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Da Maria Cristina Nascosi

A Vattaro, a pochi chilometri da Trento, si terrà, domenica prossima 22 aprile, la 29ª edizione del Simposio di Primavera del Cenacolo Trentino di cultura dialettale, Giornata di studio organizzata, ab ovo, dallo stesso Cenacolo con il patrocinio della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige. Numerose le adesioni di gruppi da tutto il Nord, compresa l’Emilia-Romagna con Ferrara rappresentata dalla ricercatrice e storica linguistico – dialettale Maria Cristina Nascosi Sandri, past president dell’ associazione di cultura dialettale ferrarese Al Tréb dal Tridèl e socia-collaboratrice dell’A.N.Po.S.Di. (Ass. Naz. Poeti e Scrittori Dialettali d’Italia).
Elemento trainante per eccellenza il prof. Elio Fox, splendido ultraottantenne, studioso, commediografo, saggista e Presidente da sempre del sodalizio vernacolare, che così racconta le origini del prezioso ed imprescindibile appuntamento per la cultura e la civiltà dialettali italiane:
E sono 29.
Da 29 anni il Cenacolo trentino di Cultura dialettale organizza quello che è sempre stato chiamato il «Simposio di Primavera», perché, fin dalle origini, si è sempre tenuto in aprile. (…)
Fin dalle sue origini il Cenacolo ha cercato e ottenuto amicizia e fraternità con gli altri gruppi storici di molte parti d’Italia: Il Gruppo poesia 83, il Cenacolo poesia Valsugana, El Ròcol del Primiero, Iudicaria, Voci d’Anaunia, il gruppo Barbarani di Verona, i Poeti del Luni di Negrar, Gruppo poeti di Belluno Veronese, La Panòcia di Schio, El Graspo di Thiene, gli Amissi de’a Poesia di Bassano, l’Academia Aque Slosse di Bassano, Poetesse e Poeti afferenti, ab ovo, ad AR.PA.DIA. l’Archivio dei Dialetti del Comune di Ferrara, ideato e coordinato da M. Cristina Nascosi Sandri di Ferrara, Poeti di Bologna, Al Fogolèr di Mantova, El Zach di Cremona, l’Acarya di Como, poeti di Bergamo (…).
Ed il risultato è, ogni anno, sempre più lusinghiero e di successo, per partecipazione, amicizia ed umanità, quelle più autentiche (…).
Anche quest’anno le ‘presenze’ saran circa 120… una ‘sinfonia dei linguaggi’, un vero ‘palmares’ più che unico ed imprescindibile, ormai.
Anche questo è un modo di fare cultura a tutto tondo: dialettale, naturalmente.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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