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Di sicuro a Ferrara una cosa che non manca mai è la musica. Tanti sono i giovani ferraresi appassionati di musica e tantissimi sono quelli che a questo mondo si avvicinano in maniera attiva, talvolta riscontrando anche un buon successo oltre le Mura. Tra questi spiccano i Cultura Minimal, band emergente tutta al ferrarese che in pochi anni si è già imposta nel panorama musicale della città estense.
Abbiamo deciso di raccontare la loro musica e la loro storia incontrando uno dei quattro membri della band, il batterista vigaranese Nicola Giovanardi.

Il logo dei Cultura Minimal
Il logo dei Cultura Minimal

“I Cultura Minimal nascono nel maggio del 2013 da un’idea del nostro frontman Niccolò Battaglia – racconta Nicola – e dopo una prima fase di assestamento durante la quale il progetto ha piano piano preso forma, siamo arrivati solo pochi mesi fa alla formazione ufficiale del gruppo”. Oltre a Niccolò battaglia (voce e chitarra) e Nicola Giovanardi, i Cultura Minimal sono Diego Guidoboni (chitarre) e Raffaele Guendalini (basso). Un nome, quello della band, “nato un po’ per gioco, perché tendiamo sempre a prenderci un po’ alla leggera” ci spiega Nicola, precisando quanto Cultura Minimal “rispecchi veramente quel concetto di leggerezza che ci contraddistingue come band”.

Tutta l’energia del rock puro legata alle tradizioni del pop moderno, senza mai tralasciare una sostanziosa impronta cantautoriale caratterizzata soprattutto da testi attuali (si spazia davvero tra mille temi) e impegnati, vere fondamenta della musica della band: questi i tratti che maggiormente li contraddistinguono. I Cultura Minimal, spiega Nicola, “non si pongono in alcun modo vincoli di genere musicale: siamo convinti che soprattutto oggi nel mondo della musica etichettarsi non serva a niente, al contrario è necessario tenere sempre la mente aperta e sperimentare in continuazione”.
Queste aperture a ogni influenza musicale sono anche la chiave di tutti i live della band, poiché “in ogni concerto – racconta il batterista – riusciamo a essere sempre noi stessi e sempre spontanei, convinti che cercare di mettere in musica quello che siamo e proporlo al pubblico in maniera genuina sia la chiave per arrivare a quanta più gente possibile”.

E a ripercorrere nei dettagli la breve storia dei Cultura Minimal i fatti sembrano dar ragione alle parole di Nicola: oltre al secondo posto all’edizione 2014 del “SangioinRock”, al primo posto all’edizione 2015 del “Rock Fool’s Fest” di Bondeno e alla conquista delle fasi semifinale del festival “Musicale” di Pisa nel 2015 (selezionati tra oltre 120 partecipanti), l’ultima ‘conquista’ è arrivata poche settimane fa con la vittoria del “Boccalone d’oro” al “MusicaFè”, il festival universitario organizzato dall’Associazione Ferrarese Universitaria de li 4S che prevede l’obbligo tra le band partecipanti di avere almeno la metà dei componenti iscritta all’Università di Ferrara. “Una bellissima iniziativa che, parlando da studente Unife – ha commentato Nicola – andrebbe di sicuro valorizzata, un’occasione per suonare insieme e divertirsi, ma anche di sana competizione. Vanno ringraziati tutti gli organizzatori per la passione e l’impegno con il quale creano queste belle manifestazioni, sempre meno presenti a Ferrara”. Una vittoria sicuramente prestigiosa e importante visto anche un recente cambiamento di formazione.

La copertina del primo Ep
La copertina del primo Ep

Ora, quindi, sembra essere arrivata l’ora di fare sul serio: “Con questa nuova formazione vogliamo finalmente fare il salto di qualità”, afferma il batterista, annunciando l’uscita “del nostro primo Ep nel maggio 2015 e, un mese dopo, del video di uno dei singoli da questo estratti, “Dmax” [guarda]. Attualmente siamo costantemente in sala di registrazione per lavorare sul nostro primo disco ufficiale, in uscita il 15 settembre”. Tutto questo grazie alla collaborazione con l’etichetta AreaSonica Records di Bologna, avviata nel dicembre scorso, “una novità – spiega Nicola – che ci permetterà di organizzare le date per il lancio dell’album e un tour di promozione che uscirà anche dal territorio ferrarese. Di sicuro con l’uscita del nuovo disco cambierà anche il nostro approccio soprattutto per quanto riguarda la distribuzione, per ora siamo davvero fortunati perché abbiamo tante persone al nostro seguito che cercano di migliorarci e consigliarci in questa fase per noi completamente nuova”.

Una grande opportunità quindi per la band, che Nicola precisa essere “frutto di una buonissima base di etichette indipendenti sparse per tutta l’Italia, gente competente e appassionata che per fortuna crede ancora nella musica e, di fatto, sono vera e propria linfa vitale per il panorama musicale italiano, oggi quasi in crisi d’identità”. Secondo il batterista il problema principale della situazione attuale della musica in Italia è la sua stessa comprensione da parte degli ascoltatori: “Sono cambiati radicalmente i tempi e ciò viene confermato dai ragazzi di oggi, i quali faticano troppo a capire realmente cosa stanno ascoltando. Oggi siamo portati tutti a seguire solo alcune vecchie linee melodiche che ci hanno fatto rimanere culturalmente indietro, manca quella concezione fondamentale che la musica è innanzitutto lavoro e ricerca continua”. Tutto ciò secondo Nicola si riscontra anche a Ferrara, una realtà “sicuramente attivissima dal punto di vista musicale”, ma che purtroppo “fatica ancora a riconoscere i musicisti come veri e propri lavoratori”, un problema che incide anche nella “collaborazione tra chi lo show lo fa e chi lo organizza, e a risentirne sono soprattutto la promozione e la comunicazione degli eventi stessi, dettagli spesso mal gestiti. Oggi, purtroppo – conclude Nicola – non è più come trent’anni fa quando la musica era seguitissima soprattutto dal vivo, ecco perché risulta davvero fondamentale riuscire a creare la giusta aspettativa”.

Al termine della chiacchierata, Nicola ci tiene a lanciare un appello a tutti i lettori: “Andate ad ascoltare la musica dal vivo! Noi lo diciamo sempre… non c’è modo migliore di capire davvero tutta la passione e l’impegno che stanno dietro ai tanti giovani progetti musicali come il nostro”. E noi non possiamo fare altro che condividere questo appello e rilanciarlo, consigliando a tutti di seguire il cammino di questi quattro ragazzi verso quello che sarebbe, davvero, un successo meritato.

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Andrea Vincenzi


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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