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da: Ferrara sotto le Stelle 2014

Grazie ad irresistibili melodie neo britpop e alla carica festante dei loro live, la band di Glasgow ha saputo imporsi ai vertici delle classifiche mondiali, diventando il simbolo del successo esponenziale dell’indie-rock contemporaneo

Tra qualche anno, per spiegare come l’industria discografica abbia subito una vera e propria rivoluzione negli anni 2000, la band che verrà presa ad esempio sarà sicuramente quella dei Franz Ferdinand. Se oggi è di fronte agli occhi di tutti il successo esponenziale delle etichette musicali indipendenti, capaci ormai di insidiare colossi come Universal, Sony, Warner e Emi, e se nessuno oggi si stupisce più quando la carriera di un gruppo parte dal passaparola sui siti internet, basta tornare indietro al 2002 per rendersi conto di quanto le cose siano cambiate.
L’anno è ovviamente quello della fondazione del gruppo scozzese, il cui successo non è certo stato fulmineo quanto quello dei compagni di etichetta Arctic Monkeys, visti l’anno scorso a Ferrara Sotto le Stelle.
Nel momento in cui iniziano a suonare assieme, tre dei quattro i componenti dei Franz Ferdinand hanno già accumulato molte esperienze in gruppi decisamente poco conosciuti: Alex Kapranos, cantante e indiscusso leader della band, è già stato negli Amphetameanies e nei Karelia, il chitarrista/tastierista Nick McCarthy, di formazione classica, suona in un gruppo sperimentale chiamato Embryo, mentre Paul Thompson è batterista per The Yummy Fur e cantante per i Pro Forma. Il “quarto uomo”, Bob Hardy, è in realtà un amico di Alex, cui quest’ultimo insegna a suonare il basso pur di averlo con sé nel progetto.
Kapranos ha le idee molto chiare riguardo a ciò che vuole ottenere, è convinto che la musica indipendente abbia ormai tutti i mezzi per abbandonare la timidezza che la contraddistingue, andando a sfidare le produzioni milionarie a testa alta e nei loro territori: i club e le discoteche.
Insomma il leader dei Franz Ferdinand ha l’ambizione di far ballare l’intera Gran Bretagna, ma partendo dal basso e senza avere al momento un contratto discografico. Un’impresa folle ma ben supportata dalla sua stupefacente capacità di comporre brani estremamente accattivanti, in perfetto equilibrio fra new-wave e brit-pop, rivalutazione degli anni ’80 e rivitalizzazione dei ’90.
I primi ad avere la possibilità di accorgersene non sono però le grandi masse di uno stadio, e nemmeno i clienti di un fumoso locale scozzese. La prima esibizione dei Franz Ferdinand (la più difficile, ricorda ancora oggi Kapranos) avviene durante una festa di studenti universitari.
La reazione dello sparuto pubblico di conoscenti è però talmente positiva da incoraggiarli a trovare un quartier generale in cui sviluppare le proprie canzoni. La scelta ricade su un enorme magazzino in disuso, nel quale si insediano stabilmente ribattezzandolo “The Chateau”. In poco tempo questo diviene non solo la loro base, ma anche un punto di aggregazione per i giovani musicisti di Glasgow e per tutta la comunità artistica della città.
Il grande movimento creato grazie a questo laboratorio e locale per concerti costa a Kapranos un arresto per vendita di alcolici senza licenza, ma gli procura al tempo stesso il primo contratto.
Molto distanti dal prototipo di gruppo musicale che le grandi case discografiche amano costruire e imporre sul mercato, i Franz Ferdinand vengono ingaggiati da un etichetta all’epoca decisamente periferica: la Domino Records di Londra, che stampa il loro primo EP. Grazie a loro diventerà una delle più importanti realtà presenti sul mercato inglese, acquisendo la possibilità di produrre gruppi ambitissimi.
Il resto della storia ha tratti comuni a quelli di tutte le grandi rivelazioni degli ultimi anni, ma a sorprendere all’epoca è il modo in cui la band vede crescere il proprio seguito, grazie ad un passaparola sul web che fino ad allora mai si era dimostrato così efficace.
Su internet si inizia a parlare dei Franz Ferdinand come del “gruppo dell’anno”, il cui rock squadrato ed efficiente sembra fatto apposta per divertire all’infinito la nuova generazione dei club, forte di un’invidiabile freschezza pop, declinata però con il piglio nervoso che aveva caratterizzato le migliori band post-punk. Il gruppo inoltre viene preso come punto di riferimento per l’abbigliamento dai giovani britannici e dalle riviste di moda, e tutti sembrano impazzire per lo stile intellettuale e garbato di Kapranos al confronto con le rockstar eccessive della decade precedente.
Gli unici a diffidare sono i giornalisti della stampa specializzata che, trovandosi a scrivere articoli su un gruppo divenuto famoso ben prima che loro potessero occuparsene, sospettano che nei confronti dei quattro di Glasgow si sia sviluppata un’attenzione esagerata.
A far cadere ogni dubbio sulla reale consistenza del gruppo contribuiscono gli irresistibili live della band e l’uscita del primo album, l’omonimo “Franz Ferdinand”.
Nel Gennaio del 2004 il singolo “Take Me Out” arriva direttamente al terzo posto della classifica inglese, trascinando “Franz Ferdinand” nella medesima posizione tra gli album, anche grazie ad una originale copertina che prende a modello l’iconografia dell’avanguardia russa.
Le recensioni sono assolutamente esaltanti e unanimemente positive. Dopo un tour che vede costantemente crescere il numero di spettatori presenti ai concerti, il gruppo passa gran parte dell’anno in studio preparando il nuovo album, che viene pubblicato il 3 Ottobre 2005.
“You Could Have Been So Much Better” dimostra la capacità dei Franz Ferdinand di uscire brillantemente dalla micidiale formula che avevano creato, risultando un’opera decisamente più varia e capace di sorprendere, pur non rinunciando anche questa volta a creare una manciata di singoli che entrano prepotentemente nella scaletta di ogni djset indie-rock.
I numeri della band sono impressionanti: un Mercury Prize, 2 Brit Awards, 4 NME Awards (tra cui quello per la Miglior Band Live), oltre naturalmente a ben 6 milioni di copie vendute.
Nel gennaio 2009 è la volta di Tonight: Franz Ferdinand: new wave, funk ed elettronica segnano il nuovo corso della band, che trova ulteriore compattezza, sia come affiatamento sia come corposità di suono. Certo, la ricerca dell’impatto immediato resta prerogativa indefettibile: ma i Franz Ferdinand non sono più solo coralità nell’uso delle voci e passo danzereccio, ma anche delicate melodie da spiaggia e giri di piano tenebroso. Fra gli svariati progressi tecnici, necessario plauso merita la voce di Kapranos: aspra, ammiccante, ricca di sfaccettature.
Si devono attendere 4 anni per il ritorno in grande stile della band, tornata anche on the road dopo aver pubblicato Right Words, Right Thought, Right Actions, il quarto album – definito da NME il loro migliore – che li mostra in gran forma.
Registrato negli studi scozzesi di Kapranos e nei Mc Carthy Sausage Studios a Londra, il nuovo disco è, a detta dello stesso Alex, “l’incontro tra Intelletto ed Anima, suonato da un gruppo di cazzoni” Testi più maturi ma cori sempre martellanti, di quelli che ti rimangono in testa, insieme a quella potenza pop che è sempre stata il marchio di fabbrica della band.
Ma è dal vivo che la musica dei Franz Ferdinand rende di più, con riff di chitarra pungenti, ritmi sincopati e ritornelli da cantare a squarcia gola. Chi si reca ad un loro concerto difficilmente potrà semplicemente stare fermo ad ascoltare.

Il consiglio per gli appassionati è di non tardare troppo, anche perchè il supporto di lusso è rappresentato da THE CRIBS, l’energica band di Wakefield formata dai tre fratelli Jarman, che con il terzo disco “Men’s Needs”, prodotto dallo stesso Kapranos, ha raggiunto in Gran Bretagna livelli di popolarità vicini a quelli dei Franz Ferdinand. Tanto da essere stata definita dall’autorevole “Q” “la più grande cult band britannica” e da essersi guadagnata la stima e la collaborazione di un mito della musica inglese come Johnny Marr degli Smiths.

FRANZ FERDINAND + THE CRIBS
Piazza Castello – Ferrara
Venerdì 1 agosto

Orari:
Biglietteria: ore 18:00
Porte: ore 19:00
THE CRIBS on stage: ore 20:30
FRANZ FERDINAND on stage: ore 21:30

Ingresso: 32 euro

Info: 0532-241419
Ulteriori informazioni sono reperibili presso il sito web della rassegna: www.ferrarasottolestelle.it

Risorse in rete:
www.franzferdinand.com
www.thecribs.com

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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