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da: organizzatori

Mercoledì 23 luglio l’insegna festeggia l’apertura di un nuovo punto vendita (prevista per sabato 26 luglio) con momenti di intrattenimento nelle vie della città e fa un regalo agli abitanti impegnandosi per il restauro di un monumento storico

SGM Distribuzione, che ha recentemente acquisito Unieuro, affianca alla roadmap di rilancio dell’insegna, l’apertura di nuovi punti vendita a consolidamento della presenza sul territorio nazionale.
In Emilia Romagna, dove l’azienda è nata oltre 70 anni fa, sabato 26 luglio aprirà le porte il primo negozio della regione con il nuovo retail format; oltre al logo infatti, i nuovi store della catena, sono stati riprogettati per rispondere alle ultime esigenze dei consumatori.
Nello specifico si tratta di un cambio di indirizzo: il punto vendita Unieuro di via Copparo si trasferisce in via Bologna 461. Confermata tutta la squadra dei ragazzi del precedente negozio, ma in una superficie di oltre 2.000 mq totalmente rinnovata.

Non poteva esserci occasione migliore del mercoledì sera, appuntamento estivo di tutti i ferraresi, per far vivere direttamente ai cittadini l’esperienza “I love Ferrara”, tema della campagna di lancio della nuova Unieuro.
Mercoledì 23 luglio, dall’ora dell’aperitivo, le strade della città saranno “invase” da giovani ragazze che distribuiranno ai passanti simpatici gadget firmati Unieuro e il nuovo volantino con imperdibili offerte sottocosto valide da sabato 26 luglio, giorno dell’inaugurazione. Ma è solo un assaggio di quello che seguirà con il lancio nazionale previsto per l’autunno 2014.
A supporto di tutto il periodo di rebranding SGM Distribuzione ha lanciato il minisito -ilove.unieuro.it- dove sarà possibile visualizzare tutti gli indirizzi dei punti vendita coinvolti nel cambio insegna, sfogliare i volantini e iscriversi alla newsletter per ricevere via mail tutte le informazioni sulle prossime aperture, offerte e promozioni esclusive.

L’azienda ha inoltre deciso di impegnarsi per la preservazione del patrimonio artistico cittadino, aderendo per prima alla raccolta fondi del Comune, volta alla ristrutturazione delle colonne del portico centrale di Piazza del Municipio, cuore della città.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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