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Sappiamo che il web è stato e continua ad essere dirompente in tutti o quasi gli ambiti della vita umana in cui s’insinua, ma il fatto che abbia rotto le rigide divisioni tra gli psicoanalisti ne è la conferma più eclatante. SpiWeb, sito della Società Psicoanalitica Italiana, è un sito vivacissimo e molto articolato che in poco tempo ha scalato le classifiche dei motori di ricerca, ha avvicinato e fatto dialogare sia psicoanalisti appartenenti a scuole diverse, sia addetti ai lavori e gente comune. Il sito presenta, infatti, alla sezione Dibattiti teorico-clinici / Prospettive a confronto, dibattiti aperti in cui si può intervenire direttamente: l’analista ferrarese può confrontarsi con il collega israeliano piuttosto che con l’australiano, e questo perché il sito sta avendo talmente tanto seguito che gran parte dei contenuti vengono tradotti in lingua inglese e francese. Ricche ed interessanti sono anche le vetrine di Cultura, Libri, Video con indicazioni utilissime per insegnanti e formatori di scuole di ogni ordine e grado, per educatori e operatori dei Servizi per le famiglie, Servizi per l’infanzia e Salute donna, o anche semplicemente per noi genitori costantemente preoccupati e ansiosi. Ma più di tutto colpisce la ricchezza della sezione Cinema, in cui oltre ad un’accurata rassegna di film completi di trailer, trama e recensione, si trova la particolare Versione dello psicoanalista che, a partire dalla pellicola, guida ad una riflessione su di sé; queste del cinema solo le pagine in assoluto più visitate, In Sala ha 12.000 accessi al mese!

SpiWeb nasce nel 2005 con un taglio molto istituzionale e una struttura organizzata per argomenti, in modo piuttosto rigido e accademico. Già nel 2009, con l’Esecutivo di Romolo Petrini, il sito si apre con l’intento programmatico di comunicare ad un pubblico più vasto, utilizzando il linguaggio della gente e i nuovi strumenti della comunicazione. Infine, nel 2013, il sito viene radicalmente rivoluzionato sotto la Direzione di Jones De Luca che rompe definitivamente ogni schema, superando la rigida divisione per argomenti e organizzando i contenuti come in un’enciclopedia, con un’attenzione particolare a rendere gli argomenti ricercati facilmente rintracciabili dai motori di ricerca, quelli specifici come quelli di interesse più comune. Al telefono la dottoressa De Luca racconta con entusiasmo la sua “creatura”, e spiega che il sito sta avendo un grandissimo impatto perché ha accettato la sfida delle nuove tecnologie: apertura al web con la possibilità di confronti tra specialisti on line, caricamento di contributi audio e video aggiornati; poi la creazione si Spipedia – Piccola enciclopedia aperta della psicoanalisi che si arricchisce nel tempo di nuove voci e di costanti contributi; e ancora, incontri con grandi personaggi della cultura, del pensiero, ma anche con registi, blogger, industriali, intervistati in modo particolare, chiedendo loro di raccontare i momenti difficili che hanno attraversato nella vita, facendone quindi emergere il lato umano. Le pagine dei Dossier, che contano un grande apporto di interventi femminili, affrontano temi delicatissimi come l’abuso del corpo della donna, i “brutti pensieri delle mamme”, spesso relegati nel ristretto ambito della cronaca, con l’intento di produrre una buona informazione su quella che è la salute mentale della popolazione.

La redazione di Spiweb si presenta come una straordinaria macchina per la comunicazione: il gruppo è ben nutrito e scopriamo con ulteriore sorpresa che, oltre alle figure classiche del comunicatore scientifico e di chi si occupa di Ricerca e Magazine, c’è l’addetto che si dedica all’Outreach  (Cinema, Facebook, Twitter, Linkedin, Eventi)  e l’addetto ai Video (Videointerviste, Psicoanalisi in video, Analisti con la cinepresa, Videoteca).

Il sito diventa straordinariamente all’avanguardia tanto da essere preso come modello addirittura dall’Ipa (International pshycoanalythical association) ossia dall’associazione che sovrasta il panorama internazionale della psicoanalisi e che, guarda caso, lo scorso agosto ha eletto a dirigere il proprio sito l’italianissimo Romolo Petrini alla guida di una Web task force che, come si legge in un recente comunicato ai propri associati, ha il primario obiettivo di sviluppare “a new, wide-reaching communication plan” ossia “un nuovo piano di comunicazione ad ampio raggio”, e aggiunge: “Noi desideriamo attivare e incoraggiare i membri a prendere parte attivamente alla vita istituzionale dellaAssociazione, utilizzando gli strumenti che il web offre”. In un’intervista a Rai Educational Filosofia, la De Luca racconta un fatto molto significativo: in occasione di un recente convegno internazionale, alla domanda “Cosa ne pensate delle sedute via Skype?”, la maggior parte degli psicoanalisti intervistati da Spiweb ha risposto “Dobbiamo studiare questo mezzo, la psicanalisi in rete la facciamo già!”. Con Spiweb si è quindi andati oltre ogni immaginabile evoluzione della rete, ed è già da un po’ che nell’ambiente ci si sta chiedendo: se Freud fosse vivo, avrebbe il profilo Facebook?

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Sara Cambioli

È tecnico d’editoria. Laureata in Storia contemporanea all’Università di Bologna, dal 2002 al 2010 ha lavorato presso i Servizi educativi del Comune di Ferrara come documentalista e supporto editoriale, ha ideato e implementato siti di varia natura, redige manuali tecnici.

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5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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Francesco Monini
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