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da: Gabinetto del Sindaco Responsabile Comunicazione e Ufficio Stampa

L’Amministrazione comunale di Copparo ha aderito all’iniziativa della Presidenza del Consiglio dei Ministri che promuove il recupero di luoghi pubblici di interesse culturale e artistico, candidando Villa La Mensa al progetto per poterla rendere fruibile come bene di tutta la Comunità.
Il progetto bellezza@governo.it mette a disposizione 150 milioni di euro per recuperare i luoghi culturali italiani che necessitano di manutenzioni e restauri e già da alcuni giorni in tutto il territorio nazionale sono partite segnalazioni per i più diversi luoghi.
La Giunta di Copparo vuole con questa iniziativa, invitare le Associazioni del territorio e i cittadini di Copparo interessati, a sostenere la candidatura di Villa “La Mensa” quale immobile rinascimentale che necessita di lavori di recupero e restauro in seguito ai danni causati dal sismadel 2012.
Fino al 31 maggio tutti i cittadini potranno segnalare all’indirizzo di posta elettronica bellezza@governo.it la propria preferenza con una semplice e-mail.
Questo il testo inviato nella mail firmata da Nicola Rossi e dagli assessori della Giunta Comunale di Copparo:
Villa “La Mensa”
Un luogo rinascimentale straordinario nel cuore della Pianura ferrarese
In località Sabbioncello S. Vittore, sulla sponda sinistra del Po di Volano si trova La Mensa.
Villa La Mensa era dimora dei vescovi della Casa d’Este e annoverata tra le Delizie assieme a: Castello Estense e Palazzo Schifanoia a Ferrara, Belriguardo a Voghiera, Verginese a Gambulaga, Benvignante a Benvignante-Argenta, Palazzo Pio a Tresigallo e al Castello di Mesola.
L’immobile è stato oggetto di restauri e lavori di recupero terminati nel 2011, finanziati dalla compartecipazione degli Enti pubblici territoriali e dell’Unione Europea attraverso la programmazione dei Fondi Strutturali. Tuttavia, la Villa, è oggi chiusa al pubblico in conseguenza dei danni provocati dal sisma che ha colpito l’Emilia-Romagna nel 2012.
Recuperare questa vera e propria meraviglia rinascimentale permetterebbe di restituire alla Comunità copparese e della Provincia tutta, un luogo straordinario per la sua importanza culturale e turistica.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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