o almeno segnalano dialetticamente dinamiche assai piu complesse sulla famosa questione futurismo-fascismo, con noi stessi e diversi altri  in primo piano, piaccia o meno, con libri personali o collettanei (ma come curatore anche) che hanno piu volte confutato tale pseudostoria, evidenziando oltre a certa innegabile anche vicinanza e quindi errori gravi, la natura tuttavia assai piu complessa del futurismo, più rivoluzionario che reazionario, piaccia o meno, : si vedano solo del sottoscritto  Futurismo per la nuova umanità. Dopo Marinetti, poi  Gramsci 2017… e infine a cura nostra e di A. Saccoccio, Marinetti 70 .. (tra gli autori e solo alcuni, i vari Guerri, Crispolti, Di Genova, Duranti, Campa; Berghaus, Ceccarelli…. e altri). Tutti libri per Armando editore di Roma, nota e storica casa editrice italiana, specializzata persino per le scienze sociali e i testi universitari (Psicologia, Sociologia, ecc.).  Vengo al nocciolo atomico della questione ora: proprio come futurista contemporaneo, oggettivamente accreditato per quanto sopra e anche molto altro che risparmio (non siamo scrittori  vate in certo senso, ma  semplici robot lavoratori letterati degli anni 2000 e guardate che il calendario non è un optional anche per la Parola….).    Abbiamo fatto un grave errore di valutazione sul livello dialettico ferrarese alcuni anni fa… Ci siamo esposti, sebbene a modo nostro, sempre gatti sciolti..,  a livello politico, poiché cantare solo gli usignoli anche se elettronici (che pure facciamo anche) non si può pretendere da un futurista, la cui essenza creativa (o supposto tale, ma altra questione) per forza di “genoma” artistico deve abbracciare anche la dimensione sociale.  Per contingenza, qua a Ferrara, dall’avvento del cattocomunismo noi siamo all’opposizione…  Apriti cielo!  Quel che dapprima , dagli anni duemila stessi, mi pareva semplice coincidenza dovuto più a distrazione che a malafede ideologica, via via si è invece proprio rivelato tale. Anche divertente, accidenti il futurismo ancora dopo 100 anni è perturbante davvero! Ripeto anche divertente, visto che fuori Ferrara, in scenari di valenze anche internazionali ho spesso scritto di tecnosinistra dopo Internet, e semmai, in certe inevitabili sinergie nazionali metapolitiche (dove il dogma destra sinistra a Ferrara e non solo è ancora  prevalente), spesso mi hanno bollato, infatti, alla rovescia di troppo sinistroide!!!  In ogni caso e vado veloce ed essenziale:  nel 2009 curai in prima persona (anche supportato da altri) un centenario del futurismo a Ferrara, di cui pochi ancora sanno, nonostante sia stato segnalato persino sulla Rai nazionale  ne Il Futuro del Futurismo, serata del 19 2 2009, vigilia della celebrazione, 20 2 2009.  Su certa stampa ferrarese cartacea, filo sinistra omessi il 20/2 in un pur almeno articoletto,  i nomi dei curatori dell’evento, incluso il sottoscritto! E relegata in due righe  il giorno dopo , dopo nostre proteste, la segnalazione sulla RAI.  Negli archivi del Comune di Ferrara, probabilmente neppure vi è traccia, pure quell’evento figurò accanto ai 5 0 6 più importanti nazionali – costati anche migliaia di Euro.. per il centenario del futurismo, cosi lo segnalò la RAI!  (Con il Comune di Ferrara ben segnalato, in quanto il patrocinio l’aveva anche concesso.. evento da noi realizzato a costo zero!).
La pistola fumante, comunque è recente: risale all’inverno scorso; in quanto futurista contemporaneo ideai  un libro dedicato all’anniversario di un noto poeta futurista (cosi figura persino su wikipedia) del ferrarese…  Coinvolgendo anche diversi noti scrittori ferraresi (almeno a Ferrara, ma qualcuno non solo); un omaggio  e mi pareva anche meritocratico.  All’improvviso, dopo una serie di azioni da minculpop di noti nomi di certa casta letteraria e anche culturale (persino giornalistica, forse anche direttamente istituzionale viste certe prossimità di alcuni dei protagonisti in tal senso) di Ferrara, per quieto vivere con certa sinergia editoriale dove lavoravo come blogger (editor del tutto innocente sulla questione…)  ho dovuto rinunciare. Non svelo le reali motivazioni, pretestuose di cui sono stato informato, perché anche i Censori meritano certo oggettivo rispetto culturale e meritocratico, noi siamo diversi… Ci limitiamo a dire che scoprirsi quasi come Sakarov, forse perché, ma è una spiegazione solo parziale, siamo dichiarati neofuturisti e intendevamo ricordare il poeta storico in questione soprattutto con tale metodologia, secondo poi la logica critica nazionale attuale (visto che me ne occupo e con altri a livello nazionale e di oggettivi riscontri critici) sul futurismo oggi  e i suoi artisti e scrittori appunto storici dell’era marinettiana, è  ridicolo! Ed è  analfabeta storico ciberculturale leggere ancora il futurismo fascisteggiante come gira e rigira qua a Ferrara ancora si vaneggia… in certo ambiente….  Eravamo, siamo e saremo sempre solo Gatti o Ghepardi o anche Velociraptor sciolti o in corsa.. non siamo nè Marinetti nè chissà quale genio letterario: un solo punto rivendichiamo, alla luce del minculpop che segnaliamo almeno virtualmente: noi siamo liberi, cifra di Parola, che credetemi, almeno memorizzate una X, a Ferrara in certa casta culturale è semplicemente avariata…

(blog ufficiale  Asino Rosso 3.0  Ferrara,  htpp://asinorossoferrara.blogspot.com)

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PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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