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Da organizzatori

All’evento saranno presenti anche:
l’assessore Cristina CORAZZARI e il dirigente dell’UST Giovanni DESCO
ABITIAMO IL VILLAGGIO GLOBALE: A FERRARA LA GIORNATA DEL DIALOGO INTERCULTURALE
Giovedì 28 settembre 2017 al Liceo Classico Ariosto

“L’istruzione ci dà una profonda comprensione dell’esistenza di un profondo legame tra tutti gli essere umani, come cittadini della comunità globale e che le nostre sfide sono e resteranno interconnesse” partendo dal pensiero di Ban Ki-moon, ex Segretario Generale dell’ONU, sull’importante compito di educare alla cittadinanza globale, si terrà la X Giornata del Dialogo Interculturale, in centinaia di città italiane.

Novità di quest’anno è la collaborazione tra Intercultura, da sempre promotrice di questa giornata, e l’ASviS (vedi box) con lo scopo di offrire un contributo alla promozione di alcuni gli obiettivi dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite: “Intercultura, in particolare, attraverso la diffusione del proprio Progetto educativo rivolto a studenti, famiglie, scuole, volontari, persegue il raggiungimento degli obiettivi 4.7 e 16 dell’Agenda Globale” afferma Elisabetta Chemello, la Presidente del Centro locale di Intercultura di Ferrara, “in particolare per assicurare una cultura di pace e non violenza, di valorizzazione delle diversità culturali e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile”.

Nell’ambito delle celebrazioni, il Centro locale di Ferrara, con la collaborazione di diverse associazioni ferraresi attive nel dialogo interculturale (Action Edu, Amnesty, Cittadini del Mondo, CISV, Emergency, IBO Italia, Unicef oltre al CSV – Centro Servizi per il Volontariato) ha organizzato una giornata di lavoro dal titolo “Abitiamo il villaggio globale”. La sede sarà il Liceo Ariosto, che ha aperto generosamente le porte contemporaneamente a un corso di formazione “Competenza interculturale e la mobilità studentesca individuale” organizzato dalla Fondazione Intercultura Onlus e che vedrà tra i relatori Mattia Baiutti dell’Università di Udine e Flaminia Bizzarri della suddetta Intercultura. Le due iniziative si intrecceranno in una tavola rotonda a metà mattinata per dare voce a chi questo villaggio globale lo ha vissuto in prima persona: gli studenti partiti per un programma di vita e di studio in Paese con Intercultura, che si confronteranno con relatore sul significato di essere cittadini globali, sul ruolo della scuola in questo processo e sulle diverse interpretazioni di “cittadinanza globale” nelle diverse parti del mondo.

Prima e dopo la giornata si svolgerà con le modalità ormai tradizionali per la versione “ferrarese” della giornata del dialogo interculturale, con gli studenti protagonisti di attività nelle classi a cura delle associazioni organizzatrici e una plenaria finale a più voci per condividere il lavoro svolto e riepilogare gli obiettivi dell’Agenda 2030. Questo particolare lavoro di squadra tra associazioni in rete fra loro è giunto ormai al quarto anno nella nostra città ed è diventato un modello, al punto da essere presentato proprio durante il suddetto corso di formazione per i docenti.

L’iniziativa ha ottenuto il patrocinio del Comune di Ferrara e dell’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia Romagna.

L’Associazione Intercultura, promuove da molti anni l’organizzazione di questi eventi a carattere pubblico, utili a portare all’attenzione della cittadinanza, la riflessione sui temi dell’educazione interculturale e dell’educazione alla mondialità. Attraverso gli scambi, permette ogni anno, a più di
2.000 studenti delle scuole superiori italiane di trascorrere un periodo di studio all’estero e di accogliere, nel nostro Paese, quasi 1.000 ragazzi da tutto il mondo che scelgono di arricchirsi culturalmente trascorrendo un periodo di vita nelle nostre famiglie e nelle nostre scuole.

