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Sabato 30 settembre otto squadre di calcetto si affronteranno in un torneo.
Non sembra una notizia fenomenale, ma una delle mille iniziative sportive che popolano la nostra città, dalla grande Spal fino all’ultimo campetto dell’ultima periferia.
Sabato 30 settembre il calcio, lo sport più bello, più diffuso e più amato del mondo, sarà però al centro di un’occasione sportiva e conviviale tutta particolare. L’appuntamento, quest’anno alla sua seconda edizione, si intitola ‘Insieme per lo sport: per unire aggregazione, integrazione e sport’.

Ne parliamo con Manuel Alleati, direttore della Cooperativa sociale Meeting Point, ma anche – e quanto ci tiene a precisarlo! – allenatore-giocatore di una delle squadre iscritte al torneo: “Come Meeting gestiamo cinque case di accoglienza nel Comune di Ferrara, in totale cento ragazzi a cui diamo una casa, un letto, un pasto, ma soprattutto da supportare e coinvolgere nelle attività, prima di tutto la scuola per imparare l’italiano. Tutti i ragazzi amano il calcio, compresi i ragazzi africani”.
Anche loro sognano i milioni di Messi o di Neymar?
“Certo, almeno alcuni, come del resto tanti baby-calciatori italiani, ma soprattutto si divertono a giocare. Per giocare a calcio basta una palla, magari sgonfia, o un barattolo di latta. E nei loro paesi giocavano per strada, sui campi di fango o terra battuta”.
Così è venuta l’idea di un torneo tra le squadre delle comunità di accoglienza.
“I nostri ragazzi giocano quasi tutti i giorni, intorno alle comunità. Una volta alla settimana facciamo allenamento in un campo come si deve. Pensa, per arrivare all’allenamento, quando non c’è un pulmino disponibile, alcuni si fanno 5 o 6 chilometri a piedi. L’anno scorso abbiamo pensato di organizzare un torneo tra le nostre comunità. E’ andata bene, è stato un momento di incontro, di gioco, di allegria. Non credi che questi ragazzi, dopo quello che hanno passato, abbiano diritto a un po’ di allegria?”
Poi, quest’anno il progetto è cresciuto, si è allargato ad altre realtà del territorio.
“Per fortuna sono tante le cooperative e le associazioni impegnate nell’accoglienza ai richiedenti asilo. Così la seconda edizione di ‘Insieme per lo sport’ l’abbiamo organizzata noi di Meeting Point insieme all’Associazione Nadija e al Centro Donne e Giustizia: partecipano otto squadre di calcetto di altrettante comunità, gestite da varie cooperative e associazioni di volontariato sociale. Le donne praticano meno al calcio ma non staranno con le mani in mano: sono loro che hanno preparato il pranzo etnico che dividerà il mattino della fase a gironi al pomeriggio delle finali”.

L’appuntamento per tutti i ferraresi, per divertirsi a guardare le partite, mangiare insieme, incontrarsi oltre i muri e gli steccati, è in via del Campo, negli impianti Acli S.Luca, sabato 30 settembre, dalle 9.00 alle 16.00.

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Francesco Monini

Nato a Ferrara, è innamorato del Sud (d’Italia e del Mondo) ma a Ferrara gli piace tornare. Giornalista, autore, infinito lettore. E’ stato tra i soci fondatori della cooperativa sociale “le pagine” di cui è stato presidente per tre lustri. Ha collaborato a Rocca, Linus, Cuore, il manifesto e molti altri giornali e riviste. E’ direttore responsabile di “madrugada”, trimestrale di incontri e racconti e del quotidiano online “Periscopio”. Ha tre figli di cui va ingenuamente fiero e di cui mostra le fotografie a chiunque incontra.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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