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Da organizzatori

In occasione della Giornata Mondiale della tolleranza zero per le Mutilazioni Genitali Femminili (MGF), indetta dalle Nazioni Unite per ‪il 6 febbraio‬ di ogni anno, la classe 5 A SSS dell’Ipsia di Argenta con le docenti Daniela Etro e Alessandra Ferlini riflette sulla cruenta ‘pratica’ dell’infibulazione, molto diffusa nell’area dell’Africa subsahariana, ma anche qui in Italia.

Diverse bambine dai 2 ai 3 anni di etá vengono private della parte più intima di loro, per lo più in condizioni igieniche assenti, con la convinzione di eliminare elementi sporchi del corpo; il passo è ritenuto necessario per diventare donne.

Approfondendo questa tematica i discenti dell’IISAP hanno studiato anche la pratica dello stiramento del seno (breast ironing), un’altra barbarie perpetrata su adolescenti per essere rese meno attraenti per l’uomo, proprio con stiramento, bastoni e pietre violentemente pressati sul seno affinché non cresca.

L’ONU denuncia queste pesanti forme di violenza nei confronti della donna, che provocano inevitabili dolorose conseguenze fisiche e psichiche alle donne che ne sopravvivono.

Non si pensi che tali pratiche non vengano più effettuate o che non siano diffuse anche nel nostro Paese. Ecco perché le Istituzioni dovrebbero con adeguate strutture e finanziamenti aiutare le donne che rifiutano tali violenze, con sostegno fattivo e propositivo.

La classe 5 A SSS ha letto il libro e visionato il film ‘Il fiore del deserto’ sulla vita vera di Waris Dirie, una ragazza somala che ha subito la pratica dell’infibulazione all’etá di tre anni. Kofi Annan l’ha nominata ambasciatrice delle Nazioni Unite per la lotta contro le mutilazioni genitali femminili e per il suo lavoro di ambasciatrice umanitaria è stata insignita della Legion d’onore nel 2007.

Questa attività didattica-formativa, oltre a far conoscere agli alunni forme di violenza tuttora esistenti, ha avuto lo scopo di far riflettere su come la libertà di scelta debba presupporre il rispetto delle persone e l’abbandono di ogni forma di violenza.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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