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Da organizzatori

Il Sindaco ha incontrato le studentesse Travagli Arianna e Gottardi Caterina della classe 5 EF del Liceo Artistico “Dosso Dossi” accompagnate dalla loro docente di Filosofia Nicoletta Guerzoni che, il 9 febbraio u.s., sono state ospitate in Senato in occasione della celebrazione della Giornata del Ricordo.

Il liceo artistico Dosso Dossi è l’unica scuola superiore ad essere stata prescelta su scala nazionale per presentare in Senato il progetto relativo al concorso nazionale “10 febbraio” indetto dal Miur in occasione del Giorno del Ricordo.

Il concorso – indetto dal ministero dell’istruzione in collaborazione con l’associazione degli esuli istriani, fiumani e dalmati – nella sua ’ottava edizione è stato dedicato a “La fine della Grande Guerra e il Confine orientale”, con un focus specifico per gli istituti di istruzione superiori su “Da Caporetto a Vittorio Veneto: tracce, memorie, personaggi e luoghi significativi”.

“Siamo fiere di aver rappresentato il nostro liceo a Roma” hanno spiegato al Sindaco le giovani Gottardi e Travagli che hanno raccontato come “l’impegno e la fatica e le serate passate a lavorare fino a tardi, con una complessa ricerca di testi e video, sono stati un sacrificio ripagato dalla selezione del progetto. La nostra soddisfazione è immensa e tanta è stata l’emozione provata e la commozione vissuta””.

Il Sindaco, complimentandosi con le studentesse e l’insegnante ha dichiarato “ E’ un onore vedere rappresentata la nostra città che per la terza volta, grazie alla Professoressa Guerzoni, è invitata a Roma: ricordo che nel 2015 il Liceo Scientifico di Argenta ha ricevuto un premio dato direttamente agli studenti dal Presidente della Repubblica Mattarella e nel 2016 il Dosso Dossi ha ricevuto una menzione speciale in Senato . Quest’anno avete affrontato con creatività e competenza gli avvenimenti dal ’15 al ’18. Con il vostro intervento siete riuscite ad entrare in una vicenda che molti hanno rimosso cercando di comprendere una storia per voi lontana. La vostra capacità di cogliere la sofferenza di quelle persone sconvolte dalla fame e dalla perdita della propria identità, dimostrano una grande sensibilità” Il primo cittadino elogiando l’intervento tenuto davanti al Presidente della Repubblica e al Presidente del Senato ha aggiunto “ Avete fatto vostre le parole di Renato Serra (che perse la vita in trincea sul monte Podgora ) sviluppando una riflessione di grande consapevolezza, dimostrando, anche, la qualità del vostro Istituto scolastico che vi offre l’opportunità di comprendere la storia in modo attivo e coinvolgente”

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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