Skip to main content

Si chiamano Francisco, Antonella e Davide, uno spagnolo e due ferraresi, che insieme hanno creato la Filiera Corta Bisociale.it: un sito e-commerce di prodotti agricoli a chilometro zero che permette ai cittadini di Ferrara e dintorni, alle aziende e alle scuole, di ordinare online la propria spesa, provvedendo anche alla distribuzione in vari punti di ritiro o con consegna a domicilio.

Nel nostro primo incontro ci avete spiegato che Biosociale non è solo un sito, ma anche un progetto di agricoltura biologica e agricoltura sociale. Di cosa si tratta esattamente?
Biosociale è una filiera corta di piccoli produttori e cooperative sociali della provincia di Ferrara che forniscono prodotti freschi di stagione, le cooperative sociali si occupano anche della distribuzione con il coinvolgimento di persone a rischio di esclusione sociale. Il progetto che stiamo sviluppando va dalla semina alla commercializzazione.

Come si ordinano i prodotti?
Attraverso Biosociale.it si può ordinare la propria spesa in modo molto semplice: si va sul sito www.biosociale.it e si effettua l’ordine entro martedì sera; il mercoledì inviamo gli ordini a produttori e cooperative sociali e la merce si potrà ricevere a casa il venerdì pomeriggio o si potrà ritirarla il sabato in uno dei punti di ritiro. La consegna a domicilio su Ferrara avviene in bicicletta.

Clicca le immagini per ingrandirle.

Consegna in bicicletta attraverso Piazza Duomo
Le cassette vengono messe nei rimorchi porta-bimbo
Una cassetta di prodotti pronta per essere consegnata

Come avvengono le consegne?
Tutto comincia il venerdì mattina, è il momento più bello: gli agricoltori consegnano i prodotti ordinati nel nostro punto di smistamento a Malborghetto, nella sede della cooperativa sociale Città verde e del co-working Campo Resilia. Qui alcuni ragazzi della stessa cooperativa sociale e dell’Associazione Dalla Terra alla Luna, preparano le cassette: hanno a disposizione otto bilance e devono pesare i prodotti con precisione, in base ai singoli ordini e fare i prezzi; alle 11.00 le cassette sono pronte e arriva il furgoncino dell’associazione Viale K che le distribuisce nei vari punti di ritiro. Nel pomeriggio tre ragazzi procedono alla consegna a domicilio su Ferrara, mentre il sabato altri garantiscono la consegna delle cassette per chi sceglie di ritirare la propria spesa autonomamente.

Clicca le immagini per ingrandirle.

biosociale
Si consultano gli ordini ricevuti per confezionare le cassette
biosociale
Un ragazzo di Città Verde mentre pesa i prodotti
biosociale
La pesatura dei prodotti deve essere precisa
biosociale
Si vendono solo prodotti di stagione
biosociale
Una cassetta è pronta per la consegna
biosociale
Le cassette verranno ditribuite dal pulmino di Viale K

Quando avete iniziato a commercializzare?
Lo scorso ottobre.

Quanti e quali sono i punti di ritiro?
La consegna a Ferrara avviene presso tre punti di ritiro: il Bar Diamante in corso Biagio Rossetti, al Ristorante-Bar 381 di piazzetta Corelli e al Bar Ristoro Navarra a Malborghetto di Boara. In provincia, a Fiscaglia, Codigoro, Comacchio, Mesola e dalla scorsa settimana anche a Bondeno.

Biosociale è quindi anche e soprattutto un progetto di agricoltura sociale, cosa comporta nello specifico per voi?
Significa che noi contattiamo in primis cooperative o semplici aziende che fanno agricoltura sociale, ossia che hanno come obiettivo prioritario quello di inserire nel settore agricolo persone con svantaggio sociale. Poi impieghiamo persone assistite dalle cooperative nelle attività di smistamento dei prodotti, della distribuzione e della consegna degli ordini: c’è un ragazzo autistico dell’ssociazione Dalla Terra alla Luna che si occupa della preparazione delle cassette, due ragazzi della Matteo 25 che supportano nella distribuzione nei punti ritiro, la cooperativa sociale Il Timoniere che cura la produzione agricola assieme ad altri piccoli produttori bio.

