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Il naufrago, l’orango, il vedovo, il mammo… le nostre lettrici si sono divertite a creare alcune categorie di amanti.

Tassonomia di poveri amanti maschi…

Cara Riccarda,
come non accettare un invito così goloso? Confesso, ho vissuto e sto vivendo come Amanda. E continuerò a farlo. Con gioia e curiosità: mi fa amare e non amerò, per Bacco.
Divento donna tardi, a 15 anni, quando come una crisalide rinsecchita, mi trasformo in una ragazza torrida, non vi è che dire. Ma dopo una tortuosa storia con un narcisista indimenticabile, affascinante, inutile, narcisista, cambio le regole del gioco, anzi, vado oltre: il mazzo delle carte lo gestisco io.
Una affarista dell’amore a metà, del sesso di ottima qualità, del regalo su commissione, del week a quattro stelle. Poi sparisco, spesso inseguita da innamorati patetici e un po’ folli che mi fanno ridere. Non ho intenzione di smettere, ma di godere ogni attimo di questo gioco soddisfacente, dove il mio cuore è ben chiuso in un cassetto foderato di velluto, e rimane l’unica cosa non in vendita.
Ma la fica e il cervello sono soci meravigliosi: eccole, le mie categorie, così vi orientate, care ragazze che nascondete il più grande, originale e prezioso gioiello che ci ha dato madre natura: la fica.
Il mieloso: da evitare, solo guai. E’ un occulto mini dotato che supplisce alla carenza di verga con zuccherose profferte che, noi, ragazze grandi disprezziamo. Bigliettini con conigli e cuori, mazzi di gerbere, torte fatte da lui e altre amenità.
Il mammo: è sempre preoccupato, che siate ben coperte, che non siate troppo stanche, che abbiate mangiato, che abbiate goduto. Da tenere a sprazzi e lazzi solo se danarosissimo.
L’aggressivo: un capitolo delicato. A letto è una bomba, solitamente molto in forma, libero, urbano. Ma la vuole sempre e comunque, a qualsiasi ora, luogo, letto, divano, cinema. Da prendere a piccolissime dosi.
Il vedovo: posizionato, bello, di spicco. Nulla da ridire: gli è successo e vuole sistemarsi. La mamma – nonna gli è mancata, povero caro, e la rivuole. Più giovane e bella, ma che sia abile nella cernita del calzino, silente controfigura nella cena d’affari a cui lo accompagnate, docile con i figli e i nipoti. Sfruttatelo, non siamo la seconda scelta di nessuno, figurarsi se di mezzo c’è una lapide.
Il papà: ahi ahi ahi. E qui son dolori. Solitamente è il padre del miglior amico di vostro figlio. La moglie è un pan di zucchero, bellissimi entrambi. Ma lui, lui, affascinante come Patrick Dempsey, giunge alle feste di compleanno a cui vi annoiate disperatamente e vi sfiora l’inguine con uno sguardo. Un francesismo al quale rispondete bagnandovi come meduse. Ogni lasciata è persa, mie care fanciulle, e a seguire concentratevi sulla sua sposa, così il maritino comprende l’antica quando saggia repetita non datur
Ab

Cara Ab,
la tua tassonomia è scienza, non c’è che dire. Alle categorie che hai descritto, mi permetto solo di aggiungere qualche dettaglio, confermato da esperimenti sul campo.
Il mieloso: il problema è fermarlo perchè tutto quello zucchero piace solo a lui e non a noi che preferiamo il dolceamaro.
Il mammo: per carità, se volevo una balia, secondo te cercavo un uomo? Al massimo un maggiordomo.
L’aggressivo: calma, calma, mettiti in coda.
Il vedovo: ok, godiamocela che alla tua ex è andata peggio.
Il papà: se vi guarda è perchè sarete sempre più attraenti della moglie: consideratelo già vostro.
Riccarda

Uno, nessuno e centomila… dipende

Cara Riccarda,
le categorie in cui classificare la razza “uomo” sono le più svariate e la cosa divertente è che ognuna di noi le crea e le disfa, le ricompone e le sotto scompone. Discorso tipico di una serata tra amiche: ma tu quello come lo vedi? Di solito il quello è il marito/fidanzato di una amica o il vicino di casa/collega di lavoro che agli occhi di una è totalmente asessuato proprio perché marito/fidanzato/vicino/collega mentre per un’altra è un viscido che ci proverebbe alla prima occasione (“ma non vedi come ti guarda???”) e per un’altra ancora invece è “uno sfigato perché che si tiene lei che gli rompe pure i coglioni e sicuro non gliela dà nemmeno”
Allora lì si apre una accesa discussione che finisce di solito con grosse risate alle spalle del poveretto.
Comunque su una cosa si è sempre concordi tutte, la razza uomo ragiona poco con la testa e molto con il “coso”, primum movens di azioni e pensieri maschili.
E proprio per questo concordo con Amanda, l’amico uomo etero esisterebbe solo se dissociato dal “coso”. Ma riletto tra me e me… forse anche la donna etero amica esisterebbe se dissociata dalla f.?
M.

