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30 Agosto 2017

Il burka

Tempo di lettura: 5 minuti


di Cesare Bornazzini

Dovete sapere che mia moglie ha il sangue dolce. Almeno così dicono di quelli che sono particolarmente appetiti da zanzare, tafani, vespe, calabroni, pappataci e da non so quali altri insetti che con noi coabitano. Dovete anche sapere che mia moglie possiede una villetta al Lido di Spina, un luogo dove noi umani siamo, dalla natura, considerati degli estranei. Di giorno la fanno da padrone le cicale mentre la notte è dominio incontrastato di zanzare e insetti vari. Io devo avere il sangue amaro, o non particolarmente dolce, e vengo punto assai di rado, ma sono perennemente coinvolto nella guerra santa che mia moglie ha dichiarato agli insetti. Spray, repellenti, fornellini da attaccare alle prese…da noi c’è di tutto e, poichè da un po’ di tempo i fornellini hanno una lucina rossa, casa nostra sembra un cimitero. Per “il dopo” unguenti, antistaminici, cortisonici e, purtroppo, i consigli delle amiche che fanno incrementare a dismisura la dotazione. Di notte la sento autoflagellarsi con schiaffi o grattate che fanno tremare tutto il letto o borbottare insulti al comune di Comacchio che non spende un soldo per la disinfestazione. Nonostante tutto ciò, voglio un gran bene a mia moglie e mi dispiace vederla afflitta da tutti quei ponfi “Questa notte dodici! Guarda qua!” Ponfi rossi che poi diventano violacei e a volte neri. Non è un bel vedere. Mia moglie ha una certa età, un po’ meno della mia, ed è ancora carina e quando passano ragazze tutte curve e sorrisi mi vien sempre da pensare: ” Chissà se sanno fare i tortellini? E le crostate?”. Allora ridacchio fra me e me ma lei se ne accorge e rabbiosa mi fa “Cosa stai pensando?”. Come dicevo, coinvolto nella guerra santa, ho avuto quella che mi è sembrata una grande idea. Le regalo un burka. Non è stato difficile, su Amazon c’è tutto, avrei preferito trovarlo a fiorellini o almeno bianco. Solo nero, comunque costava 34 € e l’ho ordinato. Quando è arrivato ho aperto la scatola, l’ho ricofezionato con una carta che era rimasta dall’ultimo Natale e la sera gliel’ho fatto trovare sul letto. “Io dico che tu sei tutto scemo!” Teneva in mano il burka con aria schifata e scuoteva la testa “Secondo te dovrei andare in giro combinata così?” “Ma…per le zanzare” Dopo un’ultima scossa di assestamento della testa si è chiusa in bagno. Ok, ho detto fra me e me, domani lo impacchetto e lo spedisco ad Amazon, se lo si fa entro 15 giorni lo riprendono, ci rimetto solo il trasporto. La mattina dopo è cominciata molto presto, alle sette e cinque. Qualcuno bussava energicamente alla porta e, poichè non abbiamo citofono sono andato ad aprire in pigiama. Era il commissario dei carabinieri con un appuntato “Buon giorno commissario…è successo qualcosa di grave?” “Buon giorno dottore, dovrebbe seguirci in caserma”. Il fatto che mi chiamava dottore mi ha impensierito “Posso vestirmi Bugamelli?” “Certo”. In caserma mi hanno fatto sedere in anticamera, ma dopo poco l’appuntato è tornato e mi ha accompagnato in una stanzetta dove, assieme al commissario Bugamelli c’era un tizio mai visto piazzato dietro la scrivania dotata di un pc che sembrava un cassonetto. Cominciò subito a parlare lui senza neanche presentarsi: “È un po’ che la teniamo d’occhio, dottore…” Guardai il commissario, siamo entrambi soci Lions, lui stava guardando il soffitto, forse aveva intenzione di chiamare gli imbianchini. “Lei ha anche la barba!” L’aveva detto come se si trattasse di un reato gravissimo. Lo guardai meglio: aveva un cravattino tutto stinto su una di quelle camicie che andavano una volta, con il colletto diverso dal resto, una giacca grigia, scarsi capelli pettinati alla Berlusconi e occhi…non direi cattivi, forse preoccupati. Pensai se era il caso di spiegargli che la barba ce l’avevo dal giorno in cui mi ero laureato, una quarantacinquina di anni prima e che l’avevo tenuta perchè sono pigro “Sì ho la barba” “Vede dottore, noi cerchiamo di essere accurati prima di accusare qualcuno…” Fece una lunga pausa per farmi capire che ero accusato di qualcosa. “Abbiamo parlato con don Pietro, lei non va quasi mai a messa la Domenica”. Sembrava aspettarsi una dichiarazione “Sî, ho la barba e vado poco a messa”. Mi era venuto da aggiungere “Confesso!” Ma temevo che si potesse sentire preso in giro, cominciavo a preoccuparmi anche perchè il compagno lion continuava ad avere un’aria molto seria. Pensai-e se adesso gli dico, come fanno gli americani- ” Non mi avete neanche letto i miei diritti! Non dirò più niente, voglio chiamare il mio avvocato!” Il mio avvocato? E chi chiamo? Quello che non mi ha neanche voluto fare la causa con il giudice di pace per l’autovelox o quello che ho chiamato quando ho litigato con il falegname per gli infissi? No, meglio lasciar perdere. L’inquisitore intanto si era alzato in piedi e camminava su e giù “E delle molotov che tiene in garage cosa ci dice?” “Le molotov? Quali molotov!?!” “Nel suo garage sono state rinvenute 3 bottiglie vuote e un serbatoio rosso contenente benzina” Anche questa volta pensai agli americani “Avevate un mandato per guardare nel mio garage?” Lo pensai solo, ma evidentemente leggeva nel pensiero “In casa non c’eravate nè lei nè la signora, ci ha fatti entrare la cameriera”. “Allora, intanto le bottiglie…sono i vuoti del vino che beviamo a pranzo, quando arrivo a 6 le metto in un cestello e le porto nella campana del vetro…” Mi guardava con un’aria da sochestaimentendo “E la benzina non è benzina ma miscela al 2% per il fuoribordo” Si era seduto e aveva aperto una cartellina blu con dei fogli, incontrai per un attimo lo sguardo del Commissario “Bugamelli, diglielo! Una volta ti ho portato a Volano al mare sul barchino…lo tengo al circolo” “Lasci stare dottore, come le dicevo, è un po’ che lei è attenzionato…” Fece una pausa, gli era piaciuto dire attenzionato ” Si era alzato di scatto e si era andato a piazzare al centro della stanza. “E finalmente lei ci ha fornito la smocking gun!” Stava a gambe larghe, sembrava Clint contro Volontè in Per un pugno di dollari. “Che cosa?!?” “Caro dottore, la pistola fumante! Lei è un terrorista dell’ISIS e intende far opera di proso… proselitismo cominciando dalla sua cattolicissima moglie. Lei ha comperato un burka!” Soccia! Niente diritti, niente avvocato, niente mandato, ma la pistola fumante sì. Beh, insomma, la sto tenendo lunga. Dovete sapere che qui non si sta poi troppo male. C’è un po’ caldo e qualche scarafaggio, ma niente di che. Mia moglie ogni 5 6 giorni mi porta qualcosa: 2 tagliatelle, una crostata e ha anche trovato in internet un avvocato laureato da 2 anni. Dice che dopo Settembre se ne riparla.
Cesare
Carcere di Ferrara
Agosto 2017

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Redazione di Periscopio


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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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