Come coinvolgete gli agricoltori e come reagiscono?
Quando parliamo con gli agricoltori ricordiamo loro che fare agricoltura sociale è vantaggioso anche per l’azienda stessa: sia perché migliora la sua immagine aprendo l’azienda agricola e contribuendo a risolvere problemi sociali presenti nel territorio, sia perché comporta un vantaggio nella commercializzazione o accesso alla terra (grazie all’articolo 6 della nuova legge nazionale per l’agricoltura sociale, legge 18 agosto 2015, n. 141 [leggi]).
Poi chiariamo che il produttore riceve dalla vendita attraverso Biosociale.it il 70% del ricavato per il proprio lavoro, mentre il 20% va alle coop sociali e alle associazioni per confezionamento, distribuzione e costi generali. Un 10% rimane per il fondo cassa di Biosociale.it
In una battuta, noi diciamo al mondo delle imprese e delle cooperative sociali: guardate, abbiamo un’attività per voi!

Quali cooperative sociali aderiscono e quanti ragazzi sono impiegati attualmente?
Oltre a Città Verde e a Viale K, anche Matteo 25, Il Germoglio, Dalla Terra alla Luna, Serena e altre che stanno arrivando. Il progetto sta creando un effetto calamita per produttori e coop sociali che vogliono unirsi a noi per creare un progetto di impresa sociale per il territorio ferrarese.

Quali i produttori?
A oggi abbiamo otto produttori: Fattorie Estensi, Coop Sociale Il Timoniere di Mesola Viale K, l’agriturismo San Marco di Valcesura per frutta e verdura; l’az. agricola Cerutti di Bondeno per uova e riso; La Romagnola Bio di Argenta per la pasta.

Quanti ordini ricevete a settimana?
Quando abbiamo cominciato, a ottobre, ne ricevevamo una decina. Ora siamo arrivati a un centinaio di ordini a settimana.

Programmi per il futuro?
In questo periodo stiamo lavorando al piano agronomico per il 2016 e preparando un contratto di rete di imprese per costituirci come “rete di impresa”.
Inoltre abbiamo già cominciato a prendere contatti per coinvolgere anche le scuole nella nostra rete: l’idea è che il venerdì mattina, anche nelle scuole che hanno aderito all’iniziativa, i bambini e i genitori si preparino da soli le proprie cassette con i prodotti che hanno ordinato; in questo modo i piccoli cominciano a conoscere e toccare con mano gli alimenti che mangiano a casa ma di cui generalmente non conoscono nemmeno il nome.
Poi ci stiamo adoperando per avere più produttori agricoli sociali, coinvolgendo soprattutto i giovani del territorio del basso ferrarese.

Quale l’obiettivo ultimo del progetto?
L’obiettivo è costruire una rete enorme che si espande anche ai servizi pubblici: i comuni possono mettere a disposizione terreni agricoli incolti, per dare opportunità di lavoro a giovani e persone con svantaggio del loro paese. La Filiera corta Biosociale li aiuterà a diventare nuovi agricoltori grazie ad un co-working sul campo (nel vero senso della parola), e realizzerà concreti inserimenti lavorativi sostenibili.

Dopo vari tentativi da parte di alcune realtà del ferrarese, oggi si sta sviluppando anche a Ferrara una rete di aziende agricole biologiche e cooperative sociali, che hanno deciso di unirsi per creare un circuito produttivo e distributivo virtuoso ed etico. Biosociale.it è un progetto molto ambizioso, ma inevitabile se si vuole davvero cambiare il modo di consumare della cittadinanza.

Ferraraitalia ha pubblicato un Immaginario dedicato a Biosociale.it, per leggere clicca qui.

tag:

Sara Cambioli

È tecnico d’editoria. Laureata in Storia contemporanea all’Università di Bologna, dal 2002 al 2010 ha lavorato presso i Servizi educativi del Comune di Ferrara come documentalista e supporto editoriale, ha ideato e implementato siti di varia natura, redige manuali tecnici.

PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

Top Five del mese
I 5 articoli di Periscopio più letti negli ultimi 30 giorni

05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

La nostra Top five
I
 5 articoli degli ultimi 30 giorni consigliati dalla redazione

1
2
3
4
5

Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

1
2
3
4
5

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it


Ti potrebbero interessare