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Lunedì è arrivata la notizia dell’ultima tragedia in mare, che ha causato oltre 400 morti nel Mediterraneo a largo della Libia, mentre i ministri degli Esteri europei discutono su una possibile risposta unitaria che possa superare le forti tentazioni nazionalistiche. Un evento importante in termini di analisi del fenomeno migratorio sul territorio nazionale e locale si è svolto nei giorni scorsi presso la Sala del Consiglio del Comune di Portomaggiore. Qui si è tenuta la presentazione dei dati del Dossier Statistico Nazionale sull’Immigrazione 2015 e del Rapporto dell’Osservatorio Provinciale sull’Immigrazione, rispettivamente a cura del Centro Studi e Ricerche Idos e del Centro Servizi Integrati per l’Immigrazione della provincia di Ferrara.
La scelta di Portomaggiore non è stata casuale: è il comune della provincia di Ferrara con la maggior percentuale di popolazione straniera in rapporto alla popolazione residente (1.719 cittadini stranieri su 12.094, pari a 14,21%), seguito da Cento (4.056 stranieri residenti su 35.877 abitanti, pari all’11,31%) e Argenta (2.316 stranieri su 22.074, con un tasso del 10,49%). La città di Ferrara arriva al quarto posto con il 9,40% (12.606 stranieri residenti su 134.063 abitanti). Ma andiamo con ordine.

Secondo il Dossier Statistico Nazionale, a inizio 2015 l’Italia presenta un consistente numero sia di residenti stranieri (5.014.000) sia di italiani residenti all’estero (4.637.000). Un dato interessante è che nel 2014 gli italiani residenti all’estero sono aumentati più degli stranieri residenti in Italia: rispettivamente +155.000 e +92.000 unità.
Gli stranieri residenti incidono sulla popolazione complessiva per un valore superiore alla media europea: 8,2% rispetto al 6,2%. I non comunitari sono i più numerosi (3,5 milioni), sebbene sia rilevante la provenienza europea: 2,6 milioni, dei quali quasi il 60% cittadino Ue. Al primo posto fra i paesi di provenienza c’è la Romania (1.131.839 persone), seguita da Albania (490.483), Marocco (449.058), Cina (265.820) e Ucraina (226.060). Volendo ampliare lo sguardo anche agli arrivi e a un trend di medio periodo, negli ultimi tre anni si è assistito a una diversificazione delle tipologie di migranti. Nel 2014 sono sbarcate in Italia oltre 170mila persone, tra richiedenti asilo e migranti economici, più della somma dei 4 anni precedenti e con la previsione di un andamento simile nel 2015. Tuttavia il flusso di coloro che arrivano in Italia per cercare lavoro, i cosiddetti ‘migranti economici’ – una di quelle espressioni ‘politically correct’ che vorrebbero rendere ‘asettico’ un tema che non può e, anzi, non deve esserlo – ha conosciuto una grande frenata, mentre sono aumentati i richiedenti asilo e i rifugiati: con 64.625 richieste di asilo registrate nell’anno 2014.
Il Dossier dà informazioni anche riguardo la popolazione scolastica. La scuola in Italia è sempre più multietnica: dei quasi 1,1 milioni di minori stranieri che vivono nel nostro paese, sono stati 814.187 gli iscritti a scuola nell’anno scolastico 2014/2015, il 9,2% della popolazione scolastica, più nel Nord e nel Centro (rispettivamente, 13,6% e 11,1%). I dati più interessanti emergono però in relazione all’inserimento degli stranieri nel mondo del lavoro e del loro contributo in termini di Pil. Gli occupati stranieri nel 2014 erano 2.294.000 (1.238.000 uomini e 1.056.000 donne), più di un decimo degli occupati complessivi (10,3%) e il dossier Idos stima che nel 2013 il contributo al Pil nazionale degli occupati stranieri è stato di 123.072 milioni di euro: l’8,8% del totale. Inoltre i lavoratori stranieri verserebbero in media 7-8 miliardi di contributi all’anno, ma non riuscendo a maturare tutti il diritto alla pensione, l’Inps ha stimato che abbiano lasciato nelle casse previdenziali oltre 3 miliardi di euro: un contributo non indifferente pensando alle difficoltà del sistema pensionistico italiano in questo periodo al centro del dibattito pubblico.

