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da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

L’Università di Ferrara sempre più proiettata nella dimensione internazionale. Questa volta a farle varcare i confini del “Bel Paese” è il programma europeo di mobilità internazionale Erasmus+, dedicato agli studenti che desiderano svolgere periodi di studio e tirocinio all’estero e al personale docente e amministrativo di Unife, che per quest’Anno Accademico ha ottenuto un finanziamento nettamente superiore rispetto al precedente per tutte le tipologie di mobilità previste dal programma.

“Siamo molto soddisfatti dei finanziamenti ottenuti – afferma Franco Mantovani, Delegato del Rettore alla mobilità internazionale – Erasmus+ che integra i sette programmi di mobilità finora esistenti, prenderà il via a partire da quest’anno accademico fino al 2021, con obiettivo primario l’aumento dell’occupabilità, la modernizzazione degli strumenti formativi, i tirocini e il lavoro giovanile. Sono ben 304, circa cento in più dell’anno scorso, gli studenti in partenza per la loro esperienza di studio all’estero ed il considerevole incremento di finanziamenti ci consentirà di aumentare ulteriormente il numero di ragazzi che scelgono di intraprendere un percorso di mobilità internazionale. Stiamo parlando di cifre importanti: la mobilità per studio ha ottenuto un aumento di 43.650 euro rispetto allo scorso anno, per un ammontare totale di circa 293.000 euro; la mobilità di tirocinio, con un bel “più” 5.630 euro, si aggira intorno ai 39.000 euro; la mobilità docenti con un finanziamento di 24.324 euro, ha ricevuto un incremento di circa 14.000 euro; infine la mobilità degli amministrativi con un aumento di circa 1.600 euro ha raggiunto la cifra di 6.097 euro”.
Non solo. Ulteriore novità è che il Mobility Consortium Erasmus+ ha approvato il progetto CON.C.ER.T.O. (CONsortium for Certified Emilia Romagna Traineeship Opportunities), di cui Unife è capofila in partenariato con l’Università di Parma, l’Università di Modena e Reggio Emilia, il Conservatorio di Ferrara, il Conservatorio di Parma, il Conservatorio di Cesena, il Conservatorio di Piacenza e l’Accademia delle Belle Arti di Bologna.
Il progetto, che prevede soggiorni per tirocinio in Europa rivolti a studenti e neolaureati degli istituti partner, ha ottenuto un finanziamento di circa 55.600 euro.

“Importanti traguardi – conclude Mantovani – raggiunti anche grazie all’impegno e alla qualità del lavoro svolto dall’Ufficio Mobilità Internazionale di Unife”.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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