Per saperne di più, visita il sito www.intercultura.it o contatta i volontari di Ferrara Gustavo Zanoli Responsabile GEDI 3396831170 zanolig@me.com mentre sulle altre attività di Intercultura a Ferrara è possibile contattare il Presidente del Centro Locale Elisabetta Chemello 3286545765 echemello@icloud.com

L’Associazione Intercultura Onlus (www.intercultura.it) L’Associazione Intercultura (fondata nel 1955) è un ente morale riconosciuto con DPR n. 578/85, posto sotto la tutela del Ministero degli Affari Esteri. Ha status di ONLUS, Organizzazione non lucrativa di utilità sociale, ed è iscritta al registro delle associazioni di volontariato del Lazio: è infatti gestita e amministrata da migliaia di volontari, che hanno scelto di operare nel settore educativo e scolastico, per sensibilizzarlo alla dimensione internazionale. E’ presente in 157 città italiane ed in 65 Paesi di tutti i continenti, attraverso la sua affiliazione all’AFS Intercultural Programs e all’EFIL. Ha statuto consultivo all’UNESCO e al Consiglio d’Europa e collabora ad alcuni progetti dell’Unione Europea. Ha rapporti con i nostri Ministeri degli Affari Esteri dell’ dell’Istruzione, Università e Ricerca. A Intercultura sono stati assegnati il Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio e il Premio della Solidarietà della Fondazione Italiana per il Volontariato per l’attività in favore della pace e della conoscenza fra i popoli. L’Associazione promuove e finanzia programmi scolastici internazionali: ogni anno più di 2.000 studenti delle scuole superiori italiane trascorrono un periodo di studio all’estero e vengono accolti nel nostro Paese quasi 1.000 ragazzi da tutto il mondo che scelgono di arricchirsi culturalmente trascorrendo un periodo di vita nelle nostre famiglie e nelle nostre scuole. Inoltre Intercultura organizza seminari, conferenze, corsi di formazione e di aggiornamento per Presidi, insegnanti, volontari della propria e di altre associazioni, sugli scambi culturali. Tutto questo per favorire l’incontro e il dialogo tra persone di tradizioni culturali diverse ed aiutarle a comprendersi e a collaborare in modo costruttivo.

La Fondazione Intercultura Onlus (www.fondazioneintercultura.org)
La Fondazione Intercultura per il dialogo tra le culture e gli scambi giovanili internazionali Onlus nasce il 12 maggio 2007 da una costola dell’Associazione che porta lo stesso nome e che dal 1955 accumula un patrimonio unico di esperienze educative internazionali. La Fondazione intende utilizzare questo insieme di conoscenze su più vasta scala, favorendo una cultura del dialogo e dello scambio interculturale tra i giovani e sviluppando ricerche, programmi e strutture che aiutino le nuove generazioni ad aprirsi al mondo e a vivere da cittadini consapevoli e preparati in una società multiculturale. Vi hanno aderito il Ministero degli Affari Esteri e il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. La Fondazione è presieduta dall’Ambasciatore Roberto Toscano; Segretario Generale è Roberto Ruffino; del consiglio e del comitato scientifico fanno parte eminenti rappresentanti del mondo della cultura, dell’economia e dell’università. Nei primi anni di attività la Fondazione ha promosso:
• i convegni internazionali “Il corpo e la rete”, (2013); “Ricomporre Babele: educare al cosmopolitismo” (2011); “Identità italiana tra Europa e società multiculturale” (2008);
• il lancio dell’“Osservatorio nazionale sull’internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca”, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione: www.scuoleinternazionali.org
• il vasto programma di borse di studio per studenti delle scuole superiori, in collaborazione con importanti enti, fondazioni, banche e aziende italiane, che consente ogni anno a circa mille ragazzi di vivere un’esperienza di vita e di studio all’estero per un anno scolastico in 60 Paesi diversi tra cui USA, Cina, India, Russia, Brasile, Thailandia e diversi Paesi europei.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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