Cara M.,
avevo pensato che l’unico modo per rispondere alla tua domanda, fosse rivolgerla a un uomo-amico-etero che, in quanto amico, lo considero dissociato dal ‘coso’. Ma poi ho riflettuto e mi sono convinta che non potevo interpellarlo: come facevo a porgli la tua domanda se tutte concordiamo che il ‘coso’ è il primum (et unicum) movens? Penso che allora, date queste premesse, il nostro sillogismo ci porti a concludere che no, per l’uomo la donna-amica senza f. non esista.
Riccarda

W il contadino: scarpe grosse e cervello fino!

Cara Riccarda,
trovo la classificazione un giochino tanto infantile quanto divertentissimo e quindi attuabile sempre, in ogni momento ed in ogni ambito… uomini compresi.
Non riesco a fare distinzioni originali, per la gamma di uomo con cui mi sono rapportata io nella vita, generate esclusivamente da un orgasmo mentale; mentre scrivo però sorrido, perchè mi viene in mente l’uomo con il borsello di puro budello di Elio, che bacia a mulinello che non si può certo includere nel gruppo degli ambiti, ma che fa tanta tenerezza e pure un po’ pena.
Trovo matematicamente impossibile che una donna riesca a ragionare esclusivamente a suon di vagina, ma è molto divertente pensarlo e provarci, specie quando ti si para davanti il bonazzo indiscusso annoverabile senza alcun dubbio nella categoria: coltivatori diretti.
Bellissima rubrica
C.

Cara C.,
ma dove la trovi una saggezza più concreta di quella di un coltivatore diretto? Ma ce ne fossero!
Riccarda

Essere stronzi paga sempre

Ciao Riccarda,
potrei dire che ci sono tanti tipi di uomini: c’è quello troppo premuroso che si preoccupa per te solo per avere il controllo o peggio ancora per limitarti; quello sempre arrabbiato e che non va d’accordo con nessuno con cui bisogna sempre aspettare il momento giusto per parlare; quello che speri di incontrare quando esci a fare una passeggiata o la spesa, ma puntualmente incontri chi non hai molta voglia di vedere; ce ne sono tanti che hanno bisogno di qualcuno che si prenda cura di loro come se fossero dei bambini; c’è chi pensa di essere superiore solo perchè sa montare una lampadina; oppure chi si crede simpatico ma non lo è, e chi, invece fortunatamente, simpatico lo è davvero e ti fa ridere anche con gli occhi.
Ma credo che ci sia una caratteristica che in fondo li accomuna tutti: l’egoismo.
Non è colpa loro, solo non riescono a farne a meno come noi donne non possiamo fare a meno di parlare o di lamentarci.
Se noi nasciamo con l’istinto materno, loro nascono egoisti.
Il problema è che questa caratteristica non li rende inscopabili, anzi! Quelli troppo gentili o che ti danno troppe attenzioni, non se li fila quasi nessuno perchè sono noiosi, scontati e a tratti opprimenti.
Non vorrei però essere fraintesa, la mia non è una presa di posizione contro il genere maschile perchè, diciamocelo, grazie a loro è tutto un po’ più interessante e meno monotono.
La mia vuole essere più che altro una presa di coscienza per quando si va oltre il “limite dell’accettabile” e ci si innamora.
E.

Cara E.,
ecco l’hai detto: più sono stronzi e più ci piacciono. Noi li incolpiamo di non cogliere le sfumature, non capire che se diciamo no è anche un po’ sì ma non subito, però quelli della categoria egoisti e scopabili una cosa l’hanno capita: i bravi ragazzi premurosi non ci attizzano neanche un po’.
Riccarda

Ma l’uomo di una volta è mai esistito?

Cara Riccarda,
classificare gli uomini? Meglio dire classificare il genere maschile perche’ mai luogo comune fu piu’ vero: non esistono piu’ gli uomini di una volta.
Per come la vedo, io l’Uomo con la U maiuscola e’ uno soltanto: “l’uomo di una volta”, come il mio papa’, l’uomo MacGyver che si ingegna con cio’ che ha per venirne sempre fuori. Tutto il resto non e’ definibile uomo ma solo individuo appartenente al genere maschile. In questo caso, la possibilita’ di classificazione e’ ampia e mai positiva. Abbiamo il maschio mollusco, colui che parla, parla ma appena c’e’ da tirare fuori un attimo gli attributi gira l’angolo; c’e’ il maschio polipo che ti si appiccica addosso con quei suoi tentacoli; c’e’ il maschio sanguisuga che dimentica sempre il portafoglio; c’e’ il maschio naufrago che si perde in un bicchiere d’acqua e tocca risolvere sempre tutto a te, c’e’ il maschio orango tutto muscoli e niente cervello, c’e’ il maschio disco rotto che parla solo di calcio/automobilismo/Valentino Rossi, e poi c’e’ il peggiore. Quello che se lo incontri devi cambiare paese, nome, faccia e quant’altro pur di fargli perdere le tue tracce: il maschio orango-disco rotto-sanguisuga-naufrago-mollusco-polipo!
Dio salvi le donne e ridia loro l’uomo di una volta!
Debora

Cara Debora,
e allora il naufrago lasciamolo dolcemente naufragare in questo mare…
Riccarda

Potete inviare le vostre lettere a: parliamone.rddv@gmail.com

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Riccarda Dalbuoni

È addetto stampa del Comune di Occhiobello, laureata in Lettere classiche e in scienze della comunicazione all’Università di Ferrara, mamma di Elena.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

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Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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