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I bambini felici hanno ricordi felici, tutti noi lo sappiamo. Chi ha giocato per strada anche solo con due biglie e quattro palline ma con amichetti vocianti e libero di pensare solo al piacere di vincere una gara o al gelato dopo i compiti, ricorda l’infanzia come uno dei momenti più belli della sua esistenza. Se poi alla sbucciatura delle ginocchia seguiva il bacio di mamma o la crema pasticcera della nonna, il ricordo è ancora più intenso e commovente. Tutti i bambini hanno diritto a giocare, a leggere e correre per le strade o i parchi, nessuno deve dover lottare con gli orari e i sacrifici di un lavoro non richiesto e richiedibile alla sua età o gli sforzi nel contribuire a un bilancio familiare che non possono essere i suoi.

Ecco allora che Mani Tese, dal 10 al 12 giugno, porta in 14 piazze italiane e in alcuni punti Coop la campagna “I EXIST” (vedi) contro le schiavitù moderne, con l’iniziativa “I bambini felici hanno ricordi felici”. Domenica 12 giugno, giornata mondiale contro il lavoro minorile, ci saremo tutti anche a Ferrara, in Piazza Trento Trieste. Una vera mobilitazione di piazza per dire di no agli schiavi moderni. “I EXIST”, quasi un urlo “ci sono anche io!”, è una campagna volta a rendere visibile un fenomeno attuale troppo spesso ignorato. La schiavitù è frutto della povertà e genera povertà. Mani Tese vuole costruire una mobilitazione globale e diffondere consapevolezza sul fenomeno delle schiavitù moderne attraverso progetti di cooperazione internazionale, iniziative di sensibilizzazione, educazione alla cittadinanza mondiale e attivazione della società civile. Un’ingiustizia sommersa cui ribellarsi, una ferita profonda di un mondo civilizzato che tale non si dimostra quando tollera situazioni di tale genere.

Con questa iniziativa i passanti saranno invitati dai volontari di Mani Tese a scrivere in poche righe, sul tondo staccabile di un flyer, un ricordo felice della loro infanzia (un momento preciso ma anche una sensazione, un gusto, l’ultimo giorno di scuola, le vacanze, gli amici, le prime infatuazioni …). Una volta scritto, dovranno staccare il proprio ricordo e attaccarlo su un pannello, sovrapponendolo a quello tutt’altro che sereno di un bambino/a vittima di sfruttamento di lavoro minorile. L’intento è di far prendere consapevolezza del fenomeno, attraverso la lettura di un ricordo triste dei bambini lavoratori, invitando le persone ad attivarsi sostenendo la Campagna “I EXIST”, di Mani Tese attraverso il gesto simbolico di cambiare i ricordi tristi sostituendoli con immagini positive. Il risultato finale sarà la creazione di un’immagine unica (il volto di un bimbo sorridente) formata da tanti ricordi felici, che andranno a coprire i tristi racconti dei piccoli schiavi.

L’evento si terrà contemporaneamente a Bologna, Bulciago, Catania, Faenza, Lecco, Milano, Padova, Trivero (BI), Salerno, Cagliari, Ferrara e nel fine settimana successivo a Firenze e Pratrivero (BI). Si può partecipare attivamente alla mobilitazione dell’11 e 12 giugno come volontari presenziando ai banchetti di Mani Tese comunicando la propria disponibilità online su Mani Tese

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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