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Sono Rita, ho 40 anni e sono di Ferrara,
quello che mi porta a scrivere questa Lettera Aperta a tutta la cittadinanza, dopo un’attenta riflessione e dopo aver atteso invano, è, oltre che a titolo informativo, anche per denunciare le vicende vissute da un’ Associazione ferrarese “qualunque” (di cui faccio parte) che, anche a causa del “buon operato” comunale si vede costretta a fallire e a chiudere, al contrario di altre Associazioni ben riconosciute dal Comune di Ferrara.
L’Associazione, che, per ora, chiamerò “qualunque” è costituita da cittadini ferraresi, età media over 35, che hanno deciso di vivere e di crearsi un futuro nella città di origine e che, una volta constatata la precarietà lavorativa, fondare un’ Associazione era l’unico modo per unire forze e competenze al fine di raggiungere obiettivi comuni che mirano a:
– incentivare l’occupazione nel territorio ferrarese
– incentivare la conoscenza del settore informatico in ogni suo campo
– mirare a creare un circuito di cittadinanza attiva e partecipe
Nella ricerca di una sede fissa in cui iniziare le proprie attività, dopo alcuni colloqui con funzionari comunali, i componenti dell’Associazione “qualunque” presentano nel 2013 il Progetto ArdenteMente relativo alla riqualifica e rivalutazione di un immobile di proprietà del Comune di Ferrara, denominato “ex scuola Banzi” sito in via Boschetto angolo via Comacchio, sfitto e vuoto dal 2002, presente nel Puv (piano unitario di valorizzazione) dal 2006 e messo all’asta dal 2007 per un importo di circa 800.000€ (prezzo ribassato nel 2014 a 550.000€ causa “ammaloramento edificio” /rif. pdf piano alienazioni 2014-2016).
L’edificio in questione, dopo averlo visionato per ben 2 volte, non è soggetto a ristrutturazioni complesse, anzi proprio nel 2010 fecero dei lavori importanti di muratura, compresi l’impianto elettrico a norma, il problema dell’ intero edificio è che a causa di un vetro rotto, mai riparato, intere famiglie di piccioni hanno “occupato” l’edificio ricoprendolo di cacche, che accumulandosi di anno in anno rendono l’ambiente, veramente, malsano ed imbarazzante.
Il Progetto ArdenteMente, pensato anche per rivalutare lo stabile, compresa l’area cortiliva, voleva diventare un punto di riferimento per gli abitanti della zona (e non solo), l’ obiettivo era ed è ancora quello di creare da uno spazio comunale in disuso un luogo culturale e di formazione che sia in grado di autofinanziarsi e di autogestirsi attraverso le varie attività (che variano dal ludico ai corsi formativi, compresi laboratori artigianali e creazione di un orto sociale), attraverso i vari servizi (che spaziano tra servizio dogsitter/sgambamento cani, servizio caffetteria/ristoro, ciclofficina, biblioteca libera, etc) oltre ad eventi di vario genere e natura (proiezione di filmati, presentazione mostra fotografica, tornei over 50, rappresentazioni teatrali, etc).
Dopo vari incontri con il responsabile del servizio patrimonio e dopo aver presentato 2 versioni del Progetto ArdenteMente, per meglio rispondere alle richieste di “completezza” del Comune, nulla si è più visto nè, tantomeno, sentito.
Con il passare del tempo, quindi, i componenti dell’Associazione “qualunque”, oltre ad essere demoralizzati per il mancato riscontro da parte di “chi di dovere”, convinti nell’aver presentato un buon progetto, non demordono e sempre in attesa di considerazione continuano per la loro “strada”, tacitamente e silenziosamente.. a giugno 2014, però, succede un evento abbastanza strano per la città, l’occupazione della Banzi da parte di un gruppo di ragazzi. Questo evento ha suscitato ammirazione da parte dell’Associazione “qualunque”, che, convinti ancora una volta di non essere gli unici ad avere bisogno di spazi, da gestire e diversi dai soliti “circoli viziosi” proposti dalla città, ricontattano di nuovo i funzionari comunali. Alla richiesta di considerazione, risponde l’attuale Assessore al Patrimonio, Serra, il quale durante l’incontro suggerisce all’ Associazione “qualunque” di presentare un altro progetto, in cui, però, “venga a mancare la parte sociale”… sconcertati da tale proposta ma entusiasti nell’aver avuto quell’attesa considerazione, i componenti ripresentano un nuovo progetto, esclusivamente legato al business nel campo dell’innovazione.
Dopodichè silenzio assoluto.
Durante l’attesa, un componente in particolare, la sottoscritta, cercando informazioni in merito al Puv Ferrara, scopre che nel sito Comune di Ferrara, nella sezione pianificazione territoriale, sotto la voce puvferrara, è presente un documento del 2010, denominato puv _tavoli_presentazione, che stipula un accordo tra Comune e Agenzia del Demanio in merito agli immobili inseriti nel puv, la cosa importante è che quel documento conteneva un’Istanza Stakeholder rivolta alla cittadinanza per l’interesse diretto e/o indiretto nei confronti di uno o + immobili inseriti nel piano valorizzazioni. Interessati da tale documento si rivolgono di nuovo al Comune, chiedendo se è ancora valida l’istanza e come e a chi presentare l’eventuale interesse. Nonostante queste semplici domande, a tutt’oggi nessuna risposta, ma una cosa è successa, ebbene dopo la richiesta di informazioni in merito alla validità o meno del documento, il giorno 26/08/2014 nella sezione Puv Ferrara non è + presente il documento pdf puv_tavoli_presentazione ma è scaricabile un nuovo documento denominato bozza_intesa_istituzionale. La sostanziale differenza tra i due documenti è che, nell’ultimo non è più presente l’Istanza Stakeholder per la cittadinanza. Nonostante le varie mail inviate chiedendo, cortesemente, una spiegazione, Nessuno risponde.
In conclusione, allo stato attuale delle cose, non avendo nulla da perdere siamo, quindi, costretti a denunciare pubblicamente quello che stiamo subendo anche a causa di un’Amministrazione poco attenta alle richieste dei cittadini e, se qualora, neanche attraverso questa lettera Aperta riceviamo risposte, non ci resta altro che andare per vie legali.
pensare che tutte le Associazioni, per essere tali hanno bisogno di uno statuto dal quale partire ed appoggiare le basi per scopi ed obiettivi, anche il Comune di Ferrara ha uno statuto, l’avete mai letto??
giusto un assaggio: “Art.1 – Il Comune di Ferrara …, rappresenta la comunità locale, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo; esercita la propria funzione recependo i bisogni e gli interessi generali della comunità assicurando il buon funzionamento, l’imparzialità, la trasparenza, l’informazione, l’efficacia, l’efficienza, l’economicità e la semplificazione dell’azione amministrativa; opera per rimuovere ogni ostacolo che impedisca la piena parità
delle donne e degli uomini nella vita sociale, culturale ed economica…”
Avendo vissuto, sulla mia pelle, come opera il Comune di Ferrara, quasi quasi mi verrebbe da dire che, forse, lo Statuto che ho letto appartiene ad un’altra città.
grazie a tutti!

Rita (lettera firmata)

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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