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Da Hera

Differenziare correttamente è semplice e può trasformare il rifiuto in una risorsa dalle grandi opportunità. Protagonista della nuova campagna è la frazione organica, di cui ogni anno Hera arriva a recuperare oltre il 91% del quantitativo frutto della raccolta differenziata dei cittadini
È partita in questi giorni nei territori di Ferrara, Bologna, Cesena, Forlì, Modena, Ravenna e Rimini la nuova campagna del Gruppo Hera dedicata all’organico con lo scopo non solo di aumentare sempre più i livelli della raccolta differenziata di questa frazione, ma soprattutto di elevarne la qualità. Dopo le campagne su vetro e plastica, Hera si dedica ora agli scarti alimentari, per comunicare che differenziare le varie tipologie di rifiuti è semplice e contribuisce ad accrescere il valore dell’impegno di tutti i cittadini.
Differenziare infatti è importante, ma non sufficiente. È differenziare correttamente ciò che rende questa azione particolarmente virtuosa, garantendo una raccolta di qualità. Ecco spiegato il significato delle campagne di sensibilizzazione lanciate dal Gruppo Hera, con l’obiettivo fondamentale di mostrare che non solo è possibile valorizzare i nostri rifiuti, ma anche trasformarli in risorse preziose.
Organico: una frazione dalle tante potenzialità
A fare da protagonista questa volta è l’organico, che rappresenta circa il 20% dei rifiuti che produciamo ogni giorno e che, se ben differenziato, può acquisire un grande valore. Dalla sua differenziazione è infatti possibile creare del prezioso compost naturale, ma non solo. Trattandosi di materia organica, infatti, il suo ciclo può avere anche altre destinazioni: non tutti sanno, infatti, che le possibilità di riuso degli scarti alimentari sono numerose, per arrivare fino alla produzione di biometano, un combustibile sostenibile e rinnovabile al 100%. Un modo per “chiudere il cerchio”, partendo dalle famiglie e ritornando ai cittadini, al territorio e alla natura, in linea con i principi dell’economia circolare.
Poche e semplici regole per differenziare correttamente l’organico
Sono poche e semplici, ma indispensabili, le regole per produrre una raccolta differenziata di qualità e trasformare il rifiuto in una risorsa riutilizzabile: è necessario gettare l’organico solo nei sacchetti in compost o in carta e sempre libero da involucri e imballaggi, facendo attenzione a pulirlo anche da minime impurità di plastica che gli fossero rimaste attaccate. Come mostra l’immagine della nuova campagna di Hera, che rappresenta una buccia di mela pronta per essere conferita, libera da pellicole o corpi estranei. La buccia, inoltre, raffigura il simbolo dell’infinito, che esprime la circolarità dell’economia in cui i nostri scarti, se correttamente differenziati, possono inserirsi. Per massimizzare la visibilità della campagna, Hera la veicola attraverso i canali digitali più diffusi, dalle principali testate on-line ai social network come Facebook e Instagram, mezzi con un target potenzialmente illimitato che si sposano così perfettamente con le tante possibilità che possono derivare dalla corretta raccolta del rifiuto organico.
E per togliersi ogni dubbio, come ricorda la campagna stessa, c’è sempre il Rifiutologo, l’apposita app pensata da Hera che associa ad ogni materiale la corrispondente modalità di conferimento.
Oltre il 91% dell’organico differenziato viene recuperato da Hera
Per tracciare la filiera del riciclo e rendere trasparente il processo che si attiva grazie allo sforzo dei cittadini nel fare la raccolta differenziata c’è “Sulle tracce dei rifiuti”, il report con cui il Gruppo Hera illustra i dati sull’effettivo avvio a recupero dei rifiuti raccolti in modo differenziato e sull’intera filiera a valle, una componente essenziale della green economy. Per quanto riguarda l’organico, ad esempio, ogni anno Hera recupera oltre il 91% del materiale differenziato.
Tutti i dati, anche sugli altri materiali, sono disponibili on line nella sezione interattiva e navigabile all’indirizzo www.gruppohera.it/sulletraccedeirifiuti.
“Dopo le campagne su vetro e plastica – dichiara Roberto Barilli, Direttore Generale Operations del Gruppo Hera – abbiamo deciso di non fermarci, ma anzi di proseguire il lavoro per accrescere la qualità della raccolta differenziata. La nuova campagna ha infatti questo obiettivo, perché è proprio dalla corretta differenziata dell’organico che possiamo ottenere i risultati più importanti, con oltre 197.000 tonnellate raccolte nel 2016, di cui oltre il 91% avviate al recupero. Come azienda – prosegue Barilli – siamo orgogliosi di essere in prima linea nella promozione della raccolta differenziata, non solo a livello di quantità, ma anche di qualità.”

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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