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Da Azione Futurista Ferrara

Nonostante persino il “reazionario e xenofobo” Donald Trump non … ha alcun problema a parlare a Riad ai principali leader musulmani dei Paesi Arabi, patteggiando pragmaticamente per il futuro una alleanza contro il terrorismo islamico, a Manchester con ogni probabilità (chi esulta nel mondo alla faccia di certo andazzo europeo e negazionista?) ennesimo attentato alla civiltà, al termine di un concerto pop, con molte giovani e giovanissime vittime. Implosione subito confermata dai nuovi attentati Isis di Londra… Nonostante la stessa first lady Melania era a Riad senza alcun velo, mentre le corrispondenti del TG in Iran, a differenza di una certa a suo tempo Oriana Fallaci, trasmettono velate, i grandi media anche italiani basti leggere la solita Repubblica finanzocratica e germanofila/eurofila… continuano con le loro diversamente fake news, minimizzando, giustificando nei fatti la verità verosimile.
Ogni commento ormai è superfluo, quando gli attentati di Manchester e Londra (attinente comunque visto che da qualche anno siamo in Europa come si dice e la Brexit stessa inglese non ancora operativa sul serio…) segue di pochissimo l’incredibile propaganda promigranti a prescindere di Milano, ex capitale del Futurismo, la grande Milano futurista e tradizionale e poi della Moda, oggi, visti circa centomila ingenui o in malafede o semplicemente ritardati sinaptici pronti a celebrare Milano nuova capitale di Eurabia in Italia! Solo un commento probabilmente sempre più diffuso nell’opinione pubblica e nei popoli europei, da Londra, a Stoccolma, l’altra Milano… La strage di Manchester e quella relativamente minore di Londra hanno anche dei mandanti morali: l’Unione Europea, l’intellighenzia buonista e radical chic internazionale, i grandi Media braccio armato di Eurabia ormai, anche i centomila di Afro Milano.
La strage di Manchester ha già segnalato anche probabilmente un punto di non ritorno nella percezione Reale dell’insicurezza anche in Italia: non a caso la pop star Ariana Grande ha sospeso il tour in corso in GB e anche le date italiane in programma ( a parte il Concerto a più pop star per la memoria e una virtuale resistenza). E ‘stato colpito un simbolo del libero Occidente (piaccia o meno), il mondo del pop e la sua icona generale da molti anni globale, l’arte dei giovani e del futuro per eccellenza. Già in Francia un attentato tristemente noto al Bataclan durante un concerto ma altra dinamica complessiva.
Brevemente, poco da stare allegri soprattutto quando probabilmente questa Europa e i suoi governi e i suoi Media collusi continueranno a fare la Bella Addormentata e gli struzzi, nonostante siano cronaca le previsioni distopiche di Oriana Fallaci, Magdi Allam, Theo Van Gogh di ieri e quelle attuali di Onfray, Houllebecq, Sansal, Adonis, occidentali e arabi stessi evoluti e altri.
Ancora più inquietanti le previsioni constatando l’assoluta maggioranza delle nuove generazioni, che, nonostante in questo caso le potenzialità controculturali e contromediatiche di Internet, sembrano meri automi reificati tutti pronti a inchinarsi alle litanie del politicamente e culturalmente corretto, convinti che il Corano letterale sia solo un libro religioso semi innocuo e che fanno i pappagalli del falso radical chicchismo internazionale, europeo e italiano ancora nostalgico dell’utopia alternativa all’orrido Capitalismo e all’Orrido Occidente senz’anima! (anche vero, ma altra questione e comunque nessuna alternativa al Tecnocapitalismo se non più umanizzato e ottimizzato)….
Nuove generazioni? Anziché attivisti veteromilitanti per la diversità sessuale e il femminismo esasperato, quando ormai molti diritti e percezioni anche sociali sono francamente concreti, proprio gay e donne dovrebbero essere in prima linea contro il pericolo integralista islamico e le ambiguità oggettive del fenomeno migrante! Un velo pietoso, visto che in fondo gli piace, per la Chiesa di Roma con la sua Mitologia dell’accoglienza indiscriminata. Perché saranno proprio i gay ecc. e le donne, i primi a svegliarsi “tragicamente” come tutt’oggi testimonia ogni paese musulmano, quando Eurabia, probabile disegno anche ingenuo folle di nuovi equilibri geopolitici tra la finanzocrazia europea germanica e quella stessa arabo musulmana (e l’America ancora potente di Obama-H. Clinton effetti collaterali) – la svendita dell’Europa mediterranea, Italia in primis, sarà non solo un vento attualmente contaminante l’esistenza quotidiana in Italia, ma vera e propria colonizzazione anche nei costumi e lo stile di vita (come anche proprio l’incredibile falso allarme a Torino con oltre 1000 feriti durante la finale della Juventus in Champions già tristemente dimostra).

“…il potere della finanza apatride è sempre dietro, direttamente od indirettamente, alla lotta senza sconti attuali, ove gli antichi nemici sotto forme nuove sono il globalismo da una parte e l’identitarismo dall’altra..”.

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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