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“Sono mesi che stiamo tentando di trovare disponibilità presso alberghi, strutture e tutti quanti ci dicono che sono al completo appena sentono parlare di profughi. Lascio a voi considerare se questa risposta può essere o meno plausibile. L’unico strumento per trovare posto era quello della requisizione, non avevamo alternative. Ho fatto una requisizione parziale pensando che, così facendo, l’ostello di Gorino potesse comunque essere in grado di continuare a svolgere un minimo di attività economica”.
A parlare è il Prefetto Michele Tortora alla conferenza stampa di martedì 25 indetta per dare la sua versione riguardo la vicenda dell’autobus diretto a Gorino per alloggiare 12 donne in arrivo da Bologna, tra loro una giovane all’ottavo mese di gravidanza.

Sabato scorso la prefettura del capoluogo emiliano si è appellata a Ferrara per ospitare una trentina di profughi che sarebbero giunti in zona nel weekend. Questo ha rotto definitivamente gli equilibri fin troppo precari e al limite della resistenza. Il Prefetto, cercando tempestivamente una soluzione ha pensato di requisire parte di un ostello situato a Gorino per indirizzare lì 12 degli immigrati in questione.
Lunedì 24 in serata, non appena si è sparsa nella comunità di Gorino la notizia che stava arrivando un autobus con a bordo migranti da alloggiare presso l’unico esercizio pubblico del paese, il bar ostello Amore-Natura, tutti si sono uniti contro questa decisione. A nulla è servita la mediazione attuata per placare la folla: errate voci di corridoio avevano già invaso l’opinione pubblica e il risultato è stato un muro eretto non solo con barriere fisiche, ma anche mentali che non hanno permesso l’arrivo a destinazione dell’autobus. Il prefetto dunque, dopo alcune ore, ha dovuto cedere e le donne sono state smistate in altri centri di accoglienza.

Se questa è stata la reazione per 12 persone, cosa succederà quando arriveranno le “altre 450 persone” che il Prefetto ha annunciato essere ancora in attesa di un alloggio da trovare in Regione?
Tortora, ha dunque rivolto un appello a tutte le istituzioni, alle associazioni e ai privati che dispongano di posti nei quali far alloggiare i migranti in arrivo. “Spesso con preavviso ridottissimo, in meno di 24 ore ci viene detto che i profughi stanno arrivando e dobbiamo, con affanno ed estrema urgenza, trovare luoghi per l’ accoglienza. Attualmente sono 800 i profughi che abbiamo in gestione, sparsi in una cinquantina di luoghi, ma i numeri sono in continuo aumento”.
Ci sono problematiche che non possono essere rimandate o tenute nel silenzio. Spargere la voce, continua il Prefetto, può essere il primo passo per affrontare questa situazione che diventerà inesorabilmente sempre più difficile se tralasciata.
Il Prefetto in chiusura ha rivolto alle comunità con un ultimo appello: “Sono molto amareggiato: credo che questo fenomeno o si gestisce insieme con buon senso e senso di responsabilità oppure non si gestisce. Mi appello a tutte quelle persone di buona volontà, alle istituzioni, agli enti locali, alle associazioni di volontariato, dateci una mano”.

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Chiara Argelli


PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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