Arriviamo ora alla situazione nella nostra provincia. Nel complesso, i residenti stranieri in provincia di Ferrara sono 30.300, l’8,5% dell’intera popolazione residente. Il territorio con la media più alta è il distretto Centro-Nord (Ferrara, Masi Torello, Voghiera, Copparo, Berra, Formignana, Jolanda di Savoia, Ro Ferrarese, Tresigallo) con un 49,47% di incidenza della popolazione straniera sull’intera popolazione straniera – solo Ferrara ha un 41,60%.
Dai dati emerge però una diversa incidenza della popolazione straniera sul territorio provinciale considerando il totale della popolazione straniera residente e il totale della popolazione residente tout court. In quest’ultimo caso la distribuzione cambia, quasi una sorta di decentramento sul territorio provinciale: Ferrara ha un tasso di incidenza del 9,40%, mentre Portomaggiore, Cento o Argenta hanno tassi di incidenza a due cifre (14,21%, 11,31% e 10,49%).
Un dato positivo emerge dall’analisi delle imprese: le attività di cui i titolari sono cittadini extracomunitari risultano 1.721, quelle con amministratori extracomunitari 576. Per quanto riguarda invece il lavoro dipendente, si registra una lieve diminuzione dei lavoratori stranieri occupati (comunitari ed extracomunitari), che passano dai 13.534 del 2013 ai 13.146 del 2014. Si tratta all’incirca del 43,8% della popolazione straniera residente in provincia di Ferrara.
Per capire un po’ di più come leggere le cifre abbiamo fatto alcune domande a Federico Tsucalas, coordinatore del Centro Servizi Integrati per l’Immigrazione della provincia di Ferrara.

Tutti i dati sotto riportati si riferiscono si riferiscono al 31/12/2014

Il Dossier Statistico Nazionale sull’Immigrazione 2015 realizzato da Idos ha evidenziato come negli ultimi tre anni si sia assistito a una diversificazione delle tipologie di migranti: a fronte della frenata dei ‘migranti economici’ vi è stato un aumento dei richiedenti asilo e dei rifugiati. Anche a Ferrara si può riscontrare una tendenza analoga?
Dall’analisi dei dati forniti dalla Questura di Ferrara si può notare un calo importante di permessi di soggiorno per lavoro subordinato pari al 14% (-869). Diminuiscono anche i permessi di soggiorno per famiglia (-612). Aumentano invece i permessi di soggiorno per richiesta asilo, passando da 68 a 463, a seguito della gestione territoriale delle attività di accoglienza emergenziale.

È cambiata, e se sì come, la distribuzione dei paesi di origine?
Per quanto riguarda i paesi di provenienza, è possibile registrare aumenti di rumeni, che si attestano quale prima presenza straniera a Ferrara in continuità con lo scorso anno (+6,2%, + 294 residenti), ucraini (+2,4%, + 79 residenti), pachistani (+2,25%, +63 residenti) e nigeriani (+14,5%, +115 residenti). In diminuzione, invece, i residenti marocchini, seconda nazionalità della provincia (-2,4%, -106), albanesi (-0,9%, -23), moldavi (-0,3%, -8) e tunisini (-1,3%, -11).
Nel complesso, i residenti stranieri in provincia di Ferrara sono 30.300, l’8,5% dell’intera popolazione residente. Il territorio con la media più alta è il distretto Centro-Nord (Ferrara, Masi Torello, Voghiera, Copparo, Berra, Formignana, Jolanda di Savoia, Ro Ferrarese, Tresigallo) con un 49,47% di incidenza della popolazione straniera sull’intera popolazione straniera; seguito dal distretto Ovest (Cento, Bondeno, Sant’Agostino, Mirabello, Poggio Renatico, Vigarano Mainarda) con il 25,84% e dal Distretto Sud-Est con il 24,69% (Argenta, Portomaggiore, Codigoro, Comacchio, Goro, Lagosanto, Fiscaglia, Mesola, Ostellato). Il territorio che registra un maggiore aumento è il distretto Centro-Nord (+4,34%) mentre rimangono relativamente stabili gli altri due (Ovest -0,58%; Sud-Est +0,39%).

Nel 2014 la presenza di cittadini di origine straniera residenti in provincia di Ferrara ha registrato un lieve aumento rispetto al 2013, ma se si osserva il fenomeno nel suo trend decennale, si assiste a una diminuzione e a un rallentamento. Un’interpretazione di questo dato?
L’immigrazione è un fenomeno strutturale che non si arresta, però cambia. Il rallentamento segnalato può essere causato dal fatto che l’Italia in generale e a Ferrara risulta meno attrattiva per i migranti. Allo stesso tempo va comunque segnalato il già citato aumento della migrazione di carattere umanitario che fa il paio con quanto appena descritto.

Dai dati si nota la diversa incidenza della popolazione straniera sul territorio provinciale considerando il totale della popolazione straniera residente e il totale della popolazione residente tout court. Nel primo caso la media più alta si ha nel distretto Centro-Nord, nel quale è compresa Ferrara (da sola 41,60%), mentre nel secondo emerge quasi una sorta di decentramento sul territorio provinciale: Ferrara ha un tasso di incidenza del 9,40%, mentre Portomaggiore, Cento o Argenta hanno tassi di incidenza a due cifre. Come si possono leggere questi dati?
Gli stranieri si concentrano dove ci sono maggior opportunità di servizi, lavoro, alloggi e mobilità, con particolare riferimento al tema del lavoro.

Gli stranieri in Italia sono l’8% della popolazione, producono una ricchezza pari al 9% del PIL e versano in media 7-8 miliardi di contributi all’anno. Anche a Ferrara i dati sottolineano che gli stranieri sono una risorsa economica…
Chiara Sapigni, assessore alla Sanità, Servizi alla Persona Politiche Familiari durante l’incontro di presentazione dei dati, ha ricordato come senza la presenza di stranieri, il nostro territorio avrebbe meno servizi per i cittadini. Un esempio è dato dalla a spesa sanitaria, che viene suddivisa per quota pro capite tra i residenti, e alla quale la componente straniera, mediamente giovane e attiva, contribuisce in modo importante. Ma è anche stato ribadito che a prescindere da quanta ricchezza viene restituita, chi si trova in stato di necessità va aiutato, che è il mandato della rete di servizi pubblici costruita sul territorio, e che è la sola possibilità di crescere assieme.

Quanti sono i lavoratori stranieri non occupati e in cerca di occupazione in provincia di Ferrara? Qual è la loro distribuzione sul territorio provinciale e per quanto riguarda i paesi di origine?
Per quanto riguarda il lavoro dipendente, si registra una lieve diminuzione dei lavoratori stranieri occupati (comunitari ed extracomunitari), che passano dai 13.534 del 2013 ai 13.146 del 2014. Si tratta all’incirca del 43,8% della popolazione straniera residente in provincia di Ferrara.
Diminuiscono i dati relativi a cittadini stranieri (comunitari ed extracomunitari) disoccupati: nel 2012 erano 7.662, nel 2013 7.853 (+2,5%), mentre nel 2014 scendono a 6.704.
Analizzando i dati di occupati suddivisi per genere, il 47,8% degli stranieri è di sesso maschile e il 52,2% di sesso femminile, in continuità con l’anno precedente.
Per quanto riguarda invece i disoccupati, iscritti al Centro per l’Impiego della provincia di Ferrara: il 39,6% è di genere maschile (in aumento rispetto allo scorso anno) mentre il restante 60,4% è di sesso femminile.
Per quanto riguarda le provenienze di chi cerca una prima occupazione, dalle iscrizioni al centro per l’impiego, la maggior parte viene dalla Romania, seguono Ucraina, Marocco, Moldavia, Pakistan, Albania, Polonia, Nigeria, Tunisia e Camerun.

Uno dei primi luoghi e strumenti di integrazione è il sistema scolastico. Come sono cambiate in questi anni le classi delle scuole ferraresi?
Rispetto agli studenti stranieri nelle scuole ferraresi (pubbliche e private), si registra un aumento degli studenti afferenti alle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado. L’analisi del dato riferito alle scuole di ogni ordine e grado (dall’infanzia alla secondaria di secondo grado) fanno registrare un aumento complessivo del 3,74% passando da 5.162 alunni nel 2013 a 5.355 nel 2014 (+193 unità). Gli aumenti più significativi vengono registrati nella scuola primaria (+146) e nella scuola secondaria di secondo grado (+64).

Nell’incontro di lunedì la Consulta sull’Immigrazione di Portomaggiore è stata portata come esempio di esperienza di successo, altri esempi di strumenti e di buone prassi di politiche di integrazione?
L’analisi dei dati ha portato a considerare le risposte che le amministrazioni stanno mettendo in campo. Portomaggiore, che ha vissuto tra i primi la necessità di far fronte a un importante flusso migratorio stabilitosi nel comune, nel marzo del 2013 ha creato la Consulta per l’Integrazione, un gruppo operativo di 8 persone tra cui il sindaco, un referente dell’ASL, un referente delle istituzioni scolastiche, uno delle forze dell’ordine e almeno due immigrati.
L’obiettivo è l’integrazione tra cittadini attraverso la conoscenza dei servizi pubblici, la condivisione delle regole e il monitoraggio delle situazioni critiche, come conflitti abitativi, problemi di uso degli spazi comuni, pulizia e morosità condominiale, cura dei bimbi, disattesa degli appuntamenti ambulatoriali, insolvenza delle rette e altre questioni che rendono difficile la convivenza. Lo strumento sono gli incontri frequenti con i cittadini stranieri e non, perché il dialogo è il primo strumento utile alle soluzioni positive.
Un’altra buona prassi è rappresentata dal Consiglio delle Comunità straniere di Ferrara, che opera con lo scopo di fornire ai cittadini stranieri, regolarmente soggiornanti nel territorio comunale, un’istanza per il dibattito, la partecipazione e la formulazione di proposte sui temi della vita pubblica locale che li riguardano più da vicino.

Leggi la sintesi del Dossier Statistico sull’Immigrazione

Leggi la presentazione del Rapporto dell’Osservatorio Provinciale sull’Immigrazione

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Federica Pezzoli


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di Piermaria Romani

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