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Quanto dura il tempo di un Narciso? Riusciamo a staccarci dalle persone innamorate di loro stesse che non riescono a dare valore agli altri? Le sappiamo riconoscere? I nostri lettori raccontano gli incontri con i narcisi o come li hanno evitati.

Super-ego d’argilla

Cara Riccarda,
è la solita storia. Per alcuni il rapporto con l’altra più che a dare amore serve a dare a se stessi una rassicurazione, la conferma della propria potenza. Poco importa che si infliggano sofferenze o umiliazioni a chi non le merita: il mix di narcisismo ed egoismo non conosce pietà anche perchè ha alla base una fortissima insicurezza cui si tenta di reagire con ripetute prove di forza. In questo caso specifico chi fa pena, chi ha bisogno di compassione (e forse anche di una terapia) non è G. ma il suo aguzzino, tanto più piccolo quanto più è gigantografato.
Firmato: Jeeg robot

Caro Jeeg robot,
se questi giganti dell’immagine si vedessero, anche solo per un attimo, con gli occhi di chi gli sta di fronte, sostituirebbero i poster con delle foto tessera. A conoscerli da vicino, a condividere un po’ l’intimità, risultano persone fragili e molto diverse da come si mostrano. Ma questo non li assolve dall’indifferenza che poi tornano a praticare. Avendone conosciuto qualcuno, credo che il distacco dentro cui si muovono serva loro per non sgretolarsi del tutto. Il rischio che qualcuno mini la costruzione non va corso e quelle prove di forza devono dimostrare di vincerle. Lasciamoglielo credere.
Riccarda

Solo un abbaglio…

Cara Riccarda,
anche a me è capitato di incontrare e avere dei legami affettivi con una persona egocentrica. Eravamo amici, inizialmente il suo modo di fare poteva trarre in inganno, sembrava disponibile e altruista, ma in effetti, tutti i suoi comportamenti erano volti ad essere al centro dell’attenzione. Naturalmente, ci vuole un po’ di tempo per rendersene conto, perché sapeva circuire bene le persone, il suo ego si alimentava con l’accondiscendenza di chi le stava intorno, molte persone erano abbagliate dai suoi modi di fare, non rendendosi conto che venivano usate a suo uso e consumo, per poi venire abbandonate quando non risultavano più interessanti o in disaccordo con i suoi desideri. È un po’ come la teoria che afferma che essendo la velocità della luce superiore a quella del suono, si rimane prima abbagliati da una persona, poi, quando arriva il rumore delle sue parole o dei suoi gesti, si capisce che non è così speciale. A me è capitato di valutarla più di quanto meritasse, poi, ho indossato gli occhiali da sole e l’eco dei suoi comportamenti è apparso chiaro, egoismo allo stato puro, culto si se stessa, desiderio di essere la prima su tutto, necessità di essere apprezzata e lodata, in pratica tutto il suo mondo si fondava sull’apparire, non sull’essere, risultando così vuoto e inospitale per un cuore amico che vive di concretezze. Dopo qualche disaccordo sulle modalità di adorazione, i nostri rapporti si sono interrotti e devo dire che non provo nessun sentimento di rimpianto, nessuna nostalgia, quasi come se non ci fossimo mai conosciuti. Solo su una cosa posso darle un piccolo merito, mi ha presentato delle persone con le quali ancora adesso sono fortemente legato, persone per me speciali perché per brillare non hanno bisogno di spegnere gli altri.
L.M.

Caro L.M.,
l’inospitalità, appunto. Le persone impegnate nel culto di sè, non ti fanno spazio ed entrare nelle pieghe della loro vita è una fatica inutile. Se pensi di avere intravisto un pertugio dentro cui infilarti per avvicinarti, la strada sarà sempre sbarrata dai confini dell’ego. Quel vuoto inospitale è già pieno di loro. Il paradosso è che queste persone si nutrono di una forma insaziabile di adorazione per cui dovrai fare sempre di più per ottenere anche solo un cenno. Per fortuna l’abbaglio passa, e impariamo a riconoscere la nostra luminosità che è ben altro.
Riccarda

Mi vedo quindi sono

Cara Riccarda,
in riferimento all’articolo Il tempo di un Narciso, mi chiedo: perchè? Se pensiamo che una persona abbia bisogno delle proprie immagini per ricordarsi di esistere, non è triste? Lui non ha la consapevolezza, lei sì.
Betta

Cara Betta,
G. ha avuto una consapevolezza, una lucidità che, a un certo punto, le ha fatto prendere un’altra strada anche se, immagino, non sia stato semplice.
Chi rimbalza costantemente nella visione della propria immagine, senza allargare lo sguardo agli altri, soffre di una bulimia tormentata che non potrà trovare mai piena soddisfazione. E chi sta attorno a questi narcisi, dopo poco lo capisce, si stanca di non ricevere valore e se ne va, appannando un po’ lo specchio del narciso.
Riccarda

L'(in)utilità dei narcisi…

Cara Riccarda,
i narcisi riempiono la nostra vita. Li troviamo in ogni dove. Ci sono narcisi bellissimi che posso stare a guardare per ore: mi godo il bello della vita. Basta inserire l’opzione silenzioso così mentre il loro super io parla, organizzo mentalmente la lista della spesa.
Ci sono narcisi meno belli, narcisi donna, narcisi casalinghe, di ogni tipo e genere.
L’amore, l’empatia verso gli altri la dimostrano con l’invio di faccine dolci su whatsapp, cuoricini e baci. La loro capacità di provare sentimenti è tutta lì: in una faccina.
A volte penso che vadano in posti e si iscrivano a eventi solo per pubblicare la loro foto: eccomi son qui. Nello stato di whatsapp pubblicano i video di se stessi o delle loro proprietà: nuova moto, nuove scarpe da tennis, nuova donna, figlio in bici, figlio a cavallo.
Capita che devi disattivarli, bloccarli, usare il tasto elimina. Loro continuano a mostrarsi in ogni applicazione. Però a volte, di sera, prima di andare a dormire li riattivo tutti e, che bello, li guardo e penso: hanno pubblicato tutto questo per me!
Non mi sono mai innamorata di un narciso. Proprio non ci riesco. Eppure ci sono narcisi bellissimi. Sono anche sensibili, ma solo a se stessi e, questo l’ho imparato da te, mancano di verticalità.
V.

Cara V.,
è vero, mancano di verticalità e rimangono sul pelo dell’acqua proprio come faceva Narciso specchiandosi in una pozza profonda. Per Narciso l’amore esclusivo per la propria immagine fu la sua condanna, un contrappasso non da poco.
Riccarda

Potete scrivere a parliamone.rddv@gmail.com

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Riccarda Dalbuoni

È addetto stampa del Comune di Occhiobello, laureata in Lettere classiche e in scienze della comunicazione all’Università di Ferrara, mamma di Elena